CITTA' DEL VATICANO, 24 MAG. 2009 (VIS). Nel pomeriggio di oggi, alle 16:30, Papa Benedetto XVI ha incontrato la Comunità Monastica di Montecassino ed alcuni organizzatori della Visita. Processionalmente, al canto delle "Laudes regiae", il Santo Padre ha raggiunto la Basilica per la Celebrazione dei Vespri.
La cerimonia ha avuto inizio alle 17:00, con la partecipazione di Abati, Abadesse, e delle Comunità di Monaci e Monache Benedettini. Dopo il saluto dell'Abate Ordinario di Montecassino, Dom Pietro Vittorelli, Papa Benedetto XVI ha tenuto l'omelia.
"Quasi a conclusione dell'odierna mia visita, mi è particolarmente gradito sostare in questo luogo sacro, in questa Abbazia, quattro volte distrutta e ricostruita" - ha ricordato il Papa - " l'ultima volta dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale di 65 anni fa. 'Succisa virescit': le parole del suo nuovo stemma ne indicano bene la storia. Montecassino, come secolare quercia piantata da san Benedetto, è stata 'sfrondata' dalla violenza della guerra, ma è risorta più vigorosa".
"Non vivere più per se stessi, ma per Cristo: ecco ciò che dà senso pieno alla vita di chi si lascia conquistare da Lui. Lo manifesta chiaramente la vicenda umana e spirituale di San Benedetto, che, abbandonato tutto, si pose alla fedele sequela di Gesù. Incarnando nella propria esistenza il Vangelo, è diventato iniziatore d'un vasto movimento di rinascita spirituale e culturale in Occidente".
"Vorrei qui fare cenno a un evento straordinario della sua vita, di cui riferisce il biografo San Gregorio Magno e a voi certamente ben noto. Si potrebbe quasi dire che anche il santo Patriarca fu 'elevato in alto' in una indescrivibile esperienza mistica. (...) San Benedetto" - ha spiegato il Pontefice - "ricevette questo dono divino non certo per soddisfare la sua curiosità intellettuale, ma piuttosto perché il carisma di cui Iddio lo aveva dotato avesse la capacità di riprodurre nel monastero la vita stessa del cielo e ristabilirvi l'armonia del creato mediante la contemplazione e il lavoro".
"Giustamente, pertanto, la Chiesa lo venera come 'eminente maestro di vita monastica' e 'dottore di sapienza spirituale nell'amore alla preghiera e al lavoro' (...) Benedetto fu esempio luminoso di santità e indicò ai monaci come unico grande ideale Cristo; fu maestro di civiltà che, proponendo un'equilibrata ed adeguata visione delle esigenze divine e delle finalità ultime dell'uomo, tenne sempre ben presenti anche le necessità e le ragioni del cuore, per insegnare e suscitare una fraternità autentica e costante, perché nel complesso dei rapporti sociali non si perdesse di mira un'unità di spirito capace di costruire ed alimentare sempre la pace".
"Non a caso è la parola 'Pax' ad accogliere i pellegrini e i visitatori alle porte di questa Abbazia, ricostruita dopo l'immane disastro del secondo conflitto mondiale; essa si eleva come silenzioso monito a rigettare ogni forma di violenza per costruire la pace: nelle famiglie, nelle comunità, tra i popoli e nell'intera umanità".
"Alla sua scuola i monasteri sono diventati, nel corso dei secoli, fervidi centri di dialogo, di incontro e di benefica fusione tra genti diverse, unificate dalla cultura evangelica della pace. I monaci hanno saputo insegnare con la parola e con l'esempio l'arte della pace attuando in modo concreto i tre 'vincoli' che Benedetto indica come necessari per conservare l'unità dello Spirito tra gli uomini: la Croce, che è la legge stessa di Cristo; il libro e cioè la cultura; e l'aratro, che indica il lavoro, la signoria sulla materia e sul tempo".
"Grazie all'attività dei monasteri, articolata nel triplice impegno quotidiano della preghiera, dello studio e del lavoro" - ha ribadito il Santo Padre - "interi popoli del continente europeo hanno conosciuto un autentico riscatto e un benefico sviluppo morale, spirituale e culturale, educandosi al senso della continuità con il passato, all'azione concreta per il bene comune, all'apertura verso Dio e la dimensione trascendente. Preghiamo perché l'Europa sappia sempre valorizzare questo patrimonio di principi e di ideali cristiani che costituisce un'immensa ricchezza culturale e spirituale".
"Ciò è possibile però" - ha concluso il Pontefice - "soltanto se si accoglie il costante insegnamento di San Benedetto, ossia il 'quaerere Deum', cercare Dio, come fondamentale impegno dell'uomo. L'essere umano non realizza appieno sé stesso, non può essere veramente felice senza Dio. (...) Da questo luogo, dove riposano le sue spoglie mortali, il Santo Patrono d'Europa continua ad invitare tutti a proseguire la sua opera di evangelizzazione e di promozione umana".
Al termine della Celebrazione dei Vespri, il Santo Padre si è recato al Sepolcro dei Santi Benedetto e Scolastica, dietro l'altare maggiore della Basilica, per venerarne le Reliquie.
PV-ITALIA/VESPRI/MONTECASSINO VIS 20090525 (750)
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