Città del Vaticano, 1° giugno 2012 (VIS). Questa sera alle 19:30 il Santo Padre, giunto nel pomeriggio a Milano per partecipare al VII Incontro Mondiale delle Famiglie, si è recato al Teatro alla Scala, dove si è tenuto un concerto in suo onore. Il Maestro Daniel Barenboim ha diretto l'Orchestra e il Coro del Teatro alla Scala nell'interpretazione della Nona Sinfonia di Ludwig van Beethoven.
Alla fine del concerto Benedetto XVI ha ringraziato i musicisti, i cantanti e il direttore d'orchestra. "La scelta della Nona Sinfonia di Beethoven - ha detto il Papa - ci permette di lanciare un messaggio con la musica che affermi il valore fondamentale della solidarietà, della fraternità e della pace. E mi pare che questo messaggio sia prezioso anche per la famiglia, perché è in famiglia che si sperimenta per la prima volta come la persona umana non sia creata per vivere chiusa in se stessa, ma in relazione con gli altri; è in famiglia che si comprende come la realizzazione di sé non sta nel mettersi al centro, guidati dall’egoismo, ma nel donarsi; è in famiglia che si inizia ad accendere nel cuore la luce della pace perché illumini questo nostro mondo".
"Su questo concerto - ha detto ancora il Pontefice - che doveva essere una festa gioiosa (...) vi è l’ombra del sisma che ha portato grande sofferenza su tanti abitanti del nostro Paese. Le parole riprese dall’Inno alla gioia di Schiller suonano come vuote per noi, anzi, sembrano non vere. (...) In quest’ora, (...) non abbiamo bisogno di un discorso irreale di un Dio lontano e di una fratellanza non impegnativa. Siamo in cerca del Dio vicino. Cerchiamo una fraternità che, in mezzo alle sofferenze, sostiene l’altro e così aiuta ad andare avanti. Dopo questo concerto molti andranno all’adorazione eucaristica – al Dio che si è messo nelle nostre sofferenze e continua a farlo. Al Dio che soffre con noi e per noi e così ha reso gli uomini e le donne capaci di condividere la sofferenza dell’altro e di trasformarla in amore. Proprio a ciò ci sentiamo chiamati da questo concerto".
Al termine il Santo Padre è rientrato in Arcivescovado che lo ospita durante il suo soggiorno a Milano.
Alla fine del concerto Benedetto XVI ha ringraziato i musicisti, i cantanti e il direttore d'orchestra. "La scelta della Nona Sinfonia di Beethoven - ha detto il Papa - ci permette di lanciare un messaggio con la musica che affermi il valore fondamentale della solidarietà, della fraternità e della pace. E mi pare che questo messaggio sia prezioso anche per la famiglia, perché è in famiglia che si sperimenta per la prima volta come la persona umana non sia creata per vivere chiusa in se stessa, ma in relazione con gli altri; è in famiglia che si comprende come la realizzazione di sé non sta nel mettersi al centro, guidati dall’egoismo, ma nel donarsi; è in famiglia che si inizia ad accendere nel cuore la luce della pace perché illumini questo nostro mondo".
"Su questo concerto - ha detto ancora il Pontefice - che doveva essere una festa gioiosa (...) vi è l’ombra del sisma che ha portato grande sofferenza su tanti abitanti del nostro Paese. Le parole riprese dall’Inno alla gioia di Schiller suonano come vuote per noi, anzi, sembrano non vere. (...) In quest’ora, (...) non abbiamo bisogno di un discorso irreale di un Dio lontano e di una fratellanza non impegnativa. Siamo in cerca del Dio vicino. Cerchiamo una fraternità che, in mezzo alle sofferenze, sostiene l’altro e così aiuta ad andare avanti. Dopo questo concerto molti andranno all’adorazione eucaristica – al Dio che si è messo nelle nostre sofferenze e continua a farlo. Al Dio che soffre con noi e per noi e così ha reso gli uomini e le donne capaci di condividere la sofferenza dell’altro e di trasformarla in amore. Proprio a ciò ci sentiamo chiamati da questo concerto".
Al termine il Santo Padre è rientrato in Arcivescovado che lo ospita durante il suo soggiorno a Milano.
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