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giovedì 18 febbraio 2010

QUARESIMA: ATTRAVERSARE DESERTO ABBANDONANDOSI A DIO


CITTA' DEL VATICANO, 18 FEB. 2010 (VIS). Nel pomeriggio di ieri, Mercoledì delle Ceneri, giorno di inizio della Quaresima, ha avuto luogo un'assemblea di preghiera nella forma delle "Stazioni" romane, presieduta dal Santo Padre Benedetto XVI. Nella Basilica di Sant'Anselmo all'Aventino si è tenuto un momento di preghiera cui ha fatto seguito la processione penitenziale verso la Basilica di Santa Sabina, dove il Papa ha presieduto la Celebrazione Eucaristica con il rito di benedizione e di imposizione delle Ceneri. Benedetto XVI ha ricevuto le Ceneri dal Cardinale Jozef Tomko, Titolare della Basilica, ed ha imposto le Ceneri ai Cardinali, Arcivescovi e Vescovi presenti e ad alcuni fedeli.

  Nell'omelia il Papa ha sottolineato che la "assoluta certezza" dell'amore di Dio "ha sostenuto Gesù durante i quaranta giorni trascorsi nel deserto della Giudea, dopo il battesimo ricevuto da Giovanni nel Giordano. Quel lungo tempo di silenzio e di digiuno fu per Lui un abbandonarsi completamente al Padre e al suo disegno d'amore (...). Inoltrarsi nel deserto e rimanervi a lungo, da solo, significava esporsi volontariamente agli assalti del nemico, il tentatore (...) significava ingaggiare con lui la battaglia in campo aperto, sfidarlo senza altre armi che la fiducia sconfinata nell'amore onnipotente del Padre".

  "Adamo fu cacciato dal Paradiso terrestre, simbolo della comunione con Dio;" - ha detto il Papa - "ora, per ritornare a questa comunione e dunque alla vera vita, la vita eterna, bisogna attraversare il deserto, la prova della fede. Non da soli, ma con Gesù! Lui - come sempre - ci ha preceduto e ha già vinto il combattimento contro lo spirito del male. Ecco il senso della Quaresima, tempo liturgico che ogni anno ci invita a rinnovare la scelta di seguire Cristo sulla via dell'umiltà per partecipare alla sua vittoria sul peccato e sulla morte".

  "In questa prospettiva si comprende anche il segno penitenziale delle Ceneri" -ha spiegato il Pontefice - "che vengono imposte sul capo di quanti iniziano con buona volontà l'itinerario quaresimale. E' essenzialmente un gesto di umiltà, che significa: mi riconosco per quello che sono, una creatura fragile, fatta di terra e destinata alla terra, ma anche fatta ad immagine di Dio e destinata a Lui. Polvere, sì, ma amata, plasmata dal suo amore, animata dal suo soffio vitale, capace di riconoscere la sua voce e di rispondergli; libera e, per questo, capace anche di disobbedirgli, cedendo alla tentazione dell'orgoglio e dell'autosufficienza".

    "Il peccato" - ha proseguito il Santo Padre - "consiste fondamentalmente in una disobbedienza a Dio, vale a dire una mancanza d'amore. (...) Il primo atto di giustizia è dunque riconoscere la propria iniquità, e riconoscere che questa è radicata nel 'cuore', nel centro stesso della persona umana. I 'digiuni', i 'pianti', i 'lamenti' ed ogni espressione penitenziale hanno valore agli occhi di Dio solo se sono segno di cuori sinceramente pentiti. (...) La vera 'ricompensa' non è l'ammirazione degli altri, ma l'amicizia con Dio e la grazia che ne deriva, una grazia che dona pace e forza di compiere il bene, di amare anche chi non lo merita, di perdonare chi ci ha offeso".

  "Nel cuore di Cristo, cioè nel centro della sua Persona divino-umana, si è giocato in termini decisivi e definitivi tutto il dramma della libertà. Dio ha portato alle estreme conseguenze il proprio disegno di salvezza, rimanendo fedele al suo amore anche a costo di consegnare il Figlio unigenito alla morte, e alla morte di croce (...) . Grazie all'azione di Cristo, noi possiamo entrare nella giustizia 'più grande', che è quella dell'amore".

  "Cari fratelli e sorelle" - ha concluso il Pontefice - "la Quaresima allarga il nostro orizzonte, ci orienta verso la vita eterna" e ci "fa capire la relatività dei beni di questa terra e così ci rende capaci alle rinunce necessarie, liberi per fare il bene".
HML/MERCOLEDÌ CENERI/SANTA SABINA                VIS 20100218 (630)


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