Città
del Vaticano, 10 dicembre 2012
(VIS). Alle 15:45 Benedetto XVI si è recato in Piazza di Spagna per
il tradizionale atto di venerazione all'Immacolata, la cui statua è
situata in cima ad una colonna di fronte all'Ambasciata di Spagna
presso la Santa Sede.
Lungo
il percorso, il Papa ha compiuto una breve sosta davanti alla Chiesa
della Santissima Trinità, dove ha ricevuto l’omaggio
dell’"Associazione
Commercianti Via Condotti". Giunto in Piazza di Spagna,
il Papa ha recitato una preghiera, seguita dalla lettura di un
frammento dell'Apocalisse di San Giovanni e dall'omaggio floreale
alla statua della Vergine. Nel suo discorso il Papa ha riflettuto sul
Vangelo della Solennità dell'Immacolata Concezione: il Vangelo
dell'Annunciazione.
"Ci
colpisce sempre, e ci fa riflettere, il fatto che quel momento
decisivo per il destino dell’umanità, il momento in cui Dio si
fece uomo - ha detto il Papa - è avvolto da un grande silenzio.
L’incontro tra il messaggero divino e la Vergine Immacolata passa
del tutto inosservato: nessuno sa, nessuno ne parla. (...) Ciò che è
veramente grande passa spesso inosservato e il quieto silenzio si
rivela più fecondo del frenetico agitarsi che caratterizza le nostre
città, ma che – con le debite proporzioni – si viveva già in
città importanti come la Gerusalemme di allora. Quell’attivismo
che ci rende incapaci di fermarci, di stare tranquilli, di ascoltare
il silenzio in cui il Signore fa sentire la sua voce discreta".
Il
giorno dell'Annunciazione, Maria "era tutta raccolta e al tempo
stesso aperta all’ascolto di Dio. In lei non c’è ostacolo, non
c’è schermo, non c’è nulla che la separi da Dio. Questo è il
significato del suo essere senza peccato originale: la sua relazione
con Dio è libera da qualsiasi pur minima incrinatura; non c’è
separazione, non c’è ombra di egoismo, ma una perfetta sintonia:
il suo piccolo cuore umano è perfettamente 'centrato' nel grande
cuore di Dio. Ecco, cari fratelli, venire qui, presso questo
monumento a Maria, nel centro di Roma, ci ricorda prima di tutto che
la voce di Dio non si riconosce nel frastuono e nell’agitazione; il
suo disegno sulla nostra vita personale e sociale non si percepisce
rimanendo in superficie, ma scendendo ad un livello più profondo,
dove le forze che agiscono non sono quelle economiche e politiche, ma
quelle morali e spirituali. È
lì che Maria ci invita a scendere e a sintonizzarci con l’azione
di Dio".
"C’è
una seconda cosa, (...) che l’Immacolata ci dice (...), ed è che
la salvezza del mondo non è opera dell’uomo – della scienza,
della tecnica, dell’ideologia – ma viene dalla Grazia. (...)
Grazia vuol dire l’Amore nella sua purezza e bellezza, è Dio
stesso così come si è rivelato nella storia salvifica narrata nella
Bibbia e compiutamente in Gesù Cristo. Maria è chiamata la 'piena
di grazia' e con questa sua identità ci ricorda il primato di Dio
nella nostra vita e nella storia del mondo, ci ricorda che la potenza
d’amore di Dio è più forte del male, può colmare i vuoti che
l’egoismo provoca nella storia delle persone, delle famiglie, delle
nazioni e del mondo. Questi vuoti possono diventare degli inferni,
dove la vita umana viene come tirata verso il basso e verso il nulla,
perde di senso e di luce. I falsi rimedi che il mondo propone per
riempire questi vuoti (...) in realtà allargano la voragine. Solo
l’amore può salvare da questa caduta, ma non un amore qualsiasi:
un amore che abbia in sé la purezza della Grazia - di Dio che
trasforma e rinnova - e che così possa immettere nei polmoni
intossicati nuovo ossigeno, aria pulita, nuova energia di vita. Maria
ci dice che, per quanto l’uomo possa cadere in basso, non è mai
troppo in basso per Dio, il quale è disceso fino agli inferi; per
quanto il nostro cuore sia sviato, Dio è sempre 'più grande del
nostro cuore'. Il soffio mite della Grazia può disperdere le nubi
più nere, può rendere la vita bella e ricca di significato anche
nelle situazioni più disumane".
Infine
l'Immacolata ci ricorda la "gioia, quella gioia autentica che si
diffonde nel cuore liberato dal peccato. Il peccato porta con sé una
tristezza negativa, che induce a chiudersi in se stessi. La Grazia
porta la vera gioia, che non dipende dal possesso delle cose ma è
radicata nell’intimo, nel profondo della persona, e che nulla e
nessuno possono togliere. Il Cristianesimo è essenzialmente un
'evangelo', una 'lieta notizia', mentre alcuni pensano che sia un
ostacolo alla gioia, perché vedono in esso un insieme di divieti e
di regole. In realtà, il Cristianesimo è l’annuncio della
vittoria della Grazia sul peccato, della vita sulla morte. E se
comporta delle rinunce e una disciplina della mente, del cuore e del
comportamento è proprio perché nell’uomo c’è la radice
velenosa dell’egoismo, che fa male a se stessi e agli altri.
Bisogna dunque imparare a dire no alla voce dell’egoismo e a dire
sì a quella dell’amore autentico. La gioia di Maria è piena,
perché nel suo cuore non c’è ombra di peccato. Questa gioia
coincide con la presenza di Gesù nella sua vita".
"In
questo tempo di Avvento - ha concluso il Papa - Maria Immacolata ci
insegni ad ascoltare la voce di Dio che parla nel silenzio; ad
accogliere la sua Grazia, che ci libera dal peccato e da ogni
egoismo; per gustare così la vera gioia".
Nessun commento:
Posta un commento