Inizio - VIS Vaticano - Ricevere VIS - Contattaci - Calendario VIS

Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

ultime 5 notizie

VISnews anche in Twitter Anche in YouTube

venerdì 31 maggio 2013

RUOLO O.N.U. RISOLUZIONE CONFLITTI INTERNAZIONALI CON MEZZI PACIFICI TEMA COLLOQUI DEL PAPA CON SEGRETARIO LXVII SESSIONE ASSEMBLEA GENERALE O.N.U.

Città del Vaticano, 31 maggio 2013 (VIS). Questa mattina nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza il Presidente della LXVII sessione dell'Assemblea Generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, Signor Vuk Jeremic. Questi si è successivamente incontrato con il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, il quale era accompagnato dall'Arcivescovo Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati.

Nei cordiali colloqui sono state passate in rassegna alcune questioni di reciproco interesse, in particolare la risoluzione dei conflitti internazionali attraverso mezzi pacifici, con riferimento specifico al Medio Oriente, e alle gravi emergenze umanitarie da essi provocate. In tale contesto è stata rilevata l'importanza della riconciliazione fra le comunità che compongono le varie società e del rispetto dei diritti delle minoranze etniche e religiose. Ci si è soffermati, inoltre, sul problema della tratta delle persone, sul dramma dei rifugiati e dei migranti. Riguardo alla presente crisi economica mondiale, si è fatto cenno al ruolo che potrebbe assumere l'Assemblea Generale dell'O.N.U. nei programmi per l'agenda di sviluppo sostenibile dopo il 2015, rispettoso dell'ambiente e nello stesso tempo capace di ridurre la distanza tra ricchi e poveri.

L'incontro odierno ha confermato l'apprezzamento della Santa Sede per il ruolo centrale dell'Organizzazione nella ricerca del bene comune dell'umanità. D'altra parte, non si è mancato di ricordare il contributo della Chiesa Cattolica, con i mezzi che le sono propri e nel rispetto della sua identità, a favore della promozione della dignità umana integrale, della pace e di una cultura dell'incontro, auspicando che tali valori possano sempre ispirare i dibattiti e le deliberazioni dell'Assemblea Generale.

CORPUS DOMINI: LA SOLIDARIETÀ DI DIO NON FINISCE DI STUPIRCI

Città del Vaticano, 31 maggio 2013 (VIS). Nel pomeriggio di ieri, nella Basilica di San Giovanni in Laterano, Papa Francesco ha celebrato la Santa Messa nella Solennità del Corpus Domini ed ha presieduto la processione eucaristica che percorrendo Via Merulana ha raggiunto Santa Maria Maggiore. Di seguito riportiamo ampi estratti dell'omelia tenuta ieri dal Santo Padre sul brano evangelico della moltiplicazione dei pani e dei pesci.

"Nel Vangelo che abbiamo ascoltato, c’è un’espressione di Gesù che mi colpisce sempre: 'Voi stessi date loro da mangiare'. (...) Chi sono coloro a cui dare da mangiare? (...) è la folla, la moltitudine. Gesù sta in mezzo alla gente, l’accoglie, le parla, la cura, le mostra la misericordia di Dio; in mezzo ad essa sceglie i Dodici Apostoli per stare con Lui e immergersi come Lui nelle situazioni concrete del mondo. E la gente lo segue, lo ascolta, perché Gesù parla e agisce in un modo nuovo, con l’autorità di chi è autentico e coerente, di chi parla e agisce con verità, di chi dona la speranza che viene da Dio, di chi è rivelazione del Volto di un Dio che è amore. E la gente, con gioia, benedice Dio. Questa sera noi siamo la folla del Vangelo, anche noi cerchiamo di seguire Gesù per ascoltarlo, per entrare in comunione con Lui nell’Eucaristia, per accompagnarlo e perché ci accompagni. Chiediamoci: come seguo io Gesù? Gesù parla in silenzio nel Mistero dell’Eucaristia e ogni volta ci ricorda che seguirlo vuol dire uscire da noi stessi e fare della nostra vita non un nostro possesso, ma un dono a Lui e agli altri".

"Da dove nasce l’invito che Gesù fa ai discepoli di sfamare essi stessi la moltitudine? Nasce da due elementi: anzitutto dalla folla che, seguendo Gesù, si trova all’aperto, lontano dai luoghi abitati, mentre si fa sera, e poi dalla preoccupazione dei discepoli che chiedono a Gesù di congedare la folla perché vada nei paesi vicini a trovare cibo e alloggio. Di fronte alla necessità della folla, ecco la soluzione dei discepoli: ognuno pensi a se stesso; congedare la folla! Ognuno pensi a se stesso; congedare la folla! Quante volte noi cristiani abbiamo questa tentazione! Non ci facciamo carico delle necessità degli altri, congedandoli con un pietoso: 'Che Dio ti aiuti', (...) Ma la soluzione di Gesù va in un’altra direzione (...) Gesù (...) chiede ai discepoli di far sedere la gente in comunità di cinquanta persone, alza gli occhi al cielo, recita la benedizione, spezza i pani e li dà ai discepoli perché li distribuiscano. È un momento di profonda comunione: la folla dissetata dalla parola del Signore, è ora nutrita dal suo pane di vita. (...). Questa sera, anche noi siamo attorno alla mensa del Signore (...) È nell’ascoltare la sua Parola, nel nutrirci del suo Corpo e del suo Sangue, che Egli ci fa passare dall’essere moltitudine all’essere comunità, dall’anonimato alla comunione. L’Eucaristia è il Sacramento della comunione, che ci fa uscire dall’individualismo per vivere insieme la sequela, la fede in Lui. Allora dovremmo chiederci tutti davanti al Signore: come vivo io l’Eucaristia? La vivo in modo anonimo o come momento di vera comunione con il Signore, ma anche con tutti i tanti fratelli e le sorelle che condividono questa stessa mensa?".

"Da dove nasce la moltiplicazione dei pani? La risposta sta nell’invito di Gesù ai discepoli 'Voi stessi date…', 'dare', condividere. Che cosa condividono i discepoli? Quel poco che hanno: cinque pani e due pesci. Ma sono proprio quei pani e quei pesci che nelle mani del Signore sfamano tutta la folla. E sono proprio i discepoli smarriti di fronte all’incapacità dei loro mezzi, alla povertà di quello che possono mettere a disposizione, a far accomodare la gente e a distribuire – fidandosi della parola di Gesù - i pani e pesci che sfamano la folla. E questo ci dice che nella Chiesa, ma anche nella società, una parola chiave di cui non dobbiamo avere paura è 'solidarietà', saper mettere, cioè, a disposizione di Dio quello che abbiamo, le nostre umili capacità, perché solo nella condivisione, nel dono, la nostra vita sarà feconda, porterà frutto. Solidarietà: una parola malvista dallo spirito mondano!".
"Questa sera, ancora una volta, il Signore distribuisce per noi il pane che è il suo Corpo, Lui si fa dono. E anche noi sperimentiamo la 'solidarietà di Dio' con l’uomo, (...) una solidarietà che non finisce di stupirci: Dio si fa vicino a noi, nel sacrificio della Croce si abbassa entrando nel buio della morte per darci la sua vita, che vince il male, l’egoismo, e la morte. Gesù anche questa sera si dona a noi nell’Eucaristia, condivide il nostro stesso cammino, anzi si fa cibo, il vero cibo che sostiene la nostra vita anche nei momenti in cui la strada si fa dura, gli ostacoli rallentano i nostri passi. E nell’Eucaristia il Signore ci fa percorrere la sua strada, quella del servizio, della condivisione, del dono, e quel poco che abbiamo, quel poco che siamo, se condiviso, diventa ricchezza, perché la potenza di Dio, che è quella dell’amore, scende nella nostra povertà per trasformarla".

"Sequela, comunione, condivisione. Preghiamo perché la partecipazione all’Eucaristia ci provochi sempre: a seguire il Signore ogni giorno, ad essere strumenti di comunione, a condividere con Lui e con il nostro prossimo quello che siamo. Allora la nostra esistenza sarà veramente feconda".


NOTA DEL PADRE LOMBARDI SU TRASMISSIONE MESSE DEL PAPA NELLA CASA SANTA MARTA

Città del Vaticano, 31 maggio 2013 (VIS). Il Direttore della Sala Stampa della Senta Sede, Padre Federico Lombardi, S.I., ha chiarito alcuni punti relativi alla trasmissione e diffusione della Messa quotidiana che Papa Francesco celebra nella Cappella della Casa Santa Marta e alla pubblicazione delle omelie pronunciate nel corso della Messa.

"Anzitutto - afferma Padre Lombardi - è necessario tener conto del carattere che il Santo Padre stesso attribuisce alla celebrazione mattutina della Messa a Santa Marta. Si tratta di una Messa con la presenza di un gruppo non piccolo di fedeli (in genere oltre cinquanta persone), ma a cui il Papa intende conservare un carattere di familiarità. Per questo, nonostante le richieste pervenute, egli ha esplicitamente desiderato che non venga trasmessa in diretta video o audio".

"Quanto alle omelie, non sono pronunciate sulla base di un testo scritto, ma spontaneamente, in lingua italiana, lingua che il Papa possiede molto bene, ma non è la sua lingua materna. Una pubblicazione 'integrale' comporterebbe quindi necessariamente una trascrizione e una ristesura del testo in vari punti, dato che la forma scritta è differente da quella orale, che in questo caso è la forma originaria scelta intenzionalmente dal Santo Padre. Insomma, occorrerebbe una revisione del Santo Padre stesso, ma il risultato sarebbe chiaramente 'un'altra cosa', che non è quella che il Santo Padre intende fare ogni mattina".

Il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede precisa inoltre che l'Osservatore Romano e la Radio Vaticana pubblicano un'ampia sintesi delle parole del Papa a Santa Marta e che il Centro Televisivo Vaticano offre una videoclip corrispondente a uno degli inserti audio pubblicato dalla Radio Vaticana. Nel contempo Padre Lombardi ricorda che nell'insieme dell'attività del Papa va conservata la differenza fra le diverse situazioni e celebrazioni, pubbliche e private. In occasione delle celebrazioni o attività pubbliche del Papa, le omelie o i discorsi vengono trascritti e pubblicati integralmente. "In occasione di celebrazioni più familiari e private occorre rispettare il carattere specifico della situazione, della spontaneità e della familiarità delle espressioni del Santo Padre. La soluzione prescelta rispetta quindi anzitutto la volontà del Papa e la natura della celebrazione mattutina, e allo stesso tempo permette a un largo pubblico di accedere ai messaggi principali che il Santo Padre offre ai fedeli anche in tale circostanza".

UDIENZE

Città del Vaticano, 31 maggio 2013 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza:

- Il Cardinale Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli.

- L'Arcivescovo Luis Francisco Ladaria Ferrer, Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede.


ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 31 maggio 2013 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Vescovo Sergio Osvaldo Buenanueva, Vescovo della Diocesi di San Francisco (superficie: 19.611; popolazione: 222.000; cattolici: 217.000; sacerdoti: 40; religiosi: 34) Argentina. È stato finora Ausiliare di Mendoza (Argentina).

- Ha nominato il Sacerdote Jean-Pierre Delville, Vescovo di Liège (superficie: 3.862; popolazione: 1.044.000; cattolici: 714.000; sacerdoti: 393; religiosi: 584; diaconi permanenti: 70), Belgio. Il Vescovo eletto è nato nel 1951 a Liège (Belgio) ed è stato ordinato sacerdote nel 1980. Dal 1980 al 1982 è stato Vicario parrocchiale presso la parrocchia di Saint-Foy, a Liège; dal 1982 al 1995 ha insegnato nel Seminario di Liège; dal 1982 al 2002 ha insegnato all’Institut Supérieur de Catéchèse et Pastorale de Liège; Professore e poi Presidente (Rettore) del Seminario Saint-Paul a Louvain. Dal 2002 ha tenuto corsi di storia del cristianesimo alla Facoltà di Teologia dell’Università Cattolica di Louvain-le-Neuve, della quale è divenuto Professore dal 2005 e Professore ordinario dal 2010. Dal 1995, è Animatore della Comunità di S. Egidio nella diocesi di Liège. Attualmente è anche Vicario parrocchiale per le celebrazioni della domenica nella parrocchia di Saint-Lambert, a Liège. Dal 1996 al 2002, è stato Portavoce della Conferenza Episcopale. Finora Professore presso l’Università Cattolica di Louvain-la-Neuve (Belgio), succede al Vescovo Aloysius Jousten, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato il Padre Peter Brown, C.SS.R., Vescovo della Diocesi di Samoa-Pago Pago (superficie: 197; popolazione: 68.000; cattolici: 14.000; sacerdoti: 18; religiosi: 9; diaconi permanenti: 27), Isole del Pacifico. Il Vescovo eletto è nato nella Diocesi di Christchurch (Nuova Zelanda), nel 1947, ha emesso la prima professione nella Congregazione del Santissimo Redentore nel 1969, ha emesso i voti perpetui nel 1975 ed è stato ordinato sacerdote nel 1981. Dal 1981 al 1987 è stato Missionario in Samoa; dal 1987 al 1998 è stato Cappellano della Comunità Samoana nella Diocesi di Auckland in Nuova Zelanda; dal 1999 al 2005 Parroco di Saint Peter Chanel nella Diocesi di Auckland (Nuova Zelanda). Finora Superiore Regionale dei Padri Redentoristi in Nuova Zelanda, succede al Vescovo John Quinn Weitzel, M.M., del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha accettato la rinuncia all’ufficio di Ausiliare di Cochabamba (Bolivia), presentata dal Vescovo Angel Gelmi Bertocchi, per raggiunti limiti d'età.

In data 30 maggio 2013, il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Motherwell (Scozia), presentata dal Vescovo Joseph Devine, per raggiunti limiti d'età.



mercoledì 29 maggio 2013

LA CHIESA NASCE DAL DESIDERIO DI DIO DI CHIAMARE TUTTI GLI UOMINI ALLA COMUNIONE CON LUI

Città del Vaticano, 29 maggio 2013 (VIS). Il Mistero della Chiesa è il tema del nuovo ciclo di catechesi che Papa Francesco ha iniziato oggi per l'Udienza Generale del mercoledì. Il Mistero della Chiesa, ha detto il Papa, è un "mistero che tutti noi viviamo e di cui siamo parte". Prendendo spunto dal Concilio Vaticano II, il Santo Padre ha parlato della Chiesa come famiglia di Dio, partendo dalla parabola del figliol prodigo che indica il disegno di Dio sull'umanità.

Nonostante la forte pioggia che all'improvviso è caduta questa mattina a Roma, Papa Francesco ha percorso come di consueto in papamobile Piazza San Pietro, salutando le decine di migliaia di persone presenti e scherzosamente le ha elogiate per il loro coraggio nell'inclemenza del tempo.

Nella catechesi il Santo Padre ha spiegato che il progetto di Dio è "fare di tutti noi un'unica famiglia dei suoi figli, in cui ciascuno lo senta vicino e si senta amato da Lui, (...) senta il calore di essere famiglia di Dio. In questo grande disegno trova la sua radice la Chiesa, che non è un'organizzazione nata da un accordo di alcune persone, ma (...) è opera di Dio, nasce proprio da questo disegno di amore che si realizza progressivamente nella storia".

"La Chiesa - ha spiegato il Pontefice - nasce dal desiderio di Dio di chiamare tutti gli uomini alla comunione con Lui, alla sua amicizia, anzi a partecipare come suoi figli della sua stessa vita divina. La stessa parola 'Chiesa', dal greco 'ekklesia', significa 'convocazione': Dio ci convoca, ci spinge ad uscire dall'individualismo, dalla tendenza a chiudersi in se stessi e ci chiama a far parte della sua famiglia. E questa chiamata ha la sua origine nella stessa creazione. Dio ci ha creati perché viviamo in una relazione di profonda amicizia con Lui, e anche quando il peccato ha rotto questa relazione con Lui, con gli altri e con il creato, Dio non ci ha abbandonati. Tutta la storia della salvezza è la storia di Dio che cerca l'uomo, gli offre il suo amore, lo accoglie. Ha chiamato Abramo ad essere padre di una moltitudine, ha scelto il popolo di Israele per stringere un'alleanza che abbracci tutte le genti, e ha inviato, nella pienezza dei tempi, il suo Figlio perché il suo disegno di amore e di salvezza si realizzi in una nuova ed eterna alleanza con l'umanità intera".

"Quando leggiamo i Vangeli, vediamo che Gesù raduna intorno a sé una piccola comunità che accoglie la sua parola, lo segue, condivide il suo cammino, diventa la sua famiglia, e con questa comunità Egli prepara e costruisce la sua Chiesa. Da dove nasce allora la Chiesa? Nasce dal gesto supremo di amore della Croce, dal costato aperto di Gesù da cui escono sangue ed acqua, simbolo dei Sacramenti dell’Eucaristia e del Battesimo. Nella famiglia di Dio, nella Chiesa, la linfa vitale è l’amore di Dio che si concretizza nell’amare Lui e gli altri, tutti, senza distinzioni e misura. La Chiesa è famiglia in cui si ama e si è amati". E la Chiesa si manifesta nella Pentecoste "quando il dono dello Spirito Santo riempie il cuore degli Apostoli e li spinge ad uscire e iniziare il cammino per annunciare il Vangelo, diffondere l’amore di Dio".

"Ancora oggi qualcuno dice: 'Cristo sì, la Chiesa no'. Come quelli che dicono: 'io credo in Dio, ma non nei preti'. Ma è proprio la Chiesa che ci porta Cristo e che ci porta a Dio; la Chiesa è la grande famiglia dei figli di Dio. Certo ha anche aspetti umani; in coloro che la compongono, Pastori e fedeli, ci sono difetti, imperfezioni, peccati; anche il Papa li ha e ne ha tanti, ma il bello è che quando noi ci accorgiamo di essere peccatori, troviamo la misericordia di Dio, il quale sempre perdona. Non dimenticatelo: Dio sempre perdona e ci riceve nel suo amore di perdono e di misericordia. Alcuni dicono che il peccato è un'offesa a Dio, ma anche un'opportunità di umiliazione per accorgersi che c'è un'altra cosa più bella: la misericordia di Dio. Pensiamo a questo".

"Domandiamoci oggi: quanto amo io la Chiesa? Prego per lei? Mi sento parte della famiglia della Chiesa? Che cosa faccio perché sia una comunità in cui ognuno si senta accolto e compreso, senta la misericordia e l’amore di Dio che rinnova la vita?", il Papa ha invitato i presenti a porsi queste domande ed ha aggiunto: "La fede è un dono e un atto che ci riguarda personalmente, ma Dio ci chiama a vivere insieme la nostra fede, come famiglia, come Chiesa".

"Chiediamo al Signore, - ha concluso il Santo Padre - in modo del tutto particolare in quest’Anno della fede, che le nostre comunità, tutta la Chiesa, siano sempre più vere famiglie che vivono e portano il calore di Dio".

"NON DIMENTICATE DI RENDERE GRAZIE A DIO PER IL VOSTRO GENITORE!"

Città del Vaticano, 29 maggio 2013 (VIS). Come ogni mercoledì, al termine dell'Udienza Generale, il Santo Padre ha rivolto parole di saluto, nelle diverse lingue, ai diversi gruppi di pellegrini presenti in Piazza San Pietro.

Papa Francesco ha in particolare salutato i giovani polacchi che si riuniranno, come ogni anno dal 1997, il 1° giugno prossimo, nei Campi di Lednica, luogo storico del primo battesimo del popolo polacco nel 966, per l'incontro annuale alle fonti battesimali della Polonia.

"Ricordate che Dio è Padre di ciascuno di noi. È stato Lui a crearci, ad elargire a ciascuno di noi i talenti, a guidarci nel cammino della vita; Egli è con noi, nonostante la nostra debolezza, il nostro peccato, le nostre omissioni. Vuole salvarci! È modello di ogni paternità, anche di quella terrena".

"Non dimenticate - ha esortato il Papa - di rendere grazie a Dio per il vostro genitore! Ricordatelo nella preghiera anche se le vostre relazioni dovessero forse essere non buone. La paternità è un dono di Dio e una grande responsabilità per dare una nuova vita, la quale è un'irripetibile immagine di Dio. Non abbiate paura di essere genitori (...) Siate anche aperti alla paternità spirituale".

INTENZIONI DI PREGHIERA DEL SANTO PADRE GIUGNO 2013

Città del Vaticano, 29 maggio 2013 (VIS). Di seguito riportiamo le intenzioni per il mese di giugno affidate dal Papa all'Apostolato della preghiera:

Generale: "Perché prevalga fra i popoli una cultura di dialogo, di ascolto e di rispetto reciproco.

Missionaria: "Perché là dove è più forte l'influsso della secolarizzazione, le comunità cristiane sappiano promuovere efficacemente una nuova evangelizzazione".


UDIENZE

Città del Vaticano, 29 maggio 2013 (VIS). Nel pomeriggio di oggi il Santo Padre riceve in udienza il Cardinale Donald William Wuerl, Arcivescovo di Washington (Stati Uniti d'America).

AVVISO

Città del Vaticano, 29 maggio 2013 (VIS). Domani, giovedì 30 maggio, Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, giorno di vacanza in Vaticano, il servizio del V.I.S. non sarà trasmesso. La trasmissione del servizio riprenderà venerdì 31 maggio.

martedì 28 maggio 2013

ADORAZIONE EUCARISTICA E GIORNATA EVANGELIUM VITAE

Città del Vaticano, 28 maggio 2013 (VIS). Questa mattina, presso la Sala Stampa della Santa Sede, l'Arcivescovo Rino Fisichella, Presidente del Pontificio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, il Vescovo José Octavio Ruiz Arenas, Segretario ed il Monsignor Graham Bell, Sotto-Segretario del medesimo Dicastero, sono intervenuti alla conferenza stampa di presentazione di due Eventi dell'Anno della Fede: la "Solenne Adorazione Eucaristica in contemporanea mondiale" e la "Giornata dell'Evangelium vitae".

La "Solenne Adorazione Eucaristica in contemporanea mondiale" avrà luogo nella Basilica di San Pietro domenica prossima 2 giugno, dalle ore 17:00 alle 18:00, sul tema: "Un solo Signore, una sola fede", scelto per attestare il senso di profonda comunione che lo caratterizza. "Sarà un evento - ha spiegato l'Arcivescovo Fisichella - che per la prima volta si realizza nella storia della Chiesa e abbiamo motivo di definirlo 'storico'. Per un'ora le cattedrali del mondo saranno sincronizzate sull’ora di Roma in comunione con il Papa nell’Adorazione Eucaristica. Abbiamo avuto un’adesione massiccia a questa iniziativa che si è estesa oltre le cattedrali e ha coinvolto intere conferenze episcopali, le parrocchie, le congregazioni religiose, specialmente i monasteri di clausura, e le associazioni".

Dalle Isole Cook a Reykiavyk, passando per Cile, Burkina Faso, Taiwan, Iraq, Bangladesh, Stati Uniti d'America e Filippine, le diocesi si sincronizzeranno con l'ora di San Pietro e pregheranno per le intenzioni proposte dal Santo Padre. La prima è: “Per la Chiesa sparsa in tutto il mondo e oggi in segno di unità raccolta nell’Adorazione della SS. Eucaristia. Il Signore la renda sempre obbediente all’ascolto della sua Parola per presentarsi dinanzi al mondo sempre 'più bella, senza macchia né ruga, ma santa e immacolata' (Ef 5,28). Attraverso il suo fedele annuncio, possa la Parola che salva risuonare ancora come apportatrice di misericordia e provocare un rinnovato impegno nell’amore per offrire senso pieno al dolore, alla sofferenza e restituire gioia e serenità".

La seconda intenzione di Papa Francesco è: "Per quanti nelle diverse parti del mondo vivono la sofferenza di nuove schiavitù e sono vittime delle guerre, della tratta delle persone, del narcotraffico e del lavoro 'schiavo', per i bambini e le donne che subiscono ogni forma di violenza. Possa il loro silenzioso grido di aiuto trovare vigile la Chiesa, perché tenendo lo sguardo fisso su Cristo crocifisso non dimentichi tanti fratelli e sorelle lasciati in balia della violenza. Per tutti coloro, inoltre, che si trovano nella precarietà economica, soprattutto i disoccupati, gli anziani, gli immigrati, i senzatetto, i carcerati e quanti sperimentano l’emarginazione. La preghiera della Chiesa e la sua attiva opera di vicinanza sia loro di conforto e di sostegno nella speranza, di forza e audacia nella difesa della dignità della persona”.

Il 15 e il 16 giugno si terrà la Giornata dell'Evangelium vitae dal titolo "Credendo abbiano la vita". "Lo abbiamo chiamato l’incontro dell’Evangelium vitae per attestare tutta la grande tematica che si sviluppa intorno all’impegno della Chiesa sulla promozione, rispetto e difesa della dignità della vita umana" - ha segnalato l'Arcivescovo Fisichella - "Papa Francesco presiederà la santa Eucaristia della domenica alle ore 10:30 con tutto il 'popolo della vita' per rivolgere il suo messaggio e la sua attenzione anche ai tanti malati presenti alla celebrazione. Come per gli altri eventi, anche questo seguirà lo svolgimento ormai tradizionale per l’Anno della Fede. Anzitutto, il pellegrinaggio alla Tomba di Pietro, che si terrà nel pomeriggio dalle 14-17, mentre nel contempo chi lo desidera potrà avere il tempo per la celebrazione del sacramento della riconciliazione e dell’Adorazione eucaristica. Nella mattina i diversi gruppi linguistici avranno una catechesi in differenti chiese di Roma".
"La sera del sabato 15 alle ore 20:30 si snoderà per via della Conciliazione una fiaccolata silenziosa per richiamare l’attenzione sul tema della vita umana e del suo valore intangibile. Raggiungerà piazza san Pietro dove si concluderà con alcune significative testimonianze. Ad oggi hanno già fatto pervenire la loro consistente adesione diversi gruppi provenienti dall’Italia, Stati Uniti d'America, Germania, Giappone, Ungheria, Romania, Spagna, Francia, Canada, New Zeland, Argentina, Gran Bretagna, Belgio, Slovacchia, Costa Rica, Portogallo e Australia. Saranno presenti famiglie, conferenze episcopali, diocesi, parrocchie, ordini religiosi, seminaristi, organizzazioni umanitarie e sanitarie come l’Ordine di Malta, movimenti, universitari, associazioni dall’Unitalsi alla Croce Rossa, organizzazioni Pro-Life e tanti gruppi e persone che hanno a cuore la promozione e difesa della vita senza una particolare appartenenza associativa o confessionale".

DIFENDERE I DIRITTI DEI CRISTIANI NELL'AREA OSCE

Città del Vaticano, 28 maggio 2013 (VIS). Il 21 maggio scorso, a Tirana (Albania), il Vescovo Mario Toso, S.D.B., Segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, è intervenuto alla Conferenza d'alto livello sulla tolleranza e la non discriminazione (anche in relazione all'educazione dei giovani alla tolleranza e alla non discriminazione nel contesto dei diritti umani), promossa dall'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE). Nella seconda seduta plenaria si è trattato il tema dalla lotta all'intolleranza e alla discriminazione nei confronti dei cristiani e dei membri di altre religioni.

"All’ultima Conferenza d’alto livello sulla tolleranza e la non discriminazione, che si è tenuta tre anni fa ad Astana - ha detto il Presule - gli Stati partecipanti si sono impegnati, inter alia, a contrastare il pregiudizio, la discriminazione, l’intolleranza e la violenza nei confronti dei cristiani e dei membri di altre religioni, comprese quelle minoritarie, che continuano ad essere presenti nell’area Osce. Sono stati inoltre invitati ad affrontare la negazione dei diritti, l’esclusione e l’emarginazione dei cristiani e dei membri di altre religioni nelle nostre società. Purtroppo, in diverse parti dell’area Osce gli episodi di intolleranza e di discriminazione nei confronti dei cristiani non solo non sono diminuiti, ma sono addirittura aumentati, malgrado i numerosi incontri e le conferenze sul tema, organizzati anche dall’Osce e dall’Odihr (Ufficio per le Istituzioni Democratiche e i Diritti Umani).

"Dispiace, dunque, osservare che in tutta l’area Osce sia stata disegnata una linea divisoria netta tra credenza religiosa e pratica religiosa, sicché spesso ai cristiani viene ricordato, nel pubblico dibattito (e sempre più di frequente anche nei tribunali), che possono credere tutto ciò che vogliono nelle loro case e nelle loro teste, e che possono rendere culto come desiderano nelle loro chiese private, ma che semplicemente non possono agire in base a queste credenze in pubblico. Si tratta di una distorsione deliberata e di una limitazione del vero significato della libertà di religione, che non corrisponde alla libertà prevista nei documenti internazionali, compresi quelli dell’Osce, a partire dall’Atto finale di Helsinki del 1975, passando dal Documento finale di Vienna del 1989 e dal Documento di Copenaghen del 1990, fino alla Dichiarazione commemorativa del vertice di Astana del 2010".

"È degno di nota il fatto che, dopo secoli di lotta per la libertà di coscienza, ora, nel XXI secolo, alcuni cittadini dell’area Osce sono costretti a scegliere tra due scenari improbabili: possono abbandonare la propria fede e agire contro la loro coscienza, oppure resistere e affrontare il fatto di perdere il loro sostentamento. Gli Stati partecipanti all’Osce - ha ribadito il Vescovo Toso - devono dunque garantire che si ponga fine all’intolleranza e alla discriminazione nei confronti dei cristiani, permettendo loro di parlare liberamente su questioni che il governo o altri potrebbero considerare spiacevoli, e di agire secondo la propria coscienza sul posto di lavoro e altrove. La discriminazione nei confronti dei cristiani – anche laddove costituiscono una maggioranza – deve essere considerata una grave minaccia all’intera società, e quindi va combattuta proprio come giustamente si fa con l’antisemitismo e l’islamofobia".


ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 28 maggio 2013 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Vescovo Rodolfo Cetoloni, O.F.M., Vescovo di Grosseto (superficie: 1.239; popolazione: 134.340; cattolici: 124.936; sacerdoti: 73; religiosi: 50; diaconi permanenti: 5), Italia. È stato finora Vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza (Italia).

- Ha nominato il Reverendo Jorge Estrada Solórzano, Vescovo Ausiliare di México (superficie: 1.429; popolazione: 8.997.000; cattolici: 8.038.000; sacerdoti: 1.789; religiosi: 7.211; diaconi permanenti: 146), Messico. Il Vescovo eletto è nato nel 1961 a Città del Messico ed è stato ordinato sacerdote nel 1995. Dal 2008 è stato Direttore del Centro di aiuto per i Sacerdoti. Dopo l'ordinazione sacerdotale ha ricoperto i seguenti incarichi: Vicario parrocchiale, Parroco, Decano del VI Decanato en la VII Vicaria, Responsabile della Formazione Permanente del Clero della VII Vicaria e Direttore della Commissione per i Presbiteri dell’arcidiocesi di México. Dal 2008 è Direttore del Centro di aiuto per i Sacerdoti. È stato finora parroco della Parrocchia San Pedro Apóstol nell'Arcidiocesi di México.

- Ha accettato la rinuncia all’Officio di Vescovo Ausiliare dell’arcidiocesi di México (Messico), presentata dal Vescovo Francisco Clavel Gil, per raggiunti limiti d'età.




lunedì 27 maggio 2013

PAPA FRANCESCO: LA REALTÀ SI CAPISCE MEGLIO NON DAL CENTRO, MA DALLE PERIFERIE

Città del Vaticano, 26 maggio 2013 VIS). "La realtà insieme si capisce meglio non dal centro, ma dalle periferie", ha detto Papa Francesco alle migliaia di persone della parrocchia dei Santi Elisabetta e Zaccaria a Valle Muricana (Prima Porta), dove si è recato in visita pastorale. Al suo arrivo, il Santo Padre, accompagnato dal Cardinale Agostino Vallini, Vicario per la Diocesi di Roma e dal Vescovo Ausiliare Guerino Di Tora, ha salutato le famiglie con i bambini che sono stati battezzati nel corso dell'anno ed ha confessato alcuni fedeli. Erano presenti anche i due Segretari Particolari del Papa, uno dei quali, Padre Alfred Xuereb, proprio il 26 maggio celebra il 29° anniversario di ordinazione sacerdotale. Nel ricordare questa lieta ricorrenza, Papa Francesco ha chiesto un applauso per Padre Xuereb.

Alle 9:30 il Papa ha presieduto la Celebrazione Eucaristica, introdotta dal saluto del Parroco, don Benoni Ambarus e, nel corso della Santa Messa, ha amministrato il sacramento dell'Eucaristia a 16 bambini e ad altri 28 che avevano fatto la Prima Comunione le scorse domeniche.

Nell'omelia, molto colloquiale ed intercalata da domande e risposte ai bambini, il Papa ha ricordato la visita di Maria alla cugina Elisabetta. "Quando la Madonna, appena ricevuto l'annunzio che sarebbe stata madre di Gesù e anche l’annunzio che sua cugina Elisabetta era incinta - dice il Vangelo - se ne andò in fretta; non aspettò. Non ha detto: 'Ma adesso io sono incinta, devo curare la mia salute. Mia cugina avrà delle amiche che forse l’aiuteranno'. Lei ha sentito qualcosa e 'se ne andò in fretta'. È bello pensare questo della Madonna, della nostra Madre, che va in fretta, perché ha questo dentro: aiutare. Va per aiutare, non va per vantarsi e dire alla cugina: 'Ma senti, adesso comando io, perché sono la Mamma di Dio!' No, Non ha fatto quello. È andata ad aiutare! E la Madonna è sempre così. È la nostra Madre, che sempre viene in fretta quando noi abbiamo bisogno. Sarebbe bello aggiungere alle Litanie della Madonna una che dica così: 'Signora che vai in fretta, prega per noi!'. È bello questo, vero? Perché Lei va sempre in fretta, Lei non si dimentica dei suoi figli. E quando i suoi figli sono nelle difficoltà, hanno un bisogno e la invocano, Lei in fretta va. E questo ci dà una sicurezza, una sicurezza di avere la Mamma accanto, al nostro fianco sempre. Si va, si cammina meglio nella vita quando abbiamo la mamma vicina. (...) La Madonna che sempre va in fretta, per noi".

"La Madonna ci aiuta anche a capire bene Dio, Gesù, a capire bene la vita di Gesù - ha detto il Pontefice iniziando un dialogo con i bambini: "A voi bambini, domando: 'Chi sa chi è Dio?'. Alzi la mano. (...) Creatore della Terra. E quanti Dio ci sono? Uno? Ma a me hanno detto che ce ne sono tre: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo! (...) E come si spiega che uno sia il Padre, l’altro il Figlio e l’altro lo Spirito Santo? (...) Sono tre in uno, tre persone in uno. E che cosa fa il Padre? Il Padre è il principio, il Padre, che ha creato tutto, ha creato noi. Che cosa fa il Figlio? Che cosa fa Gesù? Chi sa dire che cosa fa Gesù? Ci ama? E poi? Porta la Parola di Dio! Gesù viene ad insegnarci la Parola di Dio. (...) E poi? Che cosa ha fatto Gesù nella terra? Ci ha salvati! E Gesù è venuto per dare la sua vita per noi. Il Padre crea il mondo; Gesù ci salva. E lo Spirito Santo che fa? Ci ama!".

"Tutti i bambini insieme: il Padre crea tutti, crea il mondo; Gesù ci salva; e lo Spirito Santo? Ci ama! E questa è la vita cristiana: parlare con il Padre, parlare con il Figlio e parlare con lo Spirito Santo. Gesù ci ha salvato, ma anche cammina con noi nella vita. (...) Che cosa fa quando cammina con noi nella vita? Questo è difficile. Chi la fa vince il derby! Che cosa fa Gesù quando cammina con noi? Forte! Primo: ci aiuta. Ci guida! Benissimo! Cammina con noi, ci aiuta, ci guida e ci insegna ad andare avanti. E Gesù ci dà anche la forza per camminare. È vero? Ci sostiene! Bene! Nelle difficoltà, vero? Ed anche nei compiti della scuola! (...) Gesù ci dà la forza. Come ci dà la forza Gesù? (...) Nella Comunione ci dà la forza, proprio ci aiuta con la forza. Lui viene a noi. Ma quando voi dite 'ci dà la Comunione', un pezzo di pane ti dà tanta forza? Non è pane quello? È pane? Questo è pane, ma quello sull’altare è pane o non è pane? Sembra pane! Non è proprio pane. Che cosa è? È il Corpo di Gesù. Gesù viene nel nostro cuore".

"Ecco, pensiamo a questo, tutti: il Padre ci ha dato la vita; Gesù ci ha dato la salvezza, ci accompagna, ci guida, ci sostiene, ci insegna; e lo Spirito Santo? (...) Ci ama! Ci dà l’amore. Pensiamo a Dio così e chiediamo alla Madonna, la Madonna nostra Madre, in fretta sempre per aiutarci, che ci insegni a capire bene com’è Dio: com’è il Padre, com’è il Figlio e com’è lo Spirito Santo".

Al termine della Santa Messa, dopo aver salutato i collaboratori parrocchiali, il Papa ha fatto ritorno in Vaticano per la recita dell'Angelus.

"DIETRO A QUESTI SFRUTTAMENTI, DIETRO A QUESTE SCHIAVITÙ, CI SONO MAFIE"

Città del Vaticano, 26 maggio 2013 (VIS). Alle 12:00 di oggi, festa della Santissima Trinità, il Santo Padre si è affacciato alla finestra del suo studio per recitare l'Angelus con i fedeli convenuti in Piazza San Pietro.

"La luce del tempo pasquale e della Pentecoste rinnova ogni anno in noi la gioia e lo stupore della fede - ha detto Papa Francesco - riconosciamo che Dio non è qualcosa di vago, il nostro Dio non è un Dio 'spray', è concreto, non è un astratto, ma ha un nome: 'Dio è amore'. Non è un amore sentimentale, emotivo, ma l’amore del Padre che è all’origine di ogni vita, l’amore del Figlio che muore sulla croce e risorge, l’amore dello Spirito che rinnova l’uomo e il mondo. Pensare che Dio è amore ci fa tanto bene, perché ci insegna ad amare, a donarci agli altri come Gesù si è donato a noi, e cammina con noi".

"La Santissima Trinità non è il prodotto di ragionamenti umani; è il volto con cui Dio stesso si è rivelato, non dall’alto di una cattedra, ma camminando con l’umanità. (...) Lo Spirito Santo (...) ci insegna tutto quello che noi non sappiamo, che da dentro di noi ci guida, ci dà delle buone idee e delle buone ispirazioni".

Al termine della preghiera mariana il Papa ha ricordato Don Giuseppe Puglisi, sacerdote e martire, ucciso dalla mafia nel 1993 e proclamato Beato, a Palermo, sabato 25 maggio.

"Don Puglisi - ha proseguito il Papa - è stato un sacerdote esemplare, dedito specialmente alla pastorale giovanile. Educando i ragazzi secondo il Vangelo li sottraeva alla malavita, e così questa ha cercato di sconfiggerlo uccidendolo. In realtà, però, è lui che ha vinto, con Cristo Risorto. Io penso a tanti dolori di uomini e donne, anche di bambini, che sono sfruttati da tante mafie, che li sfruttano facendo fare loro un lavoro che li rende schiavi, con la prostituzione, con tante pressioni sociali. Dietro a questi sfruttamenti, dietro a queste schiavitù, ci sono mafie. Preghiamo il Signore - ha esortato il Santo Padre - perché converta il cuore di queste persone. Non possono fare questo! Non possono fare di noi, fratelli, schiavi! Dobbiamo pregare il Signore! Preghiamo perché questi mafiosi e queste mafiose si convertano a Dio e lodiamo Dio per la luminosa testimonianza di don Giuseppe Puglisi, e facciamo tesoro del suo esempio!".


IL PAPA: NON C'È PEGGIORE POVERTÀ MATERIALE DI QUELLA CHE NON PERMETTE DI GUADAGNARSI IL PANE

Città del Vaticano, 25 maggio 2013 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Francesco ha ricevuto i membri della Fondazione "Centesimus annus Pro Pontifice" - istituita venti anni fa dal Beato Giovanni Paolo II - in occasione del Convegno internazionale, sul tema: "Ripensando la solidarietà per l’impiego: le sfide del ventunesimo secolo”.

Nel suo discorso il Papa ha ricordato che la Fondazione porta lo stesso nome dell'Enciclica che Giovanni Paolo II firmò nel centenario della "Rerum novarum" e che il suo ambito di riflessione e di azione è quello della Dottrina sociale della Chiesa.

"Che cosa significa 'ripensare la solidarietà?' Certamente non significa - ha detto il Papa - mettere in discussione il recente magistero, che anzi dimostra sempre più la sua lungimiranza e la sua attualità. Piuttosto 'ripensare' mi pare significhi due cose: anzitutto coniugare il magistero con l’evoluzione socio-economica, che, essendo costante e rapida, presenta aspetti sempre nuovi; in secondo luogo, 'ripensare' vuol dire approfondire, riflettere ulteriormente, per far emergere tutta la fecondità di un valore – la solidarietà, in questo caso – che in profondità attinge dal Vangelo, cioè da Gesù Cristo, e quindi come tale contiene potenzialità inesauribili".

"L’attuale crisi economica e sociale rende ancora più urgente questo 'ripensare' (...) È un fenomeno, quello della disoccupazione - della mancanza e della perdita del lavoro - che si sta allargando a macchia d’olio in ampie zone dell’occidente e che sta estendendo in modo preoccupante i confini della povertà. E non c’è peggiore povertà materiale, mi preme sottolinearlo, di quella che non permette di guadagnarsi il pane e che priva della dignità del lavoro. Ormai questo 'qualcosa che non funziona' non riguarda più soltanto il sud del mondo, ma l’intero pianeta. Ecco allora l’esigenza di 'ripensare la solidarietà non più come semplice assistenza nei confronti dei più poveri, ma come ripensamento globale di tutto il sistema, come ricerca di vie per riformarlo e correggerlo in modo coerente con i diritti fondamentali dell’uomo, di tutti gli uomini. A questa parola 'solidarietà', non ben vista dal mondo economico - come se fosse una parola cattiva -, bisogna ridare la sua meritata cittadinanza sociale".

"La crisi attuale non è solo economica e finanziaria - ha sottolineato infine il Pontefice - ma affonda le radici in una crisi etica e antropologica. Seguire gli idoli del potere, del profitto, del denaro, al di sopra del valore della persona umana, è diventato norma fondamentale di funzionamento e criterio decisivo di organizzazione. Ci si è dimenticati e ci si dimentica tuttora che al di sopra degli affari, della logica e dei parametri di mercato, c’è l’essere umano e c’è qualcosa che è dovuto all’uomo in quanto uomo, in virtù della sua dignità profonda: offrirgli la possibilità di vivere dignitosamente e di partecipare attivamente al bene comune".




UDIENZE

Città del Vaticano, 27 maggio 2013 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza:

- L'Arcivescovo Zygmunt Zimowski, Presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari (della Pastorale della Salute).
- Il Cardinale Velasio De Paolis, Presidente emerito della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede.
- Il Vescovo Lúcio Andrice Muandula, di Xai-Xai (Mozambico), Presidente della Conferenza Episcopale del Mozambico.

Sabato 25 maggio il Santo Padre ha ricevuto in udienza:

- Il Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura.

- Il Cardinale Baselios Cleemis Thottunkal, Arcivescovo Maggiore di Trivandrum dei Siro-Malankaresi (India).

ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 25 maggio 2013 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha accettato le dimissioni presentate dal Cardinale Julio Terrazas Sandoval, C.SS.R., dal governo pastorale dell'Arcidiocesi Santa Cruz de la Sierra (Bolivia), per raggiunti limiti d'età. Gli succede l'Arcivescovo Sergio Alfredo Gualberti Calandrina, finora Arcivescovo Coadiutore della medesima Arcidiocesi.

- Ha nominato il Cardinale Francesco Monterisi, Arciprete emerito della Basilica Papale di San Paolo fuori le mura, Suo Inviato Speciale alla celebrazione conclusiva del VI Centenario del ritrovamento della statua della “Madonna della Libera” che si terrà nel Santuario di Cercemaggiore (Italia), il 2 luglio 2013.


venerdì 24 maggio 2013

IL PAPA RICORDA DRAMMA RIFUGIATI E PROFUGHI: LA CHIESA RINNOVI IL SUO APPELLO AFFINCHÉ SIA TUTELATA LA DIGNITÀ DI OGNI PERSONA

Città del Vaticano, 24 maggio 2013 (VIS). "Ribadisco che la 'tratta delle persone' è un'attività ignobile, una vergogna per le nostre società che si dicono civilizzate! Sfruttatori e clienti a tutti i livelli dovrebbero fare un serio esame di coscienza davanti a se stessi e davanti a Dio". Queste le parole che il Santo Padre ha rivolto ai partecipanti alla Sessione Plenaria del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, riuniti a Roma per riflettere sul tema: "La sollecitudine pastorale della Chiesa nel contesto delle migrazioni forzate",.

La Sessione Plenaria coincide con la pubblicazione del documento: "Accogliere Cristo nei rifugiati e nelle persone forzatamente sradicate", che richiama l'attenzione sui milioni di rifugiati, sfollati e apolidi, toccando anche la piaga dei traffici di esseri umani, che sempre più spesso riguardano i bambini coinvolti nelle forme peggiori di sfruttamento e reclutati persino nei conflitti armati.

"La Chiesa - ha affermato il Pontefice - rinnova oggi il suo forte appello affinché siano sempre tutelate la dignità e la centralità di ogni persona, nel rispetto dei diritti fondamentali, (...) diritti che chiede siano estesi realmente là dove non sono riconosciuti a milioni di uomini e donne in ogni Continente. In un mondo in cui si parla molto di diritti, quante volte viene di fatto calpestata la dignità umana!. In un mondo dove si parla tanto di diritti sembra che l'unico ad averlo sia il denaro. Cari fratelli e sorelle, noi viviamo in un mondo dove comanda il denaro. Noi viviamo in un mondo, in una cultura dove regna il feticismo dei soldi". In questo contesto il Papa ha ricordato che il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti ha giustamente preso a cuore "le situazioni in cui la famiglia delle nazioni è chiamata ad intervenire, in spirito di fraterna solidarietà, con programmi di protezione, spesso sullo sfondo di eventi drammatici, che colpiscono quasi quotidianamente la vita di tante persone. Vi esprimo il mio apprezzamento e la mia riconoscenza, e vi incoraggio a proseguire sulla strada del servizio ai fratelli più poveri ed emarginati".

L'attenzione della Chiesa che è "madre" "si manifesta con particolare tenerezza e vicinanza verso chi è costretto a fuggire dal proprio Paese e vive tra sradicamento e integrazione. Questa tensione distrugge le persone. La compassione cristiana - questo 'soffrire con', con-passione - si esprime anzitutto nell’impegno di conoscere gli eventi che spingono a lasciare forzatamente la Patria e, dove è necessario, nel dar voce a chi non riesce a far sentire il grido del dolore e dell’oppressione. In questo voi - ha detto il Papa ai partecipanti alla Sessione Plenaria - svolgete un compito importante anche nel rendere sensibili le Comunità cristiane verso tanti fratelli segnati da ferite che marcano la loro esistenza: violenza, soprusi, lontananza dagli affetti familiari, eventi traumatici, fuga da casa, incertezza sul futuro nel campo-profughi. Sono tutti elementi che disumanizzano e devono spingere ogni cristiano e l’intera comunità ad una attenzione concreta".

"Oggi, però, cari amici, vorrei invitare tutti a cogliere negli occhi e nel cuore dei rifugiati e delle persone forzatamente sradicate anche la luce della speranza. Speranza che si esprime nelle aspettative per il futuro, nella voglia di relazioni d’amicizia, nel desiderio di partecipare alla società che li accoglie, anche mediante l’apprendimento della lingua, l’accesso al lavoro e l’istruzione per i più piccoli. Ammiro il coraggio di chi spera di poter gradualmente riprendere la vita normale, in attesa che la gioia e l’amore tornino a rallegrare la sua esistenza. Tutti possiamo e dobbiamo alimentare questa speranza!".
Infine il Papa ha lanciato un appello ai governanti e ai legislatori e all'intera Comunità Internazionale "a considerare la realtà delle persone forzatamente sradicate con iniziative efficaci e nuovi approcci per tutelare la loro dignità, migliorare la loro qualità di vita e far fronte alle sfide che emergono da forme moderne di persecuzione, di oppressione e di schiavitù. Si tratta, sottolineo, di persone umane, che fanno appello alla solidarietà e all’assistenza, che hanno bisogno di interventi urgenti, ma anche e soprattutto di comprensione e di bontà. Dio è buono, imitiamo Dio. La loro condizione non può lasciare indifferenti".

"E noi, come Chiesa - ha concluso il Papa - ricordiamo che curando le ferite dei rifugiati, degli sfollati e delle vittime dei traffici mettiamo in pratica il comandamento della carità che Gesù ci ha lasciato, quando si è identificato con lo straniero, con chi soffre, con tutte le vittime innocenti di violenze e sfruttamento (...). E qui vorrei anche richiamare l’attenzione che ogni Pastore e Comunità cristiana devono avere per il cammino di fede dei cristiani rifugiati e forzatamente sradicati dalle loro realtà, come pure dei cristiani emigranti. Essi richiedono una particolare cura pastorale che rispetti le loro tradizioni e li accompagni ad una armoniosa integrazione nelle realtà ecclesiali in cui si trovano a vivere (...) Cari amici, non dimenticate la carne di Cristo che è nella carne dei rifugiati: la loro carne è la carne di Cristo".

METTIAMO DA PARTE OGNI FORMA DI SUPPONENZA, PER CHINARCI SU QUANTI IL SIGNORE HA AFFIDATO ALLA NOSTRA SOLLECITUDINE

Città del Vaticano, 24 maggio 2013 (VIS). Nel pomeriggio di ieri, nella Basilica Vaticana, Papa Francesco ha presieduto la Professione di Fede con i Vescovi della Conferenza Episcopale Italiana, riunita nella LXV Assemblea Generale. Il Santo Padre ha incontrato per la prima volta tutti i rappresentanti della Conferenza Episcopale Italiana che ha salutato personalmente uno a uno.

"La conseguenza dell'amare il Signore - ha detto il Papa ai Vescovi - è dare tutto - proprio tutto, fino alla stessa vita - per Lui: questo è ciò che deve distinguere il nostro ministero pastorale; è la cartina di tornasole che dice con quale profondità abbiamo abbracciato il dono ricevuto rispondendo alla chiamata di Gesù e quanto ci siamo legati alle persone e alle comunità che ci sono state affidate. Non siamo espressione di una struttura o di una necessità organizzativa: anche con il servizio della nostra autorità siamo chiamati a essere segno della presenza e dell'azione del Signore risorto, a edificare, quindi, la comunità nella carità fraterna. Non che questo sia scontato: anche l'amore più grande, infatti, quando non è continuamente alimentato, si affievolisce e si spegne".

"La mancata vigilanza - lo sappiamo - rende tiepido il Pastore; lo fa distratto, dimentico e persino insofferente; lo seduce con la prospettiva della carriera, la lusinga del denaro e i compromessi con lo spirito del mondo; lo impigrisce, trasformandolo in un funzionario, un chierico di stato preoccupato più di sé, dell'organizzazione e delle strutture, che del vero bene del Popolo di Dio. Si corre il rischio, allora, come l’Apostolo Pietro, di rinnegare il Signore, anche se formalmente ci si presenta e si parla in suo nome; si offusca la santità della Madre Chiesa gerarchica, rendendola meno feconda".

"Chi siamo, Fratelli, davanti a Dio? Quali sono le nostre prove? (...) Come per Pietro, la domanda insistente e accorata di Gesù può lasciarci addolorati e maggiormente consapevoli della debolezza della nostra libertà, insidiata com'è da mille condizionamenti interni ed esterni, che spesso suscitano smarrimento, frustrazione, persino incredulità. Non sono certamente questi i sentimenti e gli atteggiamenti che il Signore intende suscitare; piuttosto, di essi approfitta il Nemico, il Diavolo, per isolare nell'amarezza, nella lamentela e nello scoraggiamento. Gesù, buon Pastore, non umilia né abbandona al rimorso: in Lui parla la tenerezza del Padre, che consola e rilancia; fa passare dalla disgregazione della vergogna - perché davvero la vergogna ci disgrega - al tessuto della fiducia; ridona coraggio, riaffida responsabilità, consegna alla missione".

"Per questo, essere Pastori - ha concluso il Pontefice - vuol dire anche disporsi a camminare in mezzo e dietro al gregge: capaci di ascoltare il silenzioso racconto di chi soffre e di sostenere il passo di chi teme di non farcela; attenti a rialzare, a rassicurare e a infondere speranza. Dalla condivisione con gli umili la nostra fede esce sempre rafforzata: mettiamo da parte, quindi, ogni forma di supponenza, per chinarci su quanti il Signore ha affidato alla nostra sollecitudine. Fra questi, un posto particolare, ben particolare, riserviamolo ai nostri sacerdoti: soprattutto per loro, il nostro cuore, la nostra mano e la nostra porta restino aperte in ogni circostanza. Loro sono i primi fedeli che abbiamo noi Vescovi: i nostri sacerdoti. Amiamoli! Amiamoli di cuore! sono i nostri figli e i nostri fratelli!".


IL CARDINALE SANDRI PORTA IL SALUTO DEL PAPA IN LIBANO E GIORDANIA

Città del Vaticano, 24 maggio 2013 (VIS). Il Cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, si recherà nei prossimi giorni in Libano e Giordania In Libano parteciperà all'ordinazione episcopale dei nuovi Vescovi maroniti dell'Argentina e dell'Australia. Il 26 maggio celebrerà la Santa Messa nel Santuario interrituale della Madonna di Zahleh, alla quale parteciperanno i Pastori delle Chiese orientali locali con i rispettivi fedeli. L'intenzione principale della preghiera in tale circostanza sarà la supplica di pace per la Siria, per il Libano e per tutto il Medio Oriente.

Nei giorni seguenti, il Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali incontrerà i Patriarchi Maronita, Melkita, Siro e Armeno, alcune Comunità religiose e specialmente i giovani volontari di Caritas Libano, che con altri organismi umanitari soccorrono i profughi provenienti dalla Siria.

La visita in Giordania sarà pure dedicata all’incontro con i Pastori e i fedeli delle diverse Comunità cattoliche, in particolare con quella greco-melkita di Petra e Filadelfia e del Patriarcato Latino di Gerusalemme. Il 30 maggio il Cardinale assisterà all’inaugurazione dell’Università di Madaba, appartenente al Patriarcato Latino di Gerusalemme. È prevista la presenza del Re Abdallah II di Giordania. Prima del rientro a Roma, il Porporato visiterà il campo di profughi provenienti dalla Siria e da altre regioni del Medio Oriente.

A tutti, Pastori e fedeli, Autorità e popolo del Libano e della Giordania, il Cardinale - si legge in un Comunicato - "porterà il saluto affettuoso, colmo di condivisione delle ansie e del dolore di queste Regioni, di Papa Francesco, impartendo la Benedizione apostolica come pegno di vicinanza e di speranza nel Signore per i Paesi dell’intera area Medio Orientale".

UDIENZE

Città del Vaticano, 24 maggio 2013 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza:

- Il Signor Marin Raykov, Primo Ministro e Ministro degli Esteri della Repubblica di Bulgaria, con la Consorte, e Seguito.

- Il Signor Trajko Valjanoski, Presidente del Parlamento della Repubblica di Macedonia, con la Consorte, e Seguito

- L'Arcivescovo Orani João Tempesta, Arcivescovo di São Sebastião do Rio de Janeiro (Brasile), e Seguito.


ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 24 maggio 2013 (VIS). Il Santo Padre:


- Ha eretto la nuova Diocesi di Dolisie nella Repubblica del Congo, per dismembramento della Diocesi di Nkayi, rendendola suffraganea dell’Arcidiocesi di Brazzaville.

- Ha nominato il Reverendo Bienvenu Manamika Bafouakouahou, primo Vescovo di Dolisie (superficie: 25.930; popolazione: 210.000; cattolici: 71.000; sacerdoti: 32; religiosi: 3), Repubblica del Congo. Il Vescovo eletto è nato a Brazzaville (Repubblica del Congo), nel 1964 ed è stato ordinato sacerdote nel 1993. Dal 1993 al 1995 è stato Direttore Spirituale nel Seminario Minore della Diocesi di Kinkala, a Mindouli, e Cooperatore nella Parrocchia dei Martiri di Mindouli; dal 1998 al 1999 è stato Cooperatore nella Parrocchia di S. Maria Mediatrice; dal 2000 al 2003 Parroco nella Parrocchia di Paray (Francia); dal 2004 al 2009 Parroco della Cattedrale di Kinkala; è stato finora Vicario Generale della Diocesi di Kinkala, Delegato Episcopale per la Caritas Diocesana e Coordinatore del Collegio Sant’Agostino di Kinkala (Repubblica del Congo).

giovedì 23 maggio 2013

IMPORTANZA DELLA TESTIMONIANZA DELL'ARCIVESCOVO OSCAR ROMERO, TEMA CHIAVE DELL'UDIENZA DEL PAPA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI EL SALVADOR

Città del Vaticano, 23 maggio 2013 (VIS). Stamani, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Presidente della Repubblica di El Salvador, il Signor Carlos Mauricio Funes Cartagena, è stato ricevuto in Udienza da Sua Santità Francesco. Successivamente, si è incontrato con il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, accompagnato dall'Arcivescovo Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati.

Durante i cordiali colloqui, è stata espressa soddisfazione per le buone relazioni esistenti fra la Santa Sede e lo Stato salvadoregno. In particolare, ci si è soffermati sulla figura del Servo di Dio Monsignor Oscar Arnulfo Romero y Galdámez, già Arcivescovo di San Salvador, e sull’importanza della sua testimonianza per l’intera Nazione.

Si è apprezzato il contributo che la Chiesa offre per la riconciliazione e per il consolidamento della pace, come pure nei settori della carità, dell’educazione, dello sradicamento della povertà e della criminalità organizzata. Si sono anche toccati alcuni temi etici quali la difesa della vita umana, del matrimonio e della famiglia.




PONTIFICIA UNIVERSITÀ LATERANENSE ISTITUISCE CATTEDRA CARDINALE BERNARDIN GANTIN

Città del Vaticano, 23 maggio 2013 (VIS). Il Cardinale Bernardin Gantin, del Benin, primo Cardinale di origine Africana ad essere Prefetto di un dicastero vaticano, (la Congregazione per i Vescovi), sarà ricordato dalla Pontificia Università Lateranense con la Cattedra di "Socializzazione politica in Africa" che porterà il suo Nome. Questa mattina nella Sala Stampa della Santa Sede si è tenuta una conferenza stampa dedicata al defunto Porporato alla quale sono intervenuti il Cardinale Robert Sarah, Presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum; il Signor Thomas Boni Yayi, Presidente della Repubblica del Benin; il Monsignor Patrick Valdrini, Pro Rettore della Pontificia Università Lateranense ed il Professor Martin Nkafu Nkemnkia, Direttore del Dipartimento delle Scienze Umane e Sociali - Studi Africani della Pontificia Università Lateranense.

Il Cardinale Gantin nacque nel 1922 a Toffo, nell'attuale Benin e compì gli studi istituzionali teologici e filosofici presso il Seminario di Ouidah. Venne ordinato sacerdote a Lomé nel 1951 e a partire dal 1953 proseguì gli studi a Roma, presso la Pontificia Università Urbaniana, (missiologia) e presso la Pontificia Università Lateranense, dove si licenziò in teologia e diritto canonico. Nel 1956 fu eletto Vescovo Ausiliare di Cotonou e nel 1960 venne nominato arcivescovo metropolita della medesima sede. In qualità di Presidente della Conferenza Episcopale del Benin partecipò a tutte le sessioni del Concilio Vaticano II e alla prima Assemblea Ordinaria del Sinodo mondiale dei Vescovi (1967). Nel 1971, nominato Segretario aggiunto della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli, lasciò il governo della sua diocesi. Nel 1976 divenne Presidente della Pontificia Commissione "Justitia e pax" e del Pontificio Consiglio "Cor Unum". Nel concistoro del 1977 fu creato cardinale da Papa Paolo VI e nel 1984 venne nominato Prefetto della Congregazione per i Vescovi. Nel 1993 fu eletto Decano del collegio cardinalizio. All'età di 80 anni, persa la qualifica di Cardinale elettore, preferì dimettersi dalla carica di Decano e tornare in Benin nel 2002. Ricoverato a Parigi morì nel 2008 e fu sepolto a Ouidah. Nel 2011, durante il suo Viaggio Apostolico in Benin il Santo Padre Benedetto XVI si recò in visita alla sua tomba.

"Oggi, 23 maggio 2013 - ha detto il Cardinale Sarah - la Pontificia Università Lateranense dedica una Cattedra a suo Nome per quanto la sua vita è stata per il suo popolo di Benin, per la Chiesa in Africa e per la Chiesa Universale. (...) Anche per l'alto contributo che Egli ha espresso sia a livello pastorale che come sollecitazione ad una partecipazione del mondo cristiano alla cultura e alla politica come principale forma di servizio per il miglioramento della società e il benessere spirituale dell'uomo". Auspico "che questa cattedra a lui intestata 'Socializzazione Politica in Africa' possa dare inizio ad una riflessione sulla politica in contesto africano e preparare i futuri responsabili della società africana di domani orientata dalla Dottrina Sociale della Chiesa".

Il Professor Martin Nkafu Nkemnkla ha spiegato che la nuova cattedra sarà articolata in corsi e seminari e promuoverà convegni, congressi, conferenze e workshop in collaborazione con Istituzioni e Strutture con le quali verranno stabiliti collegamenti e partenariati con il fine di incrementare e valorizzare la cultura politica africana. "Il contributo della Cattedra è funzionale al rinnovamento ma soprattutto alla formazione di una classe dirigente, motivata da radicati principi etici al fine di superare la difficile situazione di crisi e di corruzione, sia del personale politico che della stessa società civile, attraverso una più giusta visione economica e una più equilibrata forma di servizio che la politica deve offrire".

PAPA FRANCESCO CONFERMA CARDINALE VALLINI SUO VICARIO PER LA DIOCESI DI ROMA

Città del Vaticano, 23 maggio 2013 (VIS). È stata pubblicata oggi la Lettera, redatta in latino e datata 18 maggio, con la quale Papa Francesco conferma il Cardinale Agostino Vallini, suo Vicario per la diocesi di Roma. Il 27 giugno 2008 il Santo Padre Benedetto XVI aveva nominato il Cardinale Agostino Vallini, Suo Vicario Generale per la Diocesi di Roma e Arciprete della Basilica Papale di San Giovanni in Laterano. Il Porporato è anche Gran Cancelliere della Pontificia Università Lateranense.

UDIENZE

Città del Vaticano, 23 maggio 2013 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza:

- Il Signor Mauricio Funes Cartagena, Presidente della Repubblica di El Salvador, e Seguito.

- Membri della Presidenza della Commissione degli Episcopati della Comunità Europea (COM.E.C.E.):

- Il Cardinale Reinhard Marx, Arcivescovo di München und Freising (Repubblica Federale di Germania), Presidente;

- Il Vescovo Gianni Ambrosio, di Piacenza-Bobbio (Italia), Vice Presidente;

- Il Vescovo Virgil Bercea, di Oradea Mare dei Romeni (Romania),Vice Presidente;

- Il Vescovo Jean Kockerols, Ausiliare di Mechelen-Brussel (Belgio), Vice Presidente;

- Il Padre Patrick Daly, Segretario Generale

- Il Cardinale Angelo Scola, Arcivescovo di Milano (Italia).

mercoledì 22 maggio 2013

ESSERE TESTIMONI CORAGGIOSI DEL VANGELO

Città del Vaticano, 22 maggio 2013 (VIS). Il Santo Padre Francesco ha dedicato la catechesi dell'Udienza Generale del mercoledì allo Spirito Santo, senza il quale - ha detto - "la Chiesa non potrebbe vivere e non potrebbe realizzare il compito che Gesù risorto le ha affidato di andare e fare discepoli tutti i popoli. Evangelizzare è la missione della Chiesa, non solo di alcuni, ma la mia, la tua, la nostra missione. (...) Ognuno deve essere evangelizzatore, soprattutto con la vita! (...) Per evangelizzare, allora, è necessario ancora una volta aprirsi all'orizzonte dello Spirito di Dio, senza avere timore di che cosa ci chieda e dove ci guidi". A Pentecoste "lo Spirito Santo, scendendo sugli Apostoli, (...) li fa uscire da se stessi, e li trasforma in annunciatori e testimoni delle 'grandi opere di Dio'. (...) Qui c’è un primo effetto importante dell’azione dello Spirito Santo che guida e anima l’annuncio del Vangelo: l’unità, la comunione".

"A Babele, secondo il racconto biblico, era iniziata la dispersione dei popoli e la confusione delle lingue, frutto del gesto di superbia e di orgoglio dell’uomo che voleva costruire, con le sole proprie forze, senza Dio, 'una città e una torre la cui cima tocchi il cielo'. A Pentecoste queste divisioni sono superate. Non c’è più l’orgoglio verso Dio, né la chiusura degli uni verso gli altri, ma c’è l’apertura a Dio, c’è l’uscire per annunciare la sua Parola: una lingua nuova, quella dell’amore che lo Spirito Santo riversa nei cuori".

"Io che cosa faccio con la mia vita? - ha detto Papa Francesco - Faccio unità attorno a me? O divido, con le chiacchiere, le critiche, le invidie? Che cosa faccio? Pensiamo a questo".

Un secondo effetto dello Spirito Santo - ha proseguito il Pontefice - è "il coraggio di annunciare la novità del Vangelo di Gesù a tutti, con franchezza (parresia), a voce alta, in ogni tempo e in ogni luogo. (...) E questo avviene anche oggi per la Chiesa e per ognuno di noi: dal fuoco della Pentecoste, dall'azione dello Spirito Santo, si sprigionano sempre nuove energie di missione, nuove vie in cui annunciare il messaggio di salvezza, nuovo coraggio per evangelizzare. Non chiudiamoci a questa azione! Viviamo con umiltà e coraggio il Vangelo! (...) Perché evangelizzare, annunciare Gesù, ci dà gioia; invece, l'egoismo ci dà amarezza, tristezza, ci porta giù; evangelizzare ci porta su".

Il Papa ha parlato del terzo elemento che è particolarmente importante: "una nuova evangelizzazione, una Chiesa che evangelizza deve partire sempre dalla preghiera, dal chiedere, come gli Apostoli nel Cenacolo, il fuoco dello Spirito Santo. Solo il rapporto fedele e intenso con Dio permette di uscire dalle proprie chiusure e annunciare con parresia il Vangelo. Senza la preghiera il nostro agire diventa vuoto e il nostro annunciare non ha anima, e non è animato dallo Spirito".

Infine Papa Francesco ha ricordato le parole di Benedetto XVI: oggi la Chiesa "sente soprattutto il vento dello Spirito Santo che ci aiuta, ci mostra la strada giusta (...)'. Rinnoviamo ogni giorno la fiducia nell'azione dello Spirito Santo, la fiducia che Lui agisce in noi, Lui è dentro di noi, ci dà il fervore apostolico, ci dà la pace, ci dà la gioia. lasciamoci guidare da Lui, siamo uomini e donne di preghiera, che testimoniano con coraggio il Vangelo, diventando nel nostro mondo strumenti dell'unità e della comunione con Dio".

Al termine della catechesi il Santo Padre ha rivolto parole di saluto ai 50.000 pellegrini convenuti in Piazza San Pietro e in lingua inglese ha invitato tutti a pregare per le vittime, in particolare i bambini, del tornado che ha colpito Oklahoma City.

I CATTOLICI CINESI MAI TEMANO DI PARLARE DI GESÙ

Città del Vaticano, 22 maggio 2013 (VIS). Al termine dell'Udienza Generale il Santo Padre, ha ricordato che: "Venerdì, 24 maggio, è il giorno dedicato alla memoria liturgica della Beata Vergine Maria, Aiuto dei Cristiani, venerata con grande devozione nel Santuario di Sheshan a Shanghai.

Invito tutti i cattolici nel mondo a unirsi in preghiera con i fratelli e le sorelle che sono in Cina, per implorare da Dio la grazia di annunciare con umiltà e con gioia Cristo morto e risorto, di essere fedeli alla sua Chiesa e al Successore di Pietro e di vivere la quotidianità nel servizio al loro Paese e ai loro concittadini in modo coerente con la fede che professano.

Facendo nostre alcune parole della preghiera alla Madonna di Sheshan, vorrei insieme con voi invocare Maria così: “Nostra Signora di Sheshan, sostieni l’impegno di quanti in Cina, tra le quotidiane fatiche, continuano a credere, a sperare, ad amare, affinché mai temano di parlare di Gesù al mondo e del mondo a Gesù”.

Maria, Vergine fedele, sostenga i cattolici cinesi, renda i loro non facili impegni sempre più preziosi agli occhi del Signore, e faccia crescere l’affetto e la partecipazione della Chiesa che è in Cina al cammino della Chiesa universale".



PRIMO RAPPORTO ANNUALE DELL'AUTORITÀ DI INFORMAZIONE FINANZIARIA DELLA SANTA SEDE E DELLO STATO DELLA CITTÀ DEL VATICANO

Città del Vaticano, 22 maggio 2013 (VIS). Nel corso di una conferenza stampa presso la Sala Stampa della Santa Sede, l'Autorità di Informazione Finanziaria (AIF) della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano ha pubblicato e presentato il primo Rapporto annuale che esamina le attività e statistiche del 2012.

"Nel corso dell’anno - si legge nel Rapporto - l'AIF ha riferito la ricezione di sei segnalazioni di operazioni sospette, rispetto all’unica ricevuta l'anno precedente. La stessa AIF ha inoltrato due rapporti al Promotore di Giustizia vaticano per ulteriori indagini".

Le statistiche e la tendenza a partire dal 2012 sono incoraggianti e indicano che il sistema va costantemente migliorando”, ha detto René Brülhart, Direttore dell’AIF.

"Nel 2012, AIF ha inoltre avviato lo screening e l’analisi dei flussi di transazioni in contanti dei soggetti vigilati".

Nello sforzo di contrastare attivamente ogni possibile abuso del sistema finanziario, abbiamo avviato una interazione stretta e costruttiva con la Segreteria di Stato, la Gendarmeria, il Promotore di giustizia e le istituzioni sotto la nostra supervisione, al fine di migliorare consapevolezza e sicurezza e garantire una cooperazione interna e coordinata ai fini della prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo”, ha affermato il Direttore Brülhart.

"Un altro elemento importante del Rapporto sono i progressi compiuti nella cooperazione internazionale, basata sul chiaro impegno della Santa Sede di essere un partner credibile nella lotta internazionale contro il riciclaggio. Nel 2012 c’è stata la firma di un protocollo d’intesa con le autorità competenti di Belgio e Spagna. “Continuerà ad essere la nostra politica nel 2013 il rafforzamento della cooperazione internazionale mediante la firma di altri memorandum d'intesa con altri paesi e giurisdizioni rilevanti”, ha affermato Brülhart.

"Le prospettiva per il 2013 prevede un ulteriore rafforzamento del sistema di prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo, compresa l’attuazione delle raccomandazioni Moneyval attraverso l’adeguata adozione o modifica della legislazione in materia, e la continuazione del processo di rafforzamento della consapevolezza delle autorità e delle istituzioni competenti".

"L’AIF è l’autorità competente della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano per l'informazione finanziaria e per la vigilanza e la regolamentazione in materia di prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo. L’AIF è stata istituita nel 2010 ed è diventata operativa nel mese di aprile del 2011".

Il Rapporto completo è consultabile sul sito:
http://attualita.vatican.va/sala-stampa/bollettino/2013/05/22/news/31044.html.


IL PAPA IN VISITA ALLE MISSIONARIE DELLA CARITÀ RIAFFERMA VALORE DELLA SOLIDARIETÀ

Città del Vaticano, 22 maggio 2013 (VIS). La mia presenza questa sera vuole essere anzitutto un grazie sincero alle Missionarie della Carità, fondate dalla Beata Teresa di Calcutta, che operano qui da 25 anni, con numerosi volontari, in favore di tante persone bisognose di aiuto. Grazie di cuore! Voi, care Suore, insieme ai Missionari della Carità e ai collaboratori, rendete visibile l’amore della Chiesa per i poveri. Con il vostro servizio quotidiano, siete – come dice un Salmo – la mano di Dio che sazia la fame di ogni vivente. Quante bocche avete sfamato con pazienza e dedizione!".

Queste le parole di Papa Francesco alle missionarie, ai volontari e agli ospiti della Casa di Accoglienza "Dono di Maria", situata nei pressi di Piazza San Pietro, al lato del Palazzo del Sant'Uffizio. La visita del Santo Padre ha inteso commemorare il XXV anniversario dell'affidamento della Casa a Madre Teresa di Calcutta da parte del Beato Giovanni Paolo II. Al suo arrivo Papa Francesco è stato accolto dal Cardinale Angelo Comastri, Vicario Generale per la Città del Vaticano e dalla Madre Generale delle Suore della Carità, Suor Pierick Mary Prema. La Suore hanno posto al collo di Papa Francesco una bella ghirlanda di fiori, secondo l'uso indiano. L'incontro si è svolto in un clima festoso e accompagnato da canti. La Casa accoglie circa 25 donne e gli uomini che vi consumano i pasti quotidianamente sono circa 60.

Nel suo breve discorso il Papa si è soffermato su tre parole: Casa, dono e Maria.

"Questa struttura, voluta e inaugurata dal Beato Giovanni Paolo II - è una 'casa' - ha detto Papa Francesco - E quando diciamo 'casa' intendiamo un luogo di accoglienza, (...) dove stare bene, ritrovare se stessi, sentirsi inseriti in un territorio, in una comunità. Ancora più profondamente, 'casa' è una parola dal sapore tipicamente familiare, che richiama il calore, l’affetto, l’amore che si possono sperimentare in una famiglia. La 'casa' allora rappresenta la ricchezza umana più preziosa, quella dell’incontro, quella delle relazioni tra le persone, diverse per età, per cultura e per storia, ma che vivono insieme e che insieme si aiutano a crescere. (...) E questo cerca di essere da 25 anni anche questa casa! Al confine tra Vaticano e Italia, essa è un forte richiamo a tutti noi, alla Chiesa, alla Città di Roma ad essere sempre più famiglia, 'casa' in cui si è aperti all’accoglienza, all’attenzione, alla fraternità".

"C’è poi una seconda parola molto importante: la parola 'dono', che qualifica questa Casa e ne definisce l’identità tipica. (...) Voglio dire che questa Casa dona accoglienza, sostegno materiale e spirituale a voi, cari ospiti, provenienti da diverse parti del mondo; ma anche voi siete un dono per questa Casa e per la Chiesa. Voi ci dite che amare Dio e il prossimo non è qualcosa di astratto, ma di profondamente concreto: vuol dire vedere in ogni persona il volto del Signore da servire, e servirlo concretamente. (...) Qui si vive un’ospitalità aperta, senza distinzione di nazionalità o di religione, secondo l’insegnamento di Gesù 'gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date'. Dobbiamo recuperare tutti il senso del dono, della gratuità, della solidarietà. Un capitalismo selvaggio ha insegnato la logica del profitto ad ogni costo, del dare per ottenere, dello sfruttamento senza guardare alle persone… e i risultati li vediamo nella crisi che stiamo vivendo! Questa Casa è un luogo che educa alla carità, una 'scuola' di carità, che insegna ad andare incontro ad ogni persona, non per profitto, ma per amore".

C’è, infine, un’ultima caratteristica di questa Casa: essa si qualifica come un dono 'di Maria'. (...) Maria è un esempio e uno stimolo per coloro che vivono in questa Casa, e per tutti noi, a vivere la carità verso il prossimo non per una sorta di dovere sociale, ma partendo dall’amore di Dio, dalla carità di Dio. (...) Maria è quella che ci porta a Gesù e ci insegna come andare da Gesù (...). Per noi cristiani, l’amore per il prossimo nasce dall’amore di Dio e ne è la più limpida espressione. Qui si cerca di amare il prossimo, ma anche di lasciarsi amare dal prossimo. Questi due atteggiamenti camminano assieme, non può esserci l’uno, se non c’è anche l’altro".




Copyright © VIS - Vatican Information Service