CITTA' DEL VATICANO, 24 GEN. 2006 (VIS). Questa mattina, festa di San Francesco di Sales, Patrono dei Giornalisti, è stato reso pubblico il primo Messaggio di Benedetto XVI per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, che si terrà il 28 maggio 2006, sul tema: "I Media: rete di comunicazione, comunione e cooperazione".
Di seguito riportiamo alcuni estratti del Messaggio che è stato pubblicato in italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo e portoghese.
"I progressi tecnologici nel campo dei media hanno vinto il tempo e lo spazio, permettendo la comunicazione istantanea e diretta tra le persone, anche quando sono divise da enormi distanze. Questo sviluppo implica un potenziale enorme per servire il bene comune (...) Ogni giorno verifichiamo che l'immediatezza della comunicazione non necessariamente si traduce nella costruzione di collaborazione e comunione all'interno della società".
"Illuminare le coscienze degli individui e aiutarli a sviluppare il proprio pensiero non è mai un impegno neutrale. La comunicazione autentica esige coraggio e risolutezza. Esige la determinazione di quanti operano nei media per non indebolirsi sotto il peso di tanta informazione e per non adeguarsi a verità parziali o provvisorie. Esige piuttosto la ricerca e la diffusione di quello che è il senso e il fondamento ultimo dell'esistenza umana, personale e sociale (cf. Fides et Ratio, 5). In questo modo i media possono contribuire costruttivamente alla diffusione di tutto quanto è buono e vero".
"L'appello ai media di oggi ad essere responsabili, ad essere protagonisti della verità e promotori della pace che da essa deriva, comporta grandi sfide. Anche se i diversi strumenti della comunicazione sociale facilitano lo scambio di informazioni e idee, contribuendo alla comprensione reciproca tra i diversi gruppi, allo stesso tempo possono essere contaminati dall'ambiguità. I mezzi della comunicazione sociale sono una 'grande tavola rotonda' per il dialogo dell'umanità, ma alcune tendenze al loro interno possono generare una monocultura che offusca il genio creativo, ridimensiona la sottigliezza del pensiero complesso e svaluta la peculiarità delle pratiche culturali e l'individualità del credo religioso. Queste degenerazioni si verificano quando l'industria dei media diventa fine a se stessa, rivolta unicamente al guadagno, perdendo di vista il senso di responsabilità nel servizio al bene comune".
"Pertanto, occorre sempre garantire un'accurata cronaca degli eventi, un'esauriente spiegazione degli argomenti di interesse pubblico, un'onesta presentazione dei diversi punti di vista. La necessità di sostenere ed incoraggiare la vita matrimoniale e familiare è di particolare importanza, proprio perché si fa riferimento al fondamento di ogni cultura e società (cf. Apostolicam Actuositatem, 11). In collaborazione con i genitori, i mezzi della comunicazione sociale e le industrie dello spettacolo possono essere di sostegno nella difficile ma altamente soddisfacente vocazione di educare i bambini, presentando modelli edificanti di vita e di amore umano (cf. Inter Mirifica, 11)".
"Per incoraggiare sia una presenza costruttiva che una percezione positiva dei media nella società, desidero sottolineare l'importanza dei tre punti, individuati dal mio venerabile predecessore Papa Giovanni Paolo II, indispensabili per un servizio finalizzato al bene comune: formazione, partecipazione e dialogo".
"La formazione ad un uso responsabile e critico dei media aiuta le persone a servirsene in maniera intelligente e appropriata. (...) Proprio perché i media contemporanei configurano la cultura popolare, essi devono vincere qualsiasi tentazione di manipolare, soprattutto i giovani, cercando invece di educare e servire. In tal modo, i media potranno garantire la realizzazione di una società civile degna della persona umana, piuttosto che il suo disgregamento".
"La partecipazione ai media nasce dalla loro stessa natura, come bene destinato a tutte le genti. In quanto servizio pubblico, la comunicazione sociale esige uno spirito di cooperazione e corresponsabilità, con una scrupolosa attenzione all'uso delle risorse pubbliche e all'adempimento delle cariche pubbliche (cf. Etica nelle Comunicazioni Sociali, 20), compreso il ricorso a norme di regolazione e ad altri provvedimenti o strutture designate a tal scopo".
"Infine, i media devono approfittare e servirsi delle grandi opportunità che derivano loro dalla promozione del dialogo, dallo scambio di cultura, dall'espressione di solidarietà e dai vincoli di pace. In tal modo essi diventano risorse incisive e apprezzate per costruire una civiltà dell'amore, aspirazione di tutti i popoli".
"Sono certo che seri sforzi per promuovere questi tre punti aiuteranno i media a svilupparsi come rete di comunicazione, comunione e cooperazione, aiutando uomini, donne e bambini a diventare più consapevoli della dignità della persona umana, più responsabili e più aperti agli altri, soprattutto ai membri della società più bisognosi e più deboli (cf. Redemptor Hominis, 15; Etica nelle Comunicazioni Sociali, 4).
"Concludendo, voglio ricordare le incoraggianti parole di San Paolo: Cristo è nostra pace. Colui che ha fatto dei due un popolo solo (cf. Ef. 2,14). Abbattiamo il muro di ostilità che ci divide e costruiamo la comunione dell'amore, secondo i progetti del Creatore, svelati attraverso Suo Figlio!".
MESS/GIORNATA MONDIALE COMUNICAZIONI/... VIS 20060124 (800)
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