CITTA' DEL VATICANO, 10 SET. 2005 (VIS). "Il ruolo della Chiesa e dei cristiani nel futuro dell'Europa" è stato il tema dell'intervento dell'Arcivescovo Giovanni Lajolo, Segretario per le Relazioni con gli Stati, alla Conferenza internazionale della Pontificia Accademia di Teologia svoltasi a Cracovia (Polonia), nella giornata di venerdì scorso.
L'Arcivescovo ha sottolineando nel suo intervento che "l'attenzione dei Papi per l'Europa è stata sempre viva e propositiva", e ha ricordato tra le altre la figura di Pio XII, che appoggiò pubblicamente l'idea della formazione di una "Unione Europea". L'Arcivescovo ha continuato affermando che "Giovanni Paolo II ha svolto un ruolo storico nel far crollare, proprio a partire dalla Polonia, l'innaturale divisione dell'Europa imposta da un'ideologia materialista e da un potere antiumano".
Successivamente, l'Arcivescovo ha fatto riferimento alla presenza nell'Antico Continente "della Chiesa in quanto istituzione (...) e dei cristiani in quanto membri della Chiesa e cittadini dell'Europa (...). Una presenza come realtà umana, sociale, concretamente percepibile nella sua identità religiosa e non confondibile con nessuna altra realtà". "Sarebbe una falsificazione politica se l'Europa volesse ignorare tale realtà o prescindere da essa".
In relazione al contributo specifico che la Chiesa e i cristiani possono dare all'Europa, "la Chiesa - ha affermato l'Arcivescovo - "è 'columna et firmamentum veritatis' (...), una vera paladina della ragione umana, capace di raggiungere non solo verità matematiche o verità delle scienze fisiche naturali, ma le verità ultime sull'uomo: quelle che sole possono manifestare il senso decisivo della nostra condizione umana e consentono quindi i grandi orientamenti dello spirito".
La Chiesa, inoltre, è "communio caritatis"," comunione di tutte le chiese particolari con quella di Roma e tra di loro. Nella Chiesa si attua, come in nessun'altra realtà umana, l'unità del tutto nella diversità delle parti; in essa si rispecchia la varietà delle genti, delle loro lingue, dei loro costumi e delle loro tradizioni nell'unicità della fede e della morale. E' così che la Chiesa si fa spontaneamente fattore di unità tra le diverse nazioni".
"Date le coordinate fondamentali, di cui ho detto" - ha proseguito l'Arcivescovo Lajolo - " è facile indicare alcune istituzioni di diverso, ma sempre grande rilievo pubblico, per le quali la Chiesa ha dato, e non cesserà mai di dare, un suo contributo specifico: la famiglia, gli istituti educativi, le istituzioni assistenziali".
"Nella società pluralistica ed ideologicamente variegata di oggi è necessario che i cristiani sappiano anzitutto misurare e raccogliere le proprie forze, e poi unire le loro forze a quelle degli altri uomini di buona volontà, nella ricerca di una Europa che sia all'altezza dell'eredità spirituale che i nostri padri ci hanno lasciato, di una Europa quale sognata dai grandi spiriti del secolo XX".
.../CRISTIANI IN EUROPA/LAJOLO:CRACOVIA VIS 20050912 (460)
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