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venerdì 7 maggio 2004

ARCIVESCOVO FOLEY FEDERAZIONE MONDIALE PUBBLICITARI


CITTA' DEL VATICANO, 7 MAG. 2004 (VIS). L'Arcivescovo John P. Foley, Presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, ha preso ieri la parola a Santiago del Cile (Cile), al Congresso Internazionale della Federazione Mondiale dei Pubblicitari, dedicando il suo intervento al Documento "Etica nella Pubblicità", pubblicato dal suo Dicastero nel 1997.

La sezione iniziale del Documento, ha precisato l'Arcivescovo Foley, enumera "I vantaggi della pubblicità", quali "la promozione di una competizione onesta ed eticamente responsabile che contribuisce alla crescita economica, alla possibilità di scelta e all'autentico sviluppo umano", e "la promozione di un'attività moralmente sana". La pubblicità "contribuisce ad ampliare le conoscenze, a contenere i prezzi e, solitamente, a creare più posti di lavoro". L'Arcivescovo ha affermato successivamente che: "la libertà di pubblicità nell'ambito della politica" è parimenti importante per "fornire informazioni ai cittadini relativamente ai candidati e ai loro programmi".

Riguardo agli effetti negativi della pubblicità, il Presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali ha affermato: "personalmente ritengo che l'aspetto più negativo della pubblicità sia quello di indurre le persone a credere che avere sia più importante di essere".

L'Arcivescovo Foley ha quindi citato tre principi di particolare importanza, il primo dei quali è: "Essere è meglio che avere", poiché "la nostra dignità umana proveniente da Dio non si fonda sulla proprietà", ed ha esortato i pubblicitari a mai "umiliare i poveri, anche inconsciamente".

Il secondo principio, ha proseguito l'Arcivescovo Foley, è che "ogni persona ha diritto al rispetto", mentre invece "spesso i media in generale e la pubblicità in particolare" riducono gli uomini e le donne a "simboli sessuali".

Infine il Capo del Dicastero ha ricordato che: "il terzo principio etico nelle comunicazioni è il bene comune. L'aspetto etico della campagna politica è un fattore di crescente preoccupazione nelle società democratiche (…), quando la pubblicità, invece di esporre onestamente e imparzialmente le opinioni di un candidato, travisa le opinioni degli avversari e ingiustamente attacca la loro reputazione".
CON-CS/ETICA:PUBBLICITÀ/CILE:FOLEY VIS 20040507 (310)

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