CITTA' DEL VATICANO, 13 APR. 2002 (VIS). Questa mattina, il Santo Padre Giovanni Paolo II ha ricevuto i Presuli della Conferenza Episcopale della Bolivia, al termine della Visita "ad Limina".
Nel suo discorso il Papa ha affermato che nonostante le grandi speranze di un aumento di vocazioni sacerdotali e religiose nel Paese, è necessario "perseverare instancabilmente nella preghiera per il 'dono della messe'" affinché Dio invii più operai.
Il Santo Padre ha affermato che occorre curare in particolare "la formazione dei candidati al sacerdozio e alla vita consacrata, poiché la penuria dei chiamati a proclamare e a testimoniare il Vangelo, mai giustifica che non si esiga la debita idoneità per svolgere questa cruciale missione della Chiesa. Bisogna, perciò, promuovere una solida preparazione teologica e una profonda spiritualità, perché i candidati al sacerdozio comprendano ed accettino con gioia le esigenze del ministero e della consacrazione, dimostrando di essere capaci di 'dedicare' tutta la vita a Cristo".
"Vi invito" - ha proseguito il Pontefice - "a continuare ad infondere coraggio ai vostri seminaristi e sacerdoti, senza temere di presentare ed esigere, nella loro interezza, i requisiti che la Chiesa, ispirandosi al modello del Buon Pastore, chiede ai suoi ministri ordinati. Penso alla necessaria fraternità sacerdotale, senza alcuna forma di animosità, pregiudizio o discriminazione; all'indispensabile obbedienza e comunione, senza reticenze, con il proprio Vescovo, al quale i sacerdoti devono offrire con gioia e generosità la propria disponibilità; all'accettazione sincera ed effettiva del celibato e al distacco dai beni materiali".
Il Papa ha ringraziato i numerosi consacrati per il loro "contributo al servizio del Regno di Dio in Bolivia", affermando anche che la presenza di numerosi laici impegnati "è segno di vitalità". "La loro disponibilità nel promuovere la catechesi e nell'animare gli incontri di preghiera comunitaria e di lettura della Parola di Dio, merita il sincero riconoscimento dei Pastori, che, a loro volta, devono adoperarsi per dotarli di una formazione teologica, liturgica e spirituale, adeguata agli impegni loro assegnati". La vocazione specifica dei laici "ha un'importanza decisiva nella società attuale, nella quale, come accade anche in Bolivia, si producono rapide e profonde trasformazioni che richiedono il rispetto dei principi morali e la luce dei valori evangelici perché le realtà temporali siano ordinate secondo il progetto di Dio".
"Come in altre regioni dell'America Latina, la Bolivia prova grande inquietudine per il proliferare dei seguaci delle sette. (…) Tuttavia, la fermezza della fede e la piena fiducia nella forza della verità per conquistare i cuori, è una preziosa risorsa ispiratrice di appropriate azioni pastorali. Una di queste è il proclamare incessantemente il messaggio di Cristo in maniera comprensibile a tutti, (…) mostrando, allo stesso tempo, il suo vigore e la sua attrattiva".
Riferendosi ai "momenti difficili per il Paese, a causa di una delicata situazione sociale, dalla quale sono derivati molti conflitti ed atti di violenza", il Santo Padre ha affermato che: "Con voi lancio un appello a tutti i fedeli boliviani affinché, fondandosi sulla fede che professano e sulla speranza in Cristo che li anima, si facciano paladini di una società aliena da ogni egoista faziosità, da ogni forma di violenza o di mancanza di rispetto per i diritti della persona umana, specialmente il diritto alla vita".
AL/…/BOLIVIA VIS 20020415 (540)
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