Città del Vaticano, 10 marzo 2012 (VIS). Nel pomeriggio di sabato 10 marzo, nella Chiesa dei Santi Andrea e Gregorio al monte Celio, il Santo Padre ha presieduto la celebrazione dei primi Vespri della III domenica di Quaresima, in occasione del Millenario della fondazione della Casa Madre dei Camaldolesi dell'Ordine di San Benedetto e la memoria del Transito di San Gregorio Magno, con la partecipazione di Sua Grazia il Dr. Rowan Williams, Arcivescovo di Canterbury e Primate della Comunione Anglicana.
Dopo i Salmi e la lettura del Vangelo, l'omelia è stata tenuta da Benedetto XVI e dall'Arcivescovo di Canterbury.
"L’odierna celebrazione è dunque connotata da un profondo carattere ecumenico che, come sappiamo, fa parte ormai dello spirito camaldolese contemporaneo. Questo Monastero camaldolese romano ha sviluppato con Canterbury e la Comunione Anglicana, soprattutto dopo il Concilio Vaticano II, legami ormai tradizionali. Per la terza volta oggi il Vescovo di Roma incontra l’Arcivescovo di Canterbury nella casa di san Gregorio Magno. Ed è giusto che sia così, perché precisamente da questo Monastero il Papa Gregorio scelse Agostino e i suoi quaranta monaci per inviarli a portare il Vangelo fra gli Angli, poco più di mille e quattrocento anni fa".
Il Pontefice ha ricordato la testimonianza luminosa che San Gregorio diede alla Chiesa intera "con un servizio irreprensibile e pieno di zelo per il Vangelo. Veramente si può applicare anche a Gregorio ciò che Paolo scrisse di sé: la grazia di Dio in lui non è stata vana. È questo, in realtà, il segreto per la vita di ciascuno di noi: accogliere la grazia di Dio e acconsentire con tutto il cuore e con tutte le forze alla sua azione. È questo il segreto anche della vera gioia, e della pace profonda".
"Alla base di tutto - ha spiegato il Papa - c'è la grazia di Dio, c'è' il dono della chiamata, il mistero dell'incontro con Gesù vivo. Ma questa grazia domanda la risposta dei battezzati: richiede l'impegno di rivestirsi dei sentimenti di Cristo: tenerezza, bontà, umiltà, mansuetudine, magnanimità, perdono reciproco, e sopratutto, come sintesi e coronamento, l''agape', l'amore che Dio ci ha donato mediante Gesù e che lo Spirito Santo ha effuso nei nostri cuori".
Successivamente Benedetto XVI ha ricordato che la Congregazione dei Monaci Camaldolesi dell'Ordine di San Benedetto ha potuto percorrere mille anni di storia "nutrendosi quotidianamente della Parola di Dio e dell'Eucaristia, così come aveva insegnato loro il fondatore San Romualdo, secondo il 'triplex bonum' della solitudine, della vita comune e dell'evangelizzazione". Numerosi santi, beati e martiri, uomini di scienza e di arte, storici, pastori della Chiesa "figure esemplari di uomini e donne di Dio (...) hanno mostrato gli orizzonti e la grande fecondità della tradizione camaldolese".
Infine il Santo Padre ha auspicato che "tutti i fedeli, Cattolici ed Anglicani, (...) visitando a Roma i sepolcri gloriosi dei santi Apostoli e Martiri, rinnovino anche l'impegno di pregare costantemente e di operare l'unità, per vivere pienamente secondo quell''ut unum sint' che Gesù ha rivolto al Padre".
Nella sua omelia l'Arcivescovo Rowan Williams ha fatto riferimento alla comunione che è "certa ma imperfetta" fra la Chiesa Cattolica e la Comunione Anglicana. Ambedue condividono "la prospettiva della restaurazione della piena comunione sacramentale, di una vita eucaristica che sia pienamente visibile, e perciò di una testimonianza che sia pienamente credibile, in modo che il mondo confuso e tormentato possa entrare nella luce accogliente e trasfigurante di Cristo".
Tuttavia "il nostro riconoscere l'unico Corpo nella vita corporativa gli uni degli altri è instabile e incompleto; e senza un tale definitivo riconoscimento noi non siamo ancora pienamente liberi di condividere il potere trasformante del Vangelo nella Chiesa e nel mondo".
A conclusione della celebrazione dei Vespri, il Santo Padre e l'Arcivescovo di Canterbury si sono recati nella Cappella di San Gregorio, dove hanno acceso due ceri in onore della memoria di San Gregorio Magno e di Sant'Agostino di Canterbury.
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