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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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lunedì 12 settembre 2011

LA CHIESA CONSAPEVOLE SETE DI VALORI DEI GIOVANI

CITTA' DEL VATICANO, 11 SET. 2011 (VIS). Al termine dell’Incontro nella Cattedrale di Ancona con gli sposi e i sacerdoti, il Santo Padre ha raggiunto in auto la Piazza del Plebiscito per l’incontro con i giovani fidanzati.

“Per certi aspetti, il nostro è un tempo non facile, soprattutto per voi giovani” – ha detto Benedetto XVI – “La tavola è imbandita di tante cose prelibate, ma, come nell’episodio evangelico delle nozze di Cana, sembra che sia venuto a mancare il vino della festa. Soprattutto la difficoltà di trovare un lavoro stabile stende un velo di incertezza sull’avvenire. Questa condizione contribuisce a rimandare l’assunzione di decisioni definitive, e incide in modo negativo sulla crescita della società, che non riesce a valorizzare appieno la ricchezza di energie, di competenze e di creatività della vostra generazione”.

“Manca il vino della festa anche a una cultura che tende a prescindere da chiari criteri morali: nel disorientamento, ciascuno è spinto a muoversi in maniera individuale e autonoma, spesso nel solo perimetro del presente. (...) Anche le scelte di fondo allora diventano fragili, esposte ad una perenne revocabilità, che spesso viene ritenuta espressione di libertà, mentre ne segnala piuttosto la carenza”.

“Non perdete mai la speranza. Abbiate coraggio, anche nelle difficoltà, rimanendo saldi nella fede. (...) Nulla ci può separare dall’amore di Dio! Siate certi, poi, che anche la Chiesa (...) non cessa di guardare a voi con grande fiducia. Essa sa che avete sete di valori, quelli veri, su cui vale la pena di costruire la vostra casa! Il valore della fede, della persona, della famiglia, delle relazioni umane, della giustizia. Non scoraggiatevi davanti alle carenze che sembrano spegnere la gioia sulla mensa della vita”.

“Come fidanzati vi trovate a vivere una stagione unica, che apre alla meraviglia dell’incontro e fa scoprire la bellezza di esistere e di essere preziosi per qualcuno (...). Vivete con intensità, gradualità e verità questo cammino. (...) Vorrei dirvi anzitutto di evitare di chiudervi in rapporti intimistici, falsamente rassicuranti; fate piuttosto che la vostra relazione diventi lievito di una presenza attiva e responsabile nella comunità”.

“Cari amici, ogni amore umano è segno dell’Amore eterno che ci ha creati, e la cui grazia santifica la scelta di un uomo e di una donna di consegnarsi reciprocamente la vita nel matrimonio. Vivete questo tempo del fidanzamento nell’attesa fiduciosa di tale dono, che va accolto percorrendo una strada di conoscenza, di rispetto, di attenzioni che non dovete mai smarrire (...) Preparatevi a scegliere con convinzione il ‘per sempre’ che connota l’amore: l’indissolubilità, prima che una condizione, è un dono che va desiderato, chiesto e vissuto, oltre ogni mutevole situazione umana. (...) La fedeltà e la continuità del vostro volervi bene vi renderanno capaci anche di essere aperti alla vita, di essere genitori (...) Fedeltà, indissolubilità e trasmissione della vita sono i pilastri di ogni famiglia, vero bene comune, patrimonio prezioso per l’intera società”.

“L’esperienza dell’amore” – ha sottolineato infine il Papa – “ha al suo interno la tensione verso Dio. Il vero amore promette l’infinito! Fate, dunque, di questo vostro tempo di preparazione al matrimonio un itinerario di fede: riscoprite per la vostra vita di coppia la centralità di Gesù Cristo e del camminare nella Chiesa”.

Al termine dell’Incontro il Santo Padre ha raggiunto in auto il Molo Wojtyła del Porto di Ancona e, alle 18.45, è partito in elicottero alla volta di Roma, atterrando all’eliporto delle Ville Pontificie di Castel Gandolfo alle 19:30.
PV-ANCONA/ VIS 20110912 (580)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 10 SET. 2011 (VIS). Questa mattina, nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, il Santo Padre ha ricevuto in udienza il Cardinale Marc Ouellet, P.S.S., Prefetto della Congregazione per i Vescovi.
AP/ VIS 20110912 (40)

MESSAGGIO PONTIFICIO INCONTRO ECUMENICO MONACO

CITTA' DEL VATICANO, 12 SET. 2011 (VIS). È stato reso pubblico il Messaggio che il Santo Padre Benedetto XVI ha fatto pervenire al Cardinale Reinhard Marx, Arcivescovo di München und Freising (Germania), in occasione del Congresso “Bound to live together. Religioni e culture in dialogo” (11-13 settembre), promosso dall’Arcidiocesi tedesca e dalla Comunità di Sant’Egidio che da 25 anni, da quando Giovanni Paolo II convocò i Responsabili religiosi del mondo ad Assisi, organizza ogni anno un incontro ecumenico per la pace.

Nel testo, redatto in lingua tedesca e datato 1° settembre, da Castel Gandolfo, Benedetto XVI, ricordando il tema dell’Incontro, scrive: “Il vivere insieme può trasformarsi in un vivere gli uni contro gli altri, (...) se non impariamo ad accoglierci gli uni gli altri (...). Così tutto dipende dall’intendere la predisposizione a vivere insieme come impegno e come dono, dal trovare la vera via del convivere. Tale vivere insieme, che un tempo poteva rimanere confinato ad una regione, oggi non può che essere vissuto a livello universale. Il soggetto del convivere è oggi l’umanità intera. Incontri come quello che ebbe luogo ad Assisi e quello che si tiene oggi a Monaco rappresentano occasioni in cui le religioni possono interrogare se stesse e chiedersi come diventare forze del convivere”.
MESS/ VIS 20110912 (220)

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 12 SET. 2011 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Sacerdote Renzo Pegoraro, Docente di Bioetica alla Facoltà Teologica del Triveneto e Direttore Scientifico della Fondazione Lanza di Padova, Cancelliere della Pontificia Accademia per la Vita.

Sabato 10 settembre il Santo Padre ha elevato alla dignità episcopale il Monsignore Barthélemy Adoukonou, Segretario del Pontificio Consiglio della Cultura.
NA/ VIS 20110912 (70)

sabato 10 settembre 2011

NESSUNA CIRCOSTANZA PUÒ MAI GIUSTIFICARE ATTI TERRORISMO

CITTA' DEL VATICANO, 10 SET. 2011 (VIS). Il Santo Padre ha fatto pervenire un Messaggio all’Arcivescovo Timothy M. Dolan, di New York, Presidente della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti d’America, nel decimo anniversario degli attacchi terroristici, perpetrati l’11 settembre 2001, al World Trade Center, a Washington e in Pennsylvania, che causarono la morte di migliaia di persone.

Nel raccomandare le vittime all’infinita misericordia di Dio Onnipotente e alla consolazione del Padre celeste, Benedetto XVI ricorda che i terroristi erano convinti di agire in nome di Dio. “Ancora una volta” – scrive il Pontefice – “si deve inequivocabilmente affermare che nessuna circostanza può mai giustificare atti di terrorismo. Ogni vita umana è preziosa agli occhi di Dio e non bisogna risparmiare alcuno sforzo per cercare di promuovere in tutto il mondo un autentico rispetto dei diritti inalienabili e della dignità degli individui e dei popoli del mondo”.

“Il popolo americano è degno di lode per il coraggio e la generosità dimostrata nelle operazioni di salvataggio e nella capacità di recupero dimostrata nell’andare avanti con speranza e fiducia” – scrive ancora il Papa, che assicura “fervide preghiere affinché un fermo impegno alla giustizia e una cultura globale della solidarietà aiutino il mondo a liberarsi dalle offese che tanto sovente danno origine ad atti di violenza, creando le condizioni per una più diffusa pace e prosperità ed offrendo un futuro più luminoso e sicuro”.
MESS/ VIS 20110910 (240)

venerdì 9 settembre 2011

LETTERE CREDENZIALI NUOVO AMBASCIATORE REGNO UNITO

CITTA' DEL VATICANO, 9 SET. 2011 (VIS). Questa mattina, nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto il nuovo Ambasciatore del Regno Unito presso la Santa Sede, Signor Nigel Marcus Baker, che ha presentato le Lettere Credenziali.

Nel ricordare la sua visita dello scorso anno in Gran Bretagna in occasione della Beatificazione del Cardinale John Henry Newman, il Papa ha auspicato che “una rilettura dei suoi scritti porti nuova consapevolezza a coloro che sono alla ricerca di soluzioni alle questioni politiche, economiche e sociali della nostra epoca”.

“La Santa Sede ed il Regno Unito” – ha proseguito il Pontefice – “condividono una preoccupazione comune per la pace fra le nazioni, per lo sviluppo integrale dei popoli nel mondo, (...) e per la diffusione di diritti umani autentici, in particolare mediante lo stato di diritto e l’equa partecipazione al governo, con speciale attenzione ai più poveri e deboli della società e a coloro i cui diritti naturali sono negati”.

Nel riferirsi al tema della pace, il Papa ha ricordato la recente visita della Regina Elisabetta II d’Inghilterra in Irlanda: “evento fondamentale nel processo di riconciliazione che fortunatamente sempre più va affermandosi in Irlanda del Nord, nonostante i disordini dell’estate scorsa. Colgo ancora una volta l’occasione per incoraggiare coloro che intendono ricorrere alla violenza, a mettere da parte le proteste per ricercare un dialogo con i propri vicini, a favore della pace e della prosperità di tutta la comunità”.

Il governo inglese “desidera servirsi di politiche fondate su valori duraturi che non si possono meramente esprimere in termini giuridici. Ciò è particolarmente importante alla luce degli avvenimenti dell’estate scorsa in Inghilterra. Quando le politiche non presumono o promuovono valori oggettivi, il relativismo morale che ne consegue, invece di realizzare una società libera, giusta e compassionevole, tende a produrre frustrazione, disperazione, egoismo e indifferenza per la vita e la libertà altrui. I responsabili politici devono giustamente e urgentemente cercare modi di diffondere equamente e diffusamente la ricchezza nella società, l’eccellenza nell’educazione, devono promuovere la mobilità sociale e la promozione dell’impiego a lungo termine”.

“Lo sviluppo sostenibile delle popolazioni più povere del mondo mediante un’assistenza mirata è un obiettivo primario” – ha detto ancora il Papa – “Tale assistenza deve essere costantemente volta al miglioramento della vita e delle prospettive di carattere economico di queste popolazioni. Lo sviluppo è a vantaggio anche dei paesi donatori, non solo attraverso la creazione di mercati economici, ma anche con la promozione del rispetto reciproco, della solidarietà, e soprattutto della pace, con la prosperità per tutte le popolazioni del mondo”.

“La promozione di modelli di sviluppo che si servono di conoscenze moderne per amministrare saggiamente le risorse avranno anche il beneficio di meglio proteggere l’ambiente sia per i paesi in via di sviluppo che per i paesi sviluppati”
CD/ VIS 20110909 (470).

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 9 SET. 2011 (VIS). Questa mattina, nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate:

- L’Arcivescovo Bruno Musarò, Nunzio Apostolico a Cuba.

- Il Vescovo Vincenzo Paglia, di Terni-Narni-Amelia (Italia), con il Professor Andrea Riccardi, Fondatore della Comunità di Sant’Egidio.
AP/ VIS 20110909 (70)

giovedì 8 settembre 2011

ISTITUZIONI CHIESA SIANO ESPRESSIONE AMORE DI DIO

CITTA' DEL VATICANO, 8 SET. 2011 (VIS). Questa mattina, nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, il Santo Padre ha ricevuto un gruppo di 23 Presuli della Conferenza Episcopale dell’India a conclusione della Visita “ad Limina Apostolorum”.

“La Chiesa in India” – ha ricordato Benedetto XVI – “dispone di molteplici istituzioni, la cui finalità è quella di essere espressione dell’amore di Dio per l’umanità attraverso la carità e l’esempio del clero, dei religiosi e dei fedeli laici che ne fanno parte. Con le parrocchie, scuole, orfanotrofi, ospedali, cliniche e dispensari, la Chiesa offre un inestimabile contributo al benessere non soltanto dei cattolici, ma della società nel suo complesso”.

“Fra le istituzioni nella vostra regione, di particolare importanza sono le istituzioni educative (...). Nell’aiutare gli studenti a maturare le proprie facoltà spirituali, intellettuali e morali, le scuole cattoliche devono continuare a sviluppare una solida capacità di giudizio e trasmettere ai propri studenti il patrimonio delle precedenti generazioni, promuovendo così il senso dei valori e preparando gli alunni ad una vita produttiva e feconda”.

La verità salvifica, ha proseguito il Pontefice, deve essere alla base di tutte le iniziative della Chiesa così che i suoi membri “testimonino l’amore di Dio per tutta l’umanità mentre entrano in contatto con il mondo, offrendo una solida testimonianza cristiana nell’amicizia, nel rispetto e nell’amore, impegnandosi a non condannare il mondo ma ad offrire il dono della salvezza”, mediante la parola e l’esempio.

Nel riferirsi all’opera che i religiosi e le religiose compiono in India, il Papa ha sottolineato che la vita che essi conducono è “fonte di ricchezza spirituale per tutta la comunità cristiana. (...) I religiosi e le religiose ispirano gli altri a rispondere con fiducia, umiltà e gioia all’invito del Signore di seguirLo”.
AL/ VIS 20110908 (310)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 8 SET. 2011 (VIS). Questa mattina, nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate:

- Due Presuli della Conferenza Episcopale dell’India, in Visita “ad Limina Apostolorum:

- Il Vescovo Thomas Antony Vazhapilly, di Mysore.

- Il Vescovo Gerald Isaac Lobo, di Shimoga.

- Il Signor Ali Achour, Ambasciatore del Marocco, in visita di congedo.

- Il Cardinale Angelo Scola, Arcivescovo di Milano (Italia).
AL:AP/ VIS 20110908 (80)

mercoledì 7 settembre 2011

DIALETTICA PREGHIERA: INTRECCIARSI GRIDO UMANO E RISPOSTA DIVINA

CITTA' DEL VATICANO, 7 SET. 2011 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI, proveniente dal Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, ha raggiunto in elicottero il Vaticano, dove, in Piazza San Pietro, ha tenuto l’Udienza Generale del Mercoledì.

Nel riprendere il ciclo catechetico dedicato alla “scuola della preghiera” Benedetto XVI si è soffermato sul Salmo 3 che narra la fuga da Gerusalemme del Re Davide quando il figlio Assalonne usurpa il trono regale. “Nel grido del Salmista” – ha detto il Papa – “ogni uomo può riconoscere quei sentimenti di dolore, di amarezza e insieme di fiducia in Dio che, secondo la narrazione biblica, avevano accompagnato la fuga di Davide dalla sua città”.

L’insistenza “sul numero e la grandezza dei nemici serve a esprimere la percezione, da parte del Salmista, dell’assoluta sproporzione esistente tra lui e i suoi persecutori, una sproporzione che giustifica e fonda l’urgenza della sua richiesta di aiuto. (...) Però i nemici tentano anche di spezzare questo legame con Dio e di incrinare la fede della loro vittima. Essi insinuano che il Signore non può intervenire, affermano che neppure Dio può salvarlo. L’aggressione quindi non è solo fisica, ma tocca la dimensione spirituale, (...) il nucleo centrale dell’animo del Salmista va aggredito. È l’estrema tentazione a cui il credente è sottoposto, è la tentazione di perdere la fede, la fiducia nella vicinanza di Dio”, ha commentato il Santo Padre.

Ma, come si legge nel “Libro della Sapienza” i nemici non sono imbattibili perché “il Signore (...) come scudo protegge chi si affida a Lui, e gli fa sollevare la testa, in un gesto di trionfo e di vittoria. L’uomo non è più solo (...) perché il Signore ascolta il grido dell’oppresso. (...) Questo intrecciarsi di grido umano e risposta divina è la dialettica della preghiera e la chiave di lettura di tutta la storia della salvezza. Il grido esprime il bisogno di aiuto e si appella alla fedeltà dell’altro; gridare vuol dire porre un gesto di fede nella vicinanza e nella disponibilità all’ascolto di Dio. La preghiera esprime la certezza di una presenza divina già sperimentata e creduta, che nella risposta salvifica di Dio si manifesta in pienezza”.

“Il Salmo III ci ha presentato una supplica piena di fiducia e di consolazione. Pregando questo Salmo, possiamo fare nostri i sentimenti del Salmista, figura del giusto perseguitato che trova in Gesù il suo compimento. Nel dolore, nel pericolo, nell’amarezza dell’incomprensione e dell’offesa, le parole del Salmo aprono il nostro cuore alla certezza confortante della fede. Dio è sempre vicino - anche nelle difficoltà, nei problemi, nelle oscurità della vita - ascolta, risponde e salva”.

“Ma bisogna saper riconoscere la sua presenza e accettare le sue vie, come Davide nella sua fuga umiliante dal figlio Assalonne, come il giusto perseguitato del ‘Libro della Sapienza’ e, ultimamente e compiutamente, come il Signore Gesù sul Golgota. E quando, agli occhi degli empi, Dio sembra non intervenire e il Figlio muore, proprio allora si manifesta, per tutti i credenti, la vera gloria e la definitiva realizzazione della salvezza”.

“Che il Signore” – ha concluso Benedetto XVI – “ci doni fede, venga in aiuto della nostra debolezza e ci renda capaci di credere e di pregare in ogni angoscia, nelle notti dolorose del dubbio e nei lunghi giorni del dolore, abbandonandoci con fiducia a Lui, nostro ‘scudo’ e nostra ‘gloria’”.
AG/ VIS 20110907 (670)

RICORDO CARDINALE DESKUR

ITTA' DEL VATICANO, 7 SET. 2011 (VIS). Al termine della catechesi, il Santo Padre Benedetto XVI ha rivolto alcune parole, nelle diverse lingue, ai gruppi di pellegrini presenti all’Udienza Generale. Nel ricordare ai pellegrini polacchi il Cardinale Deskur, mancato domenica scorsa, ha detto: “Ieri durante la liturgia delle esequie abbiamo dato l’estremo saluto al Cardinale Andrej Maria Deskur, vostro connazionale, amico del Beato Giovanni Paolo II. Con la preghiera e con le sofferenze, egli ha sostenuto il suo servizio papale, affidando sempre la propria vita all’Immacolata. Ella implori per lui la gloria celeste. Alle vostre preghiere affido la sua anima e benedico di cuore voi qui presenti e i vostri cari”.

Infine, nei saluti, in italiano, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli, Benedetto XVI ha detto: “Cari giovani, tornando dopo le vacanze alle consuete attività, sappiate trovare ogni giorno il tempo per il vostro dialogo con Dio e diffondete attorno a voi la sua luce e la sua pace. Voi, cari malati, trovate conforto nel Signore Gesù, che continua la sua opera di redenzione nella vita di ogni uomo. E voi, cari sposi novelli, imparate a pregare insieme, nell’intimità domestica, affinché il vostro amore sia sempre più vero, fecondo e duraturo”.
AG/ VIS 20110907 (210)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 7 SET. 2011 (VIS). Questa mattina nell’Aula Paolo VI, al termine dell’Udienza Generale, il Santo Padre ha ricevuto il Signor Michael Spindelegger, Ministro degli Esteri dell'Austria e Vice Cancelliere del Governo Federale Austriaco, con la Consorte.
AP/ VIS 20110907 (40)

martedì 6 settembre 2011

STATISTICHE CHIESA CATTOLICA GERMANIA

CITTA' DEL VATICANO, 6 SET. 2011 (VIS). In previsione del prossimo Viaggio Apostolico del Santo Padre Benedetto XVI in Germania, dal 22 al 25 settembre prossimo, pubblichiamo le statistiche della Chiesa cattolica in Germania. I dati, aggiornati al 31 dicembre 2010, sono a cura dell’Ufficio Centrale di Statistica della Chiesa.

La Germina, capitale Berlino, conta una popolazione di 81.751.000 abitanti, dei quali 24.675.000 cattolici: il 30,18% della popolazione. Il Paese, suddiviso in 29 circoscrizioni ecclesiastiche e 11.483 parrocchie, conta 113 vescovi, 17.274 sacerdoti, 28.651 religiosi, 1.657 membri laici di Istituti Secolari e 10.060 catechisti. I seminaristi minori sono 2.303 e i maggiori 1.151.

Un totale di 1.013.981 alunni frequentano i 9.439 centri di istruzione di proprietà e/o diretti da ecclesiastici o religiosi, dalle scuole materne all’università. I centri caritativi e sociali di proprietà e/o diretti da ecclesiastici o religiosi contano: 444 ospedali; 1.368 ambulatori; 2.804 case per anziani, invalidi e minorati; 1.172 orfanotrofi e asili nido; 2.176 consultori familiari ed altri centri per la protezione della vita; 2.204 centri speciali di educazione o rieducazione sociali e 468 istituzioni di altro tipo.
PV-GERMANIA/ VIS 20110906 (200)

lunedì 5 settembre 2011

TELEGRAMMA INCIDENTE AEREO ISOLA JUAN FERNÁNDEZ

CITTA' DEL VATICANO, 3 SET. 2011 (VIS). Di seguito riportiamo il testo del telegramma di cordoglio inviato, a nome del Santo Padre, dal Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, all’Arcivescovo Ricardo Ezzati Andrello, S.D.B., di Santiago del Cile (Cile), Presidente della Conferenza Episcopale Cilena, per le vittime dell’incidente aereo avvenuto venerdì 2 settembre, nell’arcipelago di Juan Fernández (Cile).

“Sua Santità Benedetto XVI, profondamente addolorato nell’apprendere la triste notizia dell’incidente occorso ad un aereo dell’aviazione cilena, nei pressi dell’Isola di Juan Fernández, che ha causato numerose vittime, offre fervidi suffragi per l’eterno riposo dei defunti”.

“Nel contempo, prego Vostra Eccellenza di avere la bontà di trasmettere il sentito cordoglio del Papa, con espressioni di vicinanza e consolazione, ai familiari che piangono sì gravi perdite, e chiedo al Signore di effondere su di essi i doni della serenità spirituale e della speranza cristiana, in pegno delle quali il Santo Padre imparte di cuore la confortatrice Benedizione Apostolica”.
TGR/ VIS 20110905 (170)

SIGNORE ASSICURA SUA PRESENZA COMUNITÀ CHE PREGA UNITA

CITTA' DEL VATICANO, 4 SET. 2011 (VIS). Nell’introdurre la preghiera dell’Angelus di questa domenica, il Santo Padre ha illustrato ai fedeli presenti nel Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, il significato delle letture della liturgia odierna, sul tema della correzione fraterna.

“L’amore fraterno” – ha spiegato Benedetto XVI – “comporta anche un senso di responsabilità reciproca, per cui, se il mio fratello commette una colpa contro di me, io devo usare carità verso di lui e, prima di tutto, parlargli personalmente, facendogli presente che ciò che ha detto o fatto non è buono”. Amare il proprio fratello non è solo accoglierlo nelle sue necessità; “è anche, alle volte, saper rivolgergli una parola di correzione. Se un fratello pecca, non smettiamo di amarlo, invitandolo ad imboccare la retta via. (...) C’è una corresponsabilità nel cammino della vita cristiana: ciascuno, consapevole dei propri limiti e difetti, è chiamato ad accogliere la correzione fraterna e ad aiutare gli altri con questo particolare servizio”.

“Un altro frutto della carità nella comunità – ha spiegato il Papa – è la preghiera concorde. (...) La preghiera personale è certamente importante, anzi, indispensabile, ma il Signore assicura la sua presenza alla comunità che – pur se molto piccola – è unita e unanime, perché essa riflette la realtà stessa di Dio Uno e Trino, perfetta comunione d’amore”.

“Dobbiamo esercitarci sia nella correzione fraterna” – ha esortato il Santo Padre – “che richiede molta umiltà e semplicità di cuore, sia nella preghiera, perché salga a Dio da una comunità veramente unita in Cristo”.

Al termine dell’Angelus il Papa ha ricordato che questa domenica si è aperto ad Ancona il XXV Congresso Eucaristico Nazionale, al quale interverrà nella giornata conclusiva, ed ha rivolto parole di saluto ai fedeli dei diversi paesi.
ANG/ VIS 20110905 (300)

MORTE CARDINALE DESKUR COLLABORATORE SEI PONTEFICI

CITTA' DEL VATICANO, 4 SET. 2011 (VIS). Il Santo Padre ha fatto pervenire un telegramma di cordoglio al Cardinale Stanislaw Dziwisz, Arcivescovo di Cracovia (Polonia), per la morte, il 3 settembre scorso, all’età di 87 anni, del Cardinale Andrzej Maria Deskur, Presidente emerito del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali.

Nel porgere il suo sentito cordoglio ai familiari e alla Comunità diocesana di Cracovia di cui fu uno dei “figli più illustri”, il Papa ricorda la “preziosa collaborazione” che il defunto Porporato prestò “per tanti decenni alla Santa Sede, al servizio di ben sei pontefici, dedicandosi specialmente all’animazione cristiana nel campo dei mezzi della comunicazione sociale”.

“Legato da vincoli di profonda amicizia al Beato Giovanni Paolo II” – prosegue il Pontefice – “egli lascia il ricordo di una vita spesa nell’adesione coerente e generosa alla propria vocazione quale pio e zelante sacerdote che ha arricchito il suo ministero accettando l’infermità con evangelica rassegnazione”.

“Innalzo fervide preghiere di suffragio – conclude Benedetto XVI - perché auspice la Vergine Immacolata da lui tanto venerata, il Signore accolga questo pastore fedele al Vangelo e alla chiesa nel gaudio e nella pace eterna”.

La Liturgia Esequiale del Cardinale Deskur sarà celebrata domani, martedì 6 settembre, alle 11:30, nella Basilica Vaticana, dal Cardinale Angelo Sodano, Decano del Collegio Cardinalizio.
TGR/ VIS 20110905 (230)

sabato 3 settembre 2011

RISPOSTA DELLA SANTA SEDE AL “CLOYNE REPORT”

CITTA' DEL VATICANO, 3 SET. 2011 (VIS). Questa mattina, l’Arcivescovo Ettore Balestrero, Sotto-Segretario per i Rapporti con gli Stati, nel corso di un incontro con la Signora Helena Kelcher, Incaricato d’Affari a.i. dell’Ambasciata d’Irlanda presso la Santa Sede, ha consegnato la risposta della Santa Sede al governo irlandese relativamente al “Cloyne Report”.

Il “Cloyne Report” è un Rapporto della Commissione d’Inchiesta sulla Diocesi di Cloyne, che il Vice-Primo Ministro e Ministro degli Esteri e del Commercio d’Irlanda, On. Eamon Gilmore ha consegnato, con le considerazioni del Governo irlandese sulla questione, il 14 luglio scorso, all’Arcivescovo Giuseppe Leanza, Nunzio Apostolico in Irlanda, pregandolo di trasmetterlo alla Santa Sede con la richiesta di una risposta.

La Santa Sede, nel riconoscere la gravità dei crimini esposti nel “Cloyne Report”, che non avrebbero dovuto mai verificarsi nella Chiesa di Gesù Cristo, e desiderando rispondere alla richiesta del Governo irlandese, dopo aver esaminato in modo particolareggiato il “Cloyne Report” e tenendo conto delle numerose questioni che esso solleva, ha deciso di rispondere in forma esauriente.

Pubblichiamo una sintesi di detta risposta, mentre il testo integrale, in lingua inglese, può essere consultato in questo link.

Il 14 luglio 2011, a seguito della pubblicazione del Rapporto della Commissione d’Inchiesta sulla diocesi di Cloyne, conosciuto come Cloyne Report, l’On. Eamon Gilmore, Vice-Primo Ministro d’Irlanda (Tánaiste) e Ministro degli Esteri e del Commercio, nel corso di un incontro con S.E. Mons. Giuseppe Leanza, Nunzio Apostolico in Irlanda, ha chiesto alla Santa Sede, a nome del Governo irlandese, di intervenire a riguardo del Cloyne Report e delle considerazioni formulate sullo stesso da parte del Governo.

1. Osservazioni generali circa il Cloyne Report

La Santa Sede ha esaminato con attenzione il Cloyne Report, riscontrando gravi ed inquietanti errori nel modo di affrontare le accuse di abuso sessuale di bambini e minori da parte di sacerdoti della diocesi di Cloyne.

La Santa Sede desidera riaffermare, anzitutto, il proprio orrore verso i crimini di abuso sessuale che sono avvenuti in quella diocesi; è profondamente addolorata e si vergogna per le terribili sofferenze che le vittime e le loro famiglie hanno dovuto sopportare nella Chiesa di Gesù Cristo, un luogo dove ciò non deve mai accadere. La Santa Sede, inoltre, non può nascondere la propria grave preoccupazione per le conclusioni della Commissione, circa le gravi mancanze nel governo della Diocesi e il trattamento inadeguato delle accuse di abuso. È particolarmente inquietante che tali mancanze siano potute accadere nonostante i Vescovi e i Superiori religiosi avessero assunto l’impegno di applicare le linee guida sviluppate dalla Chiesa in Irlanda per garantire la protezione dei minori, e nonostante le norme e le procedure della Santa Sede relative ai casi di abuso sessuale. Comunque, l’approccio adottato dalla Chiesa in Irlanda nei tempi recenti a riguardo del problema dell’abuso sessuale sui minori sta beneficiando dell’esperienza in corso e si sta dimostrando sempre più efficace nel prevenire la ripetizione di tali crimini e nel trattare i casi che emergono.

2. Questioni sollevate dal Cloyne Report

Il testo della Risposta della Santa Sede affronta nel dettaglio le diverse accuse mosse contro di essa, che sembrano essere fondate principalmente sul resoconto e la valutazione che il Cloyne Report ha dato della lettera indirizzata ai Vescovi irlandesi, il 31 gennaio 1997, da S.E. Mons. Luciano Storero, allora Nunzio Apostolico in Irlanda. Tale lettera comunicava la risposta della Congregazione per il Clero al documento Child Sexual Abuse: Framework for a Church Response (d’ora in poi, Documento Quadro). La Commissione d’Inchiesta afferma che la suddetta risposta ha fornito appoggio a coloro che dissentivano dalla linea ufficiale della Chiesa ed è stata di poco aiuto specialmente rispetto alla denuncia alle Autorità civili.

La Santa Sede desidera affermare quanto segue in relazione alla risposta della Congregazione per il Clero:

- La Congregazione ha descritto il Documento Quadro come “documento di studio” sulla base delle informazioni fornitele dai Vescovi irlandesi, che hanno descritto il testo non come un documento ufficiale della Conferenza Episcopale Irlandese, ma piuttosto come un “rapporto” della Commissione consultiva dei Vescovi Cattolici irlandesi sugli abusi sessuali sui minori compiuti dal clero e da religiosi. Tale rapporto era stato allora raccomandato “alle singole diocesi e alle congregazioni religiose come documento quadro per affrontare le problematiche relative all’abuso sessuale sui minori”.

- I Vescovi irlandesi non hanno mai chiesto la “recognitio” della Santa Sede per il Documento Quadro, che, secondo il Can. 455 del Codice di Diritto Canonico, sarebbe stato necessario richiedere solo se essi intendevano che il documento fosse un decreto generale della Conferenza Episcopale, con forza obbligante su tutti i suoi membri. Comunque, la mancanza della “recognitio” di per sé non precludeva l’applicazione delle indicazioni contenute nel documento, dato che ogni singolo Vescovo poteva adottarle, senza dover riferire alla Santa Sede. E tale applicazione è quanto è generalmente accaduto in Irlanda.

- I Vescovi irlandesi hanno consultato la Congregazione per risolvere delle difficoltà relative ad alcuni contenuti del Documento Quadro. La Congregazione ha consigliato i Vescovi al fine di assicurare che le misure che essi volevano applicare, risultassero efficaci e non problematiche da un punto di vista canonico. Per tale ragione, la Congregazione ha richiamato l’attenzione sulla necessità che tali misure fossero in armonia con le procedure canoniche per evitare conflitti che avrebbero potuto generare appelli dall’esito positivo nei Tribunali ecclesiastici. La Congregazione non ha respinto il Documento Quadro. Essa ha, piuttosto, voluto assicurare che le misure contenute nel Documento Quadro non ostacolassero gli sforzi dei Vescovi nell’applicare le misure disciplinari contro coloro che erano colpevoli di abuso sessuale nella Chiesa. Allo stesso tempo, è importante ricordare la decisione della Santa Sede nel 1994 che accordava una normativa speciale ai Vescovi degli Stati Uniti nel trattare l’abuso sessuale sui minori nella Chiesa. Questa normativa fu accordata ai Vescovi d’Irlanda nel 1996 per assisterli nel superare le difficoltà che stavano sperimentando a quel tempo (Cfr. Parte VI della Risposta).

- La necessità di seguire il Diritto Canonico per assicurare la corretta amministrazione della giustizia nella Chiesa in nessun modo impediva la cooperazione con le Autorità civili. La Congregazione per il Clero ha espresso riserve circa l’obbligo di denuncia; non ha però proibito ai Vescovi irlandesi di denunciare alle Autorità civili le accuse di abuso sessuale sui minori, né ha incoraggiato i Vescovi a non osservare la legge. A tale riguardo, l’allora Prefetto della Congregazione, Cardinal Darío Castrillón Hoyos, nel suo incontro con i Vescovi irlandesi a Rosses Point, Contea di Sligo, in Irlanda, il 12 novembre 1998, ha inequivocabilmente affermato: “Desidero anche dire con grande chiarezza che la Chiesa, specialmente attraverso i suoi Pastori (i Vescovi), non deve in nessun modo porre ostacoli al legittimo percorso della giustizia civile, quando esso è stato avviato da coloro che ne hanno diritto, mentre allo stesso tempo la Chiesa deve proseguire con le proprie procedure canoniche, nella verità, nella giustizia e nella carità verso tutti”. Si deve poi notare che, a quel tempo, non solo la Chiesa ma anche lo Stato in Irlanda erano impegnati a sforzarsi di migliorare la propria legislazione concernente gli abusi sessuali sui minori. A tal fine, il Governo Irlandese organizzò nel 1996 un’ampia consultazione sull’obbligo di denuncia alle Autorità civili e, dopo aver preso in considerazione le riserve espresse da vari gruppi di professionisti e da individui della società civile, che erano in larga misura in linea con quelle segnalate dalla Congregazione, decise di non introdurre l’obbligo di denuncia all’interno del sistema giuridico irlandese. Dato che il Governo Irlandese di allora ha deciso di non legiferare sulla materia, è difficile comprendere come la lettera di Mons. Storero ai Vescovi irlandesi, che è stata scritta successivamente, abbia potuto essere interpretata come uno strumento che in qualche modo sovvertiva la legge irlandese o ostacolava lo Stato irlandese nei suoi sforzi per affrontare il problema in questione.

3. Questioni sollevate da alcuni esponenti politici irlandesi

La Santa Sede desidera precisare quanto segue in relazione ad alcune reazioni di esponenti politici irlandesi:

- La Santa Sede comprende e condivide i profondi sentimenti di rabbia e frustrazione manifestati pubblicamente a fronte di ciò che è emerso con il Cloyne Report, e che ha trovato espressione nel discorso dell’On. Enda Kenny, Primo Ministro (Taoiseach), tenuto alla Camera dei Deputati (Dáil Éireann) il 20 luglio 2011. Tuttavia la Santa Sede nutre significative riserve su alcuni aspetti del discorso. In particolare, è infondata l’accusa che la Sede Apostolica abbia tentato “di ostacolare un’Inchiesta in una Repubblica sovrana e democratica, appena tre anni fa, non trent’anni fa”. Del resto, un portavoce governativo, quando è stato interrogato in merito, ha chiarito che l’On. Kenny non si riferiva ad alcun episodio specifico.

Del resto, le accuse di ingerenza da parte della Santa Sede sono smentite dai molti rapporti che pure vengono utilizzati per criticarla. Quei rapporti, lodati per la loro esaustiva investigazione degli abusi sessuali e del modo in cui essa è avvenuta, non forniscono prove che la Santa Sede abbia interferito negli affari interni dello Stato Irlandese o, addirittura, sia stata implicata nell’ordinaria gestione delle diocesi irlandesi o delle congregazioni religiose circa i problemi degli abusi sessuali. Piuttosto, ciò che colpisce di questi rapporti e delle numerose informazioni sulle quali sono basati è la mancanza di documentazione a supporto di tali accuse.

A tale riguardo, la Santa Sede desidera sottolineare che in nessun modo essa ha ostacolato o tentato d’interferire in alcuna delle indagini sui casi di abuso sessuale sui minori nella diocesi di Cloyne. Inoltre, in nessun momento, la Santa Sede ha cercato d’interferire nel diritto irlandese o di intralciare le Autorità civili nell’esercizio delle loro funzioni.

- La Santa Sede desidera anche sottolineare che il testo dell’allora Cardinale Joseph Ratzinger, richiamato dall’On. Kenny, è una citazione tratta dal N. 39 dell’Istruzione sulla vocazione ecclesiale del teologo, pubblicato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede il 24 maggio 1990. Tale testo non riguarda la maniera con cui la Chiesa dovrebbe comportarsi all’interno di una società democratica e nemmeno ha a che fare con tematiche inerenti la protezione dell’infanzia, come l’uso della citazione che ne fa l’On. Kenny sembrerebbe sostenere, ma riguarda il servizio del teologo alla comunità ecclesiale.

- Nel suo incontro con il Nunzio Apostolico, il Vice-Primo Ministro d’Irlanda (Tánaiste) e Ministro degli Esteri e del Commercio, On. Eamon Gilmore, ha affermato che “tra le più inquietanti conclusioni del Cloyne Report c’è quella secondo la quale le Autorità vaticane, descrivendo il Documento Quadro adottato dalla Conferenza Episcopale come un mero ‘documento di studio’, hanno ostacolato gli sforzi della Chiesa irlandese nel trattare gli abusi sessuali sui minori commessi dal clero,”. Come è chiarito nella Risposta della Santa Sede, detta espressione era fondata sulle spiegazioni della sua natura fornite dai Vescovi irlandesi e sullo stesso testo pubblicato. In nessun modo intendeva squalificare i seri sforzi intrapresi dai Vescovi irlandesi per affrontare il flagello dell’abuso sessuale sui minori.

- Quanto alla mozione passata alla Camera dei Deputati (Dáil Éireann), il 20 luglio 2011, e al Senato (Seanad Éireann), una settimana dopo, che deplora “l’intervento del Vaticano che ha contribuito ad ostacolare il Documento Quadro per la protezione dell’infanzia e delle linee guida dello Stato irlandese e dei Vescovi irlandesi”, la Santa Sede desidera chiarire che, in nessun momento, si è espressa sulla misure di protezione dell’infanzia adottate dallo Stato irlandese, e tanto meno ha mai cercato di ostacolarle. La Santa Sede osserva che non ci sono prove citate in alcuna parte del Cloyne Report che permettano di concludere che il suo “presunto intervento” abbia contribuito ad ostacolare dette misure. Per quanto riguarda, poi, le linee guida stabilite dai Vescovi irlandesi, la Risposta offre sufficienti chiarimenti per mostrare che esse in nessun modo sono state indebolite da alcun intervento della Santa Sede.

4. Osservazioni conclusive

Nella sua Risposta, la Santa Sede offre una presentazione dell’approccio della Chiesa alla protezione dei minori, includendo la relativa normativa canonica, e fa riferimento alla Lettera ai Cattolici d’Irlanda del Santo Padre Benedetto XVI, pubblicata il 19 marzo 2010, nella quale il Pontefice indica che si attende che i Vescovi irlandesi cooperino con le Autorità civili, applichino pienamente le norme del Diritto Canonico e assicurino piena e imparziale applicazione delle norme della Chiesa in Irlanda per la protezione dei minori.

La pubblicazione del Cloyne Report segna un ulteriore passaggio nel lungo e difficile cammino di accertamento della verità, di penitenza e purificazione, di guarigione e rinnovamento della Chiesa in Irlanda. La Santa Sede non si considera estranea a questo processo ma lo condivide in spirito di solidarietà ed impegno.

La Santa Sede, mentre rigetta le accuse infondate, accoglie in spirito d’umiltà tutte le osservazioni e i suggerimenti obiettivi e utili per combattere con determinazione lo spaventoso crimine dell’abuso sessuale sui minori. La Santa Sede desidera ribadire che condivide la profonda preoccupazione e l’inquietudine espresse dalle Autorità irlandesi, dai cittadini irlandesi in generale e dai Vescovi, sacerdoti, religiosi e laici d’Irlanda a riguardo dei criminali e peccaminosi atti di abuso sessuale perpetrati da membri del clero e da religiosi. La Sede Apostolica è anche consapevole della comprensibile rabbia, della delusione e del senso di tradimento sperimentati da coloro, particolarmente le vittime e le loro famiglie, che sono stati segnati da questi vili e deplorevoli atti e dal modo in cui essi talvolta sono stati affrontati dalle autorità ecclesiastiche. Per questo la Santa Sede desidera riaffermare il proprio dolore per ciò che è accaduto. Essa si augura che le misure che la Chiesa ha introdotto negli ultimi anni a livello universale, come anche in Irlanda, si dimostrino più efficaci nell’impedire il ripetersi di tali atti e contribuiscano alla guarigione di coloro che hanno sofferto per gli abusi, come pure a ristabilire la fiducia reciproca e la collaborazione tra le Autorità ecclesiastiche e quelle statali, che sono essenziali per combattere efficacemente il flagello dell’abuso. Naturalmente, la Santa Sede sa bene che la dolorosa situazione provocata dagli episodi di abuso non può essere risolta rapidamente o facilmente e che, benché siano stati compiuti molti progressi, molto rimane ancora da fare.

Sin dai primi giorni dello Stato Irlandese, e specialmente dallo stabilimento delle relazioni diplomatiche nel 1929, la Santa Sede ha sempre rispettato la sovranità dell’Irlanda, ha mantenuto relazioni cordiali e amichevoli con il Paese e le sue Autorità, ha frequentemente espresso la propria ammirazione per lo straordinario contributo offerto da uomini e donne irlandesi alla missione della Chiesa e al miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni in tutto il mondo; inoltre, la Santa Sede non ha fatto mancare il proprio supporto a tutti gli sforzi per promuovere la pace sull’isola durante gli ultimi travagliati decenni. In linea con tale atteggiamento, la Santa Sede desidera riaffermare il suo impegno ad un dialogo costruttivo e alla cooperazione con il Governo irlandese, naturalmente sulla base del reciproco rispetto, così che tutte le istituzioni, sia pubbliche che private, religiose o civili, possano cooperare per assicurare che la Chiesa, e anzi la società in generale, siano sempre un luogo sicuro per l’infanzia e i giovani.
OP/ VIS 20110903 (2510)

COMMENTO DIRETTORE SALA STAMPA SANTA SEDE RISPOSTA SANTA SEDE AL “CLOYNE REPORT”

CITTA' DEL VATICANO, 3 SET. 2011 (VIS). Padre Federico Lombardi, S.I., Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha commentato oggi alla Radio Vaticana la Risposta della Santa Sede al Governo irlandese relativamente al “Cloyne Report”, presentato questa mattina presso la Sala Stampa della Santa Sede. “Si tratta di un documento – ha detto - strutturato con chiarezza, in modo da affrontare tutte le questioni sollevate, e dare ad esse risposte argomentate e documentate, inserendole in una prospettiva di ampiezza adeguata”.

Padre Lombardi ha assicurato, inoltre, che: “l’intero sviluppo del Documento dimostra come la Santa Sede abbia preso in considerazione con grande serietà e rispetto le domande e le critiche ricevute e si sia impegnata a dare una risposta approfondita e serena, priva di inutili toni polemici anche là dove dà risposte chiare alle accuse che le sono state mosse. Ci si augura quindi che esso raggiunga lo scopo fondamentale e di comune interesse che si propone: contribuire a ricostruire quel clima di fiducia e di cooperazione con le autorità irlandesi che è essenziale per un impegno efficace della Chiesa come dell’intera società per garantire efficacemente il bene primario della salvaguardia della gioventù”.
OP/ VIS 20110903 (200)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 3 SET. 2011 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto, questa mattina, in udienze separate:

- Il Cardinale Marc Ouellet, P.S.S., Prefetto della Congregazione per i Vescovi

- Sei Presuli della Conferenza Episcopale dell'India, in Visita "ad Limina Apostolorum":

- Il Vescovo Peter Machado, di Belgaum.

- Il Vescovo Henry D'Souza, di Bellary.

- Il Vescovo Anthony Swamy Thomasappa, di Chikmagalur.

- Il Vescovo Robert Michael Miranda, di Gulbarga

- Il Vescovo Derek Fernandes, di Karwar.

- Il Vescovo Aloysius Paul D'Souza, di Mangalore.
AP:AL/ VIS 20110903 (90)

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 3 SET. 2011 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha accettato, secondo il Canone 354 del Codice di Diritto Canonico, le dimissioni del Cardinale Giovanni Lajolo, Presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano e Presidente del Governatorato del medesimo Stato, chiedendogli di rimanere in carica fino al 1° ottobre 2011, con tutte le facoltà inerenti a tali uffici.

- Ha nominato l’Arcivescovo Giuseppe Bertello, Arcivescovo titolare di Urbisaglia, Presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano e Presidente del Governatorato del medesimo Stato, il quale assumerà i suddetti uffici il 1° ottobre prossimo. È stato finora Nunzio Apostolico in Italia e nella Repubblica di San Marino.

- Ha nominato il Monsignore Giuseppe Sciacca, Prelato Uditore del Tribunale della Rota Romana, Segretario Generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, elevandolo in pari tempo alla Sede vescovile titolare di Vittoriana. Monsignor Sciacca è nato a Catania il 23 febbraio 1955. Dopo aver compiuto gli studi teologici prima a Catania e successivamente presso la Pontificia Università Lateranense, ha conseguito la laurea in Diritto Canonico presso la Pontificia Università S. Tommaso d'Aquino in Roma e la laurea in Filosofia presso l'Università Statale di Catania. Ordinato Sacerdote il 7 ottobre 1978, appartenente al clero della Diocesi di Acireale. Oltre al ministero pastorale svolto nella Basilica Collegiata di S. Sebastiano in Acireale, ha insegnato Filosofia e Storia presso i Licei Statali e Diritto Canonico presso l'Istituto Teologico di Acireale. Dopo aver esercitato l'Ufficio di Difensore del Vincolo e di Promotore di Giustizia nei Tribunali Diocesano e Regionale della Sicilia, è stato nominato Giudice presso il medesimo Tribunale Regionale Siculo di Palermo. Dal 25 marzo 1999 è Prelato Uditore del Tribunale della Rota Romana.
NA:RE/ VIS 20110903 (300)

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