Il
Papa ha spiegato alle migliaia di persone convenute in Piazza San
Pietro che i dodici che erano stati imprigionati con l'ordine di non
insegnare più nel nome di Cristo, risposero ai persecutori:
"'Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini. Il Dio dei
nostri padri ha risuscitato Gesù ... lo ha innalzato alla sua destra
come capo e salvatore ... E di questi fatti siamo testimoni noi e lo
Spirito Santo'". "Allora - ha detto il Papa - fecero
flagellare gli Apostoli e comandarono loro nuovamente di non parlare
più nel nome di Gesù. Ed essi se ne andarono, così dice la
Scrittura, 'lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi
per il nome di Gesù'".
"Io
mi domando: - ha detto Papa Francesco - dove trovavano i primi
discepoli la forza per questa loro testimonianza? Non solo: da dove
venivano loro la gioia e il coraggio dell’annuncio, malgrado gli
ostacoli e le violenze? Non dimentichiamo che gli Apostoli erano
persone semplici, non erano scribi, dottori della legge, né
appartenenti alla classe sacerdotale. Come hanno potuto, con i loro
limiti e avversati dalle autorità, riempire Gerusalemme con il loro
insegnamento? È chiaro che
solo la presenza con loro del Signore Risorto e l’azione dello
Spirito Santo possono spiegare questo fatto (...). La loro fede si
basava su un’esperienza così forte e personale di Cristo morto e
risorto, che non avevano paura di nulla e di nessuno, e addirittura
vedevano le persecuzioni come un motivo di onore, che permetteva loro
di seguire le orme di Gesù e di assomigliare a Lui, testimoniandolo
con la vita".
"Questa
storia della prima comunità cristiana ci dice una cosa molto
importante, che vale per la Chiesa di tutti i tempi, anche per noi:
quando una persona conosce veramente Gesù Cristo e crede in Lui,
sperimenta la sua presenza nella vita e la forza della sua
Risurrezione, e non può fare a meno di comunicare questa esperienza.
E se questa persona incontra incomprensioni o avversità, si comporta
come Gesù nella sua Passione: risponde con l’amore e con la forza
della verità".
"Pregando
insieme il Regina Caeli - ha concluso il Papa - chiediamo l’aiuto
di Maria Santissima affinché la Chiesa in tutto il mondo annunci con
franchezza e coraggio la Risurrezione del Signore e ne dia valida
testimonianza con segni di amore fraterno. L’amore fraterno è la
testimonianza più vicina che noi possiamo dare che Gesù è con noi
vivo, che Gesù è risorto. Preghiamo in modo particolare per i
cristiani che soffrono persecuzione; in questo tempo ci sono tanti
cristiani che soffrono persecuzione, tanti, tanti, in tanti Paesi:
preghiamo per loro, con amore, dal nostro cuore. Sentano la presenza
viva e confortante del Signore Risorto".
Dopo
il Regina Caeli, il Santo Padre ha ricordato che ieri, a Venezia
(Italia), è stato proclamato Beato Don Luca Passi, sacerdote
bergamasco del secolo diciannovesimo, fondatore dell’Opera laicale
Santa Dorotea e dell’Istituto delle Suore Maestre di Santa Dorotea
e che oggi in Italia si celebra la Giornata per l’Università
Cattolica del Sacro Cuore, sul tema "Le nuove generazioni oltre
la crisi".
"Questo
Ateneo - ha detto Papa Francesco - nato dalla mente e dal cuore di
Padre Agostino Gemelli e con un grande sostegno popolare, ha
preparato migliaia e migliaia di giovani ad essere cittadini
competenti e responsabili, costruttori del bene comune. Invito a
sostenere sempre questo Ateneo, perché continui ad offrire alle
nuove generazioni un’ottima formazione, per affrontare le sfide del
tempo presente".
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