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venerdì 26 maggio 2006

CARITÀ E FAMIGLIA: CARDINI COLLABORAZIONE ECUMENICA


CITTA' DEL VATICANO, 25 MAG. 2006 (VIS). Nel pomeriggio di oggi, alle 17:30, il Santo Padre Benedetto XVI si è recato al Palazzo Presidenziale di Varsavia per una visita di cortesia al Presidente della Repubblica Polacca, Signor Lech Kaczynski, e al termine del colloquio ha anche salutato il Primo Ministro e i due Presidenti del Parlamento Polacco.

Successivamente il Papa ha raggiunto in auto la Chiesa Luterana della Santissima Trinità dove ha incontrato i Rappresentanti delle sette chiese riunite nel Consiglio Ecumenico Polacco (PRE), (Chiesa Evangelico-Asburgica, Evangelica Metodista, Cristiana Battista, Vetero-Cattolica dei Mariaviti, Ortodossa Autocefala Polacca, Evangelica Riformata e Polacco-Cattolica). Il PRE intrattiene dal 1970 un dialogo teologico con la Chiesa Cattolica ed i suoi membri hanno avuto occasione di incontrare Giovanni Paolo II durante le sue visite pastorali in Polonia.

La Chiesa Luterana della Santissima Trinità ha accolto in passato numerosi incontri ecumenici. Giovanni Paolo II ha qui presieduto la preghiera per l'unità dei cristiani il 9 giugno 1991.

Benedetto XVI ha ringraziato i presenti per "il dono di questo incontro di comune preghiera. Vedo in esso" - ha detto - "una delle tappe per realizzare il fermo proposito che ho fatto all'inizio del mio pontificato, quello di considerare una priorità del mio ministero la restituzione della piena e visibile unità tra i cristiani".

Riferendosi poi alla "responsabilità" che comporta annunciare il messaggio di Cristo che "deve giungere ad ogni uomo sulla terra, grazie all'impegno di coloro che credono in Lui e che sono chiamati a testimoniare che Lui è veramente mandato dal Padre", il Santo Padre ha ribadito che: "Compito dei discepoli di Cristo, compito di ciascuno di noi, è dunque quello di tendere ad una tale unità, così da diventare, come cristiani, segno visibile del suo messaggio salvifico, indirizzato ad ogni essere umano".

Il Papa ha ricordato le parole pronunciate da Giovanni Paolo II all'incontro ecumenico avvenuto nella stessa Chiesa: "'La sfida che si pone è di superare a poco a poco gli ostacoli (...) e crescere insieme in quella unità di Cristo che è una sola (...). La serietà del compito vieta ogni precipitazione o impazienza, ma il dovere di rispondere alla volontà di Cristo esige che restiamo saldi sulla via verso la pace e l'unità tra tutti i cristiani'".

"Da quell'incontro molto è cambiato. Dio ci ha concesso di fare molti passi verso la reciproca comprensione e l'avvicinamento", ha osservato Benedetto XVI citando in proposito "la pubblicazione dell'Enciclica 'Ut unum sint', le concordanze cristologiche con le Chiese precalcedoniane; la sottoscrizione ad Augsburg della 'Dichiarazione comune sulla dottrina della giustificazione' (...) la memoria ecumenica dei testimoni della fede del XX secolo; la ripresa del dialogo cattolico-ortodosso a livello mondiale", oltre che le importanti iniziative ecumeniche in Polonia.

"Notiamo molti progressi nel campo dell'ecumenismo" - ha sottolineato il Pontefice - "e tuttavia attendiamo sempre ancora qualcosa di più". Il Papa ha citato in merito due questioni: il servizio caritativo delle Chiese e la vita coniugale e familiare.

"Non possiamo dimenticare" - ha affermato il Papa, citando l'Enciclica "Deus caritas est" - "l'idea essenziale che fin dall'inizio costituì il fondamento molto forte dell'unità dei discepoli: 'all'interno della comunità dei credenti non deve esservi una forma di povertà tale che a qualcuno siano negati i beni necessari per una vita dignitosa'. Questa idea è sempre attuale (...) l'accettare le sfide caritative contemporanee dipende in grande misura dalla nostra reciproca collaborazione. (...) Noto con apprezzamento che nella comunità della Chiesa cattolica e nelle altre Chiese e Comunità ecclesiali si sono diffuse diverse nuove forme di attività caritative e ne sono riapparse di antiche con slancio rinnovato. Sono forme che spesso uniscono l'evangelizzazione e le opere di carità. Sembra che, nonostante tutte le differenze che vanno superate nell'ambito del dialogo interconfessionale, sia legittimo attribuire l'impegno caritativo alla comunità ecumenica dei discepoli di Cristo nella ricerca di una piena unità. Tutti possiamo inserirci nella collaborazione a favore dei bisognosi, sfruttando questa rete di reciproche relazioni, frutto del dialogo tra noi e dell'azione comune".

Riguardo alla seconda questione, il Papa ha ricordato che: "Sappiamo che tra le comunità cristiane, chiamate a testimoniare l'amore, la famiglia occupa un posto particolare. Nel mondo di oggi, nel quale si stanno moltiplicando relazioni internazionali ed interculturali, sempre più spesso si decidono a fondare una famiglia giovani provenienti da diverse tradizioni, da diverse religioni, da diverse confessioni cristiane. Più volte, per i giovani stessi e per i loro cari, è una decisione difficile che comporta vari pericoli riguardanti sia la perseveranza nella fede sia la costruzione futura dell'ordine familiare, come anche la creazione di un clima di unità della famiglia (...). Tuttavia, proprio grazie alla diffusione su una più vasta scala del dialogo ecumenico, la decisione può dare origine al formarsi di un laboratorio pratico di unità".

Il Santo Padre ha infine espresso apprezzamento alla Commissione Bilaterale del Consiglio per le Questioni dell'Ecumenismo della Conferenza Episcopale Polacca e del Consiglio Ecumenico Polacco "che hanno avviato la elaborazione di un documento in cui viene presentata la comune dottrina cristiana sul matrimonio e sulla famiglia e vengono stabiliti principi, accettabili per tutti, per contrarre matrimoni interconfessionali, indicando un comune programma di sollecitudine pastorale per tali matrimoni".
PV-POLONIA/INCONTRO ECUMENICO/VARSAVIA VIS 20060526 (860)

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