CITTA' DEL VATICANO, 24 GIU. 2005 (VIS). Questa mattina, il Santo Padre si è recato al Palazzo del Quirinale per la visita ufficiale al Presidente della Repubblica Italiana, Onorevole Carlo Azeglio Ciampi, ricambiando la sua visita in Vaticano, il 3 maggio scorso. Il colloquio privato con il Presidente Ciampi si è svolto nello Studio alla Vetrata ed è stato seguito dai discorsi ufficiali tenuti nel Salone delle Feste.
Alle 10:20 di questa mattina il Papa ha lasciato il Vaticano su una Mercedes decappottabile e, in Piazza Pio XII, è stato salutato da una Missione Straordinaria del Governo Italiano guidata dal Ministro degli Esteri Gianfranco Fini. Scortato da Corazzieri in motocicletta, Benedetto XVI ha raggiunto Piazza Venezia, dove ha ricevuto il saluto del Sindaco di Roma, On. Walter Veltroni. Giunto al Palazzo del Quirinale intorno alle 11.00, il Santo Padre è stato accolto nel Cortile d'Onore dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, dagli ex Presidenti Francesco Cossiga ed Oscar Luigi Scalfaro, dal Presidente del Senato Marcello Pera, dal Presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini e dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Fra i componenti del Seguito Papale era il Cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato.
La visita di oggi è stata l'ottava visita ufficiale di un Papa al Quirinale, dalla firma dei Patti Lateranensi (1929). Il primo fu Pio XII nel 1939. Papa Giovanni Paolo II si recò al Quirinale nel 1984, 1986 e 1998.
Rispondendo all'indirizzo di saluto del Capo dello Stato, il Papa ha pronunciato il suo discorso, assicurando "la cittadinanza romana, e poi anche l'intera Nazione italiana del mio impegno a lavorare con tutte le forze per il bene religioso e civile di coloro che il Signore ha affidato alle mie cure pastorali".
Il Santo Padre ha ricordato che le relazioni fra la Chiesa e lo Stato italiano "sono fondate sul principio enunciato dal Concilio Vaticano II, secondo cui 'la comunità politica e la Chiesa sono indipendenti e autonome l'una dall'altra nel proprio campo. Tutte e due anche se a titolo diverso, sono a servizio della vocazione personale e sociale delle stesse persone umane'".
"Legittima è dunque una sana laicità dello stato" - ha proseguito il Pontefice - "in virtù della quale le realtà temporali si reggono secondo le norme loro proprie, senza tuttavia escludere quei riferimenti etici che trovano il loro fondamento ultimo nella religione. L'autonomia della sfera temporale non esclude un'intima armonia con le esigenze superiori e complesse derivanti da una visione integrale dell'uomo e del suo eterno destino".
Papa Benedetto XVI ha espresso l'auspicio che il Popolo italiano "non solo non rinneghi l'eredità cristiana che fa parte della sua storia, ma la custodisca gelosamente e la porti a produrre ancora frutti degni del passato. Ho fiducia che l'Italia, sotto la guida saggia ed esemplare di coloro che sono chiamati a governarla continui a svolgere nel mondo la missione civilizzatrice nella quale si è tanto distinta nel corso dei secoli. In virtù della sua storia e della sua cultura, l'Italia può recare un contributo validissimo in particolare all'Europa, aiutandola a riscoprire quelle radici cristiane che le hanno permesso di essere grande nel passato e che possono ancora oggi favorire l'unità profonda del Continente".
Fra le non poche preoccupazioni che accompagnano l'inizio del suo Pontificato, il Papa ha voluto segnalarne alcune, che, "per il loro carattere universalmente umano, non possono non interessare anche chi ha la responsabilità della cosa pubblica": la "tutela della famiglia fondata sul matrimonio, quale è riconosciuta anche nella Costituzione italiana", la "difesa della vita umana" e il "problema dell'educazione".
La Chiesa, ha ribadito il Pontefice, "vede nella famiglia un valore importantissimo che deve essere difeso da ogni attacco mirante a minarne la solidità e a metterne in questione la stessa esistenza. Nella vita umana, poi, la Chiesa riconosce un bene primario, presupposto di tutti gli altri beni, e chiede perciò che sia rispettata tanto nel suo inizio quanto nel suo termine, pur sottolineando la doverosità di adeguate cure palliative che rendano la morte più umana. Quanto alla scuola" - ha sottolineato il Santo Padre - "la sua funzione si connette alla famiglia come naturale espansione del compito formativo di quest'ultima. A questo proposito, ferma restando la competenza dello Stato a dettare le norme generali dell'istruzione, non posso non esprimere l'auspicio che venga rispettato concretamente il diritto dei genitori ad una libera scelta educativa, senza dover sopportare per questo l'onere aggiuntivo di ulteriori gravami. Confido che i legislatori italiani, nella loro saggezza, sappiano dare ai problemi ora ricordati soluzioni 'umane', rispettose cioè dei valori inviolabili che sono in essi implicati".
Al termine del suo discorso, il Santo Padre ha preso congedo dal Capo dello Stato ed è rientrato in Vaticano in vettura scoperta.
BXVI-VISITA QUIRINALE/.../CIAMPI VIS 20050624 (780)
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