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lunedì 6 ottobre 2008

PRIMA CONGREGAZIONE GENERALE


CITTA' DEL VATICANO, 6 OTT. 2008 (VIS). Questa mattina nell'Aula del Sinodo si è tenuta la Prima Congregazione Generale della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, presieduta dal Santo Padre, alla quale erano presenti 244 Padri Sinodali.

  Il Santo Padre Benedetto XVI ha offerto una breve meditazione ed ha affermato: "Alla fine del Sermone della Montagna il Signore ci parla delle due possibilità di costruire la casa della propria vita: sulla sabbia e sulla roccia. Sulla sabbia costruisce chi costruisce solo sulle cose visibili e tangibili, sul successo, sulla carriera, sui soldi. Apparentemente queste sono le vere realtà. Ma tutto questo un giorno passerà. Lo vediamo adesso nel crollo delle grandi banche: questi soldi scompaiono, sono niente. E così tutte queste cose, che sembrano la vera realtà sulla quale contare, sono realtà di secondo ordine. Chi costruisce la sua vita su queste realtà, sulla materia, sul successo, su tutto quello che appare, costruisce sulla sabbia. Solo la Parola di Dio è fondamento di tutta la realtà, è stabile, come il cielo e più che il cielo, è la realtà. Quindi dobbiamo cambiare il nostro concetto di realismo. Realista è chi riconosce nella Parola di Dio, in questa realtà apparentemente così debole, il fondamento di tutto".

  Il Presidente Delegato di turno, Cardinale William Joseph Levada, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha rivolto ai convenuti brevi parole all'inizio della sessione mattutina.

  Successivamente, il Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, Arcivescovo Nikola Eterovic, ha informato i presenti sull'attività del Consiglio della Segreteria Generale nel periodo trascorso dalla precedente Assemblea e sulla preparazione dell'attuale Sinodo.

  Il Cardinale Marc Ouellet, P.S.S., Arcivescovo di Québec (Canada), Relatore Generale del Sinodo, ha dato lettura della "Relatio ante disceptationem". Di seguito riportiamo alcuni estratti del suo intervento:

  "Siamo riuniti nella XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi" - ha esordito il Cardinale Ouellet - "per ascoltare ciò che lo Spirito dice alle Chiese oggi a  proposito de' 'la Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa'. (...) L'obiettivo del  Sinodo è prevalentemente pastorale e missionario e consiste nell'ascoltare insieme la Parola di Dio per discernere come lo Spirito e la Chiesa aspirano a rispondere al dono del Verbo incarnato mediante l'amore per le Sacre Scritture e l'annuncio del Regno di Dio a tutta l'umanità ".

  "Il Sinodo proporrà delle linee guida pastorali per 'rafforzare la pratica di incontro con la Parola di Dio come fonte di vita', facendo il punto sulla ricezione del Concilio Vaticano II sulla Parola di Dio e il suo legame con il rinnovamento ecclesiologico, l'ecumenismo e il dialogo con le nazioni e con le religioni ".

  "(…) Grazie alla visione trinitaria e cristocentrica del Concilio Vaticano II, la Chiesa ha rinnovato la consapevolezza del suo mistero e della sua missione. (…) Infatti, la Costituzione dogmatica 'Dei Verbum' ha segnato una vera svolta nel modo di affrontare la Rivelazione divina. Invece di privilegiare come in precedenza la dimensione noetica delle verità da credere, i Padri conciliari hanno messo l'accento sulla dimensione dinamica e dialogale della Rivelazione come autocomunicazione personale di Dio. Hanno così gettato le basi di un incontro e di un dialogo più vivo tra Dio che chiama e il suo popolo che risponde ".

  "Questa svolta è stata ampiamente accolta come un fatto decisivo da teologi, esegeti e pastori. Tuttavia, è stato in gran parte riconosciuto che la Costituzione 'Dei Verbum' non è stata sufficientemente recepita e che la svolta che ha inaugurato non ha dato ancora i frutti sperati e attesi nella vita e nella missione della Chiesa. Pur tenendo conto dei progressi fatti, occorre interrogarsi sul perchè il modello della comunicazione personale, non è penetrato maggiormente nella coscienza della Chiesa, nella sua preghiera, nelle sue pratiche pastorali nonché nei metodi teologici ed esegetici. Il Sinodo deve proporre soluzioni concrete per colmare le lacune e porre rimedio all'ignoranza delle Scritture che si aggiunge alle difficoltà attuali dell'evangelizzazione ".

  "Riconosciamo che effettivamente l'esperienza della fede e lo slancio missionario dei cristiani sono profondamente colpiti da diversi fenomeni socioculturali quali la secolarizzazione, il pluralismo religioso, la globalizzazione e la grande diffusione dei mezzi di comunicazione, con le loro molteplici conseguenze, quali il divario crescente tra ricchi e poveri, il pullulare di sette esoteriche, le minacce alla pace, senza dimenticare gli attacchi contro la vita umana e la famiglia ".
 
  "A questi fenomeni socioculturali, si aggiungono le difficoltà interne della Chiesa riguardanti la trasmissione della fede nella famiglia, le carenze della formazione catechetica, le tensioni tra il Magistero ecclesiale e la teologia univesitaria, la crisi interna dell'esegesi e il suo legame con la teologia, e più in generale 'una certa separazione degli studiosi dai Pastori e dalla gente semplice delle comunità cristiane' ".
  "Il Sinodo deve far fronte alla grande sfida della trasmissione della fede nella Parola di Dio oggi. In un mondo pluralista, caratterizzato dal relativismo e dall'esoterismo, la nozione stessa di Rivelazione interpella e richiede dei chiarimenti ".

   "'Convocatio, communio, missio'. Attorno a queste tre parole chiave che traducono la triplice dimensione, dinamica, personale e dialogale, della Rivelazione cristiana, esporremo la struttura tematica dell' 'Instrumentum Laboris'. La Parola di Dio chiama, mette in comunione con il disegno di Dio mediante l'obbedienza della fede e spinge il popolo eletto verso le nazioni. Questa Parola d'Alleanza culmina in Maria che accoglie nella fede il Verbo incarnato, il Desiderato dalle nazioni. Riprenderemo le tre dimensioni della Parola di Alleanza come lo Spirito Santo le ha incarnate nella storia della salvezza, le Sacre Scritture e la Tradizione ecclesiale ".

   Riferendosi all'identità della Parola di Dio, il Cardinale Ouellet ha affermato che: "Il Dio della Rivelazione è un Dio che parla, un Dio che è lui stesso Parola e che si fa conoscere all'umanità in diversi modi. Grazie alla Bibbia, l'umanità sa di essere interpellata da Dio; lo Spirito le permette di ascoltare e accogliere la Parola di Dio, divenendo così l'Ecclesia, la comunità riunita dalla Parola. Questa comunità credente riceve la propria identità e la propria missione dalla Parola di Dio che la fonda, la nutre e la impegna al servizio del Regno di Dio ".
 
  "La Parola di Dio di cui la Scrittura è testimonianza riveste di conseguenza differenti forme e racchiude diversi livelli di significato. Essa designa Dio stesso che parla, il suo Verbo divino, il suo Verbo creatore e salvatore, e infine il suo Verbo incarnato in Gesù Cristo, 'il mediatore e la pienezza di tutta intera la Rivelazione'".

  " (…) Insomma, la Parola di Dio scritta o tramandata è una parola dialogale e allo stesso tempo trinitaria. Essa si offre all'uomo in Gesù Cristo per introdurlo nella comunione trinitaria e trovarvi la propria piena identità. (…) Dio parla e, così, l'uomo è costituito come un essere interpellato. (…) È importante avere presente questa dimensione antropologica della Rivelazione, poiché essa attualmente riveste un ruolo molto importante nell'ermeneutica dei testi biblici. Il Concilio Vaticano II ha ridefinito l'identità dialogale dell'uomo a partire dalla Parola di Dio in Cristo ".

  "A livello pastorale, non dovremmo forse verificare se questa teoantropologia dialogale e filiale fondata su Cristo occupa il posto che le spetta nella Liturgia, nella catechesi e nell'insegnamento teologico? ".

  Riferendosi alla Beata Vergine Maria, il Cardinale afferma : "Una donna, Maria, adempie perfettamente la vocazione divina dell'umanità mediante il suo 'sì' alla Parola di Alleanza e alla propria missione. Con la sua maternità divina e la sua maternità spirituale, Maria appare come il modello e la forma permanente della Chiesa, come la prima Chiesa.  Fermiamoci alla figura-chiave di Maria fra l'antica e la nuova Alleanza che compie il passaggio dalla fede d'Israele alla fede della Chiesa. Contempliamo la narrazione dell'Annunciazione, origine e modello insuperabile dell'auto-comunicazione di Dio e dell'esperienza di fede della Chiesa. Essa ci servirà da paradigma per comprendere l'identità dialogale della Parola di Dio nella Chiesa ".

  Nel paragrafo intitolato 'Tradizione, Scritture e Magistero', il Porporato afferma: "Nella tradizione viva della Chiesa, la Parola di Dio occupa il primo posto: è il Cristo vivente. La Parola scritta ne dà testimonianza. La Scrittura, infatti, è una testimonianza storica e un punto di riferimento canonico indispensabile per la preghiera, la vita e la dottrina della Chiesa. Tuttavia, la Scrittura non è tutta la Parola, non si identifica totalmente con essa, da qui l'importanza della distinzione tra la Parola e il Libro, così come tra la lettera e lo Spirito ".

  "Nonostante questo delicato equilibrio che ha molte implicazioni ecumeniche, permangono alcune tensioni e occorre proseguire la riflessione su queste questioni fondamentali che determinano il modo di leggere le Scritture, il modo di interpretarle e di farne un uso proficuo per la vita e la missione della Chiesa.

Convocatio: Dio chiama le sue creature all'esistenza tramite la sua Parola. Egli chiama l'uomo al dialogo nel suo Figlio e chiama la Chiesa a condividere la sua vita divina nello Spirito. Abbiamo voluto concludere questa parte sull'identità della Parola di Dio con una sezione sulla Chiesa, Sposa del Verbo incarnato. Nonostante la complessità dei rapporti tra Scrittura, Tradizione e Magistero, lo Spirito Santo assicura comunque l'unità dell'insieme, soprattutto se si tiene presente la dinamica responsoriale e anche sponsale del rapporto di Alleanza. Ponendo le funzioni ecclesiali della Scrittura, della Tradizione e del Magistero all'interno di una ecclesiologia mariana, invitiamo a un cambiamento di paradigma in cui l'accento passa dalla dimensione noetica alla dimensione personale della Rivelazione. La figura archetipica di Maria permette di far emergere la dimensione dinamica della Parola e la natura personale della fede come dono di sé, invitando la Chiesa a rimanere nella Parola e a essere aperta a ogni azione dello Spirito Santo ".

  In merito alla Seconda parte 'Il Communio : la parola di Dio nella vita della Chiesa' e nel Capitolo dedicato alla Liturgia, il Cardinale osserva che: "Liturgia è considerata l'esercizio della funzione sacerdotale di Gesù Cristo, esercizio in cui il culto pubblico integrale è esercitato dal Corpo mistico di Gesù Cristo, ossia dal Capo e dai suoi membri. (…) Il soggetto primo della Sacra Liturgia è Cristo stesso che si rivolge al suo Popolo e che si offre al Padre come sacrificio d'amore per la salvezza del mondo. Anche se nell'attivazione dei riti liturgici, la Chiesa sembra svolgere il ruolo primario, in realtà essa svolge sempre un ruolo subordinato, al servizio della Parola e di Colui che parla. L'ecclesiocentrismo è estraneo alla rifoma del Concilio ".

  "Come coltivare nei fedeli la consapevolezza che la Liturgia è l'esercizio della funzione sacerdotale di Gesù Cristo alla quale la Chiesa è associata come Sposa prediletta? Quali conseguenze dovrebbe avere la riscoperta di questo luogo originario della Parola sull'ermeneutica biblica, sulla celebrazione eucaristica e soprattutto sul ruolo e sulla funzione della Liturgia della Parola, compresa l'omelia?"

  In merito alla questione dlel'interpretazione ecclesiale della Parola di Dio il Cardinale afferma. "(…) Dopo molti decenni di concentrazione sulle meditazioni umane della Scrittura, non è forse necessario ritrovare la profondità divina del testo ispirato, senza perdere le preziose acquisizioni delle nuove metodologie? ".

  "Non si insisterà mai abbastanza su tale punto, poiché la crisi dell'esegesi e dell'ermeneutica teologica colpisce profondamente la vita spirituale del Popolo di Dio e la sua fiducia nelle Scritture. Essa colpisce anche la comunione ecclesiale, a causa del clima di tensione, spesso malsano, che regna fra la teologia universitaria e il Magistero ecclesiale. Di fronte a tale delicata situazione, e senza entrare nei dibattiti scolastici, il Sinodo deve dare un orientamento per risanare i rapporti e favorire l'integrazione delle acquisizioni delle scienze bibliche ed ermeneutiche nell'interpretazione ecclesiale delle Sacre Scritture ".

 "La Parola di Dio nella messione della Chiesa " è il titolo della terza parte, nella quale il Cardinale Ouellet ribadisce che : "Il centro della missione della Chiesa è l'evangelizzazione. (…) 'Evangelizzare, per la Chiesa, è portare la Buona Novella in tutti gli strati dell'umanità, è, col suo influsso, trasformare dal di dentro, rendere nuova l'umanità stessa (…)  Quando lo Spirito parla alla Chiesa ricordandole le Scritture, la chiama a una nuova testimonianza d'amore e di unità affinché ravvivi la credibilità del Vangelo di fronte a un mondo che è più sensibile ai testimoni che ai dottori. (…) La testimonianza della Parola di Dio esige quindi dei discepoli missionari che siano autentici testimoni del primato dell'amore sulla scienza ".

  "A partire dall'ingresso ufficiale della Chiesa cattolica nel movimento ecumenico, i papi hanno fatto della causa dell'unità dei cristiani una priorità. (…) Benché gli incontri e i dialoghi ecumenici abbiano suscitato frutti di fraternità, di riconciliazione e di aiuto reciproco, la situazione attuale è caratterizzata da un certo malessere che richiede una conversione più profonda a 'l'ecumenismo spirituale' ".

  Infine, in merito al dialogo con le nazioni e le relgioni, il Cardinale Ouellet, ribadisce che : "L'attività missionaria della Chiesa affonda le radici, come abbiamo detto, nella  missione del Cristo e dello Spirito che rivela e diffonde la comunione trinitaria in tutte le culture del mondo. (…). L'attività missionaria della Chiesa testimonia il suo amore totale per Cristo che comprende ogni cultura. Nei suoi sforzi di evangelizzazione delle culture, quest'attività riguarda l'unità dell'umanità in Gesù Cristo, ma nel rispetto e nell'integrazione di tutti i valori umani ".

  "Fra gli interlocutori dei differenti dialoghi della Chiesa con le nazioni, il popolo ebraico occupa un posto particolare in quanto erede della prima Alleanza con cui condividiamo le Sacre Scritture. Questa eredità comune ci invita alla speranza ".

  "Seguono immediatamente i fedeli di fede musulmana, radicati anch'essi nella tradizione biblica, che professano un unico Dio. Di fronte alla secolarizzazione e al liberalismo, sono degli alleati nella difesa della vita umana e nell'affermazione dell'importanza sociale della religione. (…) Vengono infine gli uomini 'di ogni tribù, lingua, popolo e nazione', che sono sotto il cielo, poiché l'Agnello immolato ha versato il suo sangue per tutti. La Parola di Dio è destinata specialmente a coloro che non ne hanno mai sentito parlare, poiché, nel cuore di Dio e nella coscienza missionaria della Chiesa, gli ultimi hanno la grazia di essere i primi ".

  A conclusione del suo intervento, il Cardinale Ouellet segnala:

  "Gesù viene sempre, nella Chiesa, per 'rendere testimonianza della Verità' e per comunicare a coloro che credono nel suo nome la conoscenza del Padre, che egli possiede in pienezza. (…) Consapevoli del rinnovamento ecclesiologico legato alla concezione dinamica e dialogale della Rivelazione, abbiamo suggerito alcune tracce di approfondimento della Parola di Dio a partire dalla fede di Maria così come si prolunga nella vita della Chiesa, la Liturgia, la predicazione, la Lectio divina, l'esegesi e la teologia ".
 
 "L'applicazione di questo paradigma mariano presuppone un approfondimento pneumatologico della tradizione ecclesiale e dell'esegesi scritturale che rendano conto della virtù performativa della Parola di Dio, distinguendola accuratamente dalla presenza eucaristica. Più che una biblioteca per eruditi, la Bibbia è un tempio in cui la Sposa del Cantico ascolta le dichiarazioni dell'Amato e celebra i suoi baci. (…) Questa prospettiva più dinamica che noetica richiede una teologia più contemplativa, radicata nella Liturgia, nei Padri e nella vita dei santi, un'esegesi praticata nella fede in conformità con il suo oggetto, e anche una filosofia dell'essere e dell'amore ".

  "Essa si apre a una lettura spirituale della Bibbia più fruttuosa, a una interpretazione ecclesiale della Scrittura e a una rivitalizzazione del dialogo missionario della Chiesa in tutte le sue forme. La frequentazione più assidua delle Scritture rinvigorirà la coscienza missionaria della Chiesa e il suo amore per l'uomo, immagine di Dio che tende alla somiglianza divina ".
SE/PRIMA CONGREGAZIONE/…                         VIS 20081006 (2570)


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