Città
del Vaticano, 25 gennaio 2013 (VIS). Alle 17:30 di oggi pomeriggio,
nella Solennità della conversione di San Paolo, Benedetto XVI ha
presieduto i secondi Vespri nella Basilica di San Paolo fuori le
Mura, a conclusione della XLVI Settimana di Preghiera per l’Unità
dei Cristiani sul tema: "Quel che il Signore esige da noi".
Alla celebrazione hanno preso parte i Rappresentanti delle altre
Chiese e Comunità ecclesiali presenti a Roma, fra i quali il
Metropolita Gennadios, Rappresentante del Patriarcato Ecumenico di
Costantinopoli ed il Reverendo Canonico Richardson, Rappresentante
dell'Arcivescovo di Canterbury.
"La
comunione nella stessa fede è la base per l’ecumenismo" - ha
detto il Santo Padre ribadendo che: "L’unità (...) è donata
da Dio come inseparabile dalla fede" e "La professione
della fede battesimale in Dio, Padre e Creatore, che si è rivelato
nel Figlio Gesù Cristo, effondendo lo Spirito che vivifica e
santifica, già unisce i cristiani. Senza la fede - che è
primariamente dono di Dio, ma anche risposta dell’uomo - tutto il
movimento ecumenico si ridurrebbe ad una forma di 'contratto' cui
aderire per un interesse comune. (...). Le questioni dottrinali che
ancora ci dividono non devono essere trascurate o minimizzate. Esse
vanno piuttosto affrontate con coraggio, in uno spirito di fraternità
e di rispetto reciproco. Il dialogo, quando riflette la priorità
della fede, permette di aprirsi all’azione di Dio con la ferma
fiducia che da soli non possiamo costruire l’unità, ma è lo
Spirito Santo che ci guida verso la piena comunione, e fa cogliere la
ricchezza spirituale presente nelle diverse Chiese e Comunità
ecclesiali".
"Nella
società attuale - ha detto il Papa - sembra che il messaggio
cristiano incida sempre meno nella vita personale e comunitaria; e
questo rappresenta una sfida per tutte le Chiese e le Comunità
ecclesiali. (...) Mentre siamo in cammino verso la piena unità, è
necessario allora perseguire una collaborazione concreta tra i
discepoli di Cristo per la causa della trasmissione della fede al
mondo contemporaneo. Oggi c’è grande bisogno di riconciliazione,
di dialogo e di comprensione reciproca, in una prospettiva non
moralistica, ma proprio in nome dell’autenticità cristiana per una
presenza più incisiva nella realtà del nostro tempo".
"La
vera fede in Dio poi è inseparabile dalla santità personale, come
anche dalla ricerca della giustizia - ha sottolineato il Pontefice
ricordando che il tema della Settimana di preghiera per l’unità
dei cristiani: 'Quel che il Signore esige da noi', è stato proposto
dallo "Student Christian Movement in India", in
collaborazione con la "All India Catholic University Federation"
ed il "National Council of Churches" in India. "A
quanti hanno collaborato desidero esprimere la mia viva gratitudine
e, (...) assicuro la mia pr eghiera a tutti i cristiani dell’India,
che a volte sono chiamati a rendere testimonianza della loro fede in
condizioni difficili. 'Camminare umilmente con Dio' significa
anzitutto camminare nella radicalità della fede, come Abramo,
fidandosi di Dio, anzi riponendo in Lui ogni nostra speranza e
aspirazione, ma significa anche camminare oltre le barriere, oltre
l’odio, il razzismo e la discriminazione sociale e religiosa che
dividono e danneggiano l’intera società".
"La
nostra ricerca di unità nella verità e nell’amore, infine, non
deve mai perdere di vista la percezione che l’unità dei cristiani
è opera e dono dello Spirito Santo e va ben oltre i nostri sforzi.
Pertanto, l’ecumenismo spirituale, specialmente la preghiera, è il
cuore dell’impegno ecumenico. Tuttavia, l’ecumenismo non darà
frutti duraturi se non sarà accompagnato da gesti concreti di
conversione che muovano le coscienze e favoriscano la guarigione dei
ricordi e dei rapporti. (...) Un’autentica conversione, (...) è un
elemento fondamentale del nostro impegno ecumenico. Il rinnovamento
della vita interiore del nostro cuore e della nostra mente, che si
riflette nella vita quotidiana, è cruciale in ogni dialogo e cammino
di riconciliazione, facendo dell’ecumenismo un impegno reciproco di
comprensione, rispetto e amore, 'affinché il mondo creda'".
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