CITTA' DEL VATICANO, 13 OTT. 2009 (VIS). La Quattordicesima Congregazione Generale dell'Assemblea Speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi per la Relatio post disceptationem (Relazione dopo la discussione), si è tenuta questo pomeriggio alla presenza del Santo Padre. Presidente Delegato di turno é stato il Cardinale Francis Arinze, Prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Erano presenti 223 Padri.
Offriamo un ampio riassunto della "Relatio post disceptationem", letta dal Relatore Generale, il Cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, Arcivescovo di Cape Coast (Ghana).
IL COMPITO DELLA SECONDA ASSEMBLEA: DISGRAZIE O SFIDE PER L'AFRICA?
Fin dalla Prima Assemblea Speciale per l'Africa, sono stati registrati - sia nella Chiesa sia nella parte più ampia della società Africana - alcuni cambiamenti veramente positivi. Alcuni di questi positivi cambiamenti sono attribuibili direttamente agli effetti dello stesso Sinodo. Ciononostante, quindici anni dopo la conclusione della Prima Assemblea (...) permangono ancora alcune ombre all'interno della Chiesa e della società.
A proposito di queste "ombre", i Padri del Sinodo avevano richiamato alcune urgenze e alcune riflessioni in diverse sessioni della stessa assemblea. Così, a proposito delle:
Chiese locali:
I Padri del Sinodo avevano candidamente riconosciuto una inadeguata valorizzazione della donna e dei giovani nelle loro comunità locali e la loro povera formazione alla fede. Gli uomini politici, come altre persone con impegni nella società civile, non avevano sempre goduto di un accompagnamento e di una formazione che li rendesse capaci di una adeguata testimonianza della fede nella loro vita e nel loro lavoro. L=uso dei media avrebbe dovuto essere sviluppato attraverso il ricorso a stazioni Radio locali. La testimonianza della Chiesa, poi, era talvolta compromessa dalle difficoltà che alcuni operatori pastorali hanno nel vivere una vita fedele ai loro voti, alla loro vocazione e al loro stato di vita".
Ambito socio-culturale:
(...) Molti Padri sinodali hanno lamentato la sorte che la famiglia sta correndo in Africa (...) e hanno indicato che questa istituzione è sotto una seria minaccia di instabilità e dissoluzione a causa della povertà, dei conflitti, delle credenze e delle pratiche tradizionali (stregoneria), delle malattie, principalmente la malaria e l=HIV-AIDS. (...) Ma i Padri sinodali hanno anche richiamato aspri attacchi alla famiglia ed alla correlata fondamentale istituzione del matrimonio provenienti da ambienti esterni al mondo africano ed attribuibili a matrici diverse".
La donna, presentata alla Prima Assemblea Speciale per l=Africa come un "animale da soma", ha cominciato ad ottenere rilievo in alcuni paesi e ad avere ruoli da leader nel diritto, nella politica, nell'economia e nel mondo tecnologico. In alcune società, tuttavia, esse sono ancora "risorse sottosviluppate": subiscono una esclusione dai ruoli sociali, nelle eredità, nei luoghi di educazione e nei centri decisionali".
Merita poi una particolare menzione il problema della "migrazione", in rapporto alla attuale produzione di legislazioni dei Paesi occidentali che sembrano mirare a tener lontani gli Africani. La Assemblea ha invitato a considerare anche la questione della 'etnicità'. Quando questa sviluppa atteggiamenti di esclusione, allora distrugge le comunità vive, diventa intollerante verso altre culture e gruppi etnici, quasi una forma di razzismo".
Ambito socio-politico:
Lasciando da parte la solitaria menzione della stabilità politica del Senegal, del governo democratico del Sud-Africa e del crescente successo del governo democratico del Ghana, la più parte dei riferimenti alle politiche ed ai governi del continente aveva un tono molto critico per diverse ragioni. I Padri hanno proposto che le Chiese locali stabilissero cappellanie e che accompagnassero gli uomini politici con una formazione alla "Dottrina sociale della Chiesa".
Ambito socio-economico:
"Poveri" e "povertà" sono state due espressioni ricorrenti che i Padri sinodali hanno usato generalmente riguardo ai loro paesi, governi, popolazioni e chiese. La povertà della popolazione ha giustificato, in molti interventi, lo sviluppo di progetti da parte della Chiesa. (...) A livello di nazioni e di governi, l'Assemblea ha criticato l'incidenza della corruzione e la subornazione e di trattative per contratti di investimento, in particolare con industrie che estraggono risorse minerarie, che non portano profitti alla popolazione, ma causano conflitti e degrado ambientale".
L'industrializzazione è scarsa nella maggior parte dei Paesi Africani; e le loro economie sono basate sull'agricoltura sulla produzione di materie prime, (...) e necessitano il sostegno dai Governi stranieri, dalla Banca mondiale, e da fondi monetari internazionali per finanziare i loro bilanci e portare avanti progetti di sviluppo".
Si conviene che la Chiesa può vedere le attuali e persistenti ombre in Africa come sfide ed opportunità per crescere nell'intimità con il Signore. Le suddette sfide e quelle, molte di più, che sono state menzionate nell'Assemblea (es. l'ambiente, il traffico di armi, ecc.) ci invitano ad una vera conversione del cuore".
RAFFORZARE LA FEDE IN CRISTO
Una volta si è ricordato all'Assemblea che "un Sinodo dei Vescovi non può essere considerato come una sessione speciale delle Nazioni Unite per l'Africa, con le sue dichiarazioni pubbliche". Questa è stata una potente riscoperta per l'assemblea sinodale della sua prerogativa di Chiesa riunita e di assemblea di fede che in potere dello Spirito Santo professa la fede in Dio e in Cristo, Suo Figlio, e si riunisce per discernere la volontà di Dio e le direttive per la Sua famiglia in Africa".
"Allora i Padri sinodali in vario modo nei loro interventi hanno affermato la centralità di Cristo nel tema del Sinodo, e la necessità di accostarlo e viverlo incentrati in Cristo. (...) Allora tutte le forme di esperienza e di (pratica) concretizzazione del tema del Sinodo (riconciliazione, giustizia e pace) necessitano di essere "evangelizzate" dal Vangelo".
CRISTO NOSTRA RICONCILIAZIONE
È la nostra relazione con Dio e l'uno con l'altro, in Cristo, che richiede riconciliazione; e il suo scopo è di porre rimedio e ristabilire la comunione che fondano il legame con Dio e la nostra Figliolanza in Cristo, che il peccato minaccia e spezza".
I Padri sinodali hanno ascoltato testimonianze della summenzionata urgenza di riconciliazione dei nemici, e constatato quanto essa sia un atto di verità e amore misericordioso. La liturgia e il sacramento della Penitenza offrono momenti privilegiati per la loro celebrazione".
I Padri sinodali hanno enumerato anche diversi metodi tradizionali di riconciliazione, e si sono chiesti se elementi di questi riti tradizionali non potessero arricchire le forme di celebrazione dei Sacramenti nella Chiesa. Così facendo, non dovrebbe esserci confusione sull'efficacia della celebrazione; poiché, come è stato detto nell'assemblea, è "la buona novella del sangue prezioso di Cristo, dato per la redenzione del mondo intero che trasforma il calice della sofferenza delle moltissime vittime dei massacri nel continente". Ciò richiede una spiritualità, e non una strategia!".
CRISTO NOSTRA GIUSTIZIA
La Riconciliazione, come è stato affermato in Assemblea, è la restaurazione della giustizia e delle giuste esigenze di rapporti".
La giustizia (l'essere giusto) di Dio e il Suo Regno è una rivelazione di Dio, che è destinata ad essere la giustizia degli esseri umani. (...) È la rivelazione di Cristo, "che mentre eravamo ancora peccatori ha dato la vita per noi" a dimostrare l=amore di Dio per noi. È questa, pertanto, la rivelazione di Cristo come giustizia/essere giusto".
(...) La giustizia della diaconia cristiana e la giustizia del nostro vivere da cristiani nella Chiesa in Africa è la giustizia del regno; e la sua principale caratteristica è che è giustizia esercitata nell'amore e nella misericordia. (...) Il risarcimento non è il loro scopo principale. Essi mirano a risanare attraverso l'ammissione della colpa e il perdono".
CRISTO NOSTRA PACE
Pace è una delle parole la cui definizione (come "istruzione", come "sviluppo" e come "giustizia") è stata citata spesso dai Padri sinodali. (...) La "pace" che è Cristo non ha semplicemente un senso profano, in quanto assenza di conflitto, presenza di armonia nella casa ed all'interno della famiglia, sicurezza e prosperità individuale e pubblica (nazionale). La "pace" non è soltanto quando gli esseri umani e le loro società eseguono i rispettivi doveri e riconoscono i diritti delle altre persone e società"; e non è soltanto uno dei risultati di aver lavorato per la giustizia. La "pace" essenzialmente trascende gli sforzi del mondo e quelli umani. È una totalità determinata da Dio e conferita all'uomo/donna di giustizia".
(...) Ma a tali giusti portatori sulla terra della pace di Cristo dobbiamo anche ricordare, come abbiamo fatto con la "giustizia", che la "pace" è un'attività che va oltre la semplice giustizia e richiede l'amore. Deriva dalla comunione con Dio e punta al benessere dell'umanità".
DISCEPOLI, SERVITORI DELLA RICONCILIAZIONE, DELLA GIUSTIZIA E DELLA PACE
(...) Per rendere più forte questa sua missione di riconciliazione, di giustizia e di pace, la Chiesa-Famiglia di Dio in Africa deve prendere coscienza della sua identità, ripensare il suo modo di essere e di agire con attenzione alla verità ed nella fedeltà alla sua missione. I suoi membri devono riconciliarsi in essa e imitare Cristo-Servo. La comunione tra i pastori, la loro testimonianza di vita, le loro relazioni con i collaboratori ed il trattamento degli impiegati sono altrettanti ambiti da analizzare".
FAMIGLIA
(...) La grande stima dell'istituto familiare è rimarchevole in tutte le culture africane. (...) I Padri sinodali hanno chiaramente denunciato le ideologie ed i programmi internazionali che vengono imposti alle nostre nazioni sia con erronee motivazioni sia come condizionamenti in vista dell'aiuto per lo sviluppo. Sono dannosi per la famiglia. (...) Vi è poi l'urgenza di ridefinire la famiglia come "Chiesa domestica" e primo luogo di educazione all'amore, alla riconciliazione, alla giustizia e alla pace".
DIGNITÀ DELLA DONNA E SUO COMPITO AL SERVIZIO DELLA RICONCILIAZIONE, DELLA GIUSTIZIA E DELLA PACE
La donna è al servizio della vita e dell'educazione degli altri membri della famiglia ad essere veramente umani, ma viene bloccata nella manifestazione di questo compito dalla cultura tradizionale (mutilazioni genitali) e derisa dalla cultura della modernità (pornografia, prostituzione, violenze ed ogni sorta di umiliazione sociale).(...) La Chiesa-Famiglia di Dio è invitata a fare qualcosa contro le gravi ingiustizie perpetrate contro di loro. Esse hanno bisogno di essere riconosciute, nella società come nella Chiesa, come membri attivi impegnati nella vita della Chiesa. Il loro contributo allo sviluppo e alla salvaguardia della famiglia umana, anche in tempo di conflitti, deve essere riconosciuto e apprezzato nel suo giusto valore. (...) I Padri sinodali sono chiamati a riservare alle donne seria considerazione e attenzione e ad aver l'audacia di apprezzare le loro capacità, già dimostrate nella gestione della vita familiare. Loro sono capaci di adoperarsi ampiamente per la Chiesa. Di conseguenza, un'evangelizzazione profonda della cultura tradizionale le aiuterà a liberarsi da comportamenti e costumi contrari al vangelo ma sempre presenti in molte società".
IL SETTORE SOCIO-RELIGIOSO
La paura e l'incertezza caratterizzano la vita di fede in molte popolazioni africane (diffidenza, sospetto, autodifesa, aggressività, ciarlataneria, magia, occultismo e sincretismo). (...) I fedeli cattolici si imbattono nel richiamo delle sette a causa di eventuali problemi sociali e a motivo del loro desiderio di soluzioni rapide per le loro problematiche fisiche o psicologiche. (...) I Padri sinodali sono stati invitati da taluni di loro a riprendere in mano la prima catechesi per aiutare i fedeli a vivere la loro vita quotidiana coerentemente con la fede cristiana. Una spiritualità equilibrata può aiutare i cristiani a resistere alla pressione delle sette.
Nell'ambito di gravi ingiustizie subite (conflitti armati, violenze) i Padri sinodali hanno ascoltato testimonianze commoventi di persone che hanno fatto l'esperienza del perdono; ne è risultato che Giustizia- Perdono-Verità sono inseparabili. Le ingiustizie provocate non possono essere riparate se non riconoscendo e confessando il male. Il perdono domandato e accordato, dopo aver liberato la vittima e il carnefice, stabilisce una nuova, più forte relazione. Questa forza di amare e di perdonare è un dono di Dio.
(...) È allora urgente convincere i fedeli di Cristo che i legami fraterni stabiliti da Cristo con l'acqua del battesimo e con il suo sangue sono più forti di quelli biologici. (...) Di conseguenza la dignità del carattere sacro di ogni persona andrà riconosciuta e rispettata chiunque egli sia e comunque sia la situazione in cui essa si trova. (...) L'Eucaristia, sorgente e vertice della vita cristiana, dovrà essere il luogo della migliore espressione della riconciliazione e della pace . È il medesimo Corpo di Cristo che ci raccoglie ed il medesimo Sangue di Cristo che scorre nelle nostre vene.
(...) La doppia dimensione, personale e comunitaria, della celebrazione del sacramento della Riconciliazione dovrà venire fortemente sottolineata. La celebrazione comunitaria della Riconciliazione è, in certe occasioni, molto adatta per placare e guarire le ferite della società e delle famiglie devastate da situazioni di violenze, di conflitti e di guerre. Il peccato ha una dimensione sociale e la Riconciliazione deve quindi impegnare tutta la comunità.
LA MISSIONE PROFETICA DELLA CHIESA-FAMIGLIA DI DIO IN AFRICA
La Chiesa-Famiglia di Dio -per la sua natura, la sua coerente dottrina sociale, la sua ripartizione geografica e la sua preoccupazione dell'unico bene dell' uomo è più adatta di ogni altra organizzazione per affrontare le sfide della riconciliazione, della giustizia e della pace. (...) Per parlare di riconciliazione, di giustizia e di pace e per garantire un impegno più attento e coordinato, è necessario che i vescovi parlino con un'unica voce, attraverso la stessa conferenza episcopale (nazionale, regionale o continentale). Occorre dar vita ad una sinergia tra tutte le istituzioni ecclesiali (...) per discernere insieme tutti i diversi aspetti della vita e degli insegnamenti della Chiesa al servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace.
(...) Il disastro provocato dalla pandemia HIV/AIDS non è stato perso di vista dai Padri sinodali. (...) La missione della Chiesa-Famiglia di Dio in Africa di portare i cristiani a vivere secondo il vangelo di Cristo la impegna sia nello sforzo di ridurre la negativa visione sociale di queste persone infette sia a sostituire la violenza con la costruzione di ponti di riconciliazione, di giustizia e di pace. Occorre interpellare in proposito i poteri pubblici così da parlare in nome dei 'senza voce'. Un appello è stato indirizzato per una più grande sinergia e solidarietà perché, in Africa, i malati ricevano lo stesso trattamento che in Europa.
LAICI
I conflitti in Africa non possono non rimandarci alla recente storia (pericolo dell'acutizzazione dei nazionalismi e dei vari concetti sulle razze che sono anti-cristiani). I cristiani sono abbastanza numerosi nell'amministrazione pubblica, nella vita politica e nelle varie decisioni (parlamentari). Ma malgrado ciò, le leggi contrarie alla morale cristiana, pure riguardo alla sfera familiare, sono votate e approvate. (...) I Padri sinodali hanno riconosciuto che non basta formare i fedeli laici al leadership politico nei nostri paesi, ma bisogna pure accompagnarli nei loro impegni, per farli diventare responsabili del cambiamento nella società (buona gestione delle famiglie e dei responsabili sociali e società politiche).
MEZZI DI COMUNICAZIONE
L'aumento dei conflitti africani e la loro strumentalizzazione dai media costituiscono una sfida per la Chiesa - Famiglia di Dio in Africa. (...) La potenza dei mezzi di comunicazione possono servire alla diffusione della Buona Novella pure in un continente dove resta ancora presente una tradizione e una cultura orale.
Una buona formazione tecnica e religiosa dei comunicatori cattolici (soprattutto nella Dottrina Sociale della Chiesa) è fondamentale. (...) Un'attenzione particolare è da rivolgere ai giovani. Essi sono le prime vittime degli effetti distruttori della mondializzazione dei costumi dei sistemi dei valori.
IL CLERO
(...) È necessario redigere una ratio nationalis intitutionis sacerdotalis per favorire il discernimento, la formazione spirituale e affettiva adattata alle circostanze e alle persone. Questo discernimento rigoroso e la formazione spirituale e affettiva adattate alle situazioni li predisporranno a essere delle persone solidamente ancorate alle loro culture e fedeli agli insegnamenti della Chiesa.
LA VITA CONSACRATA
(...) I Padri sinodali sono chiamati ad aiutare la vita consacrata per perdurare nella missione profetica con l'appoggio nella realizzazione della missione "ad gentes" e a incoraggiare una testimonianza di comunione.
UNA SOLA CHIESA-FAMIGLIA DI DIO CON VARI VOLTI
La Chiesa-Famiglia di Dio, a nord e a sud del Sahara, ha una medesima missione di servizio. La Chiesa-Famiglia di Dio a nord del Sahara ha la stessa missione di servizio della Chiesa a sud del Sahara. Non è ancora intergrata nella Chiesa-Famiglia di Dio in Africa. È una Chiesa crocevia, con tanti sentieri che si incrociano, e tuttavia è chiamata ad essere la Chiesa della Pentecoste perché diventa una Chiesa multiculturale grazie all'importante presenza di studenti sud-sahariani. (...) Malgrado la sua costituzione di minoranza cristiana in mezzo a un ambiente mussulmano, la Chiesa mantiene un buon rapporto di dialogo con l'Islam ed è impegnata in diversi servizi della società: sociale, culturale ed educativo. I vescovi Padri sinodali di queste Chiese hanno chiamato i loro confratelli Vescovi ad andare all' incontro e al dialogo con altre religioni, senza complessi, superando paure e pesi del passato (p.e. rapporto fra mondo arabo e africa nera) e a stabilire delle relazioni di collaborazione con i musulmani di buona volontà e così riuscire a ridurre le tensioni.
CONCLUSIONE
Il compito del fedele laico è quello di essere il sale e la luce nella vita quotidiana, specialmente laddove è il solo a poter intervenire.<
(...) In questo Sinodo, è stata espressa variamente l' intenzione che la Chiesa-Famiglia di Dio in Africa deve essere trasformata dal di dentro e che essa deve trasformare il continente, le sue Isole e il mondo come sale e come luce. Essa prospetta una missione apostolica, che i suoi pastori e altri collaboratori pastorali hanno articolato in modo diverso in questa assemblea: Liberare la popolazione del continente da ogni paura; assicurare una conversione profonda e permanente e una solida formazione in ogni campo; dialogo a tutti i livelli, incluso l'ambiente; difesa di vari interessi e bisogni sociali, specialmente del posto della donna nella società, dell'educazione dei figli e della gioventù; migrazione e varie forme di movimento del popolo e ciò che richiede la nostra cura pastorale; sfida del ministero del cambiamento di attitudini e mentalità, perché si liberino dagli effetti di una passato di colonialismo, sfruttamento ecc; resistenza del continente e dei suoi popoli alle minacce della globalizzazione e alle esigenti sfide dell'etica globale, ingiuste condizioni commerciali, etnocentrismo, fondamentalismi, ecc.
Il simbolo polivalente del sale esprime le molteplici forme dell'esistenza pasquale, sotto cui la Chiesa-Famiglia di Dio in Africa deve servire la riconciliazione, la giustizia e la pace (e ora anche la verità, che questa assemblea ha strettamente collegato ad esse); e la luce del Vangelo ci guida.
SE/QUATTORDICESIMA CONGREGAZIONE/... VIS 20091014 (3000)
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