Città
del Vaticano, 17 novembre (VIS).(VIS).-Benedetto XVI ha ricevuto
questa mattina i partecipanti alla conferenza del Pontificio
Consiglio per gli Operatori Sanitari (Pastorale della Salute), il cui
tema è: “L’Ospedale, luogo di evangelizzazione: missione umana e
spirituale”; e ha ricordato loro che la Chiesa “si rivolge sempre
con lo stesso spirito di fraterna condivisione a quanti vivono
l’esperienza del dolore, animata dallo Spirito di Colui che, con la
potenza dell’amore, ha ridato senso e dignità al mistero della
sofferenza”.
“Con
gli stessi accenti di speranza -ha proseguito- la Chiesa interpella
anche i professionisti e i volontari della sanità. La vostra è una
singolare vocazione, che necessita di studio, di sensibilità e di
esperienza. Tuttavia, a chi sceglie di lavorare nel mondo della
sofferenza vivendo la propria attività come una “missione umana e
spirituale” è richiesta una competenza ulteriore, che va al di là
dei titoli accademici. Si tratta della “scienza cristiana della
sofferenza”, indicata esplicitamente dal Concilio come “la sola
verità capace di rispondere al mistero della sofferenza” (…). Il
Cristo non ha soppresso la sofferenza; non ha neppure voluto
svelarcene interamente il mistero: l’ha presa su di sé, e questo
basta perché ne comprendiamo tutto il valore””.
“Di
questa “scienza cristiana della sofferenza” siate degli esperti
qualificati! Il vostro essere cattolici, senza timore, vi dà una
maggiore responsabilità nell’ambito della società e della Chiesa
(…). È questo un impegno di nuova evangelizzazione anche in tempi
di crisi economica che sottrae risorse alla tutela della salute.
Proprio in tale contesto, ospedali e strutture di assistenza debbono
ripensare il proprio ruolo per evitare che la salute, anziché un
bene universale da assicurare e difendere, diventi una semplice
“merce” sottoposta alle leggi del mercato, quindi un bene
riservato a pochi. Non può essere mai dimenticata l’attenzione
particolare dovuta alla dignità della persona sofferente, applicando
anche nell’ambito delle politiche sanitarie il principio di
sussidiarietà e quello di solidarietà”.
“E’
auspicabile -ha sottolineato il Pontefice- che il linguaggio della
“scienza cristiana della sofferenza” - cui appartengono la
compassione, la solidarietà, la condivisione, l’abnegazione, la
gratuità, il dono di sé - diventi il lessico universale di quanti
operano nel campo dell’assistenza sanitaria. (...) In questa
prospettiva gli ospedali vanno considerati come luogo privilegiato di
evangelizzazione, perché dove la Chiesa si fa “veicolo della
presenza di Dio” diventa al tempo stesso “strumento di una vera
umanizzazione dell’uomo e del mondo” (…). Solo avendo ben
chiaro che al centro dell’attività medica e assistenziale c’è
il benessere dell’uomo nella sua condizione più fragile e
indifesa, alla ricerca di senso dinanzi al mistero insondabile del
dolore, si può concepire l’ospedale come “luogo in cui la
relazione di cura non è mestiere, ma missione”.
Il
Santo Padre ha concluso il suo discorso rivolgendosi ai malati. “La
vostra silenziosa testimonianza è un efficace segno e strumento di
evangelizzazione per le persone che vi curano e per le vostre
famiglie, nella certezza che “nessuna lacrima, né di chi soffre,
né di chi gli sta vicino, va perduta davanti a Dio”.
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