CITTA' DEL VATICANO, 13 DIC. 2008 (VIS). Alle 10:45 di questa mattina, il Santo Padre si è recato in visita all'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede, dove è giunto alle 11:00.
Il Papa ha salutato i dipendenti dell'Ambasciata e i familiari nella Cappella di San Carlo Borromeo, appena restaurata, ricordando che il Santo, che ricevette in dono dallo zio, Papa Pio IV, il palazzo dove ha sede l'Ambasciata, collaborò attivamente con questo Pontefice nel governo della Chiesa.
"Dalla sua biografia" - ha detto ancora Benedetto XVI - "emerge con chiarezza lo zelo con cui espletò il suo ministero episcopale, promuovendo la riforma della Chiesa secondo lo Spirito del Concilio di Trento, alle cui direttive dette esemplare attuazione, mostrando una vicinanza costante alle popolazioni, specialmente durante gli anni della peste, sì da essere chiamato, proprio per questa sua generosa dedicazione, 'Angelo degli appestati'".
"La vicenda umana e spirituale di San Carlo Borromeo mostra come la grazia divina possa trasformare il cuore dell'uomo e renderlo capace di un amore per i fratelli spinto fino al sacrificio di sé".
Dopo la benedizione ai presenti, lasciata la Cappella, il Santo Padre, accompagnato dal Ministro degli Affari Esteri d'Italia e dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha incontrato i Rappresentanti del Corpo Diplomatico presso la Santa Sede.
Lo storico Palazzo, ha ricordato ancora Benedetto XVI - "ha ricevuto la visita di tre miei Predecessori i Servi di Dio Pio XII, Paolo VI e Giovanni Paolo II. "Basterebbe da sola la singolare attenzione mostrata dai Pontefici a questa Sede diplomatica" - ha detto il Papa - "per segnalare il riconoscimento dell'importante ruolo che ha svolto e svolge l'Ambasciata d'Italia negli intensi e particolari rapporti che intercorrono fra la Santa Sede e la Repubblica Italiana, come pure nelle relazioni di mutua collaborazione fra la Chiesa e lo Stato in Italia".
Facendo riferimento ai Patti Lateranensi che regolano i rapporti fra Stato e Chiesa dei quali si celebrerà l'80° anniversario l'11 febbraio prossimo, il Papa ha detto: "Si tratta di un'intesa quanto mai importante e significativa nell'attuale situazione mondiale, nella quale il perdurare di conflitti e di tensioni tra popoli rende sempre più necessaria una collaborazione tra tutti coloro che condividono gli stessi ideali di giustizia, di solidarietà e di pace".
"Questa breve visita mi è propizia per ribadire come la Chiesa sia ben consapevole che 'alla struttura fondamentale del cristianesimo appartiene le distinzione tra ciò che è di Cesare e ciò che è di Dio, cioè la distinzione tra Stato e Chiesa'. Tale distinzione e tale autonomia non solo la Chiesa le riconosce e rispetta, ma di esse si rallegra, come di un grande progresso dell'umanità e di una condizione fondamentale per la sua stessa libertà e l'adempimento della sua universale missione di salvezza tra tutti i popoli".
"In pari tempo, però" - ha concluso il Pontefice- "la Chiesa sente come suo compito, seguendo i dettami della propria dottrina sociale, argomentata 'a partire da ciò che è conforme alla natura di ogni essere umano', di risvegliare nella società le forze morali e spirituali, contribuendo ad aprire le volontà alle autentiche esigenze del bene. Perciò, richiamando il valore che hanno per la vita non solo privata ma anche e soprattutto pubblica alcuni fondamentali principi etici, di fatto la Chiesa contribuisce a garantire e promuovere la dignità della persona e il bene comune della società, ed in questo senso si realizza l'auspicata vera e propria cooperazione tra Stato e Chiesa".
Conclusa la visita il Papa è rientrato in Vaticano poco dopo le 12:15.
BXVI-VISITA/AMBASCIATA D'ITALIA/... VIS 20081215 (590)
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