CITTA' DEL VATICANO, 13 MAR. 2010 (VIS). Questa mattina, nel ricevere i Presuli della Conferenza Episcopale del Sudan al termine della Visita "ad Limina Apostolorum", il Santo Padre ha sottolineato che la loro "fedeltà al Signore e i frutti della loro fatica fra le difficoltà e le sofferenze danno eloquente testimonianza del potere della Croce che risplende attraverso la nostre limitazioni e le nostre debolezze umane".
"Sono consapevole di quanto voi e i fedeli del vostro Paese" - ha proseguito il Pontefice - "aspirino alla pace e quanto pazientemente voi lavoriate affinché essa sia ristabilita. Ancorati nella vostra fede e speranza in Cristo, Principe della Pace, possiate sempre trovare nel Vangelo i principi necessari ad ispirare la vostra predicazione ed i vostri insegnamenti, i vostri giudizi ed azioni".
"Ispirati da questi principi, e dando risonanza alle giuste aspirazioni di tutta la comunità cattolica, avete parlato all'unisono per rigettare 'ogni ritorno alla guerra' e nell'appellarvi per il ristabilimento della pace ad ogni livello della vita nazionale!" - ha ricordato il Papa - "Perché la pace si radichi in profondità, è necessario impegnarsi per diminuire i fattori che contribuiscono alle agitazioni, particolarmente la corruzione, le tensioni etniche, l'indifferenza e l'egoismo. Iniziative in merito si dimostrano indubbiamente proficue se si fondano sull'integrità, su di un senso di fratellanza universale e sulle virtù della giustizia, della responsabilità e della carità".
Il Papa ha quindi invitato i Presuli a trarre forza dalla recente Assemblea Speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi, "mentre continuate a predicare la riconciliazione e il perdono. Gli effetti della violenza" - ha affermato - "potrebbero impiegare molti anni a sanarsi, tuttavia il cambiamento del cuore è condizione indispensabile per una pace giusta e duratura e deve essere implorato quale dono della grazia di Dio".
"Come araldi del Vangelo, avete cercato di instillare nella vostra gente e nella società un senso di responsabilità verso le attuali e future generazioni, incoraggiando il perdono, l'accettazione e il rispetto reciproco per gli impegni assunti. Avete nel contempo lavorato per far progredire i diritti umani fondamentali mediante le norme giuridiche ed avete sollecitato l'applicazione di un modello integrale di sviluppo economico e umano. Apprezzo tutto ciò che la Chiesa fa nel vostro Paese per aiutare i poveri a vivere con dignità e rispetto di se, a trovare lavoro a lungo termine e a renderli capaci di dare il proprio contributo alla società".
Nel riferirsi successivamente ai rapporti dei Vescovi con i propri sacerdoti, il Santo Padre ha ribadito che i Vescovi devono essere "i primi insegnanti e testimoni della nostra comunione nella fede e dell'amore di Cristo, condividendo iniziative comuni, ascoltando i vostri collaboratori, aiutando i sacerdoti, i religiosi e i fedeli ad accettare di sostenersi reciprocamente come fratelli e sorelle, senza distinzione di razza o di gruppo etnico, in un generoso scambio di doni".
Infine il Pontefice ha espresso il suo apprezzamento ai Vescovi per "il loro impegno a mantenere buoni rapporti con i seguaci dell'Islam. Mentre voi lavorate per promuovere la cooperazione in iniziative pratiche, desidero incoraggiarvi a sottolineare i valori che i cristiani condividono con i musulmani quale base per quel 'dialogo di vita' che è un primo passo essenziale verso l'autentico rispetto e comprensione interreligiosa. La medesima apertura ed amore si devono dimostrare a coloro che appartengono alle religioni tradizionali".
AL/.../SUDAN VIS 20100315 (560)
"Sono consapevole di quanto voi e i fedeli del vostro Paese" - ha proseguito il Pontefice - "aspirino alla pace e quanto pazientemente voi lavoriate affinché essa sia ristabilita. Ancorati nella vostra fede e speranza in Cristo, Principe della Pace, possiate sempre trovare nel Vangelo i principi necessari ad ispirare la vostra predicazione ed i vostri insegnamenti, i vostri giudizi ed azioni".
"Ispirati da questi principi, e dando risonanza alle giuste aspirazioni di tutta la comunità cattolica, avete parlato all'unisono per rigettare 'ogni ritorno alla guerra' e nell'appellarvi per il ristabilimento della pace ad ogni livello della vita nazionale!" - ha ricordato il Papa - "Perché la pace si radichi in profondità, è necessario impegnarsi per diminuire i fattori che contribuiscono alle agitazioni, particolarmente la corruzione, le tensioni etniche, l'indifferenza e l'egoismo. Iniziative in merito si dimostrano indubbiamente proficue se si fondano sull'integrità, su di un senso di fratellanza universale e sulle virtù della giustizia, della responsabilità e della carità".
Il Papa ha quindi invitato i Presuli a trarre forza dalla recente Assemblea Speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi, "mentre continuate a predicare la riconciliazione e il perdono. Gli effetti della violenza" - ha affermato - "potrebbero impiegare molti anni a sanarsi, tuttavia il cambiamento del cuore è condizione indispensabile per una pace giusta e duratura e deve essere implorato quale dono della grazia di Dio".
"Come araldi del Vangelo, avete cercato di instillare nella vostra gente e nella società un senso di responsabilità verso le attuali e future generazioni, incoraggiando il perdono, l'accettazione e il rispetto reciproco per gli impegni assunti. Avete nel contempo lavorato per far progredire i diritti umani fondamentali mediante le norme giuridiche ed avete sollecitato l'applicazione di un modello integrale di sviluppo economico e umano. Apprezzo tutto ciò che la Chiesa fa nel vostro Paese per aiutare i poveri a vivere con dignità e rispetto di se, a trovare lavoro a lungo termine e a renderli capaci di dare il proprio contributo alla società".
Nel riferirsi successivamente ai rapporti dei Vescovi con i propri sacerdoti, il Santo Padre ha ribadito che i Vescovi devono essere "i primi insegnanti e testimoni della nostra comunione nella fede e dell'amore di Cristo, condividendo iniziative comuni, ascoltando i vostri collaboratori, aiutando i sacerdoti, i religiosi e i fedeli ad accettare di sostenersi reciprocamente come fratelli e sorelle, senza distinzione di razza o di gruppo etnico, in un generoso scambio di doni".
Infine il Pontefice ha espresso il suo apprezzamento ai Vescovi per "il loro impegno a mantenere buoni rapporti con i seguaci dell'Islam. Mentre voi lavorate per promuovere la cooperazione in iniziative pratiche, desidero incoraggiarvi a sottolineare i valori che i cristiani condividono con i musulmani quale base per quel 'dialogo di vita' che è un primo passo essenziale verso l'autentico rispetto e comprensione interreligiosa. La medesima apertura ed amore si devono dimostrare a coloro che appartengono alle religioni tradizionali".
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