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martedì 21 novembre 2006

AFFRONTARE SFIDE METTENDO DA PARTE INTERESSI BASSO PROFILO


CITTA' DEL VATICANO, 21 NOV. 2006 (VIS). L'Arcivescovo Silvano M. Tomasi, C.S.,  Osservatore Permanente della Santa Sede presso l'Ufficio della Nazioni Unite e le Organizzazioni Specializzate a Ginevra, è intervenuto, il 15 novembre scorso, alla Terza Sessione Speciale del Consiglio dei Diritti dell'Uomo dell'O.N.U., dedicata alla situazione di Gaza.

  "Nella sua breve storia, il Consiglio dei Diritti Umani" - ha detto il Presule - "ha affrontato difficili sfide che, date le persistenti violazioni dei diritti umani in diverse aree del mondo, non è stato sempre in grado di affrontare con equità e coerenza a causa di miopi interessi politici ed economici. Ma un Consiglio dei Diritti Umani che non contribuisca a cambiare la qualità della vita delle persone, (...) rischia la perdita della credibilità".

  L'Arcivescovo ha rilevato che una priorità del Consiglio è "l'adozione di un coraggioso metodo di reale dialogo che consenta di porre sul tappeto i veri problemi che esigono una soluzione, non importa quanto diversi sono i punti di partenza iniziali" di un parte e dell'altra ed ha sottolineato che, in tale ambito, la Sessione Speciale corrente rappresenta una "occasione costruttiva".

  "Il conflitto israelo-palestinese è intrappolato in una spirale di violenza che, come l'esperienza dimostra, non porta da nessuna parte. Occorre rompere questa tragica spirale di sofferenza. (...) I due popoli coinvolti devono riconoscere l'umanità e l'uguaglianza reciproca e dare inizio ad un processo di reciproco riconoscimento sulla base della giustizia e del rispetto dei diritti umani fondamentali e del diritto umanitario internazionale".

  "La comunità internazionale ha la responsabilità morale di promuovere una mentalità di pace, di collaborare con misure pratiche all'eliminazione delle profonde radici culturali, sociali ed economiche della violenza e di aiutare le parti coinvolte a realizzare una proficua collaborazione".

  "Tale responsabilità deve essere assunta prima di tutto a favore della popolazione civile, delle donne e dei bambini colpiti da violenze ingiustificate, e delle tante giovani vite di militari stroncate senza aver potuto realizzare i propri sogni (...) Il rispetto dei diritti umani fondamentali, soprattutto il diritto alla vita, non è una considerazione astratta, ma un approccio che paga un ricco dividendo nelle sue conseguenze politiche: rende possibile la maturazione e il godimento dei frutti della pace".

  "Il conflitto israelo-palestinese, come fonte principale di instabilità in Medio Oriente, è la catena di un circolo vizioso che produce instabilità nell'intera regione  peggiorando enormemente la situazione della popolazione di Palestina e di Israele e rendendo più difficile la realizzazione di obiettivi pacifici".

  "Se i paesi della regione impegnati a individuare una soluzione onorevole e giusta al conflitto, riusciranno nel loro intento" - ha concluso l'Arcivescovo Tomasi - "renderanno un importante servizio al mondo intero e mostreranno ancora una volta come il rispetto dei diritti umani promuova la pace e la pace renda possibile il rispetto dei diritti umani".
DELSS/ISRAELE:PALESTINA/TOMASI:GINEVRA               VIS 20061121 (460)


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