CITTA' DEL VATICANO, 6 APR. 2007 (VIS). Alle ore 17.00 di oggi, Venerdì Santo, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto, nella Basilica Vaticana, la celebrazione della Passione del Signore. Come di consueto, durante la Liturgia della Parola, è stato riascoltato il racconto della Passione secondo Giovanni e quindi il Predicatore della Casa Pontificia, Padre Raniero Cantalamessa, O.F.M. Cap., ha tenuto l'omelia. La Liturgia della Passione è proseguita con la Preghiera universale e l'adorazione della Santa Croce e si è conclusa con la Santa Comunione.
Alle ore 21:15, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto al Colosseo il pio esercizio della Via Crucis, trasmesso in mondovisione. I testi delle meditazioni proposte quest'anno per le stazioni della Via Crucis sono stati composti da Monsignor Gianfranco Ravasi, Prefetto della Biblioteca-Pinacoteca Ambrosiana di Milano.
Nel corso della Via Crucis al Colosseo il Santo Padre Benedetto XVI ha portato la croce alla I e alla XIV stazione. Nella II stazione la Croce è stata portata dal Cardinale Camillo Ruini, Vicario Generale della Diocesi di Roma, e nelle successive stazioni, è stata portata da una famiglia della città di Roma, da quattro giovani donne provenienti rispettivamente dalla Repubblica Democratica del Congo, dalla Corea, dalla Cina e dall'Angola, da un giovane del Cile e da due frati francescani della Custodia di Terra Santa.
Al termine della Via Crucis, il Papa ha rivolto ai fedeli presenti e a quanti lo seguivano attraverso la radio e la televisione, le seguenti parole: "Cari fratelli e sorelle, seguendo Gesù nella via della Sua passione vediamo non soltanto la passione di Gesù, ma vediamo tutti i sofferenti del mondo ed è questa la profonda intenzione della preghiera della Via Crucis: di aprire i nostri cuori e aiutarci a vedere con il cuore".
"I Padri della Chiesa hanno considerato come il più grande peccato del mondo pagano la insensibilità, la durezza del cuore e amavano la profezia del profeta Ezechiele: 'Vi toglierò il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne' (cf Ez 36,26). Convertirsi a Cristo, divenire cristiano voleva dire ricevere un cuore di carne, un cuore sensibile per la passione e la sofferenza degli altri".
"Il nostro Dio non è un Dio lontano, intoccabile nella sua beatitudine: il nostro Dio ha un cuore. Anzi ha un cuore di carne, si è fatto carne proprio per poter soffrire con noi ed essere con noi nelle nostre sofferenze. Si è fatto uomo per darci un cuore di carne e per risvegliare in noi l'amore per i sofferenti, per i bisognosi".
"Preghiamo in questa ora il Signore per tutti i sofferenti del mondo. Preghiamo il Signore perché ci dia realmente un cuore di carne, ci faccia messaggeri del Suo amore non solo con parole, ma con tutta la nostra vita. Amen".
BXVI-SETTIMANA SANTA/VENERDÌ SANTO/... VIS 20070411 (470)
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