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martedì 12 marzo 2013

COME SI OTTENGONO LE FUMATE BIANCHE E NERE

Città del Vaticano, 12 marzo 2013 (VIS). A partire dal Conclave 2005, per meglio distinguere il colore delle fumate, è stata utilizzata un'apparecchiatura ausiliaria a fumogeni, oltre la stufa tradizionale dove vengono bruciate le schede delle votazioni. Tale apparato installato a fianco della stufa tradizionale, è dotato di uno scomparto con sportello, nel quale, - a seconda dell'esito della votazione - sono inserite delle cassette contenenti fumogeni di differente composizione, la cui accensione è avviata da una centralina elettronica, per la durata complessiva di alcuni minuti, durante il corso della bruciatura della schede.

Per l'ottenimento di fumate nere la composizione chimica del fumogeni è costituita da: perclorato di potassio, antracene e zolfo; per la fumata bianca: clorato di potassio, lattosio e colofonia. La colofonia, detta anche "pece greca", è una resina naturale di colore giallo ottenuta dalle conifere. Anticamente per produrre il colore nero si usava il nerofumo o il catrame, e per il fumo bianco, fili di paglia.

Le canne fumarie della stufa e dell'apparecchiatura elettronica confluiscono in un unico condotto che, dall'interno della Cappella Sistina, sfocia in prossimità del colmo della copertura dell'edificio. Per migliorare il tiraggio, la canna è preriscaldata mediante resistenze elettriche ed è dotata di un ventilatore di riserva.






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