Città
del Vaticano, 5 giugno 2013
(VIS). Poco dopo le nove di questa mattina, nel Salone della Domus
Sanctae Marthae, Papa Francesco ha ricevuto i partecipanti
all'Incontro di coordinamento tra gli Organismi caritativi cattolici
che operano nel contesto della crisi in Siria e nei Paesi vicini,
promosso dal Pontificio Consiglio "Cor Unum".
"Vi
ringrazio per questo incontro e per tutta l’attività umanitaria
che state svolgendo in Siria e nei Paesi vicini, in aiuto alle
popolazioni vittime dell’attuale conflitto. - ha detto il Papa - Ho
incoraggiato io stesso il Pontificio Consiglio Cor Unum a promuovere
questa riunione di coordinamento dell’attività svolta dagli
organismi di carità cattolici nella regione. Ringrazio il Cardinale
Sarah per il suo indirizzo di saluto. Rivolgo uno speciale benvenuto
a coloro che provengono dal Medio Oriente, in particolare a chi
rappresenta la Chiesa in Siria".
"La
preoccupazione della Santa Sede per la crisi siriana e in modo più
specifico per la popolazione, spesso inerme, che soffre le
conseguenze del conflitto, è ben nota. - ha proseguito il Santo
Padre ricordando che Benedetto XVI "ha ripetutamente chiesto che
tacciano le armi e che si possa trovare una soluzione nel dialogo per
giungere ad una profonda riconciliazione tra le parti". Lo
scorso novembre, "egli aveva voluto esprimere la sua personale
vicinanza, inviando il Cardinale Sarah in quelle zone, accompagnando
tale gesto con la richiesta di 'non risparmiare alcuno sforzo nella
ricerca della pace' e manifestando la sua concreta e paterna
sollecitudine con un dono a cui hanno contribuito pure i Padri
Sinodali lo scorso ottobre".
"Anche
a me personalmente - ha ripetuto il Santo Padre - la sorte della
popolazione siriana sta particolarmente a cuore. Il giorno di Pasqua
ho chiesto pace 'soprattutto per l’amata Siria, per la sua
popolazione ferita dal conflitto, e per i numerosi profughi che
attendono aiuto e consolazione. Quanto sangue è stato versato! E
quante sofferenze dovranno essere ancora inflitte prima che si riesca
a trovare una soluzione politica alla crisi?'".
"Di
fronte al perdurare di violenze e sopraffazioni rinnovo con forza il
mio appello alla pace. Nelle ultime settimane la comunità
internazionale ha ribadito l’intenzione di promuovere iniziative
concrete per avviare un dialogo fruttuoso con lo scopo di mettere
fine alla guerra. Sono tentativi che vanno sostenuti e che si spera
possano condurre alla pace. La Chiesa si sente chiamata a dare la
testimonianza umile, ma concreta ed efficace, della carità che ha
imparato da Cristo, Buon Samaritano. Sappiamo che dove qualcuno
soffre, Cristo è presente. Non possiamo tirarci indietro, proprio
nelle situazioni di maggiore dolore! La vostra presenza alla riunione
di coordinamento manifesta la volontà di continuare con fedeltà la
preziosa opera di assistenza umanitaria, nella Siria e nei Paesi
vicini che generosamente ospitano chi fugge dalla guerra. La vostra
azione sia puntuale e coordinata, espressione di quella comunione che
è essa stessa testimonianza, come ha suggerito il recente Sinodo sul
Medio Oriente. Alla Comunità internazionale, accanto alla ricerca di
una soluzione negoziale del conflitto, chiedo di favorire l’aiuto
umanitario per i profughi e i rifugiati siriani, mirando in primo
luogo al bene della persona e alla tutela della sua dignità".
"Per
la Santa Sede - ha ribadito Papa Francesco - l’opera delle Agenzie
di carità cattoliche è estremamente significativa: aiutare la
popolazione siriana, al di là delle appartenenze etniche o
religiose, è il modo più diretto per offrire un contributo alla
pacificazione e alla edificazione di una società aperta a tutte le
diverse componenti. A questo tende anche lo sforzo della Santa Sede:
costruire un futuro di pace per la Siria, in cui tutti possano vivere
liberamente ed esprimersi nella loro peculiarità".
"Il
pensiero del Papa va in questo momento anche alle comunità cristiane
che abitano la Siria e tutto il Medio Oriente. La Chiesa sostiene
quelle sue membra che oggi sono particolarmente in difficoltà. Esse
hanno il grande compito di continuare a rendere presente il
Cristianesimo nella regione in cui è nato. Ed è un nostro impegno
favorire la permanenza di questa testimonianza. La partecipazione di
tutta la comunità cristiana a questa grande opera di assistenza e di
aiuto è un imperativo del momento presente".
"Vi
ringrazio ancora per questa iniziativa - ha concluso il Pontefice - e
invoco su ciascuno di voi la benedizione divina. Essa si estende in
particolare ai cari fedeli che vivono in Siria e a tutti quei siriani
che attualmente sono costretti a lasciare le loro case a motivo della
guerra. Voi qui presenti siate lo strumento per dire al caro popolo
siriano e del Medio Oriente che il Papa li accompagna ed è loro
vicino. La Chiesa non li abbandona!".
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