CITTA' DEL VATICANO, 10 GEN. 2007 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI ha dedicato a Santo Stefano il Protomartire la catechesi dell'Udienza Generale di questa mattina, svoltasi nell'Aula Paolo VI con la partecipazione di 7.000 persone.
"Santo Stefano" - ha detto il Papa - "è il più rappresentativo di un gruppo di sette compagni" che espletarono l'incarico dell'assistenza ed un servizio sociale caritativo a favore delle necessità della comunità cristiana. "Alcuni di loro erano originari della terra d'Israele ed erano detti 'ebrei', mentre altri di fede ebraica verterotestamentaria provenivano dalla diaspora di lingua greca ed erano detti 'ellenisti'".
"La tradizione vede in questo gruppo il germe del futuro ministero dei 'diaconi'", ai quali, dopo aver pregato, gli Apostoli imposero le mani. "Il gesto dell'imposizione delle mani può avere vari significati. Nell'Antico Testamento il gesto ha soprattutto il significato di trasmettere un incarico importante, come fece Mosè con Giosuè (cfr Nm 27,18-23), designando così il suo successore".
"Che si trattasse di un'azione importante, da compiere dopo discernimento" - ha rilevato il Papa - "si desume da quanto si legge nella Prima Lettera a Timoteo: 'Non aver fretta di imporre le mani ad alcuno, per non farti complice dei peccati altrui' (5,22)".
"La cosa più importante da notare" - ha sottolineato il Pontefice - "è che, oltre ai servizi caritativi, Stefano svolge pure un compito di evangelizzazione nei confronti dei connazionali, dei cosiddetti 'ellenisti'. Luca infatti insiste sul fatto che egli, 'pieno di grazia e di fortezza' (At 6,8), presenta nel nome di Gesù una nuova interpretazione di Mosè e della stessa Legge di Dio, rilegge l'Antico Testamento nella luce dell'annuncio della morte e della risurrezione di Gesù. Questa rilettura dell'Antico Testamento, rilettura cristologica, provoca le reazioni dei Giudei che percepiscono le sue parole come una bestemmia (cfr At 6,11-14)".
Stefano "dimostra che il mistero della Croce sta al centro della storia della salvezza raccontata nell'Antico Testamento, mostra che realmente Gesù, il crocifisso e il risorto, è il punto di arrivo di tutta questa storia. E dimostra quindi anche che il culto del tempio è finito e che Gesù, il risorto, è il nuovo e vero 'tempio'. Proprio questo 'no' al tempio e al suo culto provoca la condanna di Santo Stefano, il quale, in questo momento - ci dice San Luca - fissando gli occhi al cielo vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla sua destra". La lapidazione, ha proseguito il Pontefice, "costituì l'occasione concreta che spinse il gruppo dei cristiani giudeo-ellenisti a fuggire da Gerusalemme e a disperdersi. Cacciati da Gerusalemme, essi si trasformarono in missionari itineranti (...) La persecuzione e la conseguente dispersione diventano missione".
Il Santo Padre ha spiegato ancora che la storia di Santo Stefano "ci insegna che non bisogna mai disgiungere l'impegno sociale della carità dall'annuncio coraggioso della fede". Il primo martire "con la carità, annuncia Cristo crocifisso, fino al punto di accettare anche il martirio".
"La Croce rimane sempre centrale nella vita della Chiesa e anche nella nostra vita personale" - ha detto ancora Benedetto XVI - "Nella storia della Chiesa non mancherà mai la passione, la persecuzione. E proprio la persecuzione diventa, secondo la celebre frase di Tertulliano, fonte di missione per i nuovi cristiani. Cito le sue parole: 'Noi ci moltiplichiamo ogni volta che da voi siamo mietuti: è un seme il sangue dei cristiani' (Apologetico 50,13: Plures efficimur quoties metimur a vobis: semen est sanguis christianorum)".
"Ma anche nella nostra vita la croce, che non mancherà mai, diventa benedizione" - ha concluso il Pontefice - "E accettando la croce, sapendo che essa diventa ed è benedizione, impariamo la gioia del cristiano anche nei momenti di difficoltà. Il valore della testimonianza è insostituibile, poiché ad essa conduce il Vangelo e di essa si nutre la Chiesa. Santo Stefano ci insegni a fare tesoro di queste lezioni, ci insegni ad amare la Croce, perché essa è la strada sulla quale Cristo arriva sempre di nuovo in mezzo a noi".
AG/STEFANO/... VIS 20070110 (670)
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