CITTA' DEL VATICANO, 22 MAR. 2008 (VIS). Alle 21:00 il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto, nella Basilica Vaticana, la solenne Veglia nella Notte Santa di Pasqua, durante la quale ha amministrato il Sacramento del Battesimo e della Confermazione ad alcuni catecumeni provenienti da diversi Paesi.
La Veglia ha avuto inizio nell'atrio della Basilica di San Pietro con la benedizione del fuoco e l'accensione del cero pasquale. Alla processione verso l'Altare con il cero pasquale e il canto dell'Exsultet, hanno fatto seguito la Liturgia della Parola, la Liturgia Battesimale e la Liturgia Eucaristica, concelebrata con i Cardinali.
"Nel suo discorso d'addio, Gesù" - ha detto il Papa nell'omelia - "ha annunciato ai discepoli la sua imminente morte e risurrezione con una frase misteriosa. Dice: 'Vado e vengo da voi' (Gv 14, 28). Il morire è un andare via. (...). Ma nel caso di Gesù c'è una novità unica che cambia il mondo. (...) Proprio nell'andare via, Egli viene. Il suo andare inaugura un modo tutto nuovo e più grande della sua presenza. Col suo morire Egli entra nell'amore del Padre. Il suo morire è un atto d'amore. L'amore, però, è immortale. Per questo il suo andare via si trasforma in un nuovo venire, in una forma di presenza che giunge più nel profondo e non finisce più".
"Nella sua vita terrena Gesù, come tutti noi, era legato alla condizioni esterne dell'esistenza corporea (...) La corporeità pone dei limiti alla nostra esistenza. (...) Gesù, invece, che ora mediante l'atto dell'amore è totalmente trasformato, è libero da tali barriere e limiti. Egli è in grado di passare non solo attraverso le porte esteriori chiuse, come ci raccontano i Vangeli (cfr Gv 20, 19). Può passare attraverso la porta interiore tra l'io e il tu, la porta chiusa tra l'ieri e l'oggi, tra il passato ed il domani. (...) Il suo andare via diventa un venire nel modo universale della presenza del Risorto, in cui Egli è presente ieri, oggi ed in eterno; in cui abbraccia tutti i tempi e tutti i luoghi. Ora può oltrepassare anche il muro dell'alterità che separa l'io dal tu".
"Le parole misteriose di Gesù nel Cenacolo ora - mediante il Battesimo - si rendono per voi di nuovo presenti. Nel Battesimo il Signore entra nella vostra vita per la porta del vostro cuore. Noi non stiamo più uno accanto all'altro o uno contro l'altro. Egli attraversa tutte queste porte. È questa la realtà del Battesimo: Egli, il Risorto, viene, viene a voi e congiunge la vita sua con quella vostra, tenendovi dentro al fuoco aperto del suo amore. Voi diventate un'unità, sì, una cosa sola con Lui, e così una cosa sola tra di voi".
"Le persone battezzate e credenti non sono mai veramente estranee l'una per l'altra" - ha sottolineato il Santo Padre - "Possono separarci continenti, culture, strutture sociali o anche distanze storiche. Ma quando ci incontriamo, ci conosciamo in base allo stesso Signore, alla stessa fede, alla stessa speranza, allo stesso amore, che ci formano. Allora sperimentiamo che il fondamento delle nostre vite è lo stesso. Sperimentiamo che nel più profondo del nostro intimo siamo ancorati alla stessa identità, a partire dalla quale tutte le diversità esteriori, per quanto grandi possano anche essere, risultano secondarie".
"Questa intima natura del Battesimo come dono di una nuova identità" - ha spiegato il Pontefice - "viene rappresentata dalla Chiesa nel Sacramento mediante elementi sensibili. (...) l'acqua" e "in secondo luogo la luce". Commentando le Letture della Veglia Pasquale, il Papa ha ricordato che: "Gesù appare come il nuovo Pastore, quello definitivo che porta a compimento ciò che Mosè aveva fatto: Egli ci conduce fuori dalle acque mortifere del mare, fuori dalle acque della morte. (...) Nel Battesimo ci prende come per mano, ci conduce sulla via che passa attraverso il Mar Rosso di questo tempo e ci introduce nella vita duratura, in quella vera e giusta".
"In secondo luogo c'è il simbolo della luce e del fuoco. (...) Gesù Cristo ha veramente preso la luce dal cielo e l'ha portata sulla terra - la luce della verità e il fuoco dell'amore che trasforma l'essere dell'uomo. Egli ha portato la luce, ed ora sappiamo chi è Dio e come è Dio. Così sappiamo anche come stanno le cose riguardo all'uomo; che cosa siamo noi e per che scopo esistiamo. Venir battezzati significa che il fuoco di questa luce viene calato giù nel nostro intimo. Per questo, nella Chiesa antica il Battesimo veniva chiamato anche il Sacramento dell'illuminazione".
"Nella Chiesa antica c'era la consuetudine" - ha detto il Papa al termine dell'melia - "che il Vescovo o il sacerdote dopo l'omelia esortasse i credenti esclamando: 'Conversi ad Dominum' - volgetevi ora verso il Signore. Ciò significava innanzitutto che essi si volgevano verso Est - nella direzione del sorgere del sole come segno del Cristo che torna, (...) Era collegata con ciò poi l'altra esclamazione che ancora oggi, prima del Canone, viene rivolta alla comunità credente: 'Sursum corda' - in alto i cuori, fuori da tutti gli intrecci delle nostre preoccupazioni, dei nostri desideri, delle nostre angosce, della nostra distrazione - in alto i vostri cuori, il vostro intimo!".
"In ambedue le esclamazioni" - ha concluso il Pontefice - "veniamo in qualche modo esortati ad un rinnovamento del nostro Battesimo: Conversi ad Dominum - (...). Sempre di nuovo dobbiamo volgerci verso di Lui, che è la Via, la Verità e la Vita. (...) E sempre di nuovo dobbiamo lasciare che il nostro cuore sia sottratto alla forza di gravità, che lo tira giù, e sollevarlo interiormente in alto: nella verità e l'amore".
BXVI-SETTIMANA SANTA/SABATO SANTO/... VIS 20080326 (930)
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