CITTA' DEL VATICANO, 13 MAG. 2009 (VIS). Questa mattina alle 8:45 (ora locale), il Santo Padre Benedetto XVI, lasciata la Delegazione Apostolica di Gerusalemme, si è recato al Palazzo Presidenziale dell'Autorità Palestinese a Betlemme, distante 10 chilometri. Il Papa ha passato il confine tra Israele e Territori Autonomi Palestinesi alla Porta della Tomba di Rachele.
I Territori Autonomi Palestinesi comprendono due entità geografiche separate da trenta chilometri di territorio israeliano, la Cisgiordania (o West Bank) che confina con Israele e Giordania, e la Striscia di Gaza confinante con Israele ed Egitto. L'entità è riconosciuta dall'ONU a seguito degli Accordi di Oslo (1993), fra Israele e l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP). I territori sono governati dall'Autorità Palestinese con sede a Ramallah, in Cisgiordania. Presidente è il Signor Mahmoud Abbas.
In base agli accordi di Oslo, dal 1995 Betlemme fa parte dei Territori Autonomi Palestinesi. Il Palazzo Presidenziale dove è stato accolto il Papa fu fatto costruire dal defunto Yasser Arafat, Presidente dell'OLP e primo Presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese.
Alle 9:00 Benedetto XVI è arrivato alla Piazza del Palazzo Presidenziale dove è stato accolto dall'attuale Presidente Mahmoud Abbas.
"Il mio pellegrinaggio nelle terre della Bibbia" - ha detto il Papa nel suo discorso - "non sarebbe stato completo senza una visita a Betlemme, la Città di Davide e il luogo di nascita di Gesù Cristo. Né avrei potuto venire in Terra Santa senza accettare il gentile invito del Presidente Abbas a visitare questi Territori per salutare il popolo Palestinese".
"So quanto avete sofferto e continuate a soffrire" - ha detto il Papa - "a causa delle agitazioni che hanno afflitto questa terra per decine di anni. Il mio cuore si volge a tutte le famiglie che sono rimaste senza casa. (...) A quelli fra voi che piangono la perdita di familiari e di loro cari nelle ostilità, particolarmente nel recente conflitto di Gaza, offro l'assicurazione della più profonda compartecipazione e del frequente ricordo nella preghiera. In effetti, io prendo con me tutti voi nelle mie preghiere quotidiane, ed imploro ardentemente l'Eccelso per la pace, una pace giusta e durevole, nei territori Palestinesi e in tutta la regione".
"Signor Presidente, la Santa Sede appoggia il diritto del Suo popolo ad una sovrana patria Palestinese nella terra dei vostri antenati, sicura e in pace con i suoi vicini, entro confini internazionalmente riconosciuti. Anche se al presente questo obiettivo sembra lontano dall'essere realizzato, io incoraggio Lei e tutto il Suo popolo a tenere viva la fiamma della speranza, speranza che si possa trovare una via di incontro tra le legittime aspirazioni tanto degli Israeliani quanto dei Palestinesi alla pace e alla stabilità".
Nel ricordare le parole di Papa Giovanni Paolo II, "non vi può essere 'pace senza giustizia, né giustizia senza perdono'" - Benedetto XVI ha esclamato: "Supplico tutte le parti coinvolte in questo conflitto di vecchia data ad accantonare qualsiasi rancore e contrasto che ancora si frapponga sulla via della riconciliazione, per arrivare a tutti ugualmente con generosità e compassione, senza discriminazione. Una coesistenza giusta e pacifica fra i popoli del Medio Oriente può essere realizzata solamente con uno spirito di cooperazione e mutuo rispetto, in cui i diritti e la dignità di tutti siano riconosciuti e rispettati".
"Chiedo a tutti voi, chiedo ai vostri capi, di riprendere con rinnovato impegno ad operare per questi obiettivi. In particolare, chiedo alla Comunità internazionale di usare della sua influenza in favore di una soluzione".
"E' mia ardente speranza" - ha detto ancora il Papa - "che i gravi problemi riguardanti la sicurezza in Israele e nei Territori Palestinesi vengano presto decisamente alleggeriti così da permettere una maggiore libertà di movimento, con speciale riguardo per i contatti tra familiari e per l'accesso ai luoghi santi. I Palestinesi, così come ogni altro popolo, hanno un naturale diritto a sposarsi, a formarsi una famiglia e avere accesso al lavoro, all'educazione e all'assistenza sanitaria".
"Prego anche perché, con l'assistenza della Comunità internazionale" - ha sottolineato il Pontefice - "il lavoro di ricostruzione possa procedere rapidamente dovunque case, scuole od ospedali siano stati danneggiati o distrutti, specialmente durante il recente conflitto in Gaza. Questo è essenziale affinché il popolo di questa terra possa vivere in condizioni che favoriscano pace durevole e benessere. Una stabile infrastruttura offrirà ai vostri giovani opportunità migliori per acquisire valide specializzazioni e per ottenere impieghi remunerativi, abilitandoli a svolgere la loro parte nella promozione della vita delle vostre comunità".
"Rivolgo questo appello ai tanti giovani presenti oggi nei Territori Palestinesi: non permettete che le perdite di vite e le distruzioni, delle quali siete stati testimoni suscitino amarezze o risentimento nei vostri cuori. Abbiate il coraggio di resistere ad ogni tentazione che possiate provare di ricorrere ad atti di violenza o di terrorismo. Al contrario, fate in modo che quanto avete sperimentato rinnovi la vostra determinazione a costruire la pace. Fate in modo che ciò vi riempia di un profondo desiderio di offrire un durevole contributo per il futuro della Palestina, così che essa possa avere il suo giusto posto nello scenario del mondo. Che ciò ispiri in voi sentimenti di compassione per tutti coloro che soffrono, impegno per la riconciliazione ed una ferma fiducia nella possibilità di un più luminoso futuro".
Al termine della cerimonia di benvenuto, il Santo Padre si è recato in autovettura alla Piazza della Mangiatoia per celebrare la Santa Messa.
PV-TERRITORI PALESTINESI/BENVENUTO/BETLEMME VIS 20090513 (900)
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