CITTA' DEL VATICANO, 5 GIU. 2011 (VIS). Alle 9:00 di questa mattina il Santo Padre ha lasciato la Nunziatura Apostolica per dirigersi all’Ippodromo di Zagreb, ad 8 chilometri di distanza, sulla sponda del fiume Sava, con una capienza fino a 300.000 persone.
Giunto all’Ippodromo, il Papa, salito in papamobile, ha compiuto un giro fra i fedeli radunati nell’aerea e quindi si è avvicinato al palco dell’Altare dove è stata celebrata la Santa Messa in occasione della Giornata Nazionale delle Famiglie Cattoliche Croate. Il palco dell’Altare raffigurava due mani; una mano che protegge la fonte della vita eterna cioè l’Altare quale punto di incontro umano-divino in Cristo e l’altra mano formava il tetto, simboli dell’azione pneumatologica e della presenza dello Spirito di Dio nella Chiesa.
“Abbiamo da poco celebrato l’Ascensione del Signore e ci prepariamo a ricevere il grande dono dello Spirito Santo” – ha detto il Papa nell’omelia – “Nella prima lettura, abbiamo visto come la comunità apostolica era riunita in preghiera nel Cenacolo con Maria, la madre di Gesù. È questo un ritratto della Chiesa che affonda le sue radici nell’evento pasquale (...). Restare insieme fu la condizione posta da Gesù per accogliere la venuta del Paraclito, e la prolungata preghiera fu il presupposto della loro concordia. Troviamo qui una formidabile lezione per ogni comunità cristiana. Talora si pensa che l’efficacia missionaria dipenda principalmente da un’attenta programmazione e dalla sua intelligente messa in opera mediante un impegno concreto. Certo, il Signore chiede la nostra collaborazione, ma prima di qualsiasi nostra risposta è necessaria la sua iniziativa: è il suo Spirito il vero protagonista della Chiesa, da invocare e accogliere”.
“Cari fratelli e sorelle! Ho accolto molto volentieri l’invito rivoltomi dai Vescovi della Croazia a visitare questo Paese in occasione del primo Incontro Nazionale delle Famiglie Cattoliche Croate. Desidero esprimere il mio vivo apprezzamento per l’attenzione e l’impegno verso la famiglia, non solo perché questa fondamentale realtà umana oggi, nel vostro Paese come altrove, deve affrontare difficoltà e minacce, e quindi ha particolare bisogno di essere evangelizzata e sostenuta, ma anche perché le famiglie cristiane sono una risorsa decisiva per l’educazione alla fede, per l’edificazione della Chiesa come comunione e per la sua presenza missionaria nelle più diverse situazioni di vita”.
“È ben noto a ciascuno come la famiglia cristiana sia segno speciale della presenza e dell’amore di Cristo e come essa sia chiamata a dare un contributo specifico ed insostituibile all’evangelizzazione. (...) La famiglia cristiana è sempre stata la prima via di trasmissione della fede e anche oggi conserva grandi possibilità per l’evangelizzazione in molteplici ambiti. Cari genitori, impegnatevi sempre ad insegnare ai vostri figli a pregare, e pregate con essi; avvicinateli ai Sacramenti, specie all’Eucaristia (...); introduceteli nella vita della Chiesa; nell’intimità domestica non abbiate paura di leggere la Sacra Scrittura, illuminando la vita familiare con la luce della fede e lodando Dio come Padre. Siate quasi un piccolo cenacolo, come quello di Maria e dei discepoli, in cui si vive l’unità, la comunione, la preghiera!”.
“Oggi, grazie a Dio, molte famiglie cristiane acquistano sempre più la consapevolezza della loro vocazione missionaria, e si impegnano seriamente nella testimonianza a Cristo Signore. (...) Nella società odierna è più che mai necessaria e urgente la presenza di famiglie cristiane esemplari. Purtroppo dobbiamo constatare, specialmente in Europa, il diffondersi di una secolarizzazione che porta all’emarginazione di Dio dalla vita e ad una crescente disgregazione della famiglia. Si assolutizza una libertà senza impegno per la verità, e si coltiva come ideale il benessere individuale attraverso il consumo di beni materiali ed esperienze effimere, trascurando la qualità delle relazioni con le persone e i valori umani più profondi; si riduce l’amore a emozione sentimentale e a soddisfazione di pulsioni istintive, senza impegnarsi a costruire legami duraturi di appartenenza reciproca e senza apertura alla vita. Siamo chiamati a contrastare tale mentalità! Accanto alla parola della Chiesa, è molto importante la testimonianza e l’impegno delle famiglie cristiane, la vostra testimonianza concreta, specie per affermare l’intangibilità della vita umana dal concepimento fino al suo termine naturale, il valore unico e insostituibile della famiglia fondata sul matrimonio e la necessità di provvedimenti legislativi che sostengano le famiglie nel compito di generare ed educare i figli”.
“Care famiglie, siate coraggiose!” – ha esclamato il Pontefice – “Non cedete a quella mentalità secolarizzata che propone la convivenza come preparatoria, o addirittura sostitutiva del matrimonio! Mostrate con la vostra testimonianza di vita che è possibile amare, come Cristo, senza riserve, che non bisogna aver timore di impegnarsi per un’altra persona! Care famiglie, gioite per la paternità e la maternità! L’apertura alla vita è segno di apertura al futuro, di fiducia nel futuro, così come il rispetto della morale naturale libera la persona, anziché mortificarla! Il bene della famiglia è anche il bene della Chiesa. Vorrei ribadire quanto ho affermato in passato: ‘L’edificazione di ogni singola famiglia cristiana si colloca nel contesto della più grande famiglia della Chiesa, che la sostiene e la porta con sé … E reciprocamente, la Chiesa viene edificata dalle famiglie, piccole chiese domestiche’. Preghiamo il Signore affinché le famiglie siano sempre più piccole Chiese e le comunità ecclesiali siano sempre più famiglia!”.
PV-CROAZIA/ VIS 20110606 (860)
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