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lunedì 12 ottobre 2009

UNDICESIMA CONGREGAZIONE GENERALE


CITTA' DEL VATICANO, 12 OTT. 2009 (VIS). L'undicesima Congregazione Generale per l'Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi, si è tenuta questa mattina in presenza del Santo Padre e di 221 Padri Sinodali. Presidente Delegato di turno è stato il Cardinale Théodore-Adrien Sarr, Arcivescovo di Dakar (Denegale).

  Di seguito riportiamo estratti di alcuni interventi:

VESCOVO LOUIS NZALA KIANZA, DI POPOKABAKA (REPUBUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO. 'I gravi problemi della povertà, della miseria, la tragedia della fame, la mancanza di accesso alle medicine e ad altre necessità primarie che concernono la maggioranza dei paesi africani, esigono dalla nostre Chiese oggi un nuovo spirito di solidarietà, di comunione e di carità inventiva. Le Chiese africane devono essere più audaci ed attive per sviluppare strutture che possono iscrivere nella prassi ecclesiale questa solidarietà organica. (...) E' urgente realizzare la costituzione di fondo di solidarietà a livello diocesano, nazionale, regionale e continentale che possono essere gli strumenti appropriati per la costruzione di tali fondi.

ARCIVESCOVO ANTONIO MARIA VEGLIÓ, PRESIDENTE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA PASTORALE DEI MIGRANTI E DEGLI ITINERANTI (CITTÀ DEL VATICANO). "La crisi economica e i conflitti che colpiscono molti paesi del continente africano hanno dato luogo a preoccupanti sentimenti xenofobi nei confronti degli immigranti, trasformandoli in capro espiatori dei problemi politici ed economici interni. Per cui i politici migratori dagli Stati sono diventati molto rigidi per rendere difficile la permanenza e lo sviluppo di attività da parte dei migranti. In tale contento, il rispetto dei diritti umani, dei principi democratici e dello Stato di diritto, il buon governo, la profondità del dialogo politico e il rafforzamento della cooperazione internazionale, rappresentano le linee guida sulle quali si giudicano il presente e i futuro dell'Africa. La dimensione pastorale, in tale processo, non è di minore importanza. Solamente una autentica relazione di giustizia condurrà, di fatto, alla pace e da lì, la Chiesa in Africa potrà raccogliere le forze per essere al servizio della riconciliazione e dell'annuncio del Vangelo".

CARDINALE JOHN NJEU, ARCIVESCOVO DI NAIROBI, PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE (KENYA). "L'Africa continua ad avere sete di buon governo. Molti paesi in Africa continuano a dibattersi sotto il malgoverno (...) La Chiesa in Kenya e altrove in Africa ha continuato a impegnarsi per realizzare sistemi di governo con dei consigli che affrontino la giustizia attraverso il servizio al bene comune. Le lettere pastorali hanno continuamente affrontato il tema del malgoverno, che può essere definito il cancro dell'Africa. (...) La costituzione del Kenya e di altri paesi dell'Africa deve essere rivista per trattare i temi del buon governo, dei diritti umani, della riconciliazione e del processo di pace, che può essere realizzato solo attraverso sistemi giusti. (...) ciò che è evidente in Kenya e in Africa in generale è che alcuni leader preferirebbero mantenere delle costituzioni che danno loro un potere incontrollato, portando all'anarchia e alla dittatura. (...) La Chiesa in Kenya continua a ribadire l'urgenza di realizzare le riforme attraverso buoni sistemi di giustizia. (...) Pertanto, è urgente avere un programma di formazione per le persone al governo; formare politici validi e santi come agenti di buon governo; creare cappellanie per i politici; rafforzare i media cattolici per favorire la formazione morale di tutti; promuovere ovunque il ruolo profetico della Chiesa; provvedere in modo deciso alla formazione permanente di tutti gli agenti di evangelizzazione, compresi i politici, formazione basata su un solido catechismo e sulla Dottrina Sociale della Chiesa".

VESCOVO AUGUSTINE OBIORA AKUBEZE, DI UROMI (NIGERIA). "In tempi lontani i nostri antenati credevano nell'esistenza di stregoni e nel pericolo che rappresentavano per l'uomo e la società. (...) In contrasto con normali esseri umani gli stregoni concepiscono e causano i più orribili sfortuna nelle loro famiglie e comunità. I sospetti stregoni sono abbandonati, isolati, discriminati ed soggetti ad ostracismo da parte della comunità. Qualche volta sono portati nella foresta ed uccisi o messi in disgrazia pubblicamente ed assassinati. Qualche volta sospetti stregoni sono bagnati nell'acido e sepolti vivi. Alcune Chiese non aiutano, ci sono stati casi di Pentecostali che hanno incatenato e torturanti sospetti stregoni allo scopo di estorcere una confessione. Sfortunatamente, nelle famiglie e nelle chiese e moschee, in media e film, si a credere agli Africani che gli stregoni sono reale e la magia è efficace. (...) Così ci si chiede perché questa primitiva superstizione ha ancora il suo peso per tanti africani nel 21mo secolo. Per cui sentiamo che sia necessario presentare questo problema in questa Assemblea Sinodale per una dichiarazione specifica per guidare il nostro gregge".

ARCIVESCOVO JAIME EDRO GONCALVES, DI BEIRA (MOZAMBICO). "In Mozambico la Chiesa è stato intermediaria nelle conversazioni di riconciliazione per porre fine ad un a guerra civile che durava da 16 anni. E' stato firmato un accordo di pace e il paese è tranquillo. Bisogna approfondire e promuovere in Africa iniziative come quella. (...) La Chiese deve formare riconciliatori e pacificatori per la risoluzione di conflitti. (...) Perché nel mondo pontifico africano  recrudescenze della violenza, dittature che si ristabiliscono e persecuzioni politiche. Auspico un giubileo di riconciliazione per tutto il continente africano come risultato dell'impegno di tutti e a favore della riconciliazione".

VESCOVO THEOPHILE KABOY RUBONEKA, COADIUTURE DI GOMA (REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO). "I conflitti e le guerre hanno portato, particolarmente nella Repubblica Democratica del Congo, alla vittimizzazione e alla donna resa 'oggetto'. Su migliaia di donne sono state perpetrate, da tutti i gruppo armati, violenze sessuali in massa, come armi di guerra, in flagrante violazione delle disposizioni giuridiche internazionali. Partendo dalla nostra esperienza in corso nella Repubblica Democratica del Congo, per dare sollievo alle conseguenze e ai traumi subiti dalle donne e dai bambini, noi proponiamo: 1) lottare contro le violenza sessuali risalendo alla sua causa ultima che è la crisi dei governi (...) 2) la creazione di Case delle Donna e della giovane come centri di ascolto e compagnia per le donne che hanno subito violenza e sono traumatizzate. 3) Il coinvolgimento diretto della donna nella Commissione 'Giustizia e Pace' perché le donne promuovano la pace e lottino contro idee che le avviliscano. (...) 4) Formazione mediante la catechesi e l'alfabetizzazione delle donne affinché possano coprire adeguatamente il proprio ruolo, articolato in tre parti, quali: dignità e vocazione della donna; la donna come artigiano di pace e la donna come attrice del cambiamento sociale. 5) La messa a punto di strutture di promozione della donna".
SE/UNDICESIMA CONGREGAZIONE/...                        VIS 20091012 (730)


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