CITTA' DEL VATICANO, 24 SET. 2003 (VIS). Il 22 settembre scorso, a New York (Stati Uniti d'America), il Cardinale Claudio Hummes, O.F.M., Arcivescovo di São Paulo (Brasile) e Capo della Delegazione della Santa Sede, è intervenuto alla Riunione Plenaria di Alto Livello dell'Assemblea Generale dell'O.N.U., dedicata ai risultati della XXVI Sessione Speciale relativa all'applicazione della Dichiarazione di Intenti su Hiv/Aids.
Nel suo discorso, reso pubblico nel pomeriggio di ieri, il Cardinale Hummes ha affermato che: "L'Hiv/Aids continua a rappresentare una delle più grandi tragedie del nostro tempo. Non si tratta solo di un problema sanitario di vaste dimensioni, ma è una questione sociale, economica e politica. (…) È anche una questione morale, poiché le cause dell'epidemia chiaramente riflettono una grave crisi di valori, (…) che non risparmia nessun segmento geografico della famiglia umana".
Il Capo della Delegazione della Santa Sede ha richiamato l'attenzione dell'Assemblea "su uno dei gruppi più vulnerabili delle vittime dell'Hiv/Aids, i bambini. Tanti bambini sono vittime di questa epidemia, contagiati dal virus trasmesso loro alla nascita, o perché rimasti orfani a causa della morte prematura dei genitori malati di Aids. (…) Secondo alcune stime, per l'anno 2010 solo in Africa ci saranno 40 milioni di orfani a causa dell'Aids, 95% dei quali sarà portatore del virus".
"L'urgente necessità di cure per questi giovani pazienti può essere resa possibile grazie ai progressi della scienza medica" - ha detto ancora il Cardinale Hummes, sottolineando però il costo elevato delle cure mediche "aggravato da questioni legali, quali l'interpretazione dei contenziosi riguardanti il diritto alla proprietà intellettuale". La Santa Sede esprime "soddisfazione per la firma, il 30 agosto 2003, dell'Accordo dell'Organizzazione Mondiale del Commercio, grazie al quale sarà più facile per i Paesi più poveri importare medicine generiche più economiche fabbricate secondo la licenza obbligatoria".
Il Cardinale Hummes ha inoltre affermato che "la Santa Sede e le istituzioni cattoliche non si tirano indietro nella lotta globale contro l'Hiv/Aids", ed ha rilevato che "il 12% delle strutture che si prendono cura dei pazienti affetti da Hiv/Aids appartengono ad organismi della Chiesa Cattolica, il 13% degli aiuti globali ai pazienti affetti dall'epidemia proviene da organizzazioni non governative cattoliche. La Santa Sede, grazie alle sue istituzioni in tutto il mondo, fornisce il 25% delle cure totali somministrate ai pazienti di Hiv/Aids".
"Al fine di coordinare al meglio le sue attività" - ha concluso il Cardinale - "la Santa Sede ha creato una Commissione Ad Hoc per la lotta all'Hiv/Aids (…) che intende esprimere la sua particolare sollecitudine per l'Africa sub-sahariana" e "dedicare particolare attenzione ai problemi di emarginazione e discriminazione che accompagnano questa malattia, all'accesso alle terapie, all'informazione riguardo comportamenti sessuali responsabili, compresa l'astinenza e la fedeltà matrimoniale, e alla cura degli orfani a causa dell'Hiv/Aids".
DELSS/HIVAIDS/ONU:HUMMES VIS 20030924 (490)
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