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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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venerdì 21 maggio 2010

CULTURA CONTEMPORANEA E PATRIMONIO FEDE CRISTIANA

CULTURA CONTEMPORANEA E PATRIMONIO FEDE CRISTIANA
CITTA' DEL VATICANO, 21 MAG. 2010 (VIS). Nel pomeriggio di ieri, nell’Aula Paolo VI, il Santo Padre Benedetto XVI ha assistito ad un concerto in suo onore in occasione del suo compleanno (16 aprile) e del quinto anniversario della sua elezione al soglio pontificio (19 aprile), offerto da Sua Santità Kirill I, Patriarca di Mosca e di tutte le Russie. Le opere di Rachmaninov, Rimski-Korsakov, Musorgskij, Bortnjanskij, Caijkovskij, Vavilov, e del Metropolita Hilarion, sono state eseguite dall’Orchestra Nazionale Russa, diretta dal Maestro Carlo Ponti, con la partecipazione del Coro Sinodale di Mosca e della Cappella di Corni di Pietroburgo.
Al termine del concerto che rientra nell’ambito della “Giornate di cultura e spiritualità russa in Vaticano”, dopo il messaggio del Patriarca Kirill e il saluto del Metropolita Hilarion di Volokolamsk, Presidente del Dipartimento per gli Affari Esteri del Patriarcato di Mosca ed autore del Canto dell’Ascensione, Papa Benedetto XVI ha pronunciato un breve discorso. “In queste opere” – ha detto Benedetto XVI – “è presente in modo profondo l’anima del popolo russo e con essa la fede cristiana, che trovano una straordinaria espressione proprio nella Divina Liturgia e nel canto liturgico che sempre l’accompagna. Esiste, infatti, un legame stretto, originario, tra la musica russa e il canto liturgico: è nella liturgia e dalla liturgia che quasi si sprigiona e prende avvio gran parte della creatività artistica dei musicisti russi, per dar vita a capolavori che meriterebbero una maggiore conoscenza nel mondo occidentale”.
“Abbiamo avuto oggi la gioia di ascoltare brani di grandi artisti russi dell’ ‘800 e del‘900, come Musorgskij e Rimski-Korsakov, Čajkovskij e Rachmaninov. Tali compositori, e quest’ultimo in particolare, hanno saputo far tesoro del ricco patrimonio musicale-liturgico della tradizione russa, rielaborandolo e armonizzandolo con motivi ed esperienze musicali dell’Occidente e più vicini alla modernità. (...) Nella musica, dunque, già si anticipa e in qualche modo si realizza il confronto, il dialogo, la sinergia tra Oriente e Occidente, come pure tra tradizione e modernità”.
“Proprio ad un’analoga visione unitaria e armonica dell’Europa pensava il Venerabile Giovanni Paolo II, quando, riproponendo l’immagine, suggerita da Vjačeslav Ivanovič Ivanov, dei ‘due polmoni’ con cui bisogna ritornare a respirare, auspicava una nuova consapevolezza delle profonde e comuni radici culturali e religiose del continente europeo, senza le quali l’Europa di oggi sarebbe come priva di un’anima e comunque segnata da una visione riduttiva e parziale”.
“La cultura contemporanea, e particolarmente quella europea” – ha ammonito il Pontefice – “corre il rischio dell’amnesia, della dimenticanza e dunque dell’abbandono dello straordinario patrimonio suscitato e ispirato dalla fede cristiana, che costituisce l’ossatura essenziale della cultura europea, e non solo di essa. Le radici cristiane dell’Europa sono costituite infatti, oltre che dalla vita religiosa e dalla testimonianza di tante generazioni di credenti, anche dall’inestimabile patrimonio culturale e artistico, vanto e risorsa preziosa dei popoli e dei Paesi in cui la fede cristiana, nelle sue diverse espressioni, ha dialogato con le culture e le arti, le ha animate e ispirate, favorendo e promuovendo come non mai la creatività e il genio umano”.
“Anche oggi tali radici sono vive e feconde, in Oriente e in Occidente, e possono, anzi devono ispirare un nuovo umanesimo, una nuova stagione di autentico progresso umano, per rispondere efficacemente alle numerose e talvolta cruciali sfide che le nostre comunità cristiane e le nostre società si trovano ad affrontare, prima fra tutte quella della secolarizzazione, che non solo spinge a prescindere da Dio e dal suo progetto, ma finisce per negare la stessa dignità umana, in vista di una società regolata solo da interessi egoistici”.
“Torniamo a far respirare l’Europa a pieni polmoni, a ridare anima non solo ai credenti, ma a tutti i popoli del Continente, a promuovere la fiducia e la speranza, radicandole nella millenaria esperienza di fede cristiana!” – ha esclamato il Pontefice – “In questo momento non può mancare la testimonianza coerente, generosa e coraggiosa dei credenti, perché possiamo guardare insieme al futuro comune come ad un avvenire in cui la libertà e la dignità di ogni uomo e di ogni donna siano riconosciute come valore fondamentale e sia valorizzata l’apertura al Trascendente, l’esperienza di fede come dimensione costitutiva della persona”.
BXVI-CONCERTO/ VIS 20100521 (690)

UDIENZA PRESIDENTE REPUBBLICA DOMINICANA


CITTA' DEL VATICANO, 21 MAG. 2010 (VIS). Nella tarda mattinata di oggi, la Sala Stampa della Santa Sede, ha emesso il seguente Comunicato:
“Nella mattinata di oggi, venerdì 21 maggio 2010, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in Udienza il Presidente della Repubblica Dominicana, Sua Eccellenza il Signor Leonel Fernández Reina, il quale successivamente ha incontrato Sua Eminenza il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, accompagnato da Sua Eccellenza Monsignor Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati”.
“Durante i cordiali colloqui, è stato apprezzato il grande contributo che la Chiesa offre allo sviluppo del Paese, specialmente in campo educativo e sanitario, dove presta particolare attenzione ai più bisognosi. Si è quindi sottolineata l’importanza di continuare a promuovere la vita umana, dal concepimento alla morte naturale”.
“In seguito, vi è stato uno scambio di opinioni sull’impegno delle Autorità dominicane ad affrontare i problemi sociali che affliggono il loro Paese”.
“Nel prosieguo della conversazione, ci si è soffermati sulla situazione internazionale e regionale. Al riguardo, è stato evidenziato il ruolo della Repubblica Dominicana nell’organizzazione degli aiuti umanitari ad Haiti”. OP/ VIS 20100521 (190)

C’È BISOGNO POLITICI AUTENTICAMENTE CRISTIANI

CITTA' DEL VATICANO, 21 MAG. 2010 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto oggi i partecipanti alla XXIV Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio per i Laici, che si è svolta sul tema: “Testimoni di Cristo nella comunità politica”.
“Certamente” – ha affermato il Papa – “non rientra nella missione della Chiesa la formazione tecnica dei politici. (...) È sua missione, però, ‘dare il suo giudizio morale anche su cose che riguardano l’ordine politico, quando ciò sia richiesto dai diritti fondamentali della persona e dalla salvezza delle anime”.
“Spetta ai fedeli laici mostrare concretamente nella vita personale e familiare, nella vita sociale, culturale e politica, che la fede permette di leggere in modo nuovo e profondo la realtà e di trasformarla”.
“Compete ancora ai fedeli laici” – ha proseguito il Papa – “partecipare attivamente alla vita politica, in modo sempre coerente con gli insegnamenti della Chiesa, condividendo ragioni ben fondate e grandi ideali nella dialettica democratica e nella ricerca di un largo consenso con tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita e della libertà, la custodia della verità e del bene della famiglia, la solidarietà con i bisognosi e la ricerca necessaria del bene comune”.
“C’è bisogno di politici autenticamente cristiani, ma prima ancora di fedeli laici che siano testimoni di Cristo e del Vangelo nella comunità civile e politica. Questa esigenza dev’essere ben presente negli itinerari educativi delle comunità ecclesiali e richiede nuove forme di accompagnamento e di sostegno da parte dei Pastori. L’appartenenza dei cristiani alle associazioni dei fedeli, ai movimenti ecclesiali e alle nuove comunità, può essere una buona scuola per questi discepoli e testimoni, sostenuti dalla ricchezza carismatica, comunitaria, educativa e missionaria propria di queste realtà”.
“Il diffondersi di un confuso relativismo culturale e di un individualismo utilitaristico ed edonista” – ha sottolineato il Papa – “indebolisce la democrazia e favorisce il dominio dei poteri forti. Bisogna recuperare e rinvigorire un’autentica sapienza politica; essere esigenti in ciò che riguarda la propria competenza; servirsi criticamente delle indagini delle scienze umane; affrontare la realtà in tutti i suoi aspetti, andando oltre ogni riduzionismo ideologico o pretesa utopica; mostrarsi aperti ad ogni vero dialogo e collaborazione, tenendo presente che la politica è anche una complessa arte di equilibrio tra ideali e interessi, ma senza mai dimenticare che il contributo dei cristiani è decisivo solo se l’intelligenza della fede diventa intelligenza della realtà, chiave di giudizio e di trasformazione. È necessaria una vera ‘rivoluzione dell’amore’”.
AC/ VIS 20100521 (410)

INCONTRO CONSIGLIO SUPERIORE PONTIFICIE OPERE MISSIONARIE

CITTA' DEL VATICANO, 21 MAG. 2010 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina i partecipanti all’Assemblea Ordinaria del Consiglio Superiore delle Pontificie Opere Missionarie, che fa parte della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli.
“È una missione immensa, quella dell’evangelizzazione, specialmente in questo nostro tempo, in cui l’umanità soffre una certa mancanza di pensiero riflessivo e sapienziale e si diffonde un umanesimo che esclude Dio. Per questo è ancora più urgente e necessario illuminare i nuovi problemi che emergono con la luce del Vangelo che non muta”.
“La predicazione del Vangelo è un inestimabile servizio che la Chiesa può offrire all’umanità intera che cammina nella storia” – ha ribadito il Pontefice rivolgendosi ai rappresentanti delle Pontificie Opere Missionarie – Voi siete un segno eloquente e vivo della cattolicità della Chiesa, che si concretizza nel respiro universale della missione apostolica, ‘fino agli ultimi confini della terra’, ‘sino alla fine del mondo’, perché nessun popolo o ambiente siano privati della luce e della grazia di Cristo. Questo è il senso, la traiettoria storica, la missione e la speranza della Chiesa”.
“La missione di annunziare il Vangelo a tutte le genti è giudizio critico sulle trasformazioni planetarie che stanno cambiando sostanzialmente la cultura dell'umanità. La Chiesa, presente e operante sulle frontiere geografiche e antropologiche, è portatrice di un messaggio che si cala nella storia, dove proclama i valori inalienabili della persona, con l’annuncio e la testimonianza del piano salvifico di Dio, reso visibile e operante in Cristo. La predicazione del Vangelo è la chiamata alla libertà dei figli di Dio, per la costruzione di una società più giusta e solidale”.
“Chi partecipa alla missione di Cristo deve inevitabilmente affrontare tribolazioni, contrasti e sofferenze, perché si scontra con le resistenze e i poteri di questo mondo. E noi, come l’apostolo Paolo, non abbiamo come armi che la parola di Cristo e della sua Croce. La missione ‘ad gentes’ richiede alla Chiesa e ai missionari di accettare le conseguenze del loro ministero: la povertà evangelica, che conferisce loro la libertà di predicare il Vangelo con coraggio e franchezza; la non-violenza, per la quale essi rispondono al male con il bene; la disponibilità a dare la propria vita per il nome di Cristo e per amore degli uomini”.
“È dallo Spirito Santo che la Chiesa riceve l’autorevolezza dell’annuncio e del ministero apostolico. Perciò, desidero riaffermare con forza quanto già ho detto a proposito dello sviluppo, che cioè l’evangelizzazione ha bisogno di cristiani con le braccia alzate verso Dio nel gesto della preghiera, cristiani mossi dalla consapevolezza che la conversione del mondo a Cristo non è da noi prodotta, ma ci viene donata”.
“Cari amici” – ha concluso il Pontefice – “il mio ringraziamento è ancora per tutti voi delle Pontificie Opere Missionarie, che in diversi modi siete impegnati a tenere desta la coscienza missionaria delle Chiese particolari, (...), con la formazione e l’invio di missionari e missionarie e l’aiuto solidale alle giovani Chiese”.
CEP/ VIS 20100521 (490)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 21 MAG. 2010 (VIS). Il Santo Padre riceverà questo pomeriggio il Cardinale William Joseph Levada, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.
AP/ VIS 20100521 (30)

giovedì 20 maggio 2010

PRIMO AMBASCIATORE EMIRATI ARABI UNITI


CITTA' DEL VATICANO, 20 MAG. 2010 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto oggi in udienza il primo Ambasciatore degli Emirati Arabi Uniti, Signora Hissa Abdullah Ahmed Al-Otaiba, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali.
Nel suo discorso il Santo Padre ha sottolineato che “L’amore di Dio e il rispetto per la dignità del proprio prossimo, muove la diplomazia della Santa Sede e conforma la missione di servizio della Chiesa cattolica nella comunità internazionale. L’azione della Chiesa nell’ambito delle relazioni diplomatiche promuove la pace, i diritti umani e lo sviluppo integrale, e così si adopera per l’autentico progresso di tutti, a prescindere dalla razza, dal colore della pelle e dal credo”.
“La Santa Sede e la Chiesa cattolica” – ha proseguito il Pontefice – “si preoccupano di sottolineare la dignità dell’uomo allo scopo di mantenere una visione chiara ed autentica dell’umanità sulla scena internazionale e per raccogliere nuove energie al servizio di ciò che è meglio per lo sviluppo dei popoli e delle nazioni”.
“Nonostante le difficoltà” – ha detto ancora il Pontefice – “gli Emirati Arabi Uniti hanno sperimentato una notevole crescita economica negli ultimi anni. In tale contesto, il suo Paese ha accolto molte centinaia di migliaia di stranieri venuti a cercare lavoro e un futuro finanziario più sicuro per se stessi e le loro famiglie”.
“L’apertura degli Emirati Arabi Uniti ai lavoratori stranieri richiede costanti sforzi per rafforzare le condizioni necessarie ad una coesistenza pacifica e al progresso sociale, ed è da lodare. Vorrei ricordare con soddisfazione che vi sono molte chiese cattoliche costruite sui territori donati dalle pubbliche autorità”.
“È forte desiderio della Santa Sede” – ha concluso il Papa – “che questa cooperazione continui e anzi fiorisca, secondo le crescenti necessità pastorali della popolazione cattolica che vive nel Paese. La libertà di culto contribuisce significativamente al bene comune e porta armonia sociale a tutte quelle società dove viene praticata. Vi assicuro che i cristiani cattolici presenti nel suo Paese desiderano contribuire al benessere della società, vivere timorati di Dio e nel rispetto della dignità di tutti i popoli e di tutte le religioni”.
CD/ VIS 20100520 (360)

ELOGIO DEL PAPA GARANZIA LIBERTÀ RELIGIOSA IN MONGOLIA


CITTA' DEL VATICANO, 20 MAG. 2010 (VIS). Il nuovo Ambasciatore della Mongolia presso la Santa Sede, Signor Luvsantersen Orgil, ha presentato questa mattina al Santo Padre le Lettere Credenziali. Nel suo discorso il Papa si è detto fiducioso che “i grandi progressi fatti in questi anni continueranno a portare frutto nel consolidamento dell’ordine sociale che promuove il bene comune dei vostri concittadini, mentre incoraggia le loro legittime aspirazioni per il futuro”.
Il Papa ha espresso la sua solidarietà alla popolazione colpita dai rigori dell’inverno e dalle inondazioni dell’anno passato ed ha sottolineato che “i temi ambientali, particolarmente quelli connessi al cambiamento climatico, sono questioni globali e devono essere affrontati a livello globale”.
Successivamente, riferendosi all’instaurazione di relazioni diplomatiche fra la Mongolia e la Santa Sede dopo i grandi mutamenti politici e sociali sperimentati dal Paese due decenni or sono, il Papa ha affermato che essi: “sono un segno dell’impegno della sua Nazione ad arricchire l’interscambio entro la più vasta comunità internazionale. La religione e la cultura, espressioni interconnesse di più profonde aspirazioni spirituali della nostra comune umanità, naturalmente servono ad incentivare il dialogo e la cooperazione fra i popoli al servizio della pace e dell’autentico sviluppo”.
Il Pontefice ha espresso il suo apprezzamento “per il costante sostegno del Governo nel garantire la libertà religiosa. Lo stabilimento di una commissione, incaricata di applicare la legge in modo equo e di salvaguardare i diritti di coscienza e di libero esercizio della religione, è un riconoscimento dell’importanza dei gruppi religiosi nel tessuto sociale e del loro potenziale per la promozione di una futura armonia e prosperità”.
“La primaria missione della Chiesa è quella di predicare il Vangelo di Gesù Cristo. Nella fedeltà al messaggio liberatore del Vangelo, essa cerca anche di contribuire al progresso dell’intera comunità. È questa missione che ispira gli sforzi della comunità cattolica di cooperare con il Governo e con la popolazione di buona volontà, adoperandosi a superare ogni genere di problema sociale”.
“La Chiesa” – ha concluso il Pontefice – “si preoccupa anche di fare la sua parte nell’opera di formazione intellettuale e umana, soprattutto educando i giovani ai valori del rispetto, della solidarietà e della sollecitudine verso i meno fortunati. In tal modo, essa si impegna a servire il Signore dimostrando caritatevole preoccupazione per i bisognosi e per il bene di tutta la famiglia umana”.
CD/ VIS 20100520 (400)

PRIMO MINISTRO DI TONGA DAL SANTO PADRE


CITTA' DEL VATICANO, 20 MAG. 2010 (VIS). La Sala Stampa della Santa Sede ha emesso, nella tarda mattina di oggi, il seguente Comunicato:
“Oggi 20 maggio 2010, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto il Primo Ministro del Regno di Tonga, Onorevole Dottor Feleti Vaka’uta Sevele, il quale, successivamente, ha incontrato Sua Eminenza il Signor Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, accompagnato da Sua Eccellenza Monsignor Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati”.
“Nel corso dei cordiali colloqui ci si è soffermati sul processo di riforma istituzionale a Tonga, su alcuni aspetti della vita sociale ed economica dell’arcipelago, nonché sul significativo contributo della Chiesa cattolica in vari campi della promozione umana. Ha fatto seguito uno scambio di opinioni sulla situazione internazionale, con particolare riferimento ai problemi politici, commerciali ed ambientali che gli Stati insulari del Pacifico stanno affrontando in uno spirito di stretta collaborazione”. OP/ VIS 20100520 (160)

UDIENZE


CITTA' DEL VATICANO, 20 MAG. 2010 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza il Cardinale Ivan Dias, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli.
AP/ VIS 20100520 (30)

mercoledì 19 maggio 2010

BENEDETTO XVI RICORDA RECENTE VIAGGIO PORTOGALLO


CITTA' DEL VATICANO, 19 MAG. 2010 (VIS). Nella catechesi dell’Udienza Generale di oggi, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricordato il recente Viaggio Apostolico in Portogallo, compiuto dall’11 al 14 maggio, in occasione del decimo anniversario della Beatificazione dei Pastorelli Giacinta e Francesco.
“Lungo tutto il viaggio” – ha affermato il Santo Padre – “mi sono sentito spiritualmente sostenuto dal mio amato predecessore, il venerabile Giovanni Paolo II, che si è recato per tre volte a Fatima, ringraziando quella ‘mano invisibile’ che lo ha liberato dalla morte nell’attentato del tredici maggio, qui in questa Piazza San Pietro”.
“Nella Capitale” - ha proseguito il Papa – “da dove sono partiti nel corso dei secoli tanti missionari per portare il Vangelo in molti Continenti, ho incoraggiato le varie componenti della Chiesa locale ad una vigorosa azione evangelizzatrice nei diversi ambiti della società, per essere seminatori di speranza in un mondo spesso segnato dalla sfiducia. In particolare, ho esortato i credenti a farsi annunciatori della morte e risurrezione di Cristo, cuore del cristianesimo, fulcro e sostegno della nostra fede e motivo della nostra gioia”.
Nel corso dell’incontro con i rappresentanti del mondo della cultura, nel Centro Culturale di Belém – ha ricordato ancora il Papa – “ho posto in evidenza il patrimonio di valori con cui il cristianesimo ha arricchito la cultura, l’arte e la tradizione del Popolo portoghese. In questa nobile Terra, come in ogni altro Paese segnato profondamente dal cristianesimo, è possibile costruire un futuro di fraterna intesa e di collaborazione con le altre istanze culturali, aprendosi reciprocamente ad un dialogo sincero e rispettoso”.
“Mi sono recato poi a Fatima” – ha proseguito il Pontefice – “cittadina caratterizzata da un’atmosfera di reale misticismo, nella quale si avverte in maniera quasi palpabile la presenza della Madonna. Mi sono fatto pellegrino con i pellegrini (...) nella Cappellina delle Apparizioni nella ‘Cova da Iria’, presentando al Cuore della Vergine Santa le gioie e le attese nonché i problemi e le sofferenze del mondo intero, (...) ho avuto la gioia di presiedere la celebrazione dei Vespri della Beata Vergine Maria.”.
Durante i Vespri della Beata Vergine Maria celebrati nella Chiesa della Santissima Trindade, “ho manifestato” ai sacerdoti, ai religiosi, alle religiose e ai diaconi del Portogallo “il mio vivo apprezzamento (...), ringraziandoli per la loro testimonianza spesso silenziosa e non sempre facile e per la loro fedeltà al Vangelo e alla Chiesa (...) ho incoraggiato i sacerdoti” a seguire in questo Anno Sacerdotale, il “luminoso esempio del Santo Curato d’Ars”.
Nel rievocare la recita del Santo Rosario con migliaia di persone la sera del 12 maggio, vigilia della prima apparizione della Vergine ai Pastorelli, il Santo Padre ha affermato: “Questa preghiera tanto cara al popolo cristiano ha trovato in Fatima un centro propulsore per tutta la Chiesa ed il mondo. (...) Potremmo dire che Fatima e il Rosario siano quasi un sinonimo”.
“La mia visita” – ha sottolineato ancora il Papa – “ha avuto il suo culmine nella solenne Celebrazione eucaristica del 13 maggio”, celebrata sulla Spianata di Fatima, alla quale hanno assistito migliaia di persone. “E proprio di speranza è carico il messaggio impegnativo e al tempo stesso consolante che la Madonna ha lasciato a Fatima” – ha detto il Pontefice. – “È un messaggio incentrato sulla preghiera, sulla penitenza e sulla conversione, che si proietta oltre le minacce, i pericoli e gli orrori della storia, per invitare l’uomo ad avere fiducia nell’azione di Dio, a coltivare la grande Speranza, a fare esperienza della grazia del Signore per innamorarsi di Lui, fonte dell’amore e della pace”.
Alle organizzazioni della pastorale sociale, ha detto ancora il Papa, “ho indicato lo stile del buon samaritano per andare incontro alle necessità dei fratelli più bisognosi e per servire Cristo, promuovendo il bene comune”.
Nell’Eucaristia celebrata a Oporto, “la Città della Vergine”, “ho ricordato l’impegno di testimoniare il Vangelo in ogni ambiente, offrendo al mondo Cristo risorto affinché ogni situazione di difficoltà, di sofferenza, di paura sia trasformata, mediante lo Spirito Santo, in occasione di crescita e di vita”.
“’Sapienza e Missione’ è il motto del mio Viaggio apostolico in Portogallo” – ha concluso Papa Benedetto XVI – “e a Fatima la beata Vergine Maria ci invita a camminare con grande speranza, lasciandoci guidare dalla ‘sapienza dall’alto’, che si è manifestata in Gesù, la sapienza dell’amore, per portare nel mondo la luce e la gioia di Cristo”.
AG/ VIS 20100519 (700)

BENEDIZIONE VERGINE MONTE MARIO E VISITA DOMENICANE


CITTA' DEL VATICANO, 19 MAG. 2010 (VIS). La Sala Stampa della Santa Sede ha annunciato in un Comunicato che: “Il Santo Padre Benedetto XVI, il 24 giugno prossimo, alle 10.30 del mattino, salirà al Centro ‘Don Orione’ di Roma - Monte Mario per sostare in preghiera e benedire la grande statua di Maria ‘Salus populi romani’, rivolta sulla città di Roma, restaurata e ricollocata sulla torre”.
“La grande statua della Madonna di 9 metri di altezza, in rame, dorata, era crollata dal suo piedistallo alto 19 metri, in seguito a un forte temporale con vento violento, il 12 ottobre scorso”. “L’evento del crollo ha provocato un vasto moto di affetto e di devozione da parte di autorità e di popolo della Capitale con la richiesta di rivedere quanto prima la Madonnina benedicente al suo posto”.
“Lo stesso Benedetto XVI, in un messaggio al Superiore Generale degli Orionini, aveva auspicato ‘che la statua venga quanto prima ricollocata a devozione di tutti i romani’”.
“Il breve pellegrinaggio del Santo Padre, con la benedizione della Madonnina restaurata, assume un grande significato religioso e civile per tutta la città, essendo la statua memoria di eventi storici incisi nella coscienza popolare”.
“La visita di Benedetto XVI a Monte Mario viene a coincidere anche con la ‘Festa del Papa’ che ogni anno la Famiglia Orionina promuove in tutto il mondo, seguendo la tradizione iniziata da San Luigi Orione”.
“Successivamente, il Santo Padre si recherà a visitare il Monastero Domenicano di Santa Maria del Rosario a Monte Mario (Via Cadlolo, 51), dove incontrerà la comunità delle monache di clausura. Nel monastero sono custodite l’antica icona della Vergine Hagiosorritissa, detta Madonna di San Luca (sec. VII) e preziose reliquie di San Domenico, di Santa Caterina da Siena e altri santi e sante domenicani”.
Il rientro in Vaticano è previsto intorno alle 12:00.
OP/ VIS 20100519 (320)

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 19 MAG. 2010 (VIS). Il Santo Padre:
- Ha nominato il Vescovo Giovanni Santucci, Vescovo di Massa Carrara-Pontremoli (superficie: 1.174; popolazione: 204.110; cattolici: 199.000; sacerdoti: 161; religiosi: 233; diaconi permanenti: 28), Italia. Finora Vescovo di Massa Marittima-Piombino (Italia), succede al Vescovo Eugenio Binini, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d’età.
- Ha nominato il Vescovo Canísio Klaus, Vescovo di Santa Cruz do Sul (superficie: 17.168; popolazione: 555.000; cattolici: 470.000; sacerdoti: 85; religiosi: 255; diaconi permanenti: 22), Brasile. Finora Vescovo di Diamantino (Brasile), succede al Vescovo Aloísio Sinésio Bohn, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d’età.
NER:RE/ VIS 20100519 (140)

martedì 18 maggio 2010

PLENARIA LAICI TESTIMONI CRISTO NELLA COMUNITÀ POLITICA



CITTA' DEL VATICANO, 18 MAG. 2010 (VIS). Dal 20 al 22 maggio prossimo avrà luogo, in Roma, la XXIV Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio per i Laici, sul tema: “Testimoni di Cristo nella comunità politica”.

Un Comunicato del Pontificio Consiglio precisa che “Benedetto XVI ha manifestato in diverse occasioni la necessità e l’urgenza di un rinnovato impegno dei cattolici nella vita politica”.

Dopo l’introduzione del Presidente del Dicastero, Cardinale Stanislaw Rylko, sono in programma tre relazioni che serviranno ad inquadrare e introdurre il tema scelto: la prima “Politica e democrazia oggi: ‘status quaestionis’”, sarà tenuta dal Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano , Professor Lorenzo Ornaghi; la seconda, “Chiesa e comunità politica: alcuni punti fermi”, sarà tenuta dal Cardinale Camillo Ruini; e la terza, “La responsabilità dei fedeli laici nella politica”, sarà sviluppata dall’Arcivescovo Rino Fisichella, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita.

Due relazioni concluderanno l’esame della materia: quella del Professor Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, “Cosa ci dicono oggi le grandi figure di cristiani nella storia della politica”, e quella del Professor Guzmán Carriquiry, Sotto-Segretario del Pontificio Consiglio per i Laici, “Criteri e modalità per la formazione dei fedeli laici nella politica”.

Venerdì 21 maggio, il Papa riceverà in udienza i partecipanti all’Assemblea Plenaria.

Il pomeriggio di sabato 22 maggio, il Segretario del Dicastero, Arcivescovo Josef Clemens parlerà dei programmi del Pontificio Consiglio per i Laici: un bilancio di quanto fatto e le proposte per il futuro.
CON-L/ VIS 20100518 (240)

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 18 MAG. 2010 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Padre Kieran O’Reilly, S.M.A., Vescovo di Killaloe (superficie: 4.523; popolazione: 133.201; cattolici: 122.746; sacerdoti: 132; religiosi: 225), Irlanda. Il Vescovo eletto è nato a Cork (Irlanda) nel 1952. Nel 1977 è diventato membro permanente della Società delle Missioni Africane (S.M.A.) ed è stato ordinato sacerdote nel 1978. Finora Superiore Generale della Società delle Missioni Africane, succede al Vescovo William Walsh, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d’età.

- Ha nominato il Monsignor Salvador Cristau Coll, Vescovo Ausiliare di Terrassa (superficie: 1.197; popolazione: 1.241.332; cattolici: 1.218.420; sacerdoti: 186; religiosi: 671; diaconi permanenti: 7), Spagna. Il Vescovo eletto, finora Vicario Generale della medesima Diocesi e Rettore del Seminario Maggiore, è nato a Barcelona (Spagna), nel 1950 ed è stato ordinato sacerdote nel 1980.
NER:RE:NEA/ VIS 20100518 (160)

lunedì 17 maggio 2010

BENEDETTO XVI RICEVE PRESIDENTE DI BOLIVIA


CITTA' DEL VATICANO, 17 MAG. 2010 (VIS). La Sala Stampa della Santa Sede ha rilasciato nella tarda mattinata il seguente Comunicato:
“Oggi, lunedì 17 maggio 2010, il Presidente dello Stato Plurinazionale di Bolivia, Sua Eccellenza il Signor Juan Evo Morales Ayma, è stato ricevuto in Udienza da Sua Santità Benedetto XVI e, successivamente, si è incontrato con Sua Eminenza il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, accompagnato da Sua Eccellenza Mons. Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati”.
“I cordiali colloqui hanno permesso un fruttuoso scambio di opinioni su temi attinenti all’attuale congiuntura internazionale e regionale, e sulla necessità di sviluppare una maggiore sensibilità sociale per la tutela dell’ambiente”.
“Ci si è poi soffermati su alcuni aspetti della situazione del Paese sudamericano, in particolare sulla collaborazione tra la Chiesa e lo Stato in materia di educazione, sanità e politiche sociali a difesa dei diritti dei più deboli”.
OP/ VIS 20100517 (160)

VESAKH: CRISTIANI E BUDDISTI DI FRONTE CRISI AMBIENTALE


CITTA' DEL VATICANO, 17 MAG. 2010 (VIS). Oggi è stato reso pubblico il Messaggio del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, presieduto dal Cardinale Jean-Louis Tauran, inviato ogni anno ai buddisti di tutto il mondo in occasione della festa di Vesakh.
Vesakh è la più importante festività buddista che ricorda i tre momenti fondamentali della vita di Budda. Secondo la tradizione il Budda storico nacque, ottenne l’illuminazione e disparve raggiungendo il Nirvana durante la luna piena del mese di maggio.
Il Messaggio di quest’anno ha per titolo: “Cristiani e Buddisti onorano la vita umana come base del rispetto per tutti gli esseri umani”.
“Cogliamo quest’occasione” – si legge nel testo – “per riflettere insieme su un tema di particolare importanza oggi, e cioè, la crisi ambientale che ha già suscitato notevoli problemi e sofferenze in tutto il mondo. Gli sforzi delle nostre due comunità per l’impegno nel dialogo interreligioso hanno contribuito a creare una nuova consapevolezza dell’importanza sociale e spirituale delle nostre rispettive tradizioni religiose in questo campo. Riconosciamo di avere in comune una maniera di considerare valori come il rispetto per la natura di tutte le cose, la contemplazione, l’umiltà, la semplicità, la compassione, e la generosità. Questi valori contribuiscono a una vita di non violenza, equilibrio, e sobrietà”.
“La Chiesa Cattolica considera la tutela dell’ambiente come intimamente legata al tema dello sviluppo integrale della persona umana e, da parte sua, non s’impegna solo nella difesa della destinazione universale dei doni della terra, dell’acqua e dell’aria, ma incoraggia gli altri a unire gli sforzi per proteggere l’umanità dall’autodistruzione. La nostra responsabilità nel proteggere la natura scaturisce, infatti, dal nostro rispetto reciproco e proviene dalla legge scritta nei cuori di ogni uomo e donna”.
“Cristiani e Buddisti nutrono un profondo rispetto per la vita umana. È perciò cruciale per noi incoraggiare gli sforzi miranti a creare un senso di responsabilità ecologica, e riaffermare al contempo le nostre convinzioni condivise circa l’inviolabilità della vita umana in ogni stadio e condizione, la dignità della persona e la missione unica della famiglia, nella quale si impara ad amare il prossimo e a rispettare la natura”.
“Promuoviamo insieme un corretto rapporto tra gli esseri umani e l’ambiente! Aumentando i nostri sforzi per la creazione di una coscienza ecologica per una coesistenza serena e pacifica, possiamo dare testimonianza di uno stile di vita rispettoso, che trova senso non nell’avere di più, ma nell’essere di più. Condividendo le prospettive e gli impegni delle nostre rispettive tradizioni religiose, possiamo contribuire al benessere del nostro mondo”.
CON-DIR/ VIS 20100517 (430)

CHIESA UN LUOGO DI SPERANZA


CITTA' DEL VATICANO, 15 MAG. 2010 (VIS). Oggi è stato reso pubblico un Messaggio del Papa ai partecipanti al secondo “Kirchentag” ecumenico, svoltosi dal 12 al 16 maggio a Monaco di Baviera (Germania), e che riunisce cristiani di diverse denominazioni e credenti di altre fedi sul tema della speranza.
Nel ricordare il tema dell’incontro: “Affinché abbiate speranza”, il Santo Padre sottolinea che: “Negli ultimi mesi ci siamo dovuti confrontare ripetutamente con notizie che ci vogliono togliere la gioia nella Chiesa, che la oscurano come luogo di speranza”.
“Se oggi siamo un po’ attenti, se non percepiamo solo il buio, ma anche ciò che è chiaro e buono nel nostro tempo, vediamo come la fede rende gli uomini puri e generosi e li educa all'amore. Di nuovo: La zizzania esiste anche in seno alla Chiesa e tra coloro che il Signore ha accolto al suo servizio in modo particolare. Ma la luce di Dio non è tramontata, il grano buono non è stato soffocato dalla semina del male”.
“La Chiesa è dunque un luogo di speranza? Sì, poiché da essa ci giunge sempre e di nuovo la Parola di Dio, che ci purifica e ci mostra la via della fede. Lo è, poiché in essa il Signore continua a donarci se stesso, nella grazia dei sacramenti, nella parola della riconciliazione, nei molteplici doni della sua consolazione. Nulla può oscurare o distruggere tutto ciò. Di questo dovremmo essere lieti in mezzo a tutte le tribolazioni”.
“Se parliamo della Chiesa come luogo della speranza che viene da Dio, allora ciò comporta, allo stesso tempo, un esame di coscienza: Che cosa faccio io della speranza che il Signore ci ha donato? Davvero mi lascio modellare dalla sua Parola? Mi lascio cambiare e guarire da Lui? Quanta zizzania in realtà cresce dentro di me? Sono disposto a sradicarla? Sono grato del dono del perdono e disposto a perdonare e a guarire a mia volta invece che a condannare?”
“Se riflettiamo su tutto ciò che possiamo e dobbiamo fare, allora notiamo che non possiamo fare le cose più grandi, le quali ci giungono solo come dono: l'amicizia, l'amore, la gioia, la felicità. (...) Quasi nessuno, però, oggi parla ancora della vita eterna, che in passato era il vero oggetto della speranza. Poiché non si osa credere in essa, bisogna sperare di ottenere tutto dalla vita presente. L'accantonare la speranza nella vita eterna porta all'avidità per una vita qui e ora, che diventa quasi inevitabilmente egoistica e, alla fine, rimane irrealizzabile. Proprio quando vogliamo impossessarci della vita come di una sorta di bene, essa ci sfugge”.
“Dio vive. Dio ci ama. In Gesù Cristo è diventato uno di noi. Mi posso rivolgere a lui e lui mi ascolta. Per questo, come Pietro, nella confusione dei nostri tempi, che ci persuadono a credere in tante altre vie, gli diciamo: ‘Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio’”.
Al termine del Messaggio il Santo Padre auspica “di essere di nuovo sopraffatti dalla gioia di poter conoscere Dio, di conoscere Cristo e che Egli ci conosce. È questa la nostra speranza e la nostra gioia in mezzo alle confusioni del tempo presente”.
MESS/ VIS 20100517 (550)

ASCENSIONE: CRISTO RIMANE TRAMA STORIA UMANA


CITTA' DEL VATICANO, 16 MAG. 2010 (VIS). Alle ore 12:00 di questa mattina, il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare il Regina Cæli con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.
Il Papa ha spiegato che oggi, in Italia ed in altri paesi, si celebra la solennità dell’Ascensione di Gesù al Cielo quaranta giorni dopo la Pasqua e, nell’odierna domenica, si celebra inoltre, la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, sul tema: “Il sacerdote e la pastorale nel mondo digitale: i nuovi media al servizio della Parola”.
“Nella liturgia” – ha detto il Santo Padre – “si narra l’episodio dell’ultimo distacco del Signore Gesù dai suoi discepoli; ma non si tratta di un abbandono, perché Egli rimane per sempre con loro - con noi - in una forma nuova. (...) Il Signore attira lo sguardo degli Apostoli - il nostro sguardo - verso il cielo per indicare come percorrere la strada del bene durante la vita terrena”.
“Egli, tuttavia” – ha proseguito il Pontefice – “rimane nella trama della storia umana, è vicino a ciascuno di noi e guida il nostro cammino cristiano: è compagno dei perseguitati a causa della fede, è nel cuore di quanti sono emarginati, è presente in coloro a cui è negato il diritto alla vita. Possiamo ascoltare, vedere e toccare il Signore Gesù nella Chiesa, specialmente mediante la parola e i sacramenti”.
A tale proposito il Papa ha esortato i ragazzi e i giovani che in questo tempo pasquale ricevono il sacramento della Cresima, “a restare fedeli alla Parola di Dio e alla dottrina appresa, come pure ad accostarsi assiduamente alla Confessione e all’Eucaristia, consapevoli di essere stati scelti e costituiti per testimoniare la Verità”. “Rinnovo poi il mio particolare invito ai fratelli nel Sacerdozio” – ha concluso il Pontefice - affinché ‘nella loro vita e azione si distinguano per una forte testimonianza evangelica’ e sappiano utilizzare con saggezza anche i mezzi di comunicazione, per far conoscere la vita della Chiesa e aiutare gli uomini di oggi a scoprire il volto di Cristo”.
ANG/ VIS 20100517 (360)

GRAZIE DEL PAPA VICINANZA CHIESA E POPOLO ITALIANO


CITTA' DEL VATICANO, 16 MAG. 2010 (VIS). Dopo la recita del Regina Caeli, il Papa ha ringraziato i 200.000 fedeli presenti in Piazza San Pietro e in Via della Conciliazione, “per questa vostra presenza e fiducia, grazie!”.
“Quest’oggi il mio primo saluto” – ha detto il Papa – “va ai fedeli laici venuti da tutta Italia – la vediamo presente tutta l’Italia - e al Cardinale Angelo Bagnasco che li accompagna come Presidente della Conferenza Episcopale. Vi ringrazio di cuore, cari fratelli e sorelle, per la vostra calorosa e nutrita presenza!”.
“Raccogliendo l’invito della Consulta Nazionale delle Aggregazioni Laicali, avete aderito con entusiasmo a questa bella e spontanea manifestazione di fede e di solidarietà, a cui partecipa pure un consistente gruppo di parlamentari e amministratori locali. A tutti vorrei esprimere la mia viva riconoscenza. Saluto anche le migliaia di immigrati, collegati con noi da Piazza San Giovanni, con il Cardinale Vicario Agostino Vallini, in occasione della ‘Festa dei Popoli’".
“Cari amici” – ha proseguito il Pontefice – “voi oggi mostrate il grande affetto e la profonda vicinanza della Chiesa e del popolo italiano al Papa e ai vostri sacerdoti, che quotidianamente si prendono cura di voi, perché, nell’impegno di rinnovamento spirituale e morale possiamo sempre meglio servire la Chiesa, il Popolo di Dio e quanti si rivolgono a noi con fiducia”.
“Il vero nemico da temere e da combattere” – ha affermato il Papa – “è il peccato, il male spirituale, che a volte, purtroppo, contagia anche i membri della Chiesa. Viviamo nel mondo – dice il Signore - ma non siamo del mondo, anche se dobbiamo guardarci dalle sue seduzioni. Dobbiamo invece temere il peccato e per questo essere fortemente radicati in Dio, solidali nel bene, nell’amore, nel servizio. È quello che la Chiesa, i suoi ministri, unitamente ai fedeli, hanno fatto e continuano a fare con fervido impegno per il bene spirituale e materiale delle persone in ogni parte del mondo. È quello che specialmente voi cercate di fare abitualmente nelle parrocchie, nelle associazioni e nei movimenti: servire Dio e l’uomo nel nome di Cristo”.
“Proseguiamo insieme con fiducia questo cammino” – ha esortato infine il Papa – “e le prove, che il Signore permette, ci spingano a maggiore radicalità e coerenza. È bello vedere oggi questa moltitudine in Piazza San Pietro come è stato emozionante per me vedere a Fatima l’immensa moltitudine, che, alla scuola di Maria, ha pregato per la conversione dei cuori. Rinnovo oggi questo appello, confortato dalla vostra presenza così numerosa! Grazie! Ancora una volta, grazie a voi tutti!”.
ANG/ VIS 20100517 (430)

UDIENZE


CITTA' DEL VATICANO, 17 MAG. 2010 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:
- Il Signor Evo Morales Ayma, Presidente dello Stato Plurinazionale di Bolivia, e Seguito.
- Il Cardinale Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova (Italia), Presidente della Conferenza Episcopale Italiana.
- Il Cardinale Péter Erdö, Arcivescovo di Esztergom-Budapest (Ungheria), Presidente del Consiglio delle Conferenza Episcopali d’Europa (C.C.E.E.); con i Vice Presidenti Cardinale Josip Bozanic, Arcivescovo di Zagreb (Croazia) e Cardinale Jean-Pierre Ricard, Arcivescovo di Bordeaux (Francia).
AP/ VIS 20100517 (90)

ALTRI ATTI PONTIFICI

ALTRI ATTI PONTIFICI
CITTA' DEL VATICANO, 17 MAG. 2010 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Cardinale Giovanni Battiste Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi, Suo Inviato Speciale alle celebrazioni del IV centenario dell’Arcidiocesi di Arequipa (Perù), che avranno luogo dal 14 al 18 luglio 2010.
NA/ VIS 20100517 (50)

venerdì 14 maggio 2010

RINNOVATO ARDORE SPIRITUALE E APOSTOLICO


CITTA' DEL VATICANO, 14 MAG. 2010 (VIS). Alle 13:30 di questo pomeriggio ha avuto luogo la cerimonia di congedo del Santo Padre dal Portogallo, all’aeroporto internazionale di Oporto. Dopo il saluto del Presidente della Repubblica Signor Anibal Cavaco Silva, il Santo Padre ha pronunciato un discorso.
Benedetto XVI ha espresso la sua “sincera gratitudine” al Presidente della Repubblica, ai Vescovi, al Governo e a tutte le autorità civili e militari “che si sono prodigate con visibile dedizione lungo l’intero viaggio. Vi auguro ogni bene! I mezzi di comunicazione sociale mi hanno permesso di arrivare a molte persone, alle quali non era possibile vedermi da vicino. Anche a loro mi sento molto grato”.
“A tutti i portoghesi, cattolici o no, agli uomini e alle donne che vivono qui, anche se non sono nati qui, va il mio saluto nel momento di congedarmi da voi. Non cessi di crescere tra voi la concordia, che è essenziale per una salda coesione, via necessaria per affrontare con responsabilità comune le sfide che vi stanno dinnanzi. Continui questa gloriosa Nazione a manifestare la grandezza d’animo, il profondo senso di Dio, l’apertura solidale, retta da principi e valori impregnati di umanesimo cristiano. A Fatima, ho pregato per il mondo intero chiedendo che il futuro porti maggiore fraternità e solidarietà, un maggiore rispetto reciproco e una rinnovata fiducia e confidenza in Dio, nostro Padre che è nei cieli”.
“È stata per me una gioia” – ha proseguito il Pontefice – “essere testimone della fede e della devozione della comunità ecclesiale portoghese. Ho potuto vedere l’entusiasmo dei bambini e dei giovani, la fedele adesione dei presbiteri, dei diaconi e dei religiosi, la dedizione pastorale dei Vescovi, la voglia di ricercare la verità e la bellezza evidente nel mondo della cultura, la creatività degli operatori della pastorale sociale, il vibrare della fede dei fedeli nelle diocesi che ho visitato. Il mio desiderio è che la mia visita divenga incentivo per un rinnovato ardore spirituale e apostolico. Che il Vangelo venga accolto nella sua integralità e testimoniato con passione da ogni discepolo di Cristo, affinché esso si riveli come lievito di autentico rinnovamento dell’intera società!”.
Terminato il suo discorso il Papa si è imbarcato sull’aereo per Roma. Il suo arrivo all’aeroporto di Ciampino è previsto alle 18:00. Da lì in elicottero Benedetto XVI raggiungerà il Vaticano, concludendo così il quindicesimo Viaggio Apostolico fuori d’Italia.
PV-PORTOGALLO VIS 20100514 (390)

SPERANZE DEL MONDO E CERTEZZE DEL VANGELO

CITTA' DEL VATICANO, 14 MAG. 2010 (VIS). Questa mattina il Papa ha preso congedo dalla casa “Nossa Senhora do Carmo” di Fatima e, in elicottero, si è recato a Oporto, seconda città del Portogallo e capitale industriale del nord del Paese, dove è atterrato alle 9:30 (ora del Portogallo).

All’arrivo Benedetto XVI è stato accolto dal Vescovo di Oporto Monsignor Manuel J. Macário do Nascimento Clemente e dalle Autorità civili e militari della città. Successivamente in autovettura panoramica il Papa ha percorso i cinque chilometri che lo separavano dalla Avenida dos Aliados. Dopo un giro in mezzo ai fedeli radunati nel piazzale, il Papa ha celebrato la Santa Messa alle ore 10:15.

Nell’omelia Benedetto XVI ha ricordato la figura di San Mattia - la cui festa ricorre oggi - “che era stato testimone della vita pubblica di Gesù e del suo trionfo sulla morte, restandogli fedele sino alla fine, nonostante l’abbandono di molti”. San Mattia fu scelto dagli apostoli come testimone dopo il suicidio di Giuda.

“’Bisogna che uno divenga testimone, insieme a noi, della risurrezione’, diceva Pietro. E il suo attuale Successore ripete a ciascuno di voi: Miei fratelli e sorelle, bisogna che diventiate con me testimoni della risurrezione di Gesù. In effetti, se non sarete voi i suoi testimoni nel vostro ambiente, chi lo sarà al vostro posto?” – ha detto il Santo Padre.

“Il cristiano è, nella Chiesa e con la Chiesa, un missionario di Cristo inviato nel mondo. Questa è la missione improrogabile di ogni comunità ecclesiale: ricevere da Dio e offrire al mondo Cristo risorto, affinché ogni situazione di indebolimento e di morte sia trasformata, mediante lo Spirito Santo, in occasione di crescita e di vita”.

“Nulla imponiamo, ma sempre proponiamo, come Pietro ci raccomanda in una delle sue lettere: ‘Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi’. E tutti, alla fine, ce la domandano, anche coloro che sembrano non domandarla. (...) Infatti le più profonde attese del mondo e le grandi certezze del Vangelo si incrociano nell’irrecusabile missione che ci compete”.

“Tuttavia, se questa certezza ci consola e ci tranquillizza, non ci esime dall’andare incontro agli altri. Dobbiamo vincere la tentazione di limitarci a ciò che ancora abbiamo, o riteniamo di avere, di nostro e di sicuro: sarebbe un morire a termine, in quanto presenza di Chiesa nel mondo, la quale, d’altronde, può soltanto essere missionaria nel movimento diffusivo dello Spirito. Sin dalle sue origini, il popolo cristiano ha avvertito con chiarezza l’importanza di comunicare la Buona Novella di Gesù a quanti non lo conoscevano ancora. In questi ultimi anni, è cambiato il quadro antropologico, culturale, sociale e religioso dell’umanità; oggi la Chiesa è chiamata ad affrontare nuove sfide ed è pronta a dialogare con culture e religioni diverse, cercando di costruire insieme ad ogni persona di buona volontà la pacifica convivenza dei popoli. Il campo della missione ‘ad gentes’ si presenta oggi notevolmente ampliato e non definibile soltanto in base a considerazioni geografiche; in effetti ci attendono non soltanto i popoli non cristiani e le terre lontane, ma anche gli ambiti socio-culturali e soprattutto i cuori che sono i veri destinatari dell’azione missionaria del popolo di Dio”.

“Sì! Siamo chiamati a servire l’umanità del nostro tempo, confidando unicamente in Gesù, lasciandoci illuminare dalla sua Parola. (...) Tutto si definisce a partire da Cristo, quanto all’origine e all’efficacia della missione: la missione la riceviamo sempre da Cristo, che ci ha fatto conoscere ciò che ha udito dal Padre suo, e siamo investiti in essa per mezzo dello Spirito, nella Chiesa. Come la Chiesa stessa, opera di Cristo e del suo Spirito, si tratta di rinnovare la faccia della terra partendo da Dio, sempre e solo da Dio!”.

Al termine della Santa Messa il Papa è ritornato in Sagrestia, nel palazzo del Municipio di Porto, per la firma nel Libro d’Oro del Municipio e si è affacciato al balcone dell’edificio per salutare le migliaia di fedeli presenti nella piazza. Benedetto XVI ha ringraziato tutti per la festosa accoglienza tributatagli nella “Città della Vergine”.

“Volentieri avrei accettato l’invito a prolungare la mia permanenza nella vostra città, ma non è possibile” – ha detto il Santo Padre – “Permettetemi, dunque, di partire abbracciandovi affettuosamente in Cristo, nostra Speranza”.

Dopo i saluti il Papa si è diretto in autovettura panoramica all’aeroporto di Oporto per il rientro a Roma.
PV-PORTOGALLO/ VIS 20100513 (740)

ACCORDO VATICANO-VODAFONE PER SERVIZI TELEFONIA MOBILE

CITTA' DEL VATICANO, 14 MAG. 2010 (VIS). La Sala Stampa della Santa Sede ha reso pubblico oggi il seguente Comunicato:

“Il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano ha siglato oggi con Vodafone Italia un accordo per la gestione dei servizi di telefonia mobile. L’accordo prevede la fornitura di circa 2000 utenze”.

“Vodafone si è aggiudicata la gara indetta dal Governatorato dello Stato della Città del Vaticano con il quale ha stipulato un contratto di durata triennale, anche in virtù della sua capillare presenza internazionale e degli elevati standard di servizio garantiti”.

“L’intesa è stata firmata oggi alla presenza del Segretario Generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, Sua Eccellenza Monsignor Carlo Maria Viganò, e del Presidente di Vodafone Italia Pietro Guindani”.
OP/ VIS 20100514 (130)

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 14 MAG. 2010 (VIS). Il Santo Padre ha nominato l’Arcivescovo Pierre-Marie Carré, finora Arcivescovo di Albi (Francia), Arcivescovo Coadiutore di Montpellier (superficie: 6.101; popolazione: 1.000.000; cattolici: 710.000; sacerdoti: 313; religiosi: 531; diaconi permanenti: 29) in Francia.
NEC/ VIS 20100514 (30)

CARITÀ FORZA PRINCIPALE E PRINCIPIO DOTTRINA SOCIALE CHIESA


CITTA' DEL VATICANO, 13 MAG. 2010 (VIS). Alle 17:00 (ora del Portogallo), il Santo Padre Benedetto XVI è giunto alla Chiesa della Santissima Trindade nel Santuario della Beata Maria Vergine di Fatima per l’incontro con i rappresentanti delle organizzazioni della pastorale sociale. All’incontro hanno partecipato, oltre gli organismi cattolici, membri di altre istituzioni nazionali impegnate nell’assistenza sociale.
Dopo il saluto del Vescovo Carlos Azevedo, Ausiliare di Lisboa, il Papa si è rivolto a quanti operano nel “vasto mondo della carità”.
“’Cristo ci rivela che ‘Dio è amore’ e insieme ci insegna che la legge fondamentale della perfezione umana e quindi anche della trasformazione del mondo è il nuovo comandamento dell’amore” – ha ricordato il Santo Padre – (...) L’attuale scenario della storia è di crisi socio-economica, culturale e spirituale, e pone in evidenza l’opportunità di un discernimento orientato dalla proposta creativa del messaggio sociale della Chiesa. Lo studio della sua dottrina sociale, che assume come principale forza e principio la carità, permetterà di tracciare un processo di sviluppo umano integrale che coinvolga le profondità del cuore e raggiunga una più ampia umanizzazione della società”.
“Nella sua dimensione sociale e politica, questa diaconia della carità è propria dei fedeli laici, chiamati a promuovere organicamente il bene comune, la giustizia e a configurare rettamente la vita sociale. (...) L’attrarre nuovi operatori laici per questo campo pastorale meriterà sicuramente una particolare premura dei pastori, attenti al futuro. (...) Uniti a Cristo nella sua consacrazione al Padre, siamo afferrati dalla sua compassione per le moltitudini che chiedono giustizia e solidarietà e, come il buon samaritano della parabola, ci impegniamo ad offrire risposte concrete e generose”.
“Spesso, però, non è facile arrivare ad una sintesi soddisfacente tra la vita spirituale e l’attività apostolica” – ha affermato il Pontefice – “La pressione esercitata dalla cultura dominante, che presenta con insistenza uno stile di vita fondato sulla legge del più forte, sul guadagno facile e allettante, finisce per influire sul nostro modo di pensare, sui nostri progetti e sulle prospettive del nostro servizio, con il rischio di svuotarli di quella motivazione della fede e della speranza cristiana che li aveva suscitati”.
“Le numerose e pressanti richieste di aiuto e sostegno che ci rivolgono i poveri e i gli emarginati della società ci spingono a cercare soluzioni che rispondano alla logica dell’efficienza, dell’effetto visibile e della pubblicità. Tuttavia” – ha sottolineato il Papa – “la menzionata sintesi è assolutamente necessaria, amati fratelli, per poter servire Cristo nell’umanità che vi attende”.
“Tra tante istituzioni sociali al servizio del bene comune vicine alle popolazioni bisognose” – ha ricordato il Pontefice – “si contano quelle della Chiesa cattolica. Bisogna che sia chiaro il loro orientamento, perché assumano un’identità ben evidente: nell’ispirazione dei loro obiettivi, (...) nella seria ed efficace gestione dei mezzi”.
“Oltre l’identità e ad essa collegata, è un passo fondamentale concedere all’attività caritativa cristiana autonomia e indipendenza dalla politica e dalle ideologie, anche se in collaborazione con gli organi dello Stato per raggiungere scopi comuni”.
“Le vostre attività assistenziali, educative o caritative” – ha auspicato il Papa – “siano completate da progetti di libertà che promuovano l’essere umano, nella ricerca della fraternità universale. Si colloca qui l’urgente impegno dei cristiani nella difesa dei diritti umani, attenti alla totalità della persona umana nelle sue diverse dimensioni”.
“Esprimo profondo apprezzamento” – ha detto Benedetto XVI – “a tutte quelle iniziative sociali e pastorali che cercano di lottare contro i meccanismi socio-economici e culturali che portano all’aborto e che hanno ben presenti la difesa della vita e la riconciliazione e la guarigione delle persone ferite dal dramma dell’aborto”.
“Le iniziative che hanno lo scopo di tutelare i valori essenziali e primari della vita, dal suo concepimento, e della famiglia, fondata sul matrimonio indissolubile tra un uomo e una donna” - ha concluso il Pontefice - “aiutano a rispondere ad alcune delle più insidiose e pericolose sfide che oggi si pongono al bene comune. Tali iniziative costituiscono, insieme a tante altre forme d’impegno, elementi essenziali per la costruzione della civiltà dell’amore”.
Al termine della celebrazione il Papa ha benedetto la Prima pietra di un centro delle Misericordie Portoghesi da erigere a Fatima e successivamente ha fatto rientro alla Casa “Nossa Senhora do Carmo” per l’incontro con i Vescovi del Portogallo.
PV-PORTOGALLO/ VIS 20100514 (710)

AUTENTICI TESTIMONI DI GESÙ CRISTO IN TUTTI GLI AMBIENTI


CITTA' DEL VATICANO, 13 MAG. 2010 (VIS). Questa sera, nella Casa “Nossa Senhora do Carmo” di Fatima, il Papa ha incontrato il Vescovi del Portogallo.
Nel suo discorso Benedetto XVI ha affermato: “Il Papa ha bisogno di aprirsi sempre di più al mistero della Croce, abbracciandola quale unica speranza e ultima via per guadagnare e radunare nel Crocifisso tutti i suoi fratelli e sorelle in umanità. Obbedendo alla Parola di Dio, egli è chiamato a vivere non per sé stesso ma per la presenza di Dio nel mondo”.
“In verità” – ha detto il Papa – “i tempi nei quali viviamo esigono un nuovo vigore missionario dei cristiani, chiamati a formare un laicato maturo, identificato con la Chiesa, solidale con la complessa trasformazione del mondo. C’è bisogno di autentici testimoni di Gesù Cristo, soprattutto in quegli ambienti umani dove il silenzio della fede è più ampio e profondo: i politici, gli intellettuali, i professionisti della comunicazione che professano e promuovono una proposta monoculturale, con disdegno per la dimensione religiosa e contemplativa della vita. In tali ambiti non mancano credenti che si vergognano e che danno una mano al secolarismo, costruttore di barriere all’ispirazione cristiana. Nel frattempo, amati Fratelli, quanti difendono in tali ambienti, con coraggio, un vigoroso pensiero cattolico, fedele al Magistero, continuino a ricevere il vostro stimolo e la vostra parola illuminante, per vivere, da fedeli laici, la libertà cristiana”.
“Decisivo” – ha ribadito il Pontefice – “è riuscire ad inculcare in ogni agente evangelizzatore un vero ardore di santità, consapevoli che il risultato deriva soprattutto dall’unione con Cristo e dall’azione del suo Spirito”.
“Quando, nel sentire di molti, la fede cattolica non è più patrimonio comune della società e, spesso, si vede come un seme insidiato e offuscato da ‘divinità’ e signori di questo mondo, molto difficilmente essa potrà toccare i cuori mediante semplici discorsi o richiami morali e meno ancora attraverso generici richiami ai valori cristiani. Il richiamo coraggioso e integrale ai principi è essenziale e indispensabile; tuttavia il semplice enunciato del messaggio non arriva fino in fondo al cuore della persona, non tocca la sua libertà, non cambia la vita. Ciò che affascina è soprattutto l’incontro con persone credenti che, mediante la loro fede, attirano verso la grazia di Cristo, rendendo testimonianza di Lui”.
“In un momento di fatica della Chiesa” – ha detto il Papa – “in un momento in cui si parlava di ‘inverno della Chiesa’, lo Spirito Santo creava una nuova primavera, risvegliando nei giovani e negli adulti la gioia di essere cristiani” – ha detto il Papa esprimendo gioia per il sorgere di tanti movimenti e nuove comunità ecclesiali. “Grazie ai carismi, la radicalità del Vangelo, il contenuto oggettivo della fede, il flusso vivo della sua tradizione vengono comunicati in modo persuasivo e sono accolti come esperienza personale, come adesione della libertà all’evento presente di Cristo”.
“Condizione necessaria, naturalmente, è che queste nuove realtà vogliano vivere nella Chiesa comune”. Esse “devono sentirsi fondamentalmente responsabili della comunione, della fede comune della Chiesa e devono sottomettersi alla guida dei Pastori. Sono questi che devono garantire l’ecclesialità dei movimenti”. “Noi Vescovi” – ha proseguito il Pontefice – “dobbiamo sentire la responsabilità di accogliere questi impulsi che sono doni per la Chiesa e le conferiscono nuova vitalità, ma, dall’altra, dobbiamo anche aiutare i movimenti a trovare la strada giusta, facendo delle correzioni con comprensione – quella comprensione spirituale e umana che sa unire guida, riconoscenza e una certa apertura e disponibilità ad accettare di imparare”.
“Nell’Anno sacerdotale (...), riscoprite, amati Fratelli, la paternità episcopale soprattutto verso il vostro clero. Per troppo tempo si è relegata in secondo piano la responsabilità dell’autorità come servizio alla crescita degli altri, e, prima di tutti, dei sacerdoti. Questi sono chiamati a servire, nel loro ministero pastorale, integrati in un’azione pastorale di comunione o di insieme”.
“Non si tratta di ritornare al passato” – ha detto ancora il Papa – “né di un semplice ritorno alle origini, ma di un ricupero del fervore delle origini, della gioia dell’inizio dell’esperienza cristiana, facendosi accompagnare da Cristo come i ‘discepoli di Emmaus’ nel giorno di Pasqua, lasciando che la sua parola ci riscaldi il cuore, che il ‘pane spezzato’ apra i nostri occhi alla contemplazione del suo volto. Soltanto così il fuoco della carità sarà ardente abbastanza da spingere ogni fedele cristiano a diventare dispensatore di luce e di vita nella Chiesa e tra gli uomini”.
Al termine del suo discorso il Papa ha invitato i Vescovi a “rinvigorire in voi stessi e intorno a voi i sentimenti di misericordia e di compassione per essere in grado di rispondere alle situazioni di gravi carenze sociali. Si costituiscano organizzazioni e si perfezionino quelle già esistenti, perché siano in grado di rispondere con creatività ad ogni povertà, includendo quelle della mancanza di senso della vita e dell’assenza di speranza”.
Il Papa ha elogiato l’impegno dei Vescovi nell’“aiutare le diocesi più bisognose, soprattutto dei Paesi lusofoni. Le difficoltà, che adesso si fanno sentire di più, non vi facciano indebolire nella logica del dono. Continui ben viva, nel Paese, la vostra testimonianza di profeti della giustizia e della pace, difensori dei diritti inalienabili della persona, unendo la vostra voce a quella dei più deboli, che avete saggiamente motivato a possedere voce propria, senza temere mai di alzare la voce in favore degli oppressi, degli umiliati e dei maltrattati”.
Al termine dell’incontro il Papa è rientrato alla Casa “Nossa Sehnora do Carmo” per la cena e il pernottamento.
PV-PORTOGALLO/ VIS 20100514 (880)

giovedì 13 maggio 2010

CONSACRAZIONE VERGINE: CHIESA SI RINNOVI SACERDOTI SANTI

CITTA' DEL VATICANO, 12 MAG. 2010 (VIS). Nel primo pomeriggio di oggi il Santo Padre ha preso congedo dalla Nunziatura Apostolica di Lisboa ed è partito in elicottero per Fatima, cittadina di 8.000 abitanti, dove nel 1917 la Vergine apparve ai tre Pastorelli Giacinta, Francesco e Lucia. Giacinta e Francesco furono beatificati da Giovanni Paolo II nel 2000, anno della sua terza visita a Fatima.

Sul luogo delle apparizioni chiamato “Cova da Iria”, fu costruito il Santuario composto da un “Recinto di preghiera” e da una vasta Spianata sulla quale si affacciano vari edifici. All’estremità nord sorge la Basilica e sulla sinistra si trova la “Capelinha”, la Cappellina delle Apparizioni, costruita nel 1919.

Il Santo Padre ha letto una preghiera davanti alla statua della Vergine nella Cappellina delle Apparizioni, ed ha ricordato che il Venerabile Giovanni Paolo II compì una visita a Maria Vergine di Fatima in tre occasioni, e Le rese grazie “per quella ‘mano invisibile’ che lo ha liberato dalla morte nell’attentato del tredici maggio del 1981”.

“Ringrazio, Madre diletta, le preghiere e i sacrifici che i Pastorelli di Fatima facevano per il Papa, condotti dai sentimenti che tu hai ispirato loro nelle apparizioni. Ringrazio anche tutti coloro che, ogni giorno, pregano per il Successore di Pietro e per le sue intenzioni affinché il Papa sia forte nella fede, audace nella speranza e zelante nell’amore”.

Il Santo Padre ha offerto la Rosa d’Oro “che ho portato da Roma, come omaggio di gratitudine del Papa per le meraviglie che l’Onnipotente ha compiuto per mezzo di Te nei cuori di tanti che vengono pellegrini a questa tua casa materna”.

Successivamente il Papa si è recato alla Chiesa della Santissima Trindade – a 300 metri di distanza – dove ha presieduto la celebrazione dei Vespri con i sacerdoti, i religiosi, i seminaristi e i diaconi.

Nell’omelia il Santo Padre ha espresso la sua riconoscenza e la gratitudine della Chiesa “A tutti voi che avete donato la vita a Cristo” ed ha detto: “Desidero, questa sera, esprimere l’apprezzamento e la riconoscenza ecclesiale. Grazie per la vostra testimonianza spesso silenziosa e per niente facile; grazie per la vostra fedeltà al Vangelo e alla Chiesa”.

“La principale preoccupazione di ogni cristiano, specialmente della persona consacrata e del ministro dell’Altare, deve essere la fedeltà, la lealtà alla propria vocazione, come discepolo che vuole seguire il Signore. (...) Ciò suppone evidentemente una vera intimità con Cristo nella preghiera, poiché sarà l’esperienza forte ed intensa dell’amore del Signore che dovrà portare i sacerdoti e i consacrati a corrispondere in un modo esclusivo e sponsale al suo amore”.

“C’è una solidarietà profonda fra tutti i membri del Corpo di Cristo: non è possibile amarlo senza amare i suoi fratelli. Fu per la salvezza di essi che Giovanni Maria Vianney ha voluto essere sacerdote. (...) Siate solleciti gli uni verso gli altri, sostenendovi fraternamente”.

“Come è importante aiutarvi a vicenda per mezzo della preghiera e con utili consigli e discernimenti!. Riservate particolare attenzione alle situazioni di un certo indebolimento degli ideali sacerdotali oppure al fatto di dedicarsi ad attività che non si accordano integralmente con ciò che è proprio di un ministro di Gesù Cristo”.

“Sebbene il sacerdozio di Cristo sia eterno, la vita dei sacerdoti è limitata. Cristo vuole che altri perpetuino lungo il tempo il sacerdozio ministeriale da Lui istituito. Perciò mantenete, nel vostro intimo e intorno a voi, l’ansia di suscitare – assecondando la grazia dello Spirito Santo – nuove vocazioni sacerdotali tra i fedeli”.

“Cari seminaristi, (...) verificate bene le intenzioni e le motivazioni; dedicatevi con animo forte e spirito generoso alla vostra formazione. L’Eucaristia, centro della vita del cristiano e scuola di umiltà e di servizio, deve essere l’oggetto principale del vostro amore”.

Infine il Papa ha pronunciato un atto di affidamento e di consacrazione dei sacerdoti al Cuore Immacolato di Maria: “Siamo consapevoli che, senza Gesù, non possiamo fare nulla di buono e che, solo per Lui, con Lui ed in Lui, saremo per il mondo strumento di salvezza”.

“Sposa dello Spirito Santo, ottienici l’inestimabile dono della trasformazione in Cristo. Per la stessa potenza dello Spirito che, estendendo su di Te la sua ombra, ti rese Madre del Salvatore, aiutaci affinché Cristo, tuo Figlio, nasca anche in noi. Possa così la Chiesa, essere rinnovata da santi sacerdoti, trasfigurati dalla grazia di Colui che fa nuove tutte le cose”.

“Aiutaci, con la tua potente intercessione, a non venir mai meno a questa sublime vocazione, a non cedere ai nostri egoismi, alle lusinghe del mondo ed alle suggestioni del Maligno”.

“Madre della Chiesa, noi, sacerdoti, vogliamo essere pastori che non pascolano se stessi, ma si donano a Dio per i fratelli, trovando in questo la loro felicità. Non solo a parole, ma con la vita, vogliamo ripetere umilmente, giorno per giorno, il nostro ‘eccomi”.

Al termine della celebrazione dei Vespri, il Santo Padre si è recato per la cena aalla Casa “Nossa Senhora do Carmo”, Casa per gli Esercizi Spirituali, che fa parte del complesso del Santuario.
PV-PORTOGALLO/ VIS 20100513 (840)

BENEDETTO XVI RECITA IL ROSARIO DAVANTI MADONNA FATIMA

CITTA' DEL VATICANO, 12 MAG. 2010 (VIS). Alle 21:15 (ora del Portogallo), il Santo Padre si è recato in autovettura panoramica alla Cappella delle Apparizioni per la recita del Rosario, alla luce delle fiaccole, con i pellegrini lì riuniti. Prima della preghiera, Benedetto XVI ha benedetto i ceri dei partecipanti e ha rivolto loro alcune parole.

“Cari pellegrini, tutti voi insieme, con la candela accesa in mano” – ha detto il Papa – “sembrate un mare di luce intorno a questa semplice cappella, eretta premurosamente in onore della Madre di Dio e Madre nostra, la cui via di ritorno dalla terra al cielo era apparsa ai Pastorelli come una striscia di luce”.

“Però sia Maria che noi stessi non godiamo di luce propria: la riceviamo da Gesù. La presenza di Lui in noi rinnova il mistero e il richiamo del roveto ardente, quello che un tempo sul monte Sinai ha attirato Mosè e non smette di affascinare quanti si rendono conto di una luce speciale in noi che arde però senza consumarci”.

“A Mosè, Dio aveva ordinato: ‘Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è un suolo santo’ . E così ha fatto; calzerà nuovamente i sandali per andare a liberare il suo popolo dalla schiavitù d’Egitto e guidarlo alla terra promessa. (...) Lungo il corso della storia del popolo eletto, la promessa della terra va assumendo sempre di più questo significato: la terra è donata perché ci sia un luogo dell’obbedienza, affinché ci sia uno spazio aperto a Dio”.

“Nel nostro tempo, in cui la fede in ampie regioni della terra, rischia di spegnersi come una fiamma che non viene più alimentata, la priorità al di sopra di tutte è rendere Dio presente in questo mondo ed aprire agli uomini l’accesso a Dio. Non a un dio qualsiasi, ma a quel Dio che ha parlato sul Sinai; quel Dio il cui volto riconosciamo nell’amore portato fino alla fine, in Gesù Cristo crocifisso e risorto. (...) Non abbiate paura di parlare di Dio e di manifestare senza vergogna i segni della fede, facendo risplendere agli occhi dei vostri contemporanei la luce di Cristo”.

“Fratelli e sorelle, in questo luogo stupisce osservare come tre bambini si sono arresi alla forza interiore che li ha invasi nelle apparizioni dell’Angelo e della Madre del Cielo. Qui, dove tante volte ci è stato chiesto di recitare il Rosario, lasciamoci attrarre dai misteri di Cristo, i misteri del Rosario di Maria. (...) Nel meditare i misteri gaudiosi, luminosi, dolorosi e gloriosi mentre recitiamo le ‘Ave Maria’, contempliamo l’intero mistero di Gesù, dall’Incarnazione fino alla Croce e alla gloria della Risurrezione; contempliamo l’intima partecipazione di Maria a questo mistero e la nostra vita in Cristo oggi, che pure si presenta tessuta di momenti di gioia e di dolore, di ombre e di luce, di trepidazione e di speranza. La grazia invade il nostro cuore suscitando il desiderio di un incisivo ed evangelico cambiamento di vita”.

“Sento che mi accompagnano la devozione e l’affetto dei fedeli qui convenuti e del mondo intero” – ha concluso il Papa – “Porto con me le preoccupazioni e le attese di questo nostro tempo e le sofferenze dell’umanità ferita, i problemi del mondo, e vengo a deporli ai piedi della Madonna di Fatima: Vergine Madre di Dio e nostra Madre carissima, intercedi per noi presso il tuo Figlio perché tutte le famiglie dei popoli, sia quelle che si distinguono con il nome cristiano, sia quelle che ignorano ancora il loro Salvatore, vivano in pace e concordia fino a ricongiungersi in un solo popolo di Dio a gloria della santissima e indivisibile Trinità”.

Al termine della recita del Santo Rosario, Benedetto XVI è rientrato alla casa “Nossa Senhora do Carmo”. Il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, ha presieduto la celebrazione della Santa Messa alla vigilia della festa mariana del 13 maggio.
PV-PORTOGALLO/ VIS 20100513 (650)

LA LUCE DEI PASTORELLI È IL FIGLIO DI DIO FATTO UOMO

CITTA' DEL VATICANO, 13 MAG. 2010 (VIS). Oggi, memoria della Beata Maria Vergine di Fatima, decimo anniversario della Beatificazione dei Pastorelli Giacinta e Francesco, il Papa ha celebrato l’Eucaristia sulla Spianata del Santuario di Fatima con la partecipazione di mezzo milione di persone.

Nell’omelia il Santo Padre ha affermato: “Sono venuto a Fatima per gioire della presenza di Maria e della sua materna protezione. (...) Sono venuto a Fatima per pregare, con Maria e con tanti pellegrini, per la nostra umanità afflitta da miserie e sofferenze, (...) per affidare alla materna protezione di Maria i sacerdoti, i consacrati e le consacrate, i missionari e tutti gli operatori di bene che rendono accogliente e benefica la Casa di Dio”.

Nel ricordare le “innocenti e profonde confidenze mistiche dei Pastorelli” – ha affermato Benedetto XVI – “qualcuno potrebbe guardarli con un po’ di invidia perché essi hanno visto, oppure con la delusa rassegnazione di chi non ha avuto la stessa fortuna, ma insiste nel voler vedere”.

“Le Scritture” – ha proseguito il Pontefice – “ci invitano a credere. (...) Dio può raggiungerci, offrendosi alla nostra visione interiore. Di più, quella Luce nell’intimo dei Pastorelli, che proviene dal futuro di Dio, è la stessa che si è manifestata nella pienezza dei tempi ed è venuta per tutti: il Figlio di Dio fatto uomo. (...) Perciò la nostra speranza ha fondamento reale, poggia su un evento che si colloca nella storia e al tempo stesso la supera: è Gesù di Nazaret”.

“La fede in Dio” – ha sottolineato il Pontefice – “apre all’uomo l’orizzonte di una speranza certa che non delude; indica un solido fondamento sul quale poggiare, senza paura, la propria vita; richiede l’abbandono, pieno di fiducia, nelle mani dell’Amore che sostiene il mondo”.

Nel richiamare l’attenzione sul fatto che “i Pastorelli hanno fatto della loro vita un’offerta a Dio e una condivisione con gli altri per amore di Dio”, il Santo Padre ha affermato: “Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa. (...) L’uomo ha potuto scatenare un ciclo di morte e di terrore, ma non riesce ad interromperlo… Nella Sacra Scrittura appare frequentemente che Dio sia alla ricerca di giusti per salvare la città degli uomini e lo stesso fa qui, in Fatima, quando la Madonna domanda: ‘Volete offrirvi a Dio per sopportare tutte le sofferenze che Egli vorrà mandarvi, in atto di riparazione per i peccati con cui Egli è offeso, e di supplica per la conversione dei peccatori?’”.

“Con la famiglia umana pronta a sacrificare i suoi legami più santi sull’altare di gretti egoismi di nazione, razza, ideologia, gruppo, individuo, è venuta dal Cielo la nostra Madre benedetta offrendosi per trapiantare nel cuore di quanti le si affidano l’Amore di Dio che arde nel suo”.

Benedetto XVI ha concluso l’omelia affermando: “Possano questi sette anni che ci separano dal centenario delle Apparizioni affrettare il preannunciato trionfo del Cuore Immacolato di Maria a gloria della Santissima Trinità”.

Al termine della Santa Messa, il Papa si è rivolto ai malati presenti e a quanti lo seguivano attraverso la radio e la televisione con queste parole: “Fratello e Sorella mia, agli occhi di Dio hai ‘un valore così grande da essersi Egli stesso fatto uomo per poter com-patire con l’uomo, (...), in carne e sangue, come ci viene dimostrato nel racconto della Passione di Cristo. Da lì in ogni sofferenza umana è entrato uno che condivide la sofferenza e la sopportazione; da lì si diffonde in ogni sofferenza la ‘con-solatio’, la consolazione dell’amore partecipe di Dio. (...) Potrai superare la sensazione di inutilità della sofferenza che consuma la persona nell’intimo di se stessa e la fa sentire un peso per gli altri, quando, in verità, la sofferenza, vissuta con Gesù, serve per la salvezza dei fratelli”.

“Il divin Maestro, più che dilungarsi a spiegare le ragioni della sofferenza, ha preferito chiamare ciascuno a seguirlo, dicendo: ‘Prendi la tua croce e seguimi’. Vieni con me. Prendi parte, con la tua sofferenza, a quest’opera di salvezza del mondo, che si realizza mediante la mia sofferenza, per mezzo della mia Croce. Man mano che abbracci la tua croce, unendoti spiritualmente alla mia Croce, si svelerà ai tuoi occhi il significato salvifico della sofferenza. Troverai nella sofferenza la pace interiore e perfino la gioia spirituale”.

“Cari malati” – ha detto ancora il Santo Padre – “accogliete questa chiamata di Gesù che passerà accanto a voi nel Santissimo Sacramento e affidategli ogni contrarietà e pena che affrontate, affinché diventino – secondo i Suoi disegni – mezzo di redenzione per il mondo intero. Voi sarete redentori del Redentore, come siete figli nel Figlio. Presso la croce ... si trova la Madre di Gesù, la nostra Madre”.

Prima di congedarsi, Benedetto XVI ha rivolto parole di saluto in varie lingue ai numerosi pellegrini presenti.

Infine il Papa ha compiuto una visita alle tombe dei Pastorelli situate nella Basilica del Santuario di Fatima e quindi è rientrato alla Casa “Nossa Senhora do Carmo” per il pranzo con i Vescovi del Portogallo e il Seguito papale.
PV-PORTOGALLO/ VIS 20100513 (820)

ALTRI ATTI PONTIFICI



CITTA' DEL VATICANO, 13 MAG. 2010 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’Arcidiocesi di Hà Nôi (Viêt Nam), presentata dall’Arcivescovo Joseph Ngô Quang Kiêt, in conformità al canone 401, paragrafo 2, del Codice di Diritto Canonico. Gli succede il Vescovo Pierre Nguyên Vân Nhon, Coadiutore della medesima Arcidiocesi.

- Ha nominato il Padre Paul Nguyên Thai Hop, O.P., Vescovo di Vinh (superficie: 30.594; popolazione: 6.090.000; cattolici: 486.234; sacerdoti: 167; religiosi: 610), (Viêt Nam). Il Vescovo eletto è nato nel 1945 a Lang Anh (Viêt Nam) ed è stato ordinato sacerdote nel 1972. Finora Professore presso l’Università Statale di Hochminh Ville (Viêt Nam), succede al Vescovo Paul-Marie Cao Dinh Thuyên, M.S.C., del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d’età.
RE:NER/ VIS 20100513 (140)

mercoledì 12 maggio 2010

INTERVISTA AL PAPA DURANTE VOLO PER LISBOA


CITTA' DEL VATICANO, 11 MAG. 2010 (VIS). Come di consueto, a bordo dell’aereo papale per Lisboa, il Santo Padre Benedetto XVI ha risposto, questa mattina, alle domande dei giornalisti che lo accompagnavano.
Nella domanda relativa alla secolarizzazione sperimentata in questo momento dal Portogallo, in passato profondamente cattolico, il Santo Padre ha risposto che il Portogallo “ha portato questa fede in tutte le parti del mondo; una fede coraggiosa, intelligente e creativa; (...) La dialettica tra secolarismo e fede in Portogallo ha una lunga storia. (...) In questi secoli di dialettica tra illuminismo, secolarismo e fede, non mancavano mai persone che volevano creare dei ponti e creare un dialogo”.
“Penso che proprio il compito e la missione dell’Europa in questa situazione è trovare questo dialogo, integrare fede e razionalità moderna in un'unica visione antropologica, che completa l’essere umano e rende così anche comunicabili le culture umane. Perciò direi che la presenza del secolarismo è una cosa normale, ma la separazione, la contrarietà tra secolarismo e cultura della fede è anomala e deve essere superata. La grande sfida di questo momento è che i due si incontrino e così trovino la loro vera identità. Questa, come ho detto, è una missione dell’Europa e la necessità umana in questa nostra storia".
Rispondendo alla domanda relativa alla attuale crisi economica che potrebbe mettere a rischio, secondo alcuni, il futuro dell’Unione Europea, il Santo Padre Benedetto XVI ha sottolineato che: “l’etica non è una cosa esterna, ma interna alla razionalità e al pragmatismo economico. D’altra parte, dobbiamo anche confessare che la fede cattolica, cristiana, spesso era troppo individualistica, lasciava le cose concrete, economiche al mondo e pensava solo alla salvezza individuale”.
“Tutta la tradizione della Dottrina sociale della Chiesa va in questo senso - di allargare l’aspetto etico e della fede al di sopra dell’individuo, alla responsabilità verso il mondo, ad una razionalità ‘performata’ dall’etica. D’altra parte, gli ultimi avvenimenti sul mercato, in questi ultimi due, tre anni, hanno mostrato che la dimensione etica è interna e deve entrare nell’interno dell’agire economico, perché l’uomo è uno, e si tratta dell’uomo, di un’antropologia sana, che implica tutto, e solo così si risolve il problema, solo così l’Europa svolge e realizza la sua missione"
Con la terza domanda sul significato delle Apparizioni di Fatima, è stato chiesto al Papa se il terzo segreto possa estendersi, al di là dell’attentato a Giovanni Paolo II, anche alle sofferenze della Chiesa di oggi per i peccati degli abusi sessuali sui minori.
“Oltre questa grande visione della sofferenza del Papa” – ha risposto Benedetto XVI – “che possiamo in prima istanza riferire a Papa Giovanni Paolo II, sono indicate realtà del futuro della Chiesa che man mano si sviluppano e si mostrano. Perciò è vero che oltre il momento indicato nella visione, si parla, si vede la necessità di una passione della Chiesa, che naturalmente si riflette nella persona del Papa, ma il Papa sta per la Chiesa e quindi sono sofferenze della Chiesa che si annunciano. Il Signore ci ha detto che la Chiesa sarebbe stata sempre sofferente, in modi diversi, fino alla fine del mondo. L’importante è che il messaggio, la risposta di Fatima, sostanzialmente non va a devozioni particolari, ma proprio alla risposta fondamentale, cioè conversione permanente, penitenza, preghiera, e le tre virtù cardinali: fede, speranza e carità. Così vediamo qui la vera e fondamentale risposta che la Chiesa deve dare, che noi, ogni singolo, dobbiamo dare in questa situazione”.
“Quanto alle novità che possiamo oggi scoprire in questo messaggio, vi è anche il fatto che non solo da fuori vengono attacchi al Papa e alla Chiesa, ma le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall’interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa. Anche questo si è sempre saputo, ma oggi lo vediamo in modo realmente terrificante: che la più grande persecuzione della Chiesa non viene dai nemici fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa e che la Chiesa quindi ha profondo bisogno di reimparare la penitenza, di accettare la purificazione, di imparare da una parte il perdono, ma anche la necessità della giustizia. Il perdono non sostituisce la giustizia”.
PV-PORTOGALLO/ VIS 20100512 (690)

SOLO CRISTO PUÒ SODDISFARE PROFONDI ANELITI DEL CUORE


CITTA' DEL VATICANO, 11 MAG. 2010 (VIS). Alle 17:30, lasciata la Nunziatura Apostolica, il Santo Padre si è diretto in autovettura panoramica al Terriero do Paço di Lisboa, dove, prima della celebrazione eucaristica, alla quale hanno partecipato 200.000 persone, il Sindaco di Lisboa ha consegnato al Papa le chiavi della città.
“In questa città di Lisbona, da dove sono partiti in grande numero generazioni e generazioni di cristiani” – ha detto il Papa nell’omelia – “glorioso è il posto che il Portogallo si è guadagnato in mezzo alle nazioni per il servizio offerto alla diffusione della fede: nelle cinque parti del mondo ci sono Chiese locali che hanno avuto origine dall’azione missionaria portoghese”.
“In passato” – ha proseguito il Pontefice – “la vostra partenza alla ricerca di altri popoli non ha impedito né distrutto i vincoli con ciò che eravate e credevate, anzi, con cristiana saggezza, siete riusciti a trapiantare esperienze e particolarità, aprendovi al contributo degli altri per essere voi stessi, in un’apparente debolezza che è forza. Oggi, partecipando all’edificazione della Comunità europea, portate il contributo della vostra identità culturale e religiosa”.
“Nel fiume vivo della Tradizione ecclesiale, Cristo non si trova a duemila anni di distanza, ma è realmente presente tra noi e ci dona la Verità, ci dona la luce che ci fa vivere e trovare la strada verso il futuro. Presente nella sua Parola, nell’assemblea del popolo di Dio con i suoi Pastori e, in modo eminente, nel sacramento del suo Corpo e del suo Sangue, Gesù è qui con noi”.
“Sappiamo” – ha affermato il Papa – “che non mancano alla Chiesa figli riottosi e persino ribelli, ma è nei Santi che la Chiesa riconosce i propri tratti caratteristici e, proprio in loro, assapora la sua gioia più profonda”.
“La priorità pastorale è quella di fare di ogni donna e uomo cristiani una presenza raggiante della prospettiva evangelica in mezzo al mondo, nella famiglia, nella cultura, nell’economia, nella politica. Spesso ci preoccupiamo affannosamente delle conseguenze sociali, culturali e politiche della fede, dando per scontato che questa fede ci sia, ciò che purtroppo è sempre meno realista”.
“Affinché ciò non accada” – ha sottolineato il Pontefice – “bisogna annunziare di nuovo con vigore e gioia l’evento della morte e risurrezione di Cristo, cuore del cristianesimo, fulcro e sostegno della nostra fede, leva potente delle nostre certezze, vento impetuoso che spazza via qualsiasi paura e indecisione, qualsiasi dubbio e calcolo umano. La risurrezione di Cristo ci assicura che nessuna potenza avversa potrà mai distruggere la Chiesa”.
“Quindi” – ha proseguito il Santo Padre – “la nostra fede ha fondamento, ma c’é bisogno che questa fede diventi vita in ognuno di noi. (...) Soltanto Cristo può soddisfare pienamente i profondi aneliti di ogni cuore umano e dare risposte ai suoi interrogativi più inquietanti circa la sofferenza, l’ingiustizia e il male, sulla morte e la vita nell’Aldilà”.
“Non dubitate mai della sua presenza!” – ha esortato il Pontefice – “Cercate sempre il Signore Gesù, crescete nella amicizia con lui, ricevetelo nella comunione. Imparate ad ascoltare la sua parola e anche a riconoscerlo nei poveri. Vivete la vostra esistenza con gioia ed entusiasmo, sicuri della sua presenza e della sua amicizia gratuita, generosa, fedele fino alla morte di croce”.
“Testimoniate a tutti” – ha concluso il Pontefice – “la gioia per questa sua presenza forte e soave, cominciando dai vostri coetanei. Dite loro che è bello essere amico di Gesù e vale la pena seguirlo. Con il vostro entusiasmo mostrate che, fra tanti modi di vivere che il mondo oggi sembra offrici – apparentemente tutti dello stesso livello –, l’unico in cui si trova il vero senso della vita e quindi la gioia vera e duratura è seguendo Gesù”.
Prima di concludere le Celebrazione Eucaristica, il Papa ha dato lettura di un breve messaggio in occasione del 50° anniversario della fondazione del Santuario di Cristo Re in Almada (Diocesi di Setúbal). “Vorrei da qui additare” – ha detto Benedetto XVI – alle nuove generazioni gli esempi di speranza in Dio e lealtà al voto fatto, che in esso ci hanno lasciato scolpiti i Vescovi e i Fedeli cristiani di allora, in segno di amore e riconoscenza per la preservazione della pace in Portogallo”.
Infine il Papa è rientrato nella Nunziatura Apostolica per la cena. Ascoltando i canti di un gruppo di giovani di varie parrocchie e movimenti ecclesiali, il Santo Padre si è affacciato al balcone della Nunziatura per salutarli e benedirli.
PV-PORTOGALLO/ VIS 20100512 (730)

RICERCA VERITÀ PER LA CHIESA MISSIONE IRRINUNCIABILE


CITTA' DEL VATICANO, 12 MAG. 2010 (VIS). A conclusione della celebrazione della Santa Messa in privato, il Santo Padre Benedetto XVI si è recato al Centro Culturale di Belém per l’incontro con i rappresentanti del mondo della cultura. Il Papa è stato accolto dal Vescovo Manoel Clemente, di Porto, Presidente della Commissione episcopale per la cultura e dal regista Manoel de Oliveira, che ha rivolto al Pontefice alcune parole di saluto.
Nel suo discorso il Papa ha affermato che: “Oggi la cultura riflette una ‘tensione’, che alle volte prende forme di ‘conflitto’, fra il presente e la tradizione. La ‘valorizzazione del ‘presente’, però, quale fonte ispiratrice del senso della vita, sia individuale che sociale, si scontra con la forte tradizione culturale del Popolo portoghese, profondamente segnata dal millenario influsso del cristianesimo e con un senso di responsabilità globale; esso si è affermato nell’avventura delle scoperte e nello zelo missionario, condividendo il dono della fede con altri popoli”.
“Questo ‘conflitto’ fra la tradizione e il presente si esprime nella crisi della verità” – ha affermato il Papa aggiungendo che: “Un popolo che smette di sapere quale sia la propria verità, finisce perduto nei labirinti del tempo e della storia, privo di valori chiaramente definiti e senza grandi scopi chiaramente enunciati”, ma “La fedeltà all’uomo esige la fedeltà alla verità che, sola, è garanzia di libertà e della possibilità di uno sviluppo umano integrale. Per questo la Chiesa la ricerca, l’annunzia instancabilmente e la riconosce ovunque essa si palesi. Questa missione di verità è per la Chiesa irrinunciabile”.
“Per una società formata in maggioranza da cattolici e la cui cultura è stata profondamente segnata dal cristianesimo, si rivela drammatico il tentativo di trovare la verità al di fuori di Gesù Cristo. Per noi, cristiani, la Verità è divina; è il ‘Logos’ eterno, che ha acquisito espressione umana in Gesù Cristo (...) La convivenza della Chiesa, nella sua ferma adesione al carattere perenne della verità, con il rispetto per altre ‘verità’, o con la verità degli altri, è un apprendistato che la Chiesa stessa sta facendo. In questo rispetto dialogante si possono aprire nuove porte alla trasmissione della verità”.
“’La Chiesa deve venire a dialogo con il mondo in cui si trova a vivere. La Chiesa si fa parola, la Chiesa si fa messaggio, la Chiesa si fa dialogo’” - ha detto Benedetto XVI citando le parole di Papa Paolo VI – “Infatti, il dialogo senza ambiguità e rispettoso delle parti in esso coinvolte è oggi una priorità nel mondo, alla quale la Chiesa non intende sottrarsi. (...) Constatata la diversità culturale, bisogna far sì che le persone non solo accettino l’esistenza della cultura dell’altro, ma aspirino anche a venire arricchite da essa e ad offrirle ciò che si possiede di bene, di vero e di bello”. “’Per additare nuovi mondi al mondo’” – ha affermato il Santo Padre con l’Autore di ‘Os Lusiades’, Luigi di Camões, poeta nazionale: “Voi, operatori della cultura in ogni sua forma, creatori di pensiero e di opinione, ‘avete, grazie al vostro talento, la possibilità di parlare al cuore dell’umanità, di toccare la sensibilità individuale e collettiva, di suscitare sogni e speranze, di ampliare gli orizzonti della conoscenza e dell’impegno umano. (…) di dialogare con i credenti, con chi come voi, si sente pellegrino nel mondo e nella storia verso la Bellezza infinita’”.
“Proprio con lo scopo di ’mettere il mondo moderno in contatto con le energie vivificanti e perenni del Vangelo’” - ha affermato Benedetto XVI citando Papa Giovanni XXIII – “si è realizzato il Concilio Vaticano II, nel quale la Chiesa, partendo da una rinnovata consapevolezza della tradizione cattolica, prende sul serio e discerne, trasfigura e supera le critiche che sono alla base delle forze che hanno caratterizzato la modernità, ossia la Riforma e l’Illuminismo. Così da sé stessa la Chiesa accoglieva e ricreava il meglio delle istanze della modernità, da un lato superandole e, dall’altro evitando i suoi errori e vicoli senza uscita. L’evento conciliare ha messo i presupposti per un autentico rinnovamento cattolico e per una nuova civiltà – la ‘civiltà dell’amore’ - come servizio evangelico all’uomo e alla società”.
“La Chiesa” – ha concluso il Papa – “ritiene come sua missione prioritaria, nella cultura attuale, tenere desta la ricerca della verità e, conseguentemente, di Dio; portare le persone a guardare oltre le cose penultime e mettersi alla ricerca delle ultime”.
Al termine dell’incontro con i rappresentanti del mondo della cultura, il Pontefice ha fatto ritorno alla Nunziatura Apostolica di Lisboa per l’incontro con il Primo Ministro del Portogallo Signor José Socrates Carvalho Pinto de Sousa.
PV-PORTOGALLO/ VIS 20100512 (770)

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 12 MAG. 2010 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Monsignor Timothy L. Doherty, Vescovo di Lafayette in Indiana (superficie: 25.455; popolazione: 1.296.384; cattolici: 108.000; sacerdoti: 98; religiosi: 81; diaconi permanenti: 17), Stati Uniti d’America. Il Vescovo eletto è nato nel 1950 a Rockford (Stati Uniti d’America), ed è stato ordinato sacerdote nel 1976. Finora Parroco della “St. Catherine of Siena Church” a Dundee e della “St. Mary Mission Church” a Gilberts (Stati Uniti d’America), succede al Vescovo William L. Higi, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d’età.
NER:RE/ VIS 20100512 (110)

martedì 11 maggio 2010

IL PAPA IN PORTOGALLO PELLEGRINO MADONNA DI FATIMA

CITTA' DEL VATICANO, 11 MAG. 2010 (VIS). Alle 9:10 (ora locale) di questa mattina, il Santo Padre Benedetto XVI è partito dall'aeroporto internazionale Leonardo da Vinci di Fiumicino diretto a Lisboa, dove, dopo un volo di 3 ore, alle 11:00 (ora del Portogallo) è atterrato all'aeroporto internazionale Portela, dando inizio al suo quindicesimo Viaggio Apostolico fuori d'Italia.

  Al suo arrivo il Papa è stato accolto dal Presidente della Repubblica Anibal Cavaco Silva e dal Cardinale José da Cruz Policarpo, Patriarca di Lisboa. Alla cerimonia di benvenuto erano presenti diverse Autorità politiche e civili e alcuni Vescovi del Portogallo.

  "Vengo nelle vesti di pellegrino della Madonna di Fatima" - ha detto il Papa all'inizio del suo discorso - "investito dall'Alto nella missione di confermare i miei fratelli che avanzano nel loro pellegrinaggio verso il Cielo".

  "La Vergine Maria è venuta dal Cielo per ricordarci verità del Vangelo che costituiscono per l'umanità, fredda di amore e senza speranza nella salvezza, sorgente di speranza. Certo, questa speranza ha come prima e radicale dimensione non la relazione orizzontale, ma quella verticale e trascendente. La relazione con Dio è costitutiva dell'essere umano: questi è stato creato e ordinato verso Dio, cerca la verità nella propria struttura conoscitiva, tende verso il bene nella sfera volitiva, ed è attratto dalla bellezza nella dimensione estetica".

  "La coscienza è cristiana" - ha detto il Santo Padre - "nella misura in cui si apre alla pienezza della vita e della sapienza, che abbiamo in Gesù Cristo. La visita, che ora inizio sotto il segno della speranza, intende essere una proposta di sapienza e di missione".

  "Da una visione sapiente sulla vita e sul mondo deriva il giusto ordinamento della società" - ha affermato il Pontefice - "Posta nella storia, la Chiesa è aperta per collaborare con chi non marginalizza né riduce al privato l'essenziale considerazione del senso umano della vita. Non si tratta di un confronto etico fra un sistema laico e un sistema religioso, bensì di una questione di senso alla quale si affida la propria libertà. Ciò che distingue è il valore attribuito alla problematica del senso e la sua implicazione nella vita pubblica".

  Benedetto XVI ha ricordato in proposito che l'instaurazione della repubblica, cento anni fa, in Portogallo, "ha aperto, nella distinzione fra Chiesa e Stato, un nuovo spazio di libertà per la Chiesa, a cui i due Concordati del 1940 e del 2004 avrebbero dato forma, in ambiti culturali e prospettive ecclesiali assai segnate da rapidi cambiamenti. Le sofferenze causate dalle trasformazioni sono state in genere affrontate con coraggio".

  "Il vivere nella pluralità di sistemi di valori e di quadri etici richiede un viaggio al centro del proprio io e al nucleo del cristianesimo per rinforzare la qualità della testimonianza fino alla santità, trovare sentieri di missione fino alla radicalità del martirio", ha concluso il Santo Padre.

  Al termine del suo discorso Benedetto XVI ha raggiunto la Nunziatura Apostolica di Lisboa da dove, alle 12:30 (ora del Portogallo), si è recato in automobile al Mosteiro dos Jerónimos, distante nove chilometri. Il Monastero è stato costruito nel periodo 1502-1580 sul piccolo eremo Santa Maria de Belém, e poi donato dal re Manuel I all'Ordine dei Frati di San Girolamo.

  Il complesso viene utilizzato attualmente dal Cerimoniale portoghese per l'accoglienza dei Capi di Stato. Il luogo ha un particolare significato simbolico in relazione ai viaggi degli esploratori e dei missionari portoghesi, ricordati anche dal vicino monumento di Torre di Belém. Dal 1983, il sito è sulla lista del Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco. Infine, il complesso monumentale ha fatto da cornice per la cerimonia della firma del nuovo "Trattato di Lisbona" dell'Unione Europea, il 13 dicembre 2007.

  Benedetto XVI è stato accolto dal presidente Cavaco Silva e della Consorte e al termine della cerimonia di benvenuto, accompagnato dal Cardinale da Cruz Policarpo, ha compiuto una breve visita all'antica Chiesa di Santa María de Belém dove si è raccolto per alcuni istanti in preghiera davanti al Santissimo Sacramento posto sull'altare. La breve visita si è conclusa nel chiostro del Monastero.

  Alle 13:15 (ora del Portogallo), il Papa ha percorso in autovettura panoramica i 400 metri che lo separavano dal Palácio de Belém, costruito nel XVI secolo e residenza dei sovrani portoghesi fino alla data della dichiarazione della Repubblica nel 1911, quando divenne residenza ufficiale del Presidente della Repubblica.

  Nel Palácio de Belém, dove il Papa ha compiuto la visita di cortesia al Presidente della Repubblica del Portogallo, Benedetto XVI ha apposto la sua firma nel Libro d'Oro. Al termine dell'Incontro il Papa ha salutato i familiari del Presidente e il personale  del Palazzo radunato nel giardino. Infine ha fatto ritorno alla Nunziatura Apostolica di Lisboa per il pranzo.
PV-PORTOGALLO/                               VIS 20100511 (800)

NUOVA ININFRASTRUTTURA DI COMUNICAZIONE IN FIBRA OTTICA IN VATICANO

CITTA' DEL VATICANO, 11 MAG. 2010 (VIS). Un Comunicato, reso pubblico questa mattina, rende noto che il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e Telecom Italia hanno annunciato, questa mattina, la firma del Contratto per la Fornitura del primo nucleo dell'infrastruttura di Comunicazione Integrata per lo Stato della Città del Vaticano, consistente in un'infrastruttura di rete IP a Larga Banda, in grado di supportare servizi evoluti di fonia, dati e video nell'ambito territoriale della Santa Sede e dello Stato Città del Vaticano.

  Il piano prevede, tra le altre cose, il collegamento in fibra ottica delle dieci sedi extraterritoriali più significative, incluse le Ville Pontificie di Castel Gandolfo e la stazione radio di Santa Maria di Galeria.
OP/                                       VIS 20100511 (130)

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 11 MAG. 2010 (VIS). Il Santo Padre ha nominato:

- Il Reverendo Eduardo A. Nevares, Vescovo Ausiliare della Diocesi di Phoenix (superficie: 113.831; popolazione: 4.415.210; cattolici: 706.433; sacerdoti: 328; religiosi: 317; diaconi permanenti: 269), Stati Uniti d'America. Il Vescovo eletto è nato a San Antonio (Stati Uniti d'America), nel 1954 ed è stato ordinato sacerdote nel 1981. È stato finora Vice-Rettore del "Pontifical College Josephinum" a Columbus (Stati Uniti d'America).

- Presidente della Commissione Disciplinare della Curia Romana, il Vescovo Giorgio Corbellini, Presidente dell'Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica, finora Membro della medesima Commissione.
NEA:NA/                                   VIS 20100511 (100)
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