CITTA' DEL VATICANO, 22 FEB. 2008 (VIS). Oggi è stato reso pubblico il Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI per la XLV Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, che sarà celebrata il 13 aprile, Domenica IV di Pasqua, sul tema: "Le vocazioni al servizio della Chiesa-missione".
Il Messaggio, datato 3 dicembre 2007, è stato pubblicato in lingua francese, inglese, portoghese, italiana, spagnola, polacca e tedesca. Di seguito ne riportiamo alcuni estratti:
"La Chiesa è missionaria nel suo insieme e in ogni suo membro. Se in forza dei sacramenti del Battesimo e della Confermazione ogni cristiano è chiamato a testimoniare e ad annunciare il Vangelo, la dimensione missionaria è specialmente e intimamente legata alla vocazione sacerdotale. Nell'alleanza con Israele, Dio affidò a uomini prescelti, chiamati da Lui ed inviati al popolo in suo nome, la missione di essere profeti e sacerdoti (...). Ugualmente avvenne con i profeti".
"Le promesse fatte ai padri si realizzarono appieno in Gesù Cristo (...). E Gesù si scelse, come stretti collaboratori nel ministero messianico, dei discepoli già nella vita pubblica, durante la predicazione in Galilea. Ad esempio, in occasione della moltiplicazione dei pani, quando disse agli Apostoli: 'Date loro voi stessi da mangiare' (Mt 14,16), stimolandoli così a farsi carico del bisogno delle folle, a cui voleva offrire il cibo per sfamarsi, ma anche rivelare il cibo 'che dura per la vita eterna' (Gv 6,27). (...) Se ci soffermiamo a meditare questa pagina del Vangelo di Matteo, (...), notiamo tutti quegli aspetti che caratterizzano l'attività missionaria di una comunità cristiana, che voglia restare fedele all'esempio e all'insegnamento di Gesù. Corrispondere alla chiamata del Signore comporta affrontare con prudenza e semplicità ogni pericolo e persino le persecuzioni, giacché 'un discepolo non è da più del maestro, né un servo da più del suo padrone' (Mt 10,24). Diventati una cosa sola con il Maestro, i discepoli non sono più soli ad annunciare il Regno dei cieli, ma è lo stesso Gesù ad agire in essi (...) Ed inoltre, come veri testimoni, 'rivestiti di potenza dall'alto' (Lc 24,49), essi predicano 'la conversione e il perdono dei peccati' (Lc 24,47) a tutte le genti".
"Proprio perché inviati dal Signore, i Dodici prendono il nome di 'apostoli', destinati a percorrere le vie del mondo annunciando il Vangelo come testimoni della morte e risurrezione di Cristo (...). Il Libro degli 'Atti degli Apostoli' attribuisce un ruolo molto importante, in questo processo di evangelizzazione, anche ad altri discepoli, la cui vocazione missionaria scaturisce da circostanze provvidenziali, talvolta dolorose, come l'espulsione dalla propria terra in quanto seguaci di Gesù (cfr 8,1-4). (...) Primo tra tutti, chiamato dal Signore stesso sì da essere un vero Apostolo, è senza dubbio Paolo di Tarso. La storia di Paolo, il più grande missionario di tutti i tempi, fa emergere, sotto molti punti di vista, quale sia il nesso tra vocazione e missione. Accusato dai suoi avversari di non essere autorizzato all'apostolato, egli fa appello ripetutamente proprio alla vocazione ricevuta direttamente dal Signore".
"All'inizio, come in seguito, a 'spingere' gli Apostoli è sempre 'l'amore di Cristo'. (...) L'amore di Cristo, infatti, va comunicato ai fratelli con gli esempi e le parole; con tutta la vita".
"Tra le persone che si dedicano totalmente al servizio del Vangelo vi sono in particolar modo sacerdoti chiamati a dispensare la Parola di Dio, amministrare i sacramenti, specialmente l'Eucaristia e la Riconciliazione, votati al servizio dei più piccoli, dei malati, dei sofferenti, dei poveri e di quanti attraversano momenti difficili in regioni della terra dove vi sono, talora, moltitudini che ancora oggi non hanno avuto un vero incontro con Gesù Cristo. (...) Le statistiche testimoniano che il numero dei battezzati aumenta ogni anno grazie all'azione pastorale di questi sacerdoti, interamente consacrati alla salvezza dei fratelli. (...) Attraverso i suoi sacerdoti, Gesù dunque si rende presente fra gli uomini di oggi, sino agli angoli più remoti della terra".
"Da sempre nella Chiesa ci sono poi non pochi uomini e donne che, mossi dall'azione dello Spirito Santo, scelgono di vivere il Vangelo in modo radicale, professando i voti di castità, povertà ed obbedienza. Questa schiera di religiosi e di religiose, appartenenti a innumerevoli Istituti di vita contemplativa ed attiva, ha 'tuttora una parte importantissima nell'evangelizzazione del mondo' (Decr. Ad gentes, 40). Con la loro preghiera continua e comunitaria, i religiosi di vita contemplativa intercedono incessantemente per tutta l'umanità; quelli di vita attiva, con la loro multiforme azione caritativa, recano a tutti la testimonianza viva dell'amore e della misericordia di Dio".
"Il dono della fede chiama tutti i cristiani a cooperare all'evangelizzazione. Questa consapevolezza va alimentata attraverso la predicazione e la catechesi, la liturgia e una costante formazione alla preghiera; va incrementata con l'esercizio dell'accoglienza, della carità, dell'accompagnamento spirituale, della riflessione e del discernimento, come pure con una progettazione pastorale, di cui parte integrante sia l'attenzione alle vocazioni".
"Solo in un terreno spiritualmente ben coltivato fioriscono le vocazioni al sacerdozio ministeriale ed alla vita consacrata. Infatti, le comunità cristiane, che vivono intensamente la dimensione missionaria del mistero della Chiesa, mai saranno portate a ripiegarsi su se stesse. La missione, come testimonianza dell'amore divino, diviene particolarmente efficace quando è condivisa in modo comunitario, "perché il mondo creda" (cfr Gv 17,21)".
MESS/XLV GIORNATA MONDIALE VOCAZIONI/... VIS 20080222 (880)
Il Messaggio, datato 3 dicembre 2007, è stato pubblicato in lingua francese, inglese, portoghese, italiana, spagnola, polacca e tedesca. Di seguito ne riportiamo alcuni estratti:
"La Chiesa è missionaria nel suo insieme e in ogni suo membro. Se in forza dei sacramenti del Battesimo e della Confermazione ogni cristiano è chiamato a testimoniare e ad annunciare il Vangelo, la dimensione missionaria è specialmente e intimamente legata alla vocazione sacerdotale. Nell'alleanza con Israele, Dio affidò a uomini prescelti, chiamati da Lui ed inviati al popolo in suo nome, la missione di essere profeti e sacerdoti (...). Ugualmente avvenne con i profeti".
"Le promesse fatte ai padri si realizzarono appieno in Gesù Cristo (...). E Gesù si scelse, come stretti collaboratori nel ministero messianico, dei discepoli già nella vita pubblica, durante la predicazione in Galilea. Ad esempio, in occasione della moltiplicazione dei pani, quando disse agli Apostoli: 'Date loro voi stessi da mangiare' (Mt 14,16), stimolandoli così a farsi carico del bisogno delle folle, a cui voleva offrire il cibo per sfamarsi, ma anche rivelare il cibo 'che dura per la vita eterna' (Gv 6,27). (...) Se ci soffermiamo a meditare questa pagina del Vangelo di Matteo, (...), notiamo tutti quegli aspetti che caratterizzano l'attività missionaria di una comunità cristiana, che voglia restare fedele all'esempio e all'insegnamento di Gesù. Corrispondere alla chiamata del Signore comporta affrontare con prudenza e semplicità ogni pericolo e persino le persecuzioni, giacché 'un discepolo non è da più del maestro, né un servo da più del suo padrone' (Mt 10,24). Diventati una cosa sola con il Maestro, i discepoli non sono più soli ad annunciare il Regno dei cieli, ma è lo stesso Gesù ad agire in essi (...) Ed inoltre, come veri testimoni, 'rivestiti di potenza dall'alto' (Lc 24,49), essi predicano 'la conversione e il perdono dei peccati' (Lc 24,47) a tutte le genti".
"Proprio perché inviati dal Signore, i Dodici prendono il nome di 'apostoli', destinati a percorrere le vie del mondo annunciando il Vangelo come testimoni della morte e risurrezione di Cristo (...). Il Libro degli 'Atti degli Apostoli' attribuisce un ruolo molto importante, in questo processo di evangelizzazione, anche ad altri discepoli, la cui vocazione missionaria scaturisce da circostanze provvidenziali, talvolta dolorose, come l'espulsione dalla propria terra in quanto seguaci di Gesù (cfr 8,1-4). (...) Primo tra tutti, chiamato dal Signore stesso sì da essere un vero Apostolo, è senza dubbio Paolo di Tarso. La storia di Paolo, il più grande missionario di tutti i tempi, fa emergere, sotto molti punti di vista, quale sia il nesso tra vocazione e missione. Accusato dai suoi avversari di non essere autorizzato all'apostolato, egli fa appello ripetutamente proprio alla vocazione ricevuta direttamente dal Signore".
"All'inizio, come in seguito, a 'spingere' gli Apostoli è sempre 'l'amore di Cristo'. (...) L'amore di Cristo, infatti, va comunicato ai fratelli con gli esempi e le parole; con tutta la vita".
"Tra le persone che si dedicano totalmente al servizio del Vangelo vi sono in particolar modo sacerdoti chiamati a dispensare la Parola di Dio, amministrare i sacramenti, specialmente l'Eucaristia e la Riconciliazione, votati al servizio dei più piccoli, dei malati, dei sofferenti, dei poveri e di quanti attraversano momenti difficili in regioni della terra dove vi sono, talora, moltitudini che ancora oggi non hanno avuto un vero incontro con Gesù Cristo. (...) Le statistiche testimoniano che il numero dei battezzati aumenta ogni anno grazie all'azione pastorale di questi sacerdoti, interamente consacrati alla salvezza dei fratelli. (...) Attraverso i suoi sacerdoti, Gesù dunque si rende presente fra gli uomini di oggi, sino agli angoli più remoti della terra".
"Da sempre nella Chiesa ci sono poi non pochi uomini e donne che, mossi dall'azione dello Spirito Santo, scelgono di vivere il Vangelo in modo radicale, professando i voti di castità, povertà ed obbedienza. Questa schiera di religiosi e di religiose, appartenenti a innumerevoli Istituti di vita contemplativa ed attiva, ha 'tuttora una parte importantissima nell'evangelizzazione del mondo' (Decr. Ad gentes, 40). Con la loro preghiera continua e comunitaria, i religiosi di vita contemplativa intercedono incessantemente per tutta l'umanità; quelli di vita attiva, con la loro multiforme azione caritativa, recano a tutti la testimonianza viva dell'amore e della misericordia di Dio".
"Il dono della fede chiama tutti i cristiani a cooperare all'evangelizzazione. Questa consapevolezza va alimentata attraverso la predicazione e la catechesi, la liturgia e una costante formazione alla preghiera; va incrementata con l'esercizio dell'accoglienza, della carità, dell'accompagnamento spirituale, della riflessione e del discernimento, come pure con una progettazione pastorale, di cui parte integrante sia l'attenzione alle vocazioni".
"Solo in un terreno spiritualmente ben coltivato fioriscono le vocazioni al sacerdozio ministeriale ed alla vita consacrata. Infatti, le comunità cristiane, che vivono intensamente la dimensione missionaria del mistero della Chiesa, mai saranno portate a ripiegarsi su se stesse. La missione, come testimonianza dell'amore divino, diviene particolarmente efficace quando è condivisa in modo comunitario, "perché il mondo creda" (cfr Gv 17,21)".
MESS/XLV GIORNATA MONDIALE VOCAZIONI/... VIS 20080222 (880)
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