Città
del Vaticano, (VIS). Questa mattina presso la Sala Stampa della Santa
Sede, il Cardinale Robert Sarah, Presidente del Pontificio Consiglio
"Cor Unum", con il Monsignore Giampietro Dal Toso, Segretario ed il
Monsignor Segundo Tejada Muñoz, Sotto-Segretario del medesimo Dicastero,
ha presieduto la Conferenza Stampa di presentazione del Messaggio del
Santo Padre per la Quaresima 2012.
"Sappiamo
che il Messaggio di Quaresima contribuisce a tenere vivo nei fedeli il
senso dell’attenzione al bene dell’altro, della comunione, di premura,
di compassione e di condivisione fraterna delle sofferenze
dell’indigente.
"Al di là di
questo importante dato, vorrei oggi tuttavia richiamare la vostra
attenzione su di un aspetto della vita cristiana che il presente
Messaggio di quest’anno mette in evidenza. Si tratta della correzione
fraterna. (...) La carità ci insegna dunque che non abbiamo verso
l’altro solo una responsabilità per il suo bene materiale, ma anche per
il suo bene morale e spirituale. (...) Non possiamo tacere che una certa
ideologia che ha esaltato i diritti dell’individuo può avere come
conseguenza l’isolamento della persona e la sua solitudine. (...) Quando
la chiamata alla comunione viene negata in nome dell’individualismo, a
farne le spese è la nostra stessa umanità, ingannata dal miraggio di una
impossibile felicità ottenuta da soli. Dunque possiamo aiutarci
reciprocamente scoprendo che abbiamo una responsabilità l’uno per
l’altro".
"Lasciate che alla
luce della correzione improntata alla verità e alla carità legga anche
l’azione della Chiesa verso il mondo contemporaneo. (...) A volte
addirittura si pensa che sia la brama del potere o la nostalgia di esso a
muovere la preoccupazione della Chiesa, il suo osteggiare caparbio
certe manifestazioni della mentalità in voga. No: la Chiesa è mossa da
sincera cura per il bene dell’uomo concreto e di questo mondo. La sua
azione si ispira non alla condanna o alla recriminazione, ma a quella
giustizia e misericordia che deve avere anche il coraggio (parrêsia) di
chiamare le cose per nome. Solo così si illuminano le radici del male
che non mancano di affascinare anche le menti dell’uomo moderno. Questo
suo compito si chiama missione profetica".
Nell'Antico
Testamento, ha spiegato il Cardinale Sarah: "profeta è un uomo chiamato
e inviato da Dio per annunciare al popolo la volontà di Dio stesso.
(...) Ora è chiaro che il richiamo ad una maggiore giustizia sociale fa
parte della missione della Chiesa. (...) La Chiesa non può tacere di
fronte al fatto che troppi muoiono per la mancanza del minimo
indispensabile mentre altri si arricchiscono sfruttando gli altri. (...)
Non possiamo neppure tacere (...) che alla base della nostra crisi
finanziaria c’è l’avidità, la ricerca sfrenata del denaro senza scrupoli
e senza considerare chi ha meno e chi deve sopportare le conseguenze
delle scelte sbagliate di altri. Questo attaccamento al denaro è un
peccato. La Chiesa è profetica quando denuncia questo peccato che fa del
male alla persona e alla società".
"Ma
il Santo Padre (...) ci indica una dimensione ancora più profonda: la
Chiesa si fa profeta in questo mondo di oggi per denunciare in
particolare la mancanza di Dio. (...) Questa nostra società
secolarizzata è giunta a vivere e a organizzarsi senza tener presente
Dio per il fatto di essere avvolta da una povertà più tragica di quelle
materiali, una povertà rappresentata dal rifiuto e l’esclusione totale
di Dio dalla vita sociale ed economica, dalla rivolta contro le leggi
divine e contro quelle della natura. (...) La prima responsabilità
della Chiesa è ricordare ad ogni generazione che questa dimensione
spirituale è fondamentale. Il profeta di oggi deve dire al mondo che Dio
c’è e che, senza questo Padre che ci stimola alla solidarietà e alla
condivisione, la vita muore e la fraternità si dissolve in vuota
utopia. Che l’uomo ha una vocazione soprannaturale. Che esiste una
coscienza nella quale parla la voce di Dio al quale un giorno dovremmo
rispondere".
"Il Messaggio che
oggi presentiamo vuole scuotere le coscienze rispetto ai diritti/doveri
dei nostri fratelli, ma anche rispetto ai nostri doveri verso i
“diritti” di Dio. E tutto questo deve avvenire nel contesto della
comunione cristiana, in cui vige il principio della reciprocità e della
correzione fraterna, avendo di mira il bene temporale degli uomini, ma
anche la loro salvezza escatologica".
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