Città
del Vaticano, 31 maggio 2013
(VIS). Nel pomeriggio di ieri, nella Basilica di San Giovanni in
Laterano, Papa Francesco ha celebrato la Santa Messa nella Solennità
del Corpus Domini ed ha presieduto la processione eucaristica che
percorrendo Via Merulana ha raggiunto Santa Maria Maggiore. Di
seguito riportiamo ampi estratti dell'omelia tenuta ieri dal Santo
Padre sul brano evangelico della moltiplicazione dei pani e dei
pesci.
"Nel
Vangelo che abbiamo ascoltato, c’è un’espressione di Gesù che
mi colpisce sempre: 'Voi stessi date loro da mangiare'. (...) Chi
sono coloro a cui dare da mangiare? (...) è la folla, la
moltitudine. Gesù sta in mezzo alla gente, l’accoglie, le parla,
la cura, le mostra la misericordia di Dio; in mezzo ad essa sceglie i
Dodici Apostoli per stare con Lui e immergersi come Lui nelle
situazioni concrete del mondo. E la gente lo segue, lo ascolta,
perché Gesù parla e agisce in un modo nuovo, con l’autorità di
chi è autentico e coerente, di chi parla e agisce con verità, di
chi dona la speranza che viene da Dio, di chi è rivelazione del
Volto di un Dio che è amore. E la gente, con gioia, benedice Dio.
Questa sera noi siamo la folla del Vangelo, anche noi cerchiamo di
seguire Gesù per ascoltarlo, per entrare in comunione con Lui
nell’Eucaristia, per accompagnarlo e perché ci accompagni.
Chiediamoci: come seguo io Gesù? Gesù parla in silenzio nel Mistero
dell’Eucaristia e ogni volta ci ricorda che seguirlo vuol dire
uscire da noi stessi e fare della nostra vita non un nostro possesso,
ma un dono a Lui e agli altri".
"Da
dove nasce l’invito che Gesù fa ai discepoli di sfamare essi
stessi la moltitudine? Nasce da due elementi: anzitutto dalla folla
che, seguendo Gesù, si trova all’aperto, lontano dai luoghi
abitati, mentre si fa sera, e poi dalla preoccupazione dei discepoli
che chiedono a Gesù di congedare la folla perché vada nei paesi
vicini a trovare cibo e alloggio. Di fronte alla necessità della
folla, ecco la soluzione dei discepoli: ognuno pensi a se stesso;
congedare la folla! Ognuno pensi a se stesso; congedare la folla!
Quante volte noi cristiani abbiamo questa tentazione! Non ci facciamo
carico delle necessità degli altri, congedandoli con un pietoso:
'Che Dio ti aiuti', (...) Ma la soluzione di Gesù va in un’altra
direzione (...) Gesù (...) chiede ai discepoli di far sedere la
gente in comunità di cinquanta persone, alza gli occhi al cielo,
recita la benedizione, spezza i pani e li dà ai discepoli perché li
distribuiscano. È un momento
di profonda comunione: la folla dissetata dalla parola del Signore, è
ora nutrita dal suo pane di vita. (...). Questa sera, anche noi siamo
attorno alla mensa del Signore (...) È
nell’ascoltare la sua Parola, nel nutrirci del suo Corpo e del suo
Sangue, che Egli ci fa passare dall’essere moltitudine all’essere
comunità, dall’anonimato alla comunione. L’Eucaristia è il
Sacramento della comunione, che ci fa uscire dall’individualismo
per vivere insieme la sequela, la fede in Lui. Allora dovremmo
chiederci tutti davanti al Signore: come vivo io l’Eucaristia? La
vivo in modo anonimo o come momento di vera comunione con il Signore,
ma anche con tutti i tanti fratelli e le sorelle che condividono
questa stessa mensa?".
"Da
dove nasce la moltiplicazione dei pani? La risposta sta nell’invito
di Gesù ai discepoli 'Voi stessi date…', 'dare', condividere. Che
cosa condividono i discepoli? Quel poco che hanno: cinque pani e due
pesci. Ma sono proprio quei pani e quei pesci che nelle mani del
Signore sfamano tutta la folla. E sono proprio i discepoli smarriti
di fronte all’incapacità dei loro mezzi, alla povertà di quello
che possono mettere a disposizione, a far accomodare la gente e a
distribuire – fidandosi della parola di Gesù - i pani e pesci che
sfamano la folla. E questo ci dice che nella Chiesa, ma anche nella
società, una parola chiave di cui non dobbiamo avere paura è
'solidarietà', saper mettere, cioè, a disposizione di Dio quello
che abbiamo, le nostre umili capacità, perché solo nella
condivisione, nel dono, la nostra vita sarà feconda, porterà
frutto. Solidarietà: una parola malvista dallo spirito mondano!".
"Questa
sera, ancora una volta, il Signore distribuisce per noi il pane che è
il suo Corpo, Lui si fa dono. E anche noi sperimentiamo la
'solidarietà di Dio' con l’uomo, (...) una solidarietà che non
finisce di stupirci: Dio si fa vicino a noi, nel sacrificio della
Croce si abbassa entrando nel buio della morte per darci la sua vita,
che vince il male, l’egoismo, e la morte. Gesù anche questa sera
si dona a noi nell’Eucaristia, condivide il nostro stesso cammino,
anzi si fa cibo, il vero cibo che sostiene la nostra vita anche nei
momenti in cui la strada si fa dura, gli ostacoli rallentano i nostri
passi. E nell’Eucaristia il Signore ci fa percorrere la sua strada,
quella del servizio, della condivisione, del dono, e quel poco che
abbiamo, quel poco che siamo, se condiviso, diventa ricchezza, perché
la potenza di Dio, che è quella dell’amore, scende nella nostra
povertà per trasformarla".
"Sequela,
comunione, condivisione. Preghiamo perché la partecipazione
all’Eucaristia ci provochi sempre: a seguire il Signore ogni
giorno, ad essere strumenti di comunione, a condividere con Lui e con
il nostro prossimo quello che siamo. Allora la nostra esistenza sarà
veramente feconda".