CITTA' DEL VATICANO, 10 APR. 2005 (VIS). Alle 17:00 di oggi, nella Patriarcale Basilica Vaticana, il Cardinale Camillo Ruini, Vicario Generale per la Diocesi di Roma, ha presieduto la terza Celebrazione dei Novendiali. Hanno concelebrato Cardinali, Vescovi e numerosi sacerdoti di Roma.
Rivolgendosi ai fedeli della Chiesa di Roma che gremivano la Basilica di San Pietro, il Cardinale Ruini ha affermato nell'omelia: "Oggi, mentre siamo attoniti e addolorati per la sua scomparsa, ma anche fiduciosi e gioiosi per la certezza di una sua nuova, misteriosa e luminosa presenza, possiamo chiederci come abbia fatto, Giovanni Paolo II, ad esserci tanto vicino, ad entrare così profondamente nel cuore dei romani, ma anche degli italiani e di tanti cittadini del mondo. La vera risposta è semplice e carica di significato: egli è stato, e continua ad essere, per tutti fratello e padre, perché uomo di Dio, perché è costantemente vissuto alla presenza di Dio, intimamente unito a Lui e totalmente fiducioso nella sua infinita misericordia".
"E però questa straordinaria vicinanza a Dio non lo ha affatto allontanato da noi, uomini terreni e peccatori, non lo ha avvolto in una remota atmosfera sacrale. Al contrario, Giovanni Paolo II è stato un uomo vero, uno che ha gustato ed apprezzato fino in fondo il sapore della vita: dalla bellezza dell'arte, della poesia e della natura fino al vigore dello sport, dalla fedeltà dell'amicizia fino all'altezza della riflessione filosofica e teologica e fino al coraggio delle decisioni più impegnative".
Il Porporato ha ricordato le visite del Santo Padre Giovanni Paolo II a 301 delle 333 parrocchie di Roma, la celebrazione della Santa Messa degli universitari, qualche giorno prima di Natale, l'incontro con i giovani di Roma, il giovedì precedente la domenica delle Palme, e le altre iniziative pastorali, come il Sinodo Diocesano (1986) e la Missione Cittadina (1995) in preparazione del Grande Giubileo dell'Anno 2000.
"Questa è la Chiesa che egli ha voluto" - ha detto ancora il Cardinale Ruini - "e oggi continua a chiederci di essere e di vivere: una Chiesa non ripiegata su se stessa, non timida, non sfiduciata, una Chiesa che brucia dell'amore di Cristo, per la salvezza di ogni uomo".
"Noi questa sera, sentiamo prepotente nei nostri cuori il bisogno di dire 'resta con noi' a questo Papa. E sappiamo bene che egli con noi rimane davvero. Ma sappiamo anche qual'è l'unica strada per la quale possiamo rimanere con lui in maniera reale, e non soltanto emotiva e superficiale. È la strada di rimanere, ciascuno di noi personalmente e tutta la Chiesa di Roma insieme, nell'amore del Signore, quell'amore che si nutre di fede e di ubbidienza quotidiana alla sua volontà, soprattutto al suo comandamento: amatevi come io vi ho amati".
Il Cardinale Ruini ha sottolineato che: "Giovanni Paolo II, nella sua sofferenza e nella sua morte come lungo tutta la sua vita, è stato un testimone e un annunciatore straordinariamente efficace di Gesù Cristo crocifisso e risorto dai morti, a somiglianza degli Apostoli Pietro e Paolo di cui ha raccolto la grande eredità, cristiana e umana".
"E mentre rinnoviamo la nostra gratitudine a Dio per questo Papa che per ventisei anni ha spezzato il pane eucaristico con noi e per noi, ringraziamo anche, di tutto cuore, la Chiesa sorella di Cracovia e tutta l'amata Nazione polacca, nelle quali Giovanni Paolo II, Karol Wojtyla, ha ricevuto la vita, la fede e la sua mirabile ricchezza cristiana e umana, per essere così donato a Roma e al mondo intero".
.../NOVENDIALI/RUINI VIS 20050411 (590)
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