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venerdì 23 febbraio 2007

DIALOGO TRA PAPA BENEDETTO XVI E I PARROCI ROMANI


CITTA' DEL VATICANO, 23 FEB. 2007 (VIS). Nel corso dell'incontro di ieri in Vaticano - tradizionale appuntamento di inizio Quaresima - con i Parroci della Diocesi di Roma, il Santo Padre Benedetto XVI ha risposto alle domande di diversi sacerdoti sui temi della pastorale giovanile, l'importanza dei Santuari, della Sacra Scrittura, dei Movimenti ecclesiali e dell'arte sacra.

  Rispondendo ad un sacerdote del Santuario del Divino Amore, Papa Benedetto XVI ha sottolineato che luoghi come questo ci fanno vivere l'esperienza di una preghiera di generazioni nei secoli ponendo così l'accento sul valore della pietà popolare e dell'incontro con la devozione mariana.

  Papa Benedetto ha dedicato alla pastorale giovanile una parte significativa delle sue riflessioni ed ha detto: "Sappiamo che la gioventù deve essere veramente una priorità del nostro lavoro pastorale, perché la gioventù vive in un mondo lontano da Dio. Trovare in questo nostro contesto culturale l'incontro con Cristo, la vita cristiana e la vita della fede è molto difficile. I giovani hanno bisogno di tanto accompagnamento per poter realmente trovare questa strada".

  Rispondendo ad un'altra domanda, il Papa si è soffermato sull'importanza della lettura della Sacra Scrittura, a cui verrà dedicato il prossimo Sinodo dei Vescovi (ottobre 2008). La Bibbia, ha detto Benedetto XVI, "va letta nella sua unità". È un cammino unico. In Cristo troviamo la chiave di tutto e la Sacra Scrittura è un cammino che ha una direzione, perché "porta alla Croce di Cristo". La Sacra Scrittura perciò, va sempre letta in una dimensione non solo storica e cristologica, ma anche ecclesiologica, perché "tutti i suoi passi sono passi del popolo di Dio".

  Alla domanda sui Movimenti ecclesiali, il Papa ha risposto che serve un dialogo a tutti i livelli ed ha suggerito che "non bisogna spegnere i carismi". "Se il Signore ci dà nuovi doni" - ha detto il Santo Padre - "dobbiamo essere grati anche se sono scomodi questi nuovi doni. È una bella cosa che nascano senza un'iniziativa della gerarchia. Scaturiscono da una iniziativa dal basso - come si dice - ma è anche un'iniziativa realmente dall'alto, cioè dai doni dello Spirito Santo, che nascono nuove forme di vita della Chiesa come sono nati in tutti i secoli".

  In un'altra risposta, Papa Benedetto XVI ha ribadito che la Chiesa è innanzitutto una realtà spirituale ed ha detto: "Possiamo anche attirare il nostro popolo in questa visione, perché capiscano che la Chiesa non è una grande struttura, uno di questi enti sovranazionali. La Chiesa, pur essendo corpo, è corpo di Cristo e quindi un corpo spirituale, come dice San Paolo. La Chiesa non è una organizzazione sovranazionale, non è un corpo amministrativo, non è un corpo di potere. Non è neanche una agenzia sociale, benché faccia un lavoro sociale, ma è un corpo spirituale".

  Riferendosi all'equilibrio personale nel vivere la dimensione spirituale e pastorale, il Papa ha così commentato: "I Vangeli ci dicono: 'Di giorno lavorava, di notte era sul monte col Padre e pregava'. Io devo qui confessare la mia debolezza, perché di notte non posso pregare, vorrei dormire di notte, ma (...), tuttavia un po' di tempo libero per il Signore ci vuole realmente".

  Infine il Pontefice ha offerto una sua riflessione sull'importanza dell'arte sacra definita una catechesi sempre viva. Anche la ricchezza artistica dimostra che la Chiesa è sempre stata fonte di ispirazione.
AC/.../PARROCI ROMA                                       VIS 20070223 (560)


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