CITTA' DEL VATICANO, 13 GIU. 2007 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI ha dedicato la catechesi dell'Udienza Generale di questo mercoledì, tenutasi in Piazza San Pietro, con la partecipazione di oltre 30.000 persone, alla figura di Eusebio, Vescovo di Cesarea in Palestina.
Il Padre della Chiesa, nato intorno al 260, noto soprattutto come "il primo storico del cristianesimo" ed anche come "il più grande filologo della Chiesa antica", partecipò, nel 325, come Vescovo di Cesarea, "con un ruolo di protagonista, al Concilio di Nicea. Ne sottoscrisse il 'Credo' e l'affermazione della piena divinità del Figlio di Dio, definito per questo 'della stessa sostanza' del Padre".
"La fama imperitura di Eusebio" - ha ricordato il Papa - "resta legata in primo luogo ai dieci libri della sua 'Storia Ecclesiastica'. È il primo che ha scritto una Storia della Chiesa, che rimane fondamentale grazie alle fonti poste da Eusebio a nostra disposizione per sempre. Con questa Storia egli riuscì a salvare da sicuro oblio numerosi eventi, personaggi e opere letterarie della Chiesa antica".
La prospettiva fondamentale della storiografia eusebiana è che "la sua è una storia 'cristocentrica', nella quale si svela progressivamente il mistero dell'amore di Dio per gli uomini" - ha precisato il Santo Padre - "Un'altra caratteristica, che rimarrà costante nell'antica storiografia ecclesiastica: è 'l'intento morale' che presiede al racconto. L'analisi storica non è mai fine a se stessa; non è fatta solo per conoscere il passato; piuttosto, essa punta decisamente alla conversione, e ad una autentica testimonianza di vita cristiana da parte dei fedeli. È una guida per noi stessi".
"In questo modo Eusebio interpella vivacemente i credenti di ogni tempo riguardo al loro modo di accostarsi alle vicende della storia, e della Chiesa in particolare. Egli interpella anche noi: qual è il nostro atteggiamento nei confronti delle vicende della Chiesa?" - si è domandato Benedetto XVI.
"È l'atteggiamento di chi se ne interessa per una semplice curiosità, magari andando in cerca del sensazionale e dello scandalistico a ogni costo? Oppure è l'atteggiamento pieno d'amore, e aperto al mistero, di chi sa - per fede - di poter rintracciare nella storia della Chiesa i segni dell'amore di Dio e le grandi opere della salvezza da lui compiute? Se questo è il nostro atteggiamento, non possiamo non sentirci stimolati a una risposta più coerente e generosa, a una testimonianza più cristiana di vita, per lasciare i segni dell'amore di Dio anche alle future generazioni".
Il Santo Padre ha citato in merito "quell'eminente studioso dei Padri che fu il Cardinale Jean Daniélou" il quale non si stancava di ripetere che: "'C'è un mistero. C'è un contenuto nascosto nella storia... Il mistero è quello delle opere di Dio, che costituiscono nel tempo la realtà autentica, nascosta dietro le apparenze... Ma questa storia che Dio realizza per l'uomo, non la realizza senza di lui'".
"A tanti secoli di distanza" - ha concluso il Pontefice - "anche oggi Eusebio di Cesarea invita i credenti, invita noi, a stupirci, a contemplare nella storia le grandi opere di Dio per la salvezza degli uomini. E con altrettanta energia egli ci invita alla conversione della vita. Infatti, di fronte a un Dio che ci ha amati così, non possiamo rimanere inerti. L'istanza propria dell'amore è che la vita intera sia orientata all'imitazione dell'Amato. Facciamo dunque di tutto per lasciare nella nostra vita una traccia trasparente dell'amore di Dio".
AG/EUSEBIO DI CESAREA/... VIS 20070613 (460)
Il Padre della Chiesa, nato intorno al 260, noto soprattutto come "il primo storico del cristianesimo" ed anche come "il più grande filologo della Chiesa antica", partecipò, nel 325, come Vescovo di Cesarea, "con un ruolo di protagonista, al Concilio di Nicea. Ne sottoscrisse il 'Credo' e l'affermazione della piena divinità del Figlio di Dio, definito per questo 'della stessa sostanza' del Padre".
"La fama imperitura di Eusebio" - ha ricordato il Papa - "resta legata in primo luogo ai dieci libri della sua 'Storia Ecclesiastica'. È il primo che ha scritto una Storia della Chiesa, che rimane fondamentale grazie alle fonti poste da Eusebio a nostra disposizione per sempre. Con questa Storia egli riuscì a salvare da sicuro oblio numerosi eventi, personaggi e opere letterarie della Chiesa antica".
La prospettiva fondamentale della storiografia eusebiana è che "la sua è una storia 'cristocentrica', nella quale si svela progressivamente il mistero dell'amore di Dio per gli uomini" - ha precisato il Santo Padre - "Un'altra caratteristica, che rimarrà costante nell'antica storiografia ecclesiastica: è 'l'intento morale' che presiede al racconto. L'analisi storica non è mai fine a se stessa; non è fatta solo per conoscere il passato; piuttosto, essa punta decisamente alla conversione, e ad una autentica testimonianza di vita cristiana da parte dei fedeli. È una guida per noi stessi".
"In questo modo Eusebio interpella vivacemente i credenti di ogni tempo riguardo al loro modo di accostarsi alle vicende della storia, e della Chiesa in particolare. Egli interpella anche noi: qual è il nostro atteggiamento nei confronti delle vicende della Chiesa?" - si è domandato Benedetto XVI.
"È l'atteggiamento di chi se ne interessa per una semplice curiosità, magari andando in cerca del sensazionale e dello scandalistico a ogni costo? Oppure è l'atteggiamento pieno d'amore, e aperto al mistero, di chi sa - per fede - di poter rintracciare nella storia della Chiesa i segni dell'amore di Dio e le grandi opere della salvezza da lui compiute? Se questo è il nostro atteggiamento, non possiamo non sentirci stimolati a una risposta più coerente e generosa, a una testimonianza più cristiana di vita, per lasciare i segni dell'amore di Dio anche alle future generazioni".
Il Santo Padre ha citato in merito "quell'eminente studioso dei Padri che fu il Cardinale Jean Daniélou" il quale non si stancava di ripetere che: "'C'è un mistero. C'è un contenuto nascosto nella storia... Il mistero è quello delle opere di Dio, che costituiscono nel tempo la realtà autentica, nascosta dietro le apparenze... Ma questa storia che Dio realizza per l'uomo, non la realizza senza di lui'".
"A tanti secoli di distanza" - ha concluso il Pontefice - "anche oggi Eusebio di Cesarea invita i credenti, invita noi, a stupirci, a contemplare nella storia le grandi opere di Dio per la salvezza degli uomini. E con altrettanta energia egli ci invita alla conversione della vita. Infatti, di fronte a un Dio che ci ha amati così, non possiamo rimanere inerti. L'istanza propria dell'amore è che la vita intera sia orientata all'imitazione dell'Amato. Facciamo dunque di tutto per lasciare nella nostra vita una traccia trasparente dell'amore di Dio".
AG/EUSEBIO DI CESAREA/... VIS 20070613 (460)
Nessun commento:
Posta un commento