Città
del Vaticano, 2 gennaio 2014 (VIS). Mercoledì, 1° gennaio,
Solennità di Maria, Santissima Madre di Dio, nell'ottava di Natale,
e nella ricorrenza della XLVII Giornata Mondiale della Pace, sul
tema: "Fraternità, fondamento e via per la pace", il Santo
Padre ha presieduto la celebrazione della Messa nella Basilica
Vaticana. Hanno concelebrato con il Papa il Cardinale Peter Kodwo
Appiah Turkson, Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e
della Pace; l'Arcivescovo Pietro Parolin, Segretario di Stato;
l'Arcivescovo Giovanni Angelo Becciu, Sostituto della Segreteria di
Stato; l'Arcivescovo Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti
con gli Stati ed il Vescovo Mario Toso, S.D.B., Segretario del
Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace.
Di
seguito riportiamo l'omelia pronunciata da Papa Francesco:
"La
prima Lettura ci ha riproposto l’antica preghiera di benedizione
che Dio aveva suggerito a Mosè perché la insegnasse ad Aronne e ai
suoi figli: 'Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore
faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore
rivolga a te il suo volto e ti conceda pace'. È quanto mai
significativo riascoltare queste parole di benedizione all’inizio
di un nuovo anno: accompagneranno il nostro cammino per il tempo che
si apre davanti a noi. Sono parole di forza, di coraggio, di
speranza. Non una speranza illusoria, basata su fragili promesse
umane; neppure una speranza ingenua che immagina migliore il futuro
semplicemente perché è futuro. Questa speranza ha la sua ragione
proprio nella benedizione di Dio, una benedizione che contiene
l’augurio più grande, l’augurio della Chiesa ad ognuno di noi,
pieno di tutta la protezione amorevole del Signore, del suo
provvidente aiuto".
"L’augurio
contenuto in questa benedizione si è realizzato pienamente in una
donna, Maria, in quanto destinata a diventare la Madre di Dio, e si è
realizzato in lei prima che in ogni creatura. Madre di Dio. Questo è
il titolo principale ed essenziale della Madonna. Si tratta di una
qualità, di un ruolo che la fede del popolo cristiano, nella sua
tenera e genuina devozione per la mamma celeste, ha percepito da
sempre. Ricordiamo quel grande momento della storia della Chiesa
antica che è stato il Concilio di Efeso, nel quale fu autorevolmente
definita la divina maternità della Vergine. La verità sulla divina
maternità di Maria trovò eco a Roma dove, poco dopo, fu costruita
la Basilica di Santa Maria Maggiore, primo santuario mariano di Roma
e dell’intero Occidente, nel quale si venera l’immagine della
Madre di Dio - la Theotokos - con il titolo di Salus populi romani.
Si racconta che gli abitanti di Efeso, durante il Concilio, si
radunassero ai lati della porta della basilica dove si riunivano i
Vescovi e gridassero: 'Madre di Dio!'. I fedeli, chiedendo di
definire ufficialmente questo titolo della Madonna, dimostravano di
riconoscerne la divina maternità. È l’atteggiamento spontaneo e
sincero dei figli, che conoscono bene la loro Madre, perché la amano
con immensa tenerezza. Ma è di più: è il sensus fidei del santo
popolo fedele di Dio, che mai, nella sua unità, mai sbaglia".
"Maria
è da sempre presente nel cuore, nella devozione e soprattutto nel
cammino di fede del popolo cristiano. 'La Chiesa cammina nel tempo …
e in questo cammino procede ricalcando l’itinerario compiuto dalla
Vergine Maria'. Il nostro itinerario di fede è uguale a quello di
Maria, per questo la sentiamo particolarmente vicina a noi! Per
quanto riguarda la fede, che è il cardine della vita cristiana, la
Madre di Dio ha condiviso la nostra condizione, ha dovuto camminare
sulle stesse strade frequentate da noi, a volte difficili e oscure,
ha dovuto avanzare nel 'pellegrinaggio della fede'".
"Il
nostro cammino di fede è legato in modo indissolubile a Maria da
quando Gesù, morente sulla croce, ce l’ha donata come Madre
dicendo: 'Ecco tua madre!'. Queste parole hanno il valore di un
testamento e danno al mondo una Madre. Da quel momento la Madre di
Dio è diventata anche Madre nostra! Nell’ora in cui la fede dei
discepoli veniva incrinata da tante difficoltà e incertezze, Gesù
li affidava a Colei che era stata la prima a credere, e la cui fede
non sarebbe mai venuta meno. E la 'donna' diventa Madre nostra nel
momento in cui perde il Figlio divino. Il suo cuore ferito si dilata
per fare posto a tutti gli uomini, buoni e cattivi, tutti, e li ama
come li amava Gesù. La donna che alle nozze di Cana di Galilea aveva
dato la sua cooperazione di fede per la manifestazione delle
meraviglie di Dio nel mondo, al calvario tiene accesa la fiamma della
fede nella risurrezione del Figlio, e la comunica con affetto materno
agli altri. Maria diventa così sorgente di speranza e di gioia
vera!".
"La
Madre del Redentore ci precede e continuamente ci conferma nella
fede, nella vocazione e nella missione. Con il suo esempio di umiltà
e di disponibilità alla volontà di Dio ci aiuta a tradurre la
nostra fede in un annuncio del Vangelo gioioso e senza frontiere.
Così la nostra missione sarà feconda, perché è modellata sulla
maternità di Maria. A Lei affidiamo il nostro itinerario di fede, i
desideri del nostro cuore, le nostre necessità, i bisogni del mondo
intero, specialmente la fame e la sete di giustizia e di pace e di
Dio; e la invochiamo tutti insieme, e vi invito ad invocarla per tre
volte, imitando quei fratelli di Efeso, dicendole 'Madre di Dio':
Madre di Dio! Madre di Dio! Madre di Dio! Amen".
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