Città
del Vaticano, 23 aprile 2014
(VIS). "Perché cercate tra i morti colui che è vivo?".
Con questa domanda il Santo Padre ha iniziato questa mattina, festa
di San Giorgio, suo giorno onomastico, la prima catechesi
dell'Udienza Generale dopo la Settimana Santa. "Quante volte -
ha ricordato Papa Francesco - noi cerchiamo la vita fra le cose
morte, fra le cose che non possono dare vita, fra le cose che oggi
sono e domani non saranno più, le cose che passano ...".
Abbiamo
bisogno di ricordare questa frase, ha ribadito il Papa, "quando
ci chiudiamo in una qualsiasi forma di egoismo o di auto
compiacimento; quando ci lasciamo sedurre dai poteri terreni e dalle
cose di questo mondo, dimenticando Dio e il prossimo: quando poniamo
le nostre speranze in vanità mondane, nel denaro, nel successo".
Al pari dell'apostolo Tommaso, di Maria di Magdala e dei due
discepoli di Emmaus, che non riconoscono il Signore, anche per noi:
"Non è facile essere aperti a Gesù. Non è scontato accettare
la vita del Risorto e la sua presenza in mezzo a noi".
"Questa
domanda - ha continuato il Papa - ci fa superare la tentazione di
guardare indietro, a ciò che è stato ieri, e ci spinge in avanti
verso il futuro. (...) Oggi viene rivolto anche a noi questo
interrogativo. Tu, perché cerchi tra i morti colui che è vivo tu
che ti chiudi in te stesso dopo un fallimento e tu che non hai più
la forza di pregare? Perché cerchi tra i morti colui che è vivo, tu
che ti senti solo, abbandonato dagli amici e forse anche da Dio?
Perché cerchi tra i morti colui che è vivo tu che hai perso la
speranza e tu che ti senti imprigionato dai tuoi peccati? Perché
cerchi tra i morti colui che è vivo tu che aspiri alla bellezza,
alla perfezione spirituale, alla giustizia, alla pace?",
"Abbiamo
bisogno di sentirci ripetere e di ricordarci a vicenda l'ammonimento
dell'angelo! - ha concluso Papa Francesco - Questo ammonimento,
'Perché cercate tra i morti colui che è vivo', ci aiuta ad uscire
dai nostri spazi di tristezza e ci apre agli orizzonti della gioia e
della speranza. Quella speranza che rimuove le pietre dai sepolcri e
incoraggia ad annunciare la Buona Novella, capace di generare vita
nuova per gli altri. (...) Non andiamo da tanti sepolcri che oggi ti
promettono qualcosa, bellezza, e poi non ti danno niente!".
Nessun commento:
Posta un commento