CITTA' DEL VATICANO, 10 NOV. 2010 (VIS). Nella catechesi per l’Udienza Generale di oggi, tenutasi nell’Aula Paolo VI, Santo Padre ha ricordato il suo recente Viaggio Apostolico a Santiago de Compostela e a Barcelona. “Mi sono recato là” – ha detto il Papa – “per confermare nella fede i miei fratelli; l’ho fatto come testimone di Cristo Risorto, come seminatore della speranza che non delude e non inganna, perché ha la sua origine nell’infinito amore di Dio per tutti gli uomini”.
“Fin dalla cerimonia di benvenuto” a Santiago de Compostela, ha detto il Papa “ho potuto sperimentare l’affetto che le genti di Spagna nutrono verso il Successore di Pietro. (...) In quest’Anno Santo Compostelano, ho voluto farmi pellegrino insieme con quanti, numerosissimi, si sono recati a quel celebre Santuario”.
“Nell’imponente Cattedrale di Compostela, dando, con emozione, il tradizionale abbraccio al Santo, pensavo a come questo gesto di accoglienza e amicizia” – ha proseguito il Pontefice – “sia anche un modo di esprimere l’adesione alla sua parola e la partecipazione alla sua missione. Un segno forte della volontà di conformarsi al messaggio apostolico, il quale, da un lato, ci impegna ad essere fedeli custodi della Buona Novella che gli Apostoli hanno trasmesso, senza cedere alla tentazione di alterarla, sminuirla o piegarla ad altri interessi, e, dall’altro, trasforma ciascuno di noi in annunciatori instancabili della fede in Cristo, con la parola e la testimonianza della vita in tutti i campi della società”.
Il Papa ha presentato le sue riflessioni sul motivo che spinge tante persone ad abbandonare la vita quotidiana per intraprendere il Cammino di Santiago. “Nei momenti di smarrimento, di ricerca, di difficoltà, come pure nell’aspirazione a rafforzare la fede e a vivere in modo più coerente, i pellegrini a Compostela intraprendono un profondo itinerario di conversione a Cristo, che ha assunto in sé la debolezza, il peccato dell’umanità, le miserie del mondo, portandole dove il male non ha più potere, dove la luce del bene illumina ogni cosa. Si tratta di un popolo di silenziosi camminatori, provenienti da ogni parte del mondo, che riscoprono l’antica tradizione medioevale e cristiana del pellegrinaggio, attraversando borghi e città permeate di cattolicesimo”.
“È proprio la fede in Cristo che dà senso a Compostela, un luogo spiritualmente straordinario, che continua ad essere punto di riferimento per l’Europa di oggi (...). Conservare e rafforzare l’apertura al trascendente, così come un dialogo fecondo tra fede e ragione, tra politica e religione, tra economia ed etica, permetterà di costruire un’Europa che, fedele alle sue imprescindibili radici cristiane, possa rispondere pienamente alla propria vocazione (...). Perciò, certo delle immense possibilità del Continente europeo e fiducioso in un suo futuro di speranza” – ha detto il Pontefice – “ho invitato l’Europa ad aprirsi sempre più a Dio, favorendo così le prospettive di un autentico incontro, rispettoso e solidale, con le popolazioni e le civiltà degli altri Continenti”.
Nel rievocare la seconda tappa del Viaggio, Barcelona, dove ha presieduto la Dedicazione della chiesa della Sacra Famiglia, dichiarandola Basilica Minore, capolavoro dell’architetto Antoni Gaudí, il Santo Padre ha detto: “Nel contemplare la grandiosità e la bellezza di quell’edificio, che invita ad elevare lo sguardo e l’animo verso l’Alto, verso Dio, ricordavo le grandi costruzioni religiose, come le cattedrali del Medioevo, che hanno segnato profondamente la storia e la fisionomia delle principali Città europee”.
“Quella splendida opera - ricchissima di simbologia religiosa, (...) - quasi un’immensa scultura in pietra, (...) rinvia al vero santuario, il luogo del culto reale, il Cielo, dove Cristo è entrato per comparire al cospetto di Dio in nostro favore. Il geniale architetto, in quel magnifico tempio, ha saputo rappresentare mirabilmente il mistero della Chiesa, alla quale i fedeli sono incorporati con il Battesimo come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale”.
“La chiesa della Sacra Famiglia fu concepita e progettata da Gaudí come una grande catechesi su Gesù Cristo, come un canto di lode al Creatore. (...) La straordinaria capacità espressiva e simbolica delle forme e dei motivi artistici, come pure le innovative tecniche architettoniche e scultoree, evocano la Fonte suprema di ogni bellezza”, ha affermato il Papa. “Dal momento in cui accettò l’incarico della costruzione di quella chiesa, la sua vita fu segnata da un cambiamento profondo. Intraprese così un’intensa pratica di preghiera (...) avvertendo la necessità di prepararsi spiritualmente per riuscire ad esprimere nella realtà materiale il mistero insondabile di Dio”.
“A Barcellona” – ha proseguito il Pontefice – “ho visitato anche l’Opera del ‘Nen Déu’, (...) dove vengono curati, con professionalità e amore, bambini e giovani diversamente abili. Le loro vite sono preziose agli occhi di Dio e ci invitano costantemente ad uscire dal nostro egoismo”.
“Mentre ero a Barcellona” – ha ricordato ancora il Papa – “ho pregato intensamente per le famiglie, cellule vitali e speranza della società e della Chiesa. Ho ricordato anche coloro che soffrono, in particolare in questi momenti di serie difficoltà economiche. Ho tenuto presente, allo stesso tempo, i giovani – (...) - perché scoprano la bellezza, il valore e l’impegno del Matrimonio, in cui un uomo e una donna formano una famiglia, che con generosità accoglie la vita e la accompagna dal suo concepimento fino al suo termine naturale. Tutto quello che si fa per sostenere il matrimonio e la famiglia, per aiutare le persone più bisognose, tutto ciò che accresce la grandezza dell’uomo e la sua inviolabile dignità, contribuisce al perfezionamento della società. Nessuno sforzo è vano in questo senso”.
“Cari amici” – ha concluso il Pontefice – “rendo grazie a Dio per le giornate intense che ho trascorso a Santiago di Compostela e a Barcellona. Rinnovo il mio ringraziamento al Re e alla Regina di Spagna, ai Principi delle Asturie e a tutte le Autorità, (...) ai cari fratelli Arcivescovi di quelle due Chiese particolari e ai loro collaboratori, come pure a quanti si sono generosamente prodigati affinché la mia visita in quelle due meravigliose Città fosse fruttuosa. Sono stati giorni indimenticabili, che rimarranno impressi nel mio cuore!”.
Prima dell’Udienza Generale il Santo Padre ha ricevuto nella Basilica Vaticana un gruppo di fedeli di Carpineto Romano (Italia), venuti a Roma per ringraziare il Papa della sua visita del settembre scorso, in occasione del bicentenario della nascita di Papa Leone XIII.
Successivamente il Papa ha salutato i pellegrini provenienti dalla Repubblica Ceca venuti a Roma per ricambiare la visita del Papa nel loro Paese nel settembre 2009. “Prego il Signore” – ha detto il Papa – “di far fruttificare le grazie di quel viaggio, e auguro che il popolo cristiano della Repubblica Ceca, prosegua, con rinnovato slancio, a rendere dappertutto una coraggiosa testimonianza evangelica”.
AG/ VIS 20101110 (1060)
“Fin dalla cerimonia di benvenuto” a Santiago de Compostela, ha detto il Papa “ho potuto sperimentare l’affetto che le genti di Spagna nutrono verso il Successore di Pietro. (...) In quest’Anno Santo Compostelano, ho voluto farmi pellegrino insieme con quanti, numerosissimi, si sono recati a quel celebre Santuario”.
“Nell’imponente Cattedrale di Compostela, dando, con emozione, il tradizionale abbraccio al Santo, pensavo a come questo gesto di accoglienza e amicizia” – ha proseguito il Pontefice – “sia anche un modo di esprimere l’adesione alla sua parola e la partecipazione alla sua missione. Un segno forte della volontà di conformarsi al messaggio apostolico, il quale, da un lato, ci impegna ad essere fedeli custodi della Buona Novella che gli Apostoli hanno trasmesso, senza cedere alla tentazione di alterarla, sminuirla o piegarla ad altri interessi, e, dall’altro, trasforma ciascuno di noi in annunciatori instancabili della fede in Cristo, con la parola e la testimonianza della vita in tutti i campi della società”.
Il Papa ha presentato le sue riflessioni sul motivo che spinge tante persone ad abbandonare la vita quotidiana per intraprendere il Cammino di Santiago. “Nei momenti di smarrimento, di ricerca, di difficoltà, come pure nell’aspirazione a rafforzare la fede e a vivere in modo più coerente, i pellegrini a Compostela intraprendono un profondo itinerario di conversione a Cristo, che ha assunto in sé la debolezza, il peccato dell’umanità, le miserie del mondo, portandole dove il male non ha più potere, dove la luce del bene illumina ogni cosa. Si tratta di un popolo di silenziosi camminatori, provenienti da ogni parte del mondo, che riscoprono l’antica tradizione medioevale e cristiana del pellegrinaggio, attraversando borghi e città permeate di cattolicesimo”.
“È proprio la fede in Cristo che dà senso a Compostela, un luogo spiritualmente straordinario, che continua ad essere punto di riferimento per l’Europa di oggi (...). Conservare e rafforzare l’apertura al trascendente, così come un dialogo fecondo tra fede e ragione, tra politica e religione, tra economia ed etica, permetterà di costruire un’Europa che, fedele alle sue imprescindibili radici cristiane, possa rispondere pienamente alla propria vocazione (...). Perciò, certo delle immense possibilità del Continente europeo e fiducioso in un suo futuro di speranza” – ha detto il Pontefice – “ho invitato l’Europa ad aprirsi sempre più a Dio, favorendo così le prospettive di un autentico incontro, rispettoso e solidale, con le popolazioni e le civiltà degli altri Continenti”.
Nel rievocare la seconda tappa del Viaggio, Barcelona, dove ha presieduto la Dedicazione della chiesa della Sacra Famiglia, dichiarandola Basilica Minore, capolavoro dell’architetto Antoni Gaudí, il Santo Padre ha detto: “Nel contemplare la grandiosità e la bellezza di quell’edificio, che invita ad elevare lo sguardo e l’animo verso l’Alto, verso Dio, ricordavo le grandi costruzioni religiose, come le cattedrali del Medioevo, che hanno segnato profondamente la storia e la fisionomia delle principali Città europee”.
“Quella splendida opera - ricchissima di simbologia religiosa, (...) - quasi un’immensa scultura in pietra, (...) rinvia al vero santuario, il luogo del culto reale, il Cielo, dove Cristo è entrato per comparire al cospetto di Dio in nostro favore. Il geniale architetto, in quel magnifico tempio, ha saputo rappresentare mirabilmente il mistero della Chiesa, alla quale i fedeli sono incorporati con il Battesimo come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale”.
“La chiesa della Sacra Famiglia fu concepita e progettata da Gaudí come una grande catechesi su Gesù Cristo, come un canto di lode al Creatore. (...) La straordinaria capacità espressiva e simbolica delle forme e dei motivi artistici, come pure le innovative tecniche architettoniche e scultoree, evocano la Fonte suprema di ogni bellezza”, ha affermato il Papa. “Dal momento in cui accettò l’incarico della costruzione di quella chiesa, la sua vita fu segnata da un cambiamento profondo. Intraprese così un’intensa pratica di preghiera (...) avvertendo la necessità di prepararsi spiritualmente per riuscire ad esprimere nella realtà materiale il mistero insondabile di Dio”.
“A Barcellona” – ha proseguito il Pontefice – “ho visitato anche l’Opera del ‘Nen Déu’, (...) dove vengono curati, con professionalità e amore, bambini e giovani diversamente abili. Le loro vite sono preziose agli occhi di Dio e ci invitano costantemente ad uscire dal nostro egoismo”.
“Mentre ero a Barcellona” – ha ricordato ancora il Papa – “ho pregato intensamente per le famiglie, cellule vitali e speranza della società e della Chiesa. Ho ricordato anche coloro che soffrono, in particolare in questi momenti di serie difficoltà economiche. Ho tenuto presente, allo stesso tempo, i giovani – (...) - perché scoprano la bellezza, il valore e l’impegno del Matrimonio, in cui un uomo e una donna formano una famiglia, che con generosità accoglie la vita e la accompagna dal suo concepimento fino al suo termine naturale. Tutto quello che si fa per sostenere il matrimonio e la famiglia, per aiutare le persone più bisognose, tutto ciò che accresce la grandezza dell’uomo e la sua inviolabile dignità, contribuisce al perfezionamento della società. Nessuno sforzo è vano in questo senso”.
“Cari amici” – ha concluso il Pontefice – “rendo grazie a Dio per le giornate intense che ho trascorso a Santiago di Compostela e a Barcellona. Rinnovo il mio ringraziamento al Re e alla Regina di Spagna, ai Principi delle Asturie e a tutte le Autorità, (...) ai cari fratelli Arcivescovi di quelle due Chiese particolari e ai loro collaboratori, come pure a quanti si sono generosamente prodigati affinché la mia visita in quelle due meravigliose Città fosse fruttuosa. Sono stati giorni indimenticabili, che rimarranno impressi nel mio cuore!”.
Prima dell’Udienza Generale il Santo Padre ha ricevuto nella Basilica Vaticana un gruppo di fedeli di Carpineto Romano (Italia), venuti a Roma per ringraziare il Papa della sua visita del settembre scorso, in occasione del bicentenario della nascita di Papa Leone XIII.
Successivamente il Papa ha salutato i pellegrini provenienti dalla Repubblica Ceca venuti a Roma per ricambiare la visita del Papa nel loro Paese nel settembre 2009. “Prego il Signore” – ha detto il Papa – “di far fruttificare le grazie di quel viaggio, e auguro che il popolo cristiano della Repubblica Ceca, prosegua, con rinnovato slancio, a rendere dappertutto una coraggiosa testimonianza evangelica”.
AG/ VIS 20101110 (1060)
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