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lunedì 28 febbraio 2011

AIUTARE A CAPIRE E PARLARE IL NUOVO LINGUAGGIO DEI MEDIA

CITTA' DEL VATICANO, 28 FEB. 2011 (VIS). Benedetto XVI ha ricevuto a mezzogiorno i partecipanti alla riunione del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, che in questi giorni riflettono sul tema del linguaggio e delle nuove tecnologie.

 Il Papa ha sottolineato che "il pensiero e la relazione avvengono sempre nella modalità del linguaggio, inteso naturalmente in senso lato, non solo verbale". In questo senso ha affermato che "i nuovi linguaggi che si sviluppano nella comunicazione digitale determinano, tra l'altro, una capacità più intuitiva ed emotiva che analitica, orientano verso una diversa organizzazione logica del pensiero e del rapporto con la realtà, privilegiano spesso l'immagine e i collegamenti ipertestuali".

 "I rischi che si corrono, certo, sono sotto gli occhi di tutti: la perdita dell'interiorità, la superficialità nel vivere le relazioni, la fuga nell'emotività, il prevalere dell'opinione più convincente rispetto al desiderio di verità. E tuttavia essi sono la conseguenza di un'incapacità di vivere con pienezza e in maniera autentica il senso delle innovazioni. Ecco perché la riflessione sui linguaggi sviluppati dalle nuove tecnologie è urgente".

 Riferendosi alla "cultura digitale" e alle sfide che attendono la comunità ecclesiale e civile, il Santo Padre evidenzia che "non si tratta solamente di esprimere il messaggio evangelico nel linguaggio di oggi, ma occorre avere il coraggio di pensare in modo più profondo, come è avvenuto in altre epoche, il rapporto tra la fede, la vita della Chiesa e i mutamenti che l'uomo sta vivendo. Per questo ha aggiunto che per aiutare "a capire, interpretare e parlare il "nuovo linguaggio" dei media in funzione pastorale, in dialogo con il mondo contemporaneo, si deve domandare: quali sfide il cosiddetto "pensiero digitale" pone alla fede e alla teologia? Quali domande e richieste?".

 Sottolineando che "la cultura digitale pone nuove sfide alla nostra capacità di parlare e di ascoltare un linguaggio simbolico che parli della trascendenza, il Papa ha detto che "oggi siamo chiamati a scoprire, anche nella cultura digitale, simboli e metafore significative per le persone, che possano essere di aiuto nel parlare del Regno di Dio all'uomo contemporaneo".

 "L'appello ai valori spirituali - ha concluso - che permetterà di promuovere una comunicazione veramente umana: al di là di ogni facile entusiasmo o scetticismo, è una risposta alla chiamata impressa nella nostra natura di esseri creati a immagine e somiglianza del Dio della comunione. (...). Il contributo dei credenti allora potrà essere di aiuto per lo stesso mondo dei media, aprendo orizzonti di senso e di valore che la cultura digitale non è capace da sola di intravedere e rappresentare".
AC/                                                                                               VIS 20110228 (424)

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