Inizio - VIS Vaticano - Ricevere VIS - Contattaci - Calendario VIS

Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

ultime 5 notizie

VISnews anche in Twitter Anche in YouTube

mercoledì 14 dicembre 2011

GESÙ CI INSEGNA A PREGARE IL PADRE PER AIUTARE CHI SOFFRE

CITTA' DEL VATICANO, 14 DIC. 2011 (VIS). Benedetto XVI ha dedicato la catechesi dell'Udienza Generale di oggi alla preghiera di Gesù legata alla sua azione guaritrice, soffermandosi su due significativi episodi: la guarigione del sordomuto, narrata dall'evangelista Marco, e la risurrezione di Lazzaro.

  La guarigione del sordomuto "mostra che l’azione sanante di Gesù è connessa con un suo intenso rapporto sia con il prossimo, sia con il Padre. (...) Con un gesto, il Signore tocca le orecchie e la lingua del malato, ossia le sedi specifiche della sua infermità. (...) Ma il punto centrale di questo episodio è il fatto che Gesù, al momento di operare la guarigione, cerca direttamente il suo rapporto con il Padre. (...) L’insieme del racconto, allora, mostra che il coinvolgimento umano con il malato porta Gesù alla preghiera. Ancora una volta riemerge il suo rapporto unico con il Padre, la sua identità di Figlio Unigenito. In Lui, attraverso la sua persona, si rende presente l’agire sanante e benefico di Dio".

  Nel racconto della risurrezione di Lazzaro "s’intrecciano, da una parte, il legame di Gesù con un amico e con la sua sofferenza e, dall’altra, la relazione filiale che Egli ha con il Padre". Il Papa ha spiegato che: "L’affetto sincero per l’amico (...) si manifesta nella commozione profonda di Gesù alla vista del dolore di Marta e Maria e di tutti gli amici di Lazzaro, e sfocia nello scoppio di pianto – così profondamente umano - nell’avvicinarsi alla tomba. (...) Fin dall’inizio, l’avvenimento è letto da Gesù in relazione con la propria identità e missione e con la glorificazione che Lo attende. Alla notizia della malattia di Lazzaro, infatti, Egli commenta: 'Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato'".

  "Il momento della preghiera esplicita di Gesù al Padre davanti alla tomba, è lo sbocco naturale di tutta la vicenda". Narra l'evangelista Giovanni "'Gesù allora alzò gli occhi e disse: 'Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato'". Questa frase, ha affermato Benedetto XVI, "rivela che Gesù non ha lasciato neanche per un istante la preghiera di domanda per la vita di Lazzaro. Questa preghiera continua, anzi, ha rafforzato il legame con l’amico e, contemporaneamente, ha confermato la decisione di Gesù di rimanere in comunione con la volontà del Padre, con il suo piano di amore, nel quale la malattia e la morte di Lazzaro vanno considerate come luogo in cui si manifesta la gloria di Dio".

Fiducia nella volontà di Dio

  "Leggendo questa narrazione - ha proseguito il Papa - ciascuno di noi è chiamato a comprendere che nella preghiera di domanda al Signore non dobbiamo attenderci un compimento immediato di ciò che chiediamo, della nostra volontà, ma affidarci piuttosto alla volontà del Padre, leggendo ogni evento nella prospettiva della sua gloria, del suo disegno di amore, spesso misterioso ai nostri occhi. Per questo, nella nostra preghiera, domanda, lode e ringraziamento dovrebbero fondersi assieme, anche quando ci sembra che Dio non risponda alle nostre concrete attese. L’abbandonarsi all’amore di Dio, che ci precede e ci accompagna sempre, è uno degli atteggiamenti di fondo del nostro dialogo con Lui. (...) Anche per noi, al di là di ciò che Dio ci dona quando lo invochiamo, il dono più grande che può darci è la sua amicizia, la sua presenza, il suo amore". Il Donante è più prezioso del dono.

  "Con la sua preghiera, Gesù vuole condurre alla fede, alla fiducia totale in Dio e nella sua volontà, e vuole mostrare che questo Dio che ha tanto amato l’uomo e il mondo da mandare il suo Figlio Unigenito, è il Dio della Vita, il Dio che porta speranza ed è capace di rovesciare le situazioni umanamente impossibili. La preghiera fiduciosa di un credente, allora, è una testimonianza viva di questa presenza di Dio nel mondo".

  "In Gesù, vero Dio e vero uomo, l’attenzione verso l’altro, specialmente se bisognoso e sofferente, (...), Lo portano a rivolgersi al Padre (...). Ma anche viceversa: la comunione con il Padre, il dialogo costante con Lui, spinge Gesù ad essere attento in modo unico alle situazioni concrete dell’uomo per portarvi la consolazione e l’amore di Dio".

   Nello stesso modo, la relazione profonda fra l'amore a Dio e al prossimo deve essere presente nella nostra preghiera che "apre la porta a Dio, che ci insegna ad uscire costantemente da noi stessi per essere capaci di farci vicini agli altri, specialmente nei momenti di prova, per portare loro consolazione, speranza e luce".

  Al termine della catechesi, il Santo Padre ha salutato nelle diverse lingue gli oltre 7.000 pellegrini presenti nell'Aula Paolo VI ed ha ringraziato in particolare quanti hanno promosso il restauro della scultura "La Risurrezione", del Maestro Pericle Fazzini. "Dopo un periodo di accurati lavori - ha detto Benedetto XVI - oggi abbiamo la gioia di ammirare in tutto il suo originario splendore quest'opera d'arte e di fede".

  Esprimendosi in lingua spagnola, il Papa si è rivolto alla Delegazione dello Stato di Puebla, Messico, ed ha espresso l'auspicio che "con l'aiuto di Dio, possa essere io prossimamente a visitare il vostro Paese".
AG/                  VIS 20111214 (870)

Nessun commento:

Posta un commento

Copyright © VIS - Vatican Information Service