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mercoledì 5 novembre 2008

UDIENZA GENERALE: RISURREZIONE CHIAVE CRISTOLOGIA PAOLINA


CITTA' DEL VATICANO, 5 NOV. 2008 (VIS).- Benedetto XVI, proseguendo la sua catechesi sulla cristologia paolina, si è soffermato oggi sull'importanza che l'apostolo da alla risurrezione di Gesù, come è evidente già nella Prima Lettera ai Corinzi.

 Il Papa ha spiegato che nella risurrezione "sta la soluzione del problema posto dal dramma della Croce. Da sola la Croce non potrebbe spiegare la fede cristiana. (...) Il mistero pasquale consiste nel fatto che quel Crocifisso "è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture". (...) Sta qui la chiave di volta della cristologia paolina: tutto ruota intorno a questo centro gravitazionale. (...) Colui che è stato crocifisso, e che ha così manifestato l'immenso amore di Dio per l'uomo, è risorto ed è vivo in mezzo a noi".

 Tuttavia, "l'originalità della cristologia di San Paolo non entra mai in contraddizione con la fedeltà alla tradizione. Il kerygma degli Apostoli presiede sempre alla personale rielaborazione di Paolo; ogni sua argomentazione muove dalla tradizione comune in cui si esprime la fede di tutte le Chiese, che sono una sola Chiesa. E così san Paolo offre un modello per tutti i tempi sul come fare teologia (...). Il teologo, il predicatore non crea nuove visioni del mondo e della vita ma è al servizio della verità trasmessa, al servizio del fatto reale di Cristo, della Croce, della risurrezione. Il suo compito è aiutarci a comprendere oggi, dietro le antiche parole, la realtà del "Dio con noi", quindi la realtà della vera vita".

 "San Paolo, nell'annunciare la risurrezione - ha poi detto il Santo Padre - non si preoccupa di presentarne un'esposizione dottrinale organica: (...) affronta il tema rispondendo a dubbi e domande concrete che gli venivano proposte dai fedeli (...). Si concentra sull'essenziale: noi siamo stati 'giustificati', cioè resi giusti, salvati, dal Cristo morto e risorto per noi. Emerge innanzitutto il fatto della risurrezione, senza il quale la vita cristiana sarebbe semplicemente assurda".

 "In quel mattino di Pasqua avvenne qualcosa di straordinario e, al tempo stesso, di molto concreto, contrassegnato da segni ben precisi, registrati da numerosi testimoni. Anche per Paolo, come per gli altri autori del Nuovo Testamento, la risurrezione è legata alla testimonianza di chi ha fatto un'esperienza diretta del Risorto. Si tratta di vedere e di sentire non solo con gli occhi o con i sensi, ma anche con una luce interiore che spinge a riconoscere ciò che i sensi esterni attestano come dato oggettivo. Paolo da (...) fondamentale importanza al tema delle apparizioni, le quali sono condizione per la fede nel Risorto (...). Si costituisce così quella catena della tradizione, che attraverso la testimonianza degli Apostoli e dei primi discepoli, giungerà alle generazioni successive fino a noi".

 "Il primo modo di esprimere questa testimonianza - ha segnalato il Pontefice - è predicare la risurrezione di Cristo come sintesi dell'annuncio evangelico e come punto culminante di un itinerario salvifico. Per l'Apostolo la risurrezione assume un'importanza capitale perché "consiste nel fatto che Gesù, elevato dall'umiltà della sua esistenza terrena, viene costituito Figlio di Dio con potenza".

 "Con la risurrezione comincia l'annuncio del Vangelo di Cristo a tutti i popoli, comincia il Regno di Cristo (...) il cui potere non è altro che quello della verità e dell'amore. La risurrezione rivela definitivamente l'identità (...) e la dignità incomparabile e altissima del Crocifisso: Gesù è Dio (...) Signore dei morti e dei vivi."

 "La teologia della croce non è una teoria - ha sottolineato Benedetto XVI - è la realtà della vita cristiana. Vivere nella fede in Gesù Cristo, vivere la verità e l'amore implica rinunce ogni giorno, implica sofferenze. Il cristianesimo non è il cammino della comodità, bensì è una scalata esigente, illuminata dalla luce di Cristo e dalla sua grande speranza."

 "In sintesi (...) il vero credente ottiene la salvezza professando con la sua bocca che Gesù è il Signore e credendo con il suo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti. In questo modo, il cristiano si inserisce in quel processo grazie al quale il primo Adamo, terrestre e soggetto alla corruzione, va trasformandosi nell'ultimo Adamo, celeste e incorruttibile. Questo processo è stato avviato con la risurrezione di Cristo nella quale pertanto si fonda la nostra speranza di entrare anche noi con Cristo nella nostra patria che è nei Cieli."
AG/SAN PAOLO/...                                                               VIS 20081105 (700)


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