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mercoledì 15 marzo 2006

NUOVA CATECHESI DEL PAPA: RAPPORTO TRA CRISTO E LA CHIESA


CITTA' DEL VATICANO, 15 MAR. 2006 (VIS). Questa mattina, per l'Udienza Generale del Mercoledì, il Santo Padre Benedetto XVI ha iniziato un nuovo ciclo di catechesi dedicata al mistero del rapporto tra Cristo e la Chiesa considerandolo a partire dall'esperienza degli Apostoli alla luce del compito ad essi affidato. L'Udienza si è tenuta in Piazza San Pietro con la partecipazione di più di 30.000 pellegrini.

"La Chiesa" - ha spiegato il Papa - "è stata costituita sul fondamento degli Apostoli come comunità di fede, di speranza e di carità. (...) La Chiesa cominciò a costituirsi quando alcuni pescatori di Galilea incontrarono Gesù, si lasciarono conquistare dal suo sguardo, dalla sua voce, dal suo invito caldo e forte: 'Seguitemi, vi farò pescatori di uomini!'".

"Dopo Maria, riflesso puro della luce di Cristo, sono gli Apostoli, con la loro parola e la loro testimonianza, a consegnarci la verità di Cristo. La loro missione non è tuttavia isolata, ma si colloca dentro un mistero di comunione, che coinvolge l'intero Popolo di Dio e si realizza a tappe, dall'antica alla nuova Alleanza".

Il Santo Padre ha sottolineato che: "Si fraintende del tutto il messaggio di Gesù se lo si separa dal contesto della fede e della speranza del popolo eletto: (...) Gesù si rivolge anzitutto a Israele, per farne la 'raccolta' nel tempo escatologico giunto con lui. E come quella di Giovanni, così la predicazione di Gesù è al tempo stesso chiamata di grazia e segno di contraddizione e di giudizio per l'intero popolo di Dio".

Anche se la predicazione di Gesù "è sempre un appello alla conversione personale, egli in realtà mira continuamente alla costituzione del Popolo di Dio che è venuto a radunare ed a salvare. Risulta perciò unilaterale e priva di fondamento l'interpretazione individualistica dell'annuncio che Cristo fa del Regno. (...) In realtà, questo individualismo è un'accentuazione tipicamente moderna: nella prospettiva della tradizione biblica e nell'orizzonte dell'ebraismo, in cui l'opera di Gesù si colloca pur con tutta la sua novità, risulta chiaro che tutta la missione del Figlio fatto carne ha una finalità comunitaria".

L'elezione dei dodici Apostoli, numero che "richiama evidentemente le dodici tribù d'Israele, rivela già il significato di azione profetico-simbolica implicito nella nuova istituzione. (...) Scegliendo i Dodici, introducendoli ad una comunione di vita con sé e rendendoli partecipi della sua missione di annuncio del Regno in parole ed opere, Gesù vuol dire che è arrivato il tempo definitivo in cui giungono a compimento le promesse di Dio".

"I dodici Apostoli sono così il segno più evidente della volontà di Gesù riguardo all'esistenza e alla missione della sua Chiesa, la garanzia che fra Cristo e la Chiesa non c'è alcuna contrapposizione. È pertanto del tutto inconciliabile con l'intenzione di Cristo uno slogan di moda alcuni anni fa: 'Gesù sì, Chiesa no'".

"Tra il Figlio di Dio fatto carne e la sua Chiesa v'è una profonda, inscindibile e misteriosa continuità, in forza della quale Cristo è presente oggi nel suo popolo e in particolare in coloro che degli Apostoli sono i successori".
AG/RAPPORTO CRISTO:CHIESA/... VIS 20060315 (520)

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