CITTA' DEL VATICANO, 9 OTT. 2011 (VIS). Dopo i saluti alla popolazione di Serra San Bruno (Vibo Valentia), il Santo Padre è entrato nella Certosa dei Santi Stefano e Bruno, accolto dal Priore Padre Jacques Dupont ed, alle 18:00, ha celebrato i Vespri con i religiosi nella Chiesa del complesso monastico.
“La visita del Successore di Pietro in questa storica Certosa intende confermare non solo voi, che qui vivete, ma l’intero ordine nella sua missione, quanto mai attuale e significative nel mondo di oggi” – ha sottolineato Benedetto XVI nell’omelia ed ha ricordato che il nucleo della spiritualità certosina, fondata da San Bruno, è: “Il forte desiderio di entrare in unione di vita con Dio, abbandonando tutto il resto, tutto ciò che impedisce questa comunione e lasciandosi afferrare dall’immenso amore di Dio per vivere solo di questo amore”, nella solitudine e nel silenzio.
“Il progresso tecnico” – ha segnalato il Papa – “ha reso la vita dell’uomo più confortevole, ma anche più concitata, a volte convulsa. (...) Lo sviluppo dei media ha diffuso e amplificato un fenomeno (...): la virtualità che rischia di dominare sulla realtà. Sempre più, anche senza accorgersene, le persone sono immerse in una dimensione virtuale, a causa di messaggi audiovisivi che accompagnano la loro vita da mattina a sera. I più giovani, che sono nati già in questa condizione, sembrano voler riempire di musica e di immagini ogni momento vuoto, quasi per paura di sentire, appunto, questo vuoto. (...) Alcune persone non sono più capaci di rimanere a lungo in silenzio e in solitudine”.
Tale condizione socioculturale “mette in risalto il carisma specifico della Certosa, come un dono prezioso per la Chiesa e per il mondo, un dono che contiene un messaggio profondo per la nostra vita e per l’umanità intera. Lo riassumerei così: ritirandosi nel silenzio e nella solitudine, l’uomo, per così dire, si ‘espone’ al reale nella sua nudità, si espone a quell’apparente ‘vuoto’ cui accennavo prima, per sperimentare invece la Pienezza, la presenza di Dio, della Realtà più reale che ci sia (...). Il monaco, lasciando tutto, (...) si espone alla solitudine e al silenzio per non vivere di altro che dell’essenziale, e proprio nel vivere dell’essenziale trova anche una profonda comunione con i fratelli, con ogni uomo”.
“Questa vocazione (...) trova risposta in un cammino, nella ricerca di tutta una vita. (...) Il diventare monaci richiede tempo, esercizio, pazienza (...). Proprio in questo consiste la bellezza di ogni vocazione nella Chiesa: dare tempo a Dio di operare con il suo Spirito e alla propria umanità di formarsi, di crescere secondo la misura della maturità di Cristo, in quel particolare stato di vita. In Cristo c’è il tutto, la pienezza; noi abbiamo bisogno di tempo per fare nostra una delle dimensioni del suo mistero. (...) A volte, agli occhi del mondo, sembra impossibile rimanere per tutta la vita in un monastero, ma in realtà tutta una vita è appena sufficiente per entrare in questa unione con Dio, in quella Realtà essenziale e profonda che è Gesù Cristo”.
“La Chiesa ha bisogno di voi, e (...) voi avete bisogno della Chiesa – ha detto il Pontefice. (...) Anche voi, che vivete in un volontario isolamento, siete in realtà nel cuore della Chiesa, e fate scorrere nelle sue vene il sangue puro della contemplazione e dell’amore di Dio”.
Conclusa la Celebrazione dei Vespri, il Santo Padre ha avuto un incontro con la Comunità dei Certosini in refettorio, ha firmato il Libro d‘Oro dei visitatori illustri, quindi ha visitato una cella e l’infermeria della Certosa. Infine alle 20:00, è ripartito dall’aeroporto di Lamezia Terme alla volta di Roma.
PV-LAMEZIA TERME:SERRA SAN BRUNO VIS 20111010 (620)
Nessun commento:
Posta un commento