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lunedì 3 giugno 2002

RESTITUZIONE PATRIMONIO ECCLESIASTICO IN ROMANIA

CITTA' DEL VATICANO, 1 GIU. 2002 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Giovanni Paolo II ha ricevuto il Signor Mihail Dobre, nuovo Ambasciatore della Romania presso la Santa Sede, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali. Il Papa ha ricordato la Visita compiuta in Romania nel 1999 ed ha rievocato la figura del Cardinale Alexandru Todea, porporato rumeno che subì la persecuzione e la prigionia negli anni del regime comunista.

Il Papa ha elogiato la Romania per aver imboccato la strada della democrazia dopo gli anni del regime comunista auspicando che: "tale cammino possa proseguire costantemente, così che la Romania sia in grado di far sentire sempre più autorevolmente la propria voce in Europa e nel mondo" ed ha osservato che: "È opinione largamente condivisa che le riforme in campo democratico, economico e sociale (…) stiano apportando positivi frutti per il bene di tutti".

Il Santo Padre ha sottolineato il "convinto apporto" della Chiesa cattolica "in questo cammino di rinnovamento (…) attraverso le sue strutture (…) in campo sociale, scolastico e sanitario, oltre che nel delicato ministero spirituale dell'evangelizzazione e della cura delle anime".

Durante il Viaggio Apostolico in Romania, il Papa ha affermato di aver potuto constatare "la buona volontà che anima i rapporti tra la Chiesa ortodossa, maggioritaria nel paese, e la Chiesa cattolica" e nel Patriarca Teoctist "la profonda consapevolezza del dovere di operare insieme per annunciare l'unico Vangelo di Cristo, Via Verità e Vita".

Non dimenticando le difficoltà che ancora sussistono, Giovanni Paolo II ha affermato: "È mio fervido auspicio che, ad esempio, si dia pratica attuazione, in materia di strutture ecclesiali, alle intese sin qui raggiunte tra i responsabili della Chiesa ortodossa, della Chiesa cattolica e della Santa Sede. (…) Pur con la necessaria prudenza, occorrerà che la speciale Commissione mista tenga conto della reale urgenza, per la Chiesa cattolica, di poter disporre degli edifici sacri".

"Si rafforzerebbero di certo il rispetto e la collaborazione, se le istanze civili si assumessero il compito non solo di aiutare a trovare le opportune soluzioni, ma anche di restituire, secondo un criterio di giustizia, il patrimonio ecclesiastico confiscato, così da consentire alla Chiesa cattolica di disporre di tali beni per l'adempimento della sua missione".

Al termine del suo discorso il Papa ha detto che la Chiesa "desidera incontrare l'uomo nei vari momenti della sua vita: in famiglia, nella scuola, nel mondo del lavoro e della cultura, negli ospedali e in ogni altro ambito nel quale egli vive. (…) Anche per questa ragione, auspico che lo Stato permetta alla Chiesa di intrattenere un costante dialogo con le pubbliche autorità, al fine di giungere ad accordi di cooperazione nei diversi settori del vivere sociale".
CD/LETTERE CREDENZIALI/ROMANIA:DOBRE VIS 20020603 (450)

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