CITTA' DEL VATICANO, 20 DIC. 2011 (VIS). Nella giornata di ieri il Santo Padre ha firmato i Decreti che riconoscono i miracoli attribuiti all'intercessione di sette Beati - quattro donne e tre uomini - che saranno prossimamente canonizzati. Fra i nuovi santi spicca la figura di Catherine Tekakwitha, prima amerindia elevata alla gloria degli altari.
Catherine o Kateri Tekakwitha, nata nel 1656 a Ossernenon, attuale Auriesville (Stati Uniti d'America), era figlia di un capo tribù Mohawk e di una india algonchina cattolica battezzata ed educata da missionari francesi. A quattro anni i suoi familiari morirono per una epidemia di vaiolo, a causa della quale, anche lei rimase sfigurata e con una notevole diminuzione della vista. Adottata da un parente, capo della tribù vicina, fu battezzata all'età di venti anni da un missionario francese.
I membri della sua tribù, non comprendendo la sua nuova affiliazione religiosa, la emarginarono. Kateri esercitava la mortificazione fisica quale cammino di santità e pregava per la conversione dei suoi parenti e dei membri della sua tribù. Subì persecuzioni che attentavano alla sua vita per cui dovette fuggire per stabilirsi in una comunità di nativi cristiani a Kahnawake, Quebec (Canada), dove dedicò la sua vita alla preghiera, alla penitenza e alla cura dei malati e degli anziani. Fece voto di castità. Morì nel 1680, a 24 anni. Le sue ultime parole furono: "Gesù, ti voglio bene". La tradizione tramanda che le cicatrici di Catherine sparirono dopo la sua morte, rivelando un volto di grande bellezza; e che numerosi malati che avevano assistito ai funerali guarirono.
Il processo di canonizzazione ebbe inizio nel 1884. Papa Pio XII la dichiarò Venerabile nel 1943 e il Beato Giovanni Paolo II la beatificò nel 1980. Prima Beata amerindia, i popoli nativi dell'America del Nord le dedicano una particolare devozione.
OP/ VIS 20111220 (310)
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