Città
del Vaticano, 5 febbraio 2013
(VIS). L'Arcivescovo Rino Fisichella, Presidente del Pontificio
Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, è
intervenuto questa mattina, alla conferenza stampa di presentazione
della Mostra "Il Cammino di Pietro" (Castel Sant'Angelo, 6
febbraio - 1° maggio 2013), che sarà inaugurata domani, alle 18:00,
dal Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato. Alla Conferenza
Stampa sono intervenuti Don Alessio Geretti, curatore della Mostra e
Daniella Porro, Sovrintendente del Polo dei Musei di Roma. Alla
mostra che si colloca nell'ambito delle manifestazioni dell'Anno
della Fede, hanno collaborato nove paesi europei, con opere d'arte
risalenti al IV-V secolo fino fino alle soglie del XX secolo.
"È
bene spiegare, anzitutto - ha detto l'Arcivescovo Fisichella - il
perché di questa Mostra. La fede non è un impegno solo dei
credenti. Essa esprime l'esigenza dell'uomo di saper guardare dentro
se stesso per cogliere quel desiderio di Dio che è impresso nel
cuore di ogni persona. Il momento culturale che viviamo è fortemente
caratterizzato da movimenti che si alternano e che lasciano
intravedere le contraddizioni di questi anni. Da una parte, sembra
verificarsi un generale senso di stanchezza e indifferenza che tocca
anche la fede. Come se questa si limitasse a un gruppo minoritario di
persone, spesso anziane, e come se non avesse più alcun appeal per
le nuove generazioni. Dall'altra, si nota un entusiasmo eccessivo nei
confronti del progresso scientifico e di nuove forme di vita come
fossero la soluzione dei gravi problemi odierni. In questo caso, non
raramente si giunge a sostenere che è bene ridurre lo spazio della
fede dentro i confini privati e senza alcuna incidenza sociale e
culturale. Eppure, è facile verificare come nello stesso tempo sia
in costante crescita il desiderio per godere sia della bellezza della
natura sia delle opere che l'arte ha creato. (...) Oggi, per fortuna,
si ricerca ancora qualcosa di più importante e di più profondo,
perché l'animo è mosso dal desiderio di conoscere e di ammirare
(...) per andare alla ricerca di una contemplazione della bellezza
che non può essere effimera, perché ha creato cultura e si prolunga
nel corso dei secoli suscitando sempre stupore e meraviglia per il
genio dell'artista e per quanto ha saputo creare mosso dalla sua fede
e dalla sua capacità interpretativa".
"È
proprio per sostenere questo desiderio e per dare voce alla nostalgia
di Dio, che è spesso latente in tante persone - ha proseguito
l'Arcivescovo - che abbiamo pensato di organizzare questa Mostra come
un percorso nei secoli per entrare nella conoscenza di uno dei
personaggi che da sempre ha provocato la mente degli artisti per
tentare di capire il mistero che portava con sé e darne voce.
Abbiamo voluto esprimere 'Il cammino di Pietro' nell'arte. (...)
Pietro è icona dell'umanità che cerca e trova, e dopo aver trovato
segue; purtroppo, è anche debole e tradisce e, tuttavia, sa chiedere
perdono. Mosso dall'amore per un'esperienza unica e sconvolgente,
lascia tutto per annunciare al mondo il mistero della Risurrezione di
Cristo. Un vero cammino di fede che non conosce sosta e che gli
artisti hanno saputo (...) esprimere (...) in molte opere che
attestano la bellezza".
"Questa
mostra è un cammino per crescere nella fede, ma è anche una
provocazione a dover percepire l'esigenza di credere come risposta
alla domanda di senso che la vita pone. Davanti all'opera d'arte,
credenti e non credenti hanno reazioni diverse, ma la bellezza che
viene espressa chiama gli uni e gli altri all'ascolto di un messaggio
che può essere recepito nel silenzio della contemplazione. (...) È
questo uno dei motivi per cui abbiamo pensato che la Mostra non
dovesse essere realizzata in un luogo caratterizzato religiosamente,
ma in uno spazio aperto, dove tutti potessero accedere senza
pregiudizio, mossi solo dall'interesse artistico. La vera arte,
d'altronde, sa come provocare ed è bene non forzare la mano con
troppe parole, per non incorrere nel rischio di vanificare il suo
messaggio".
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