CITTA' DEL VATICANO, 1 OTT. 2010 (VIS). Il 29 settembre scorso, l’Arcivescovo Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati, è intervenuto alla LXV Sessione Ordinaria dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite in corso a New York. Nel suo discorso il Presule ha riaffermato che le Nazioni Unite “sono divenute un elemento insostituibile nella vita dei popoli e nella ricerca di un futuro migliore per tutti gli abitanti della Terra. Per questo l’O.N.U. è oggetto di grande attenzione da parte della Santa Sede e della Chiesa cattolica, come dimostrano le visite di Papa Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI”.
Nel suo intervento il Presule ha passato in rassegna una serie di “avvenimenti importanti relativi alla pace e alla sicurezza mondiale” verificatisi nel corso della sessantaquattresima sessione dell’Assemblea Generale.
L’Arcivescovo Mamberti ha citato fra gli altri, l’entrata in vigore del Trattato che vieta l’uso delle armi a grappolo, la conclusione positiva dell’Ottava Conferenza sul Trattato di non proliferazione delle armi nucleari e la riunione del Comitato preparatorio della Conferenza sul Trattato per il commercio di armi che “stabilisce le norme internazionali più severe possibili” sul trasferimento di armi convenzionali. Ha ricordato inoltre la firma del Trattato “New Start” fra gli Stati Uniti d’America e la Federazione Russa sull’ulteriore riduzione e limitazione delle armi strategiche offensive.
Il Segretario per i Rapporti con gli Stati ha sottolineato l’importanza delle missione delle forze di pace dell’O.N.U. e ha segnalato che la Commissione di consolidamento della pace “rimane fondamentale per ricomporre il tessuto sociale, giuridico ed economico distrutto dalla guerra e per evitare il ripetersi dei conflitti”.
Fra i gravi avvenimenti degli ultimi mesi l’Arcivescovo Mamberti ha citato le inondazioni in Pakistan le cui conseguenze “si aggiungono alle difficoltà causate dai conflitti che affliggono questa regione” ed ha affermato che alla risposta umanitaria “occorre associare uno sforzo di comprensione reciproca e di approfondimento delle cause delle ostilità”. Il Presule ha ribadito che: “Il dialogo sincero, la fiducia e la generosità di saper rinunciare agli interessi circoscritti e a breve termine, è la via per una soluzione duratura del conflitto fra lo Stato di Israele e i Palestinesi”. Questo stesso dialogo e la comprensione fra le diverse parti coinvolte è l’unica via per la risoluzione delle controversie nella penisola di Corea e nel Golfo Persico, per la riconciliazione in Iraq e in Myanmar, come pure per la soluzione di difficoltà etniche e culturali in Asia Centrale, nelle regione del Caucaso e per sedare le ricorrenti tensioni in Africa”.
“Nella maggioranza di questi conflitti” – ha affermato l’Arcivescovo Mamberti – “entra in gioco un importante elemento economico. Un miglioramento sostanziale delle condizioni di vita della popolazione palestinese e degli altri popoli che vivono situazioni di guerra civile e regionale, apporterà sicuramente un contributo essenziale affinché l’opposizione violenta si trasformi in un dialogo sereno e paziente”.
Gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio non saranno raggiunti, ha ammonito l’Arcivescovo Mamberti, senza “tener conto di due grandi imperativi morali. Da una parte è necessario che i Paesi ricchi ed emergenti realizzino pienamente i loro impegni di aiuto allo sviluppo e creino e facciano funzionare, immediatamente, un ambiente finanziario e commerciale nettamente favorevole ai Paesi più deboli”. A livello mondiale è necessaria “una attenzione risoluta ed efficace ai problemi dei rifugiati, delle persone espulse e delle grandi correnti migratorie”. Per lo sviluppo umano integrale occorre garantire “il rispetto della libertà religiosa (...) che è la pietra angolare di tutto l’edificio dei diritti umani”.
Infine il Presule ha fatto riferimento all’ultima sfida da affrontare: l’ambiente ed i cambiamenti climatici. L’Arcivescovo Mamberti ha auspicato che nella prossima sessione della Conferenza degli Stati membri si prenda “una decisione politica che renda più concreti i negoziati relativi ad un accordo giuridico vincolante. Al centro del dibattito, c’è l’organizzazione di un modello di sviluppo fondato su di un nuovo sistema energetico”, ma anche “la modificazione di comportamenti di consumo smodati ed irresponsabili (...) che sono la causa principale dell’aggressione alle risorse naturali”.
DELSS/ VIS 20101001 (660)
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