Città del Vaticano, 15 febbraio 2012 (VIS). Continuando il ciclo di catechesi dedicato alla preghiera, il Santo Padre si è soffermato nella catechesi per l'Udienza Generale odierna, sulla narrazione del Vangelo secondo Luca che ci ha tramandato le tre frasi di Gesù sulla croce. L'Udienza è cominciata alle 10:30 nell'Aula Paolo VI, dove erano presenti 6.000 pellegrini provenienti da tutto il mondo.
Gesù pronuncia la prima frase: "Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno", mentre i soldati si dividono le sue vesti. "La prima preghiera che Gesù rivolge al Padre è di intercessione - ha spiegato il Pontefice - chiede il perdono per i propri carnefici", ma nel contempo "offre anche una lettura di quanto sta accadendo. Secondo le sue parole, infatti, gli uomini che lo crocifiggono 'non sanno quello che fanno'. Egli pone cioè l'ignoranza, il 'non sapere', come motivo della richiesta di perdono al Padre, perché questa ignoranza lascia aperta la vita verso la conversione".
La seconda frase di Gesù: "In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso" rivolta "al buon ladrone", crocifisso con Lui, è "una parola di speranza". Con essa Gesù riafferma che "la bontà di Dio può toccarci anche nell’ultimo istante della vita e la preghiera sincera, anche dopo una vita sbagliata, incontra le braccia aperte del Padre buono che attende il ritorno del figlio".
"Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito", le ultime parole di Gesù sono "una preghiera di 'affidamento', pieno di fiducia nell’amore di Dio. La preghiera di Gesù di fronte alla morte è drammatica come lo è per ogni uomo, ma, allo stesso tempo, è pervasa da quella calma profonda che nasce dalla fiducia nel Padre e dalla volontà di consegnarsi totalmente a Lui".
"Adesso, che la vita sta per lasciarlo, Egli sigilla nella preghiera la sua ultima decisione: Gesù si è lasciato consegnare 'nelle mani degli uomini', ma è nelle mani del Padre che Egli pone il suo spirito; così – come afferma l’Evangelista Giovanni – tutto è compiuto, il supremo atto di amore è portato sino alla fine, al limite e al di là del limite".
"Le parole di Gesù sulla croce negli ultimi istanti della sua vita terrena offrono indicazioni impegnative alla nostra preghiera, ma la aprono anche ad una serena fiducia e ad una ferma speranza. Gesù che chiede al Padre di perdonare coloro che lo stanno crocifiggendo, ci invita al difficile gesto di pregare anche per coloro che ci fanno torto, (...) sapendo perdonare sempre, affinché la luce di Dio possa illuminare il loro cuore; ci invita, cioè, a vivere, nella nostra preghiera, lo stesso atteggiamento di misericordia e di amore che Dio ha nei nostri confronti", ha detto il Papa.
"Allo stesso tempo, - ha concluso il Santo Padre - Gesù che nel momento estremo della morte si affida totalmente nelle mani di Dio Padre, ci comunica la certezza che, per quanto dure siano le prove, (...), pesante la sofferenza, non cadremo mai fuori delle mani di Dio, quelle mani che ci hanno creato, ci sostengono e ci accompagnano nel cammino dell’esistenza, perché guidate da un amore infinito e fedele".
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