Città del Vaticano, 27 Febbraio 2012 (VIS). Nelle riflessioni che precedono la recita dell'Angelus con i fedeli convenuti in Piazza San Pietro, Benedetto XVI ha commentato il Vangelo della liturgia domenicale, il brano di San Marco che narra le tentazioni di Gesù nel deserto.
Nel citare San Leone Magno, il Santo Padre ha affermato: '"Il Signore ha voluto subire l’attacco del tentatore per difenderci con il suo aiuto e per istruirci col suo esempio'. Che cosa può insegnarci questo episodio? Come leggiamo nel Libro dell’Imitazione di Cristo, 'l’uomo non è mai del tutto esente dalla tentazione finché vive… ma è con la pazienza e con la vera umiltà che diventeremo più forti di ogni nemico', la pazienza e l’umiltà di seguire ogni giorno il Signore, imparando a costruire la nostra vita non al di fuori di Lui o come se non esistesse, ma in Lui e con Lui, perché è la fonte della vera vita. La tentazione di rimuovere Dio, di mettere ordine da soli in se stessi e nel mondo contando solo sulle proprie capacità, è sempre presente nella storia dell’uomo".
"Dio si rivolge all’uomo in modo inaspettato, con una vicinanza unica concreta, piena di amore; Dio si incarna ed entra nel mondo dell’uomo per prendere su di sé il peccato, per vincere il male e riportare l’uomo nel mondo di Dio. Ma questo annuncio è accompagnato dalla richiesta di corrispondere ad un dono così grande. Gesù, infatti, aggiunge: 'convertitevi e credete nel Vangelo'; è l’invito ad avere fede in Dio e a convertire ogni giorno la nostra vita alla sua volontà, orientando al bene ogni nostra azione e pensiero. Il tempo della Quaresima è il momento propizio per rinnovare e rendere più saldo il nostro rapporto con Dio, attraverso la preghiera quotidiana, i gesti di penitenza, le opere di carità fraterna".
Dopo l'Angelus, il Papa ha salutato i pellegrini nelle diverse lingue ed ha affidato alle loro preghiere la settimana di Esercizi Spirituali che ha inizio questa sera, ai quali parteciperà con i collaboratori della Curia Romana.
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